Livelli OT Originali

Siete Scientologist Indipendenti ? Pensate con la vostra testa !

Un sentito ringraziamento a tutte le persone che ci hanno scritto,
che ci hanno inviato telegrammi, che ci hanno telefonato, che hanno presenziato alla cerimonia.
                                                                                                                                                                                                  Francesco & Luana
Parecchie persone mi hanno chiesto cosa fare dopo Solo Nots, ecco un interessante pezzo di ponte da riprendere…….

Salve ragazzi, ho lavorato molto in questi giorni e non ho avuto l’opportunità di tenermi in contatto con voi, ma vorrei condividere una vittoria che ho appena avuto sui livelli OT originali. Ho appena finito OT 5, 6, e 7 originali e sono così felice perché prima, dopo aver completato NOTs audita, ho sperimentato dei momenti di serenità  d’essere, ma ora mi sento in questo modo sempre di più.

Mi sento anche come se avessi un enorme quantitativo di spazio. Mi sento molto grande e a mio agio, è fantastico!

La parte più impostante per me è stata questa: Quando ero più giovane ed ero appena entrata in Scientology, avevo letto un articolo in una rivista estratto da una conferenza del Saint Hill Special Breifing Course. Parlava di un uomo che aveva sparato a un bimbo con una pistola e che il primo istinto sarebbe stato quello di raccogliere la pistola e ucciderlo. Ma Ron disse qualcosa riguardo all’istinto di amare quell’uomo ed aiutarlo, perché stava peggio del bimbo. Questo articolo ebbe su di me un forte impatto. Sapevo che se avessi potuto amare il mio amico uomo sarei stata OT.

Un altra cosa che ha avuto un forte impatto su di me è stato “Cos’è la grandezza”, dove Ron parla del più grande segreto di questo Universo, cioè amare l’uomo nonostante gli inviti a non farlo. Completare questi livelli mi ha portato molto vicino a capire l’uomo, non solo a tollerarlo ma prendermene cura. Questo è sempre stato ciò che volevo e so che questa cosa da sola mi potrà rendere molto felice.

L’ultima cosa è che i miei postulati ora sono molto veloci, al punto che quasi mi spaventano. Penso a una cosa e questa diventa realtà istantaneamente.. Sono super eccitata riguardo alla vita e posso sentire che si stanno affacciando molte nuove avventure e non vedo l’ora di sfidare ciò che mi attende. Non riesco a descrivere quanto eccitante è sentirsi OT! Se qualcuno ha grandi vittorie da condividere fatelo! Mi piacerebbe sentire anche le vostre.

50 commenti

Archiviato in Casa Minelli, DATI STABILI, LRH, OT, SUCCESSI

50 risposte a “Livelli OT Originali

  1. Visto che ogni tanto mi fischiano le orecchie (segno che qualcuno mi sta pensando intensamente), vorrei suggerire a questa persona di leggersi queste 400 storie: http://androvillans.wordpress.com/category/ex-scientology-story-index/
    Trovo alquanto strano che 400 persone, provenienti da tutte le parti del mondo, si siano accordate su cosa dire, abbiano messo assieme così tante bugie (col rischio poi di scordarsele), solo perché volevano denigrare la CofS.
    Fare obnosi no?

  2. Marco

    Bel successo di una carina americana di Los Angeles.
    In effetti quello che scrive Charese Mongello è ciò che in primo luogo ci si aspetterebbe di ottenere dopo aver percorso i livelli di Scn…

    Anche se immagino dopo una certa quantità di tempo, ma forse nemmeno così lungo fuori dall’attuale organizzazione che gestisce “ufficialmente” i livelli, quello che ha ottenuto Charese fa senso e credo sia la normalità, cioè credo che il benessere descritto nel successo, sia quello che ragionevolmente ci si aspetta dal Ponte.
    Direi che è una bellissima normalità.

