HO RICEVUTO QUESTO SAGGIO VERAMENTE FANTASTICO DI DIOGENE.
HO PENSATO A LUNGO QUALE TIPO DI CAPPELLO FOSSE “IDEALE” PER INTRODURRE LE SUE RIFLESSIONI…
ED ALLORA L’HO ANTICIPATO CON PICCIONE VIAGGIATORE HUSHMAIL AL BUON GARGAMELLA.
CON LA SUA LINGUAGRATTUGGIA BIRBA HA INTRODOTTO EGREGIAMENTE IL GRAN DIOGENE.
Ecco qui uno scritto veramente illuminante, il Lanternino colpisce ancora;
Diogene! Vecchio compagno di Scorribande metaforiche e non,
è proprio vero che sai essere un metro dietro alla testa di Scientology.
Birba ed io siamo rimasti estasiati da questo tuo Saggio sull’Amore.
Che sia un Dono per tutti gli uomini di buona volontà che sanno ascoltare.
Gargamella
IL VALORE DELLA TOLLERANZA
(Riflessioni di Diogene)
Senza una pur minima tolleranza non si potrebbe né aprire né chiudere una porta… Tutto sarebbe immobile, nessun universo sarebbe possibile, neppure nell’immaginario. La tolleranza invita ad una osservazione attenta, rigorosa a volte, ma foriera di nuova conoscenza derivante dal raffronto fra differenze e somiglianze, avendo ben presente che in nessun universo possono coesistere due uguaglianze perfette: si tratta quindi di un esercizio di intelligenza, prima che di metodo, ed ha poco o niente a che fare con i sentimenti, se non che la conoscenza – essendo l’interazione di affinità, realtà e comunicazione – può aver luogo solamente qualora ci sia una pur minima tolleranza. E’ un cerchio che tende ad un perfezionamento o, per gli scientologist, un triangolo in continuo riaggiustamento…
A complicare le cose abbiamo la percezione cognitiva individuale che “necessariamente” si confronta con quella degli altri… una quantità modificabile di ARC immersa in una molteplicità di singole quantità modificabili di ARC: li chiamiamo anche Punti di Vista ed è ovvio che il punto di vista più importante è sempre il proprio, per il semplice fatto che se non ci fosse, nessun altro punto di vista verrebbe percepito e nessuna interazione di ARC, vale a dire nessuno scambio di conoscenza, sarebbe possibile.
Non ci resta che aprire i nostri canali di comunicazione, manifestare i nostri sentimenti e difendere la nostra posizione alla ricerca di un equilibrio tra le parti… e così facendo creiamo o modifichiamo lo spazio e l’energia, condizionandoci poi all’idea del tempo e al possesso di forme materializzate. Ma tutto questo trambusto avviene perché c’è tolleranza… diremmo, a ragione, che si concede a qualcosa o a qualcuno di esistere, di “essere quello che è” ed è il patto che sta a fondamento della vita. Quando la tolleranza viene meno, la vita ne soffre e difende il suo diritto di appartenenza all’universo con tutto l’ARC che le rimane, buono o cattivo che sia. Nascono situazioni di contrasto, di rigetto, di occlusione, di lotta, di sfiducia, di abbandono mano a mano che l’intolleranza si fa più rigida… da notare, però, che l’intolleranza di una parte richiama e rafforza l’intolleranza delle altre parti… abbiamo insomma una Rottura di ARC che cresce fino a poter diventare insanabile.
Fortunatamente ci viene in soccorso il concetto di Amore o, come io lo definisco: Fiducia Condivisa.
L’amore vince qualsiasi contrasto quando è genuina espressione di ampio ARC. Tuttavia il suo opposto è, in radice, la paura e non l’odio che ne è una forma avvilente ma appassionata. Infatti è fra interesse (in alto sulla Scala del Tono) e paura (in basso) che troviamo tutte le possibili combinazioni di miscela amore-odio. L’entusiasta non si ferma quasi mai a raccogliere i cocci e chi è terrorizzato non possiede più l’idea né di odio né di amore. Lo so che c’è Serenità lassù ed Apatia sul fondo della scala, ma la vita si svolge in massima parte nella fascia dei sentimenti più intriganti e dei giochi più attraenti. E’ qui che si viene volentieri alle mani e si cerca in tutti i modi di avere ragione. Quindi è inevitabile incontrare opposizioni anche (e probabilmente soprattutto) fra coloro che si amano. Amore-Odio in vari gradi si presentano sotto forma di Ragione-Torto in svariate declinazioni. Ed è qui che ci facciamo davvero del male, proprio quando non lo vorremmo.