    Quindi… : veramente interessante sapere che ci sono questi gradini ulteriori dopo Ned per Ot , che portano a questo livello di serenità e semplicità d’azione, descritta da Charese.

    Grazie per l’info.

  3. luca

    Io credo che il passo successivo sia… non avere piu’ bisogno di sfide da vincere …. sia la completa serenita’ … perche’ non si ha piu’ interesse in cio’ che risulta scontato… il vincere …

  4. Paolo F.

    Giusto. il passo dopo dovrebbe essere una condizione exterior stabile, cioè una disidentificazione dal corpo stabile.

  5. Paolo F.

    In che senso? Lo scopo dei livelli OT è quello. Anzi è quasi il punto di partenza. Vedi EP del “vecchio” OT IV.

    • LIBERO

      Non voglio sminuire quei livelli OT e sono livelli OT in tutto e per tutto, anzi trovo vergognoso che abbiano tentato in tutti i modi di farli sparire dalla storia. E spero di farli nonostante le intenzioni malvagie di costoro. Pensa se hanno nascosto quelli se tirano fuori i livelli OT sopra OTVII (sempre che ne siano in grado di compilarli).
      Intendevo come fai ad essere causa sulla vita quando la “tua” (di tutti) vita è immersa dall’effetto di altri esseri? Credo che Ron ad un certo punto abbia cambiato rotta e da quel che poco che ho trovato sulle ricerche di Ron, purtroppo ho il timore che ci sia ancora molto da lavorare sopra OT VII per godere pienamente di quei livelli OT ma è una mia opinione. Ho comunque una certezza assoluta che al di là di quei pochi muri rimasti l’essere ha la potenzialità e la forza di fare as-is di qualsiasi cosa istantaneamente..

  6. Paolo Facchinetti

    Certo, è quello che intendevo dire. C’è molto da lavorare dopo OT VII e il consiglio è propri quello di non perdere troppo tempo visto che c’è molto da lavorare!
    Intanto vorrei aggiungere una cosa. Ci sono attaccamenti strutturali, cioè inevitabili: il primo è il nutrimento del corpo: cibo e acqua; il secondo è il sonno. Questi sono inevitabili, almeno nelle pratiche come Scientology. Si favoleggia che con alcune pratiche orientali si possa fare a meno del cibo e del sonno; anche se fosse vero quei praticanti non vivono certo nella società comune, ma vivono isolati come asceti o eremiti. Vi è poi il sesso: non è un qualcosa di inevitabile come cibo e sonno, si può vivere senza sesso, ma è un qualcosa che è comunque strutturato nel corpo e quindi, in quel senso inevitabile. Un pc o un praticante, riguardo a cibo, sonno e sesso deve liberarsi da compulsioni e repressioni e da altre eventuali forme di aberrazione ma non può prescindere da essi. Vi sono poi bisogni sovrastrutturali, che cioè non sono insiti nella natura umana quindi nel rapporto thetan-corpo, ma sono attaccamenti veri e propri, o dipendenze. L’attaccamento sovrastrutturale o dipendenza è in sé un’aberrazione o un qualcosa da cui l’essere deve liberarsi nel suo progresso spirituale. Primi fra tutti ci sono alcool e droghe. Alcune discipline esoteriche si sono servite e si servono di alcool e droghe per liberare o meglio per smuovere il thetan dal suo rapporto cristallizzato e di identificazione totale con il corpo. Sono pratiche molto pericolose che comunque non hanno nulla a che fare con Scientology dove al contrario si cercano di eliminare gli effetti negativi e di dipendenza tramite procedimenti appositi come lo sono i vari Drug Rundown. Ma vi è un’altra dipendenza sovrastrutturale che dovrebbe essere ovvia ma fra gli scientologist ma che viene in gran parte not-is ed è il fumo delle sigarette. Sembra che l’aver visto Ron in qualche fotografia con un pacchetto di sigarette Kool, sia servito a dare il via libera ai fumatori, ma, anche se può non essere un impedimento per l’auditing, cioè, anche se uno può essere audito anche se fuma sigarette, rimane il fatto che, per il fumatore, è una DIPENDENZA, e in quanto tale chiunque ambisca ad una libertà spirituale ed è fumatore dovrebbe darsi come obiettivo di liberarsi al più presto anche di quella dipendenza.

    • Marco

      Paolo, mi è piaciuto tanto il tuo commento, è assolutamente quello che da qualche anno penso anch’io, ma senza molto riscontro nella platea si Scientologist.

      Volevo stimolarti per avere un tuo punto di vista anche su altre cose che penso al riguardo della relazione Thetan- Corpo:
      quando si parla di guadagni Ot auspicabili e raggiungibili, si parla spesso di Theta Clear Chiarito, fra le altre cose di raggiungere la posizione di Exterior stabile e permanente…

      Io prima pensavo fosse così e che fosse possibile, conosco bene per esperienza che un Thetan esce dal corpo… , ma ragionandoci su e per esperienza, non ho mai capito bene come un Thetan possa svincolarsi da un corpo, quando tramite questo il Thetan è influenzato in modo pesante.

      Come dicevi tu il Thetan si manifesta/materializza tramite un corpo di carne (sembra che la spirale discendente lo abbia portato a questo tipo/livello di terminale di comunicazione di carne, e che questa associazione lo tiene “inchiodato” ai bisogni del corpo che accennavi , cibo, sonno, sesso)…

      Ora quello che mi chiedo e mi dico, è che: è evidente che tramite queste necessità del corpo si tiene inchiodato il Thetan.

      E’ vero che la vita è un gioco ed un gioco è fatto di libertà e barriere (quello che puoi fare e quello che non puoi fare), per cui non puoi proprio fare tutto quello che vuoi con un corpo, ma invece attraverso questo corpo si controlla alla grande un thetan… basta pensare al cibo scadente, ai veleni presenti ovunque (inquinamento), all’alcol, al fumo, alle droghe (anche solo a quelle “leggere”), ecc.ecc.ecc. , che influenzano in modo pesante la mente e le sue azioni.

      Cioè un Thetan per quanto riguarda le sue azioni è legato a doppia mandata con il suo corpo; compresa l’influenza genetica che si porta dietro dai genitori/famiglia/linea protoplasmatica, che non è assolutamente una cosa da sottovalutare (secondo me l’influenza ereditaria non è poca cosa, può determinare brillantezza e razionalità o al contrario incapacità e aberrazioni peculiari della linea protoplasmatica. Al di là della GE, anche quello un aspetto dell’equazione da analizzare).

      Quello che voglio dire è che io da un bel po’ di tempo penso che: il Thetan è “incastrato” in un corpo… Per sua decisione (e per grossi Implant… ma di sicuro, visto che nulla ti succede… a suo tempo ha dato l’accordo, magari strappato con l’inganno, che lo si possa incastrare in un corpo).

      Di certo è prevalente per il thetan la necessità di avere un terminale di comunicazione… per cui ha pensato che un corpo di carne comunque andava bene. Ma poi tramite questo ogni l’Essere viene vigliaccamente controllato.

      E’ inevitabile che avere un corpo significhi essere controllato, maltrattato, manipolato ecc. , ma è inevitabile averlo per Esserci (cioè per avere un terminale di comunicazione).

      La soluzione dunque quale sarebbe?
      “Non avere un corpo”, è molto probabilmente fosse scopo finale di LRH, ma in che “formato” si deve allora materializzare un Thetan per avere la possibilità di comunicare/giocare?

      Non ho mai trovato nulla di LRH che mi spieghi questo, se non avere un altro tipo di corpo (di bambola!? ecc,)… ma a tutt’oggi mi sfugge dove possa essere reperibile un tale tipo di “attrezzo” comunicativo.

      Ciao
      Marco

      • silvia chiari

        Ciao Marco,se per un thetan è prevalente la “necessità” di avere un terminale di comunicazione …e si “deve” materializzare per avere la possibilità di comunicare/giocare …. allora vuol dire che ne ha di strada da fare e ne ha tanta …o nessuna, dipende dal suo grado di consapevolezza di essere..il .NULLA e il TUTTO … e tutto ciò che crea esiste e non esiste nello stesso istante e quindi non c’è possibilità di controllo o di cadere nella dipendenza…….. quindi c’è un punto in cui non esiste nessuna tecnica perché ciò avvenga , perché sei staccato da qualsiasi “dipendenza” sopratutto sotto forma di corpo.
        Quando sei in una condizione di ” NULLA E TUTT’UNO” non hai bisogno di avere un terminale, tu sei ogni terminale che decidi di essere e con cui giocare in una condizione di NO spazio NO tempo NO energia NO materia…… MA …….fintanto che siamo qui a scrivere ………..

    • Paolo, approvo in pieno e sostengo ciò che scrivi.
      In questo universo comune, l’essere libero deve poter liberamente Essere Fare Avere in quantità e qualità’, privo di compulsioni e o aberrazioni dalla cosa.
      La comunicazione gioca un ruolo fondamentale come lo gioca il ruolo delle dinamiche e la loro interazione.
      Festeggero’ in tuo onore questo bel scritto con una bella sigarettina….. ( 😀 )

    • LIBERO

      Bravo Facchinetti, in relazione a quello che hai scritto cercherò di correggere alcune cose.

  7. LIBERO

    Marco posso giurarti che io sono uscito dal corpo ma è come dire ho visto gli UFO, una cosa che resta indimostrabile senza prove concrete. Anche perche quando ero fuori dal corpo era completamente buio e non vedevo nulla e pensavo fosse andata via la luce ect.. Peccato che in quel momento non mi rendessi conto della cosa e forse è stato meglio cosi’ perche probabilmente mi sarei spaventato. La sensazione era come quando avevo il corpo. Ho l’ auditor testimone che ha visto il mio corpo afflosciarsi sul letto e che dicevo è andata via la luce ect.. Il fenomeno rimane comunque fine a se stesso e alla mia esperienza… Ho visto gli UFO!

  8. Guido Minelli

    Beh, io nella mia attuale vita ho avuto varie esperienze interessanti, ho sperimentato sia l’esteriorizzazione che la vista degli UFO, sia lo smettere di fumare!
    Trovo molto corretto e illuminante ciò che ha scritto Paolo e credo che attualmente sia la via per poter veramente realizzare quegli scopi di libertà che ci hanno avvicinato a Scientology. La Chiesa ufficiale questi scopi non li persegue ormai da tempo e al suo interno non sono ottenibili. Prova ne sono le sempre più frequenti defezioni.
    Il fatto che i “poteri OT” siano ottenibili non è fantascienza, solo che c’è molto lavoro da fare, soprattutto per renderli stabili e ottenibili a volontà.
    Nel bollettino “La natura dell’essere”, che trovate qui sul blog, Ron parla della sua esperienza con una persona pazza che, quando si è esteriorizzata, è tornata normale, salvo poi ricadere nella pazzia una volta rientrata nel suo corpo. Un bel cambio di condizione non trovate!
    Perciò l’esteriorizzazione stabile e consapevole credo sia il trampolino di lancio verso nuovi, più alti e desiderabili, stati di consapevolezza.
    L’essere sufficientemente alti di tono quando si è in un momento di creazione ci permette di accedere alla dinamica dell’estetica ed è un momento senza tempo, quindi non aberrato e lì il thetan si può esprimere in tutta la sua potenza e può facilmente COMUNICARE senza per forza passare attraverso il via che è un corpo MEST.
    Non so se le parole scritte possono trasmettere esattamente quello che voglio dirvi, ma vi assicuro che lo stato chiamato ” Theta Clear reso Clear” è possibile, io ne sperimento per esempio alcuni fenomeni quando sto suonando e riesco a creare immagini ed emozioni che altri possono percepire.
    … Dopotutto, non siamo poi proprio così “dipendenti” dal MEST!

    Un abbraccio

  9. Guido Minelli

    Per chi non ha sottomano un dizionario di Scientology ecco la definizione:

    Theta Clear reso Clear: un thetan che è completamente riabilitato e può fare qualsiasi cosa che un thetan dovrebbe fare, come ad esempio controllare il mest e controllare gli altri a distanza oppure creare il proprio universo, una persona che è in grado di creare il proprio universo o, vivendo nell’universo mest è in grado di creare illusioni percepibili dagli altri a piacimento, maneggiare gli oggetti dell’universo mest senza usare mezzi meccanici e non avere e non sentire alcun bisogno di corpi o perfino dell’universo mest per mantener vivo in se stesso e nei suoi amici l’interesse nell’esistenza …
    Essere, avere e fare: seconda parte (14 nov 52) – I segreti dell’Universo Mest

  10. LIBERO

    CREDO CHE L’OBIETTIVO DI RON ERA THETA CLEAR CHIARITO. CHE POI DM ABBIA MALINTESO LA COSA METTENDO SU UNA INDUSTRIA DI PULITURA A SECCO E’ UN’ALTRA FACCENDA…

  11. Marco

    Chiedo gentilmente a Paolo di “commentare il mio commento”… per favore Paolo dimmi qualcosa al riguardo di quello che dicevo all’inizio (senza fare la vittima, mi pare che spesso sono ignorato quando “intavolo” questi argomenti “arditi”):
    “E’ inevitabile che avere un corpo significhi essere controllato, maltrattato, manipolato ecc. , ma è inevitabile averlo per Esserci (cioè per avere un terminale di comunicazione).
    La soluzione dunque quale sarebbe?
    “Non avere un corpo”, è molto probabilmente fosse scopo finale di LRH, ma in che “formato” si deve allora materializzare un Thetan per avere la possibilità di comunicare/giocare?
    Non ho mai trovato nulla di LRH che mi spieghi questo, se non avere un altro tipo di corpo (di bambola!? ecc,)… ma a tutt’oggi mi sfugge dove possa essere reperibile un tale tipo di “attrezzo” comunicativo.”

    Per qualsiasi commento… grazie Paolo.

    Io capisco quello che dici tu Chiara, ma non credo la condizione di esistenza (esistere) sia così come esponi tu… : ”Quando sei in una condizione di ” NULLA E TUTT’UNO” non hai bisogno di avere un terminale, tu sei ogni terminale che decidi di essere e con cui giocare in una condizione di NO spazio NO tempo NO energia NO materia”

    Da quel che ho capito io questa tua ipotesi crea una condizione di “assenza di gioco” , perché se sei in una condizione di invisibilità, un thetan è invisibile, come fai a interagire? L’assenza di gioco è una condizione odiata dal Thetan.
    Io credo che di certo c’è bisogno di un terminale di comunicazione… come anche fece Dio quando si materializzo a Mosè in un cespuglio infuocato nel monte Sinai.

    DIZ TEC : CONDIZIONI DI ASSENZA DI GIOCO 1. Le condizioni di assenza di gioco: conoscere tutto, ignorare tutto, serenità, condizione di essere senza nome, nessun effetto sugli avversari, effetto su di sé od il gruppo, avere tutto,, non poter avere nulla, soluzioni, pandeterminazione, amicizia con tutto, comprensione, totale comunicazione, nessuna comunicazione, vincere, perdere, nessun universo, nessun campo di gioco, arrivo, morte. (FOT, pag. 94)
    2. una totalità di barriere ed una totalità di libertà, sono entrambe condizioni di assenza di gioco. (PAB 84) 3. si raggiungono a causa di una preponderanza di vittorie (nessun gioco); od una preponderanza di sconfitte (nessun gioco). (Op Bull No. 17)

    Come si può notare conoscere tutto, condizione di senza nome, serenità, amicizia con tutto, ecc. ecc. crea una condizione di assenza di gioco… cosa che il thetan non desidera: che te ne stai a fare li onnisciente e onnipotente senza fare nulla???

    Libero, capisco quello che dici riguardo all’esteriorizzazione, io non ho provato quel tipo di esteriorizzazione che riferisci tu; io sono stato per molto tempo vicino al corpo, ma non sapevo cos’era… poi in auditing grazie al mio auditor ho capito. In un’occasione ho provato anche la telepatia, con una persona con cui avevo grande affinità è successo, sono andato exterior e ho comunicato per davvero senza usare il corpo. Quindi so di cosa si sta discutendo… ma so anche che alla fine queste esperienze sono instabili, anzi spesso turbano.

    Quello che dice Guido è interessante e condivido : ” Perciò l’esteriorizzazione stabile e consapevole credo sia il trampolino di lancio verso nuovi, più alti e desiderabili, stati di consapevolezza.
    L’essere sufficientemente alti di tono quando si è in un momento di creazione ci permette di accedere alla dinamica dell’estetica ed è un momento senza tempo, quindi non aberrato e lì il thetan si può esprimere in tutta la sua potenza e può facilmente COMUNICARE senza per forza passare attraverso il via che è un corpo MEST.”

    L’esteriorizzazione stabile è un ottimo risultato, ma essere exterior significa cmq che hai li vicino un corpo, un terminale, di qualche tipo… perché? Perché un thetan è invisibile. Da exterior puoi comunicare con qualcuno, ma di fatto non sai dove volgere lo sguardo… Infatti ricordo quando io ho avuto l’esperienza di telepatia con un mio amico, io sentivo la sua com come thetan (non con le orecchie), ma dove guardavo? Guardavo il suo corpo che non apriva la bocca (e lui uguale con me)… li abbiamo capito entrambi che eravamo in telepatia (che subito lui ha invalidato perché “non capiva”).

    Quello che dice la definizione quotata da Guido… : ” Theta Clear reso Clear: un thetan che è completamente riabilitato e può fare qualsiasi cosa che un thetan dovrebbe fare, come ad esempio controllare il mest e controllare gli altri a distanza oppure creare il proprio universo, una persona che è in grado di creare il proprio universo o, vivendo nell’universo mest è in grado di creare illusioni percepibili dagli altri a piacimento, maneggiare gli oggetti dell’universo mest senza usare mezzi meccanici e non avere e non sentire alcun bisogno di corpi o perfino dell’universo mest per mantener vivo in se stesso e nei suoi amici l’interesse nell’esistenza …
    Essere, avere e fare: seconda parte (14 nov 52) – I segreti dell’Universo Mest”

    Va beh, capisco quasi tutto, ma non riesco a capire la possibilità di questa cosa ”…e non avere e non sentire alcun bisogno di corpi o perfino dell’universo mest per mantener vivo in se stesso e nei suoi amici l’interesse nell’esistenza … , non riesco a collocare questa “prospettiva” insieme a tanti altri dati di LRH

    Spesso LRH è andato in contraddizione… e comunque sia non riesco a vedere come questa cosa sia compatibile con l’invisibilità del thetan e con la necessità di gioco… a meno che il thetan non si metta a giocare da solo con l’universo proprio, e che divertimento c’è? O come un bambino che giochi da solo a fare castelli di sabbia in una spiaggia (universo Mest) piena di altri bambini… sarebbe etichettato disadattato.

    Voglio ricordare che il concetto di universo Mest è: “un universo comune che serve come mezzo, un campo di gioco, per comunicare con altri”. Più o meno.

    E come collochiamo dati di questo tipo? “L’abbandono di qualsiasi dinamica non è un fuggire da quella dinamica ma è un diventarne schiavi. Ecco come funziona questo universo.” LRH.
    Mi pare che le dinamiche comprendono anche l’universo Mest…

    O di questa:
    Dal Congresso Sull’Anatomia dello Spirito dell’uomo.
    Conferenza IL DECLINO DELL’UOMO

    “Che cosa c’è sopra questa linea? (N.d.R. linea di esistenza, ottimale)
    La tolleranza per la condizione di essere lì e per la comunicazione.

    Che cosa c’è al disotto della linea?
    L’intolleranza per la condizione di essere lì e per la comunicazione.

    Quindi si potrebbe dire che: per cambiare in meglio la condizione di un essere, che si tratti di aumentare l’ intelligenza, o migliorare la personalità, è necessario migliorare la sua considerazione di tolleranza, sulla presenza e sull’esistenza di altri e di se stesso; e migliorare la sua tolleranza per la comunicazione.

    Non serve che ricordi la formula della comunicazione che richiede l’esistenza di almeno 2 terminali (di comunicazione), di attenzione, intenzione… e distanza; distanza che introduce il concetto di esistenza di un universo… dunque si comunica dentro ad un universo di qualche tipo, dove ci siano almeno 2 terminali vivi identificabili (anche solo occasionalmente identificabili).

    Finisco con questa cosa semplice:

    “La vita è un gioco.
    Un gioco consiste di libertà, barriere e scopi.

    La libertà esiste fra barriere.
    Una totale assenza di barriere, come pure una totale presenza di libertà,
    sono “condizioni di assenza di gioco”.
    Ciascuna è similmente crudele.

    Quando il rapporto fra libertà e barriere diventa troppo sbilanciato,
    ne risulta infelicità.

    La “libertà da” va bene, purchè ci sia un posto in cui essere liberi di.
    Un desiderio infinito di “libertà da”, è una trappola perfetta, una paura di tutto.
    Le barriere sono composte di idee, spazi, energie, masse e tempo che impediscono e limitano.

    Fissato su troppe barriere, l’Uomo si strugge dal desiderio di essere libero.
    Ma lanciato nell’assoluta libertà, è privo di scopo e infelice.

    C’è “libertà fra” le barriere.
    Se le barriere sono conosciute e le libertà sono conosciute, ci può essere vita, esistenza, felicità, un gioco.”

    Sebbene usi continuamente “Libertà!” come grido di guerra, l’uomo riesce solo ad intrappolarsi sempre di più.

    La ragione di questo è molto più semplice: un gioco consiste di libertà, barriere e scopi.

    Sarebbe meglio sviluppare un modo di pensare volto alla ricerca di nuovo modi di intrappolarsi e cose in cui essere intrappolati, piuttosto che subire l’eventualità della trappola finale, creata dal soffermarsi sulla sola libertà.

    Un uomo che sia disposto ad accettare restrizioni e barriere, e non ne abbia paura è libero. Un uomo che non fa altro combattere restrizioni e barriere, generalmente sarà intrappolato.

    Perciò, se fosse vero che la felicità di un individuo dipende solo dalla sua libertà dovremmo supporre che egli sia felice.
    Tuttavia essi non sono felici.
    Cosa provoca la loro infelicità? E’ la mancanza di problemi, e quindi di gioco.

    Si potrebbe dire allora che la vita è un gioco e che la capacità di partecipare ad un gioco consiste nella tolleranza di libertà e barriere, con comprensione degli scopi ed in più con il potere di scelta (la propria capacità di scegliere ciò che ci piace o che si ritiene corretto) per quanto riguarda la partecipazione.

    Questi quattro elementi libertà, barriere, scopi e potere di scelta sono gli elementi importanti della vita.

    Sono gli elementi usati per capire meglio il comportamento della vita.

    LRH
    “Nuova ottica sulla vita”

    Scusate la mia prolissità.

    Dunque per riassumere… : Paolo puoi dire qualcosa al riguardo?

    • LIBERO

      Cavolo! Complimenti me pare una tesi di laurea… Auguri