In qualsiasi gruppo di persone o fra gruppi similari esistono delle tensioni, questo lo si capisce ed è auspicabile per la loro crescita. Va da sé che è in tali casi che si riconosce il valore della tolleranza. Infatti, ciò a cui bisogna stare attenti è di non considerare che qualunque “attacco” nasconda per forza un’intenzione malvagia. Cerchiamo piuttosto di scoprire qual è il rapporto amore-odio intrinseco in quella manifestazione spiacevole o sconcertante.
In quanto scientologists noi conosciamo le leggi dell’ARC (oltre a un po’ di altre cose) e dovremmo essere in grado di risolvere al meglio qualsiasi controversia o disaccordo. Ovviamente ci sono differenti livelli di Caso, ma non voglio avventurarmi qui in commenti tecnici che non mi competono. Desideravo solo introdurre la parola Amore nel concetto di ARC, perché per il fatto di essersi concentrata sulla parola Affinità la dottrina di Scientology ha mancato di rimarcare la necessità di infondere amore ed empatia nell’applicazione della tecnologia. Di conseguenza il gruppo, storicamente, non si è evoluto nell’amore (e perfino la parola Simpatia ha assunto una connotazione negativa) cosicchè la chiesa ha avuto gioco facile nel pervertire il sentimento innato nelle persone scambiandoglielo con una cultura di Efficienza senza Cuore.
Esistono persone realmente soppressive? Poche, afferma Ron, e le troviamo su quella sottile linea appena sopra Paura. Denotano incapacità di amare ed essendo schiacciati fra Odio e Paura non fanno altro che agire nascostamente pur di ottenere una sensazione di “vitalità” succhiandola come vampiri da chiunque diventi loro facile preda. Ecco perché indeboliscono e distruggono, fingendo di aiutare e diffondendo subdolamente le paure in cui sono loro stessi intrappolati. Più giù, per loro, c’è soltanto un’agonia dalla quale nessuno riesce ad emergere senza un vero Aiuto. Sono sicuro che le Persone Soppressive hanno qualche reminiscenza dell’aiuto e dell’amore (infatti li usano al contrario), ma esattamente questa è la loro dannazione.
La tech, se la conosci, ti rende inattaccabile, ha suggerito Ron…
Sono perfettamente consapevole che il concetto di Amore è sempre sottinteso negli scritti di Ron, ma è un concetto semplice ed immediato per chi ce l’ha, mentre a chi non ce l’ha (e si ferma al tecnicismo) non arriva subito e se lo deve elaborare da sé o “sul campo”… Infatti non tutti gli auditors sono uguali, da questo punto di vista, e i loro risultati lo testimoniano.
Dianetics è nata come scienza e Scientology ne rivendica i presupposti quando dichiara esplicitamente l’ottenimento di risultati precisi… senonchè l’animo umano, il thetan, si sottrae agli schemi e a un certo punto lo puoi plasmare solo con l’Amore verso la Vita (e quando dico Vita intendo le Dinamiche).
La chiesa post-LRH e quelli poco svegli hanno quasi crittografato il messaggio universale di Ron, insistendo sull’apprendimento rigido (definito standard) ma comunque soggetto alle malcomprensioni che così si sono riprodotte, come pure pretendendo un’applicazione impeccabile che andrebbe di fatto a creare una schiera di “perfetti” robot.
Mi direte… sì, ma la tech va salvaguardata… e allora faccio rispondere allo stesso Ron: “Non c’è sostituto alla Comprensione”.
E se la Comprensione è ARC… e ARC è Vita… può essere che la Vita è Amore? Sarebbe l’unico caso in cui A=A=A mi andrebbe a genio… ma ovviamente stiamo parlando di una medesima, immensa Cosa.
Trovami un “thetan standard”… e se tu pensassi di averlo trovato, saresti tu che fissa “lo standard”?
Condividiamo le cognitions e cresceremo in comunicazione… Ma se lasciamo che la chiesa imponga un sapere mistico, saremo sempre punto e a capo… (o con la cenere sul capo).
L’obiettivo da perseguire è un incremento della Consapevolezza personale e la Capacità di condividere idee che meritano di essere ampiamente condivise al solo scopo di aumentare il Tono del Gioco.
E’ nella Vita che la Verità si manifesta. E nella Vita non siamo mai indietro, siamo ora qui con quello che sappiamo. Il gioco va di pari passo con la Comprensione, ma la Consapevolezza ne è l’essenza.
La Responsabilità comincia con l’essere consapevoli di essere consapevoli. Non è un dovere: è Saggezza in azione.
Il gruppo deve aiutare a diventare saggi. Indipendenti, uniti e saggi.
Grazie per mantenere la giusta rotta, salda e tranquilla. Il viaggio non sarà uguale per tutti, ma sarà stato bello averlo fatto insieme con Spirito di Gioco.
E ci sarà, quel giorno, chi giurerà di aver visto Ron sorridere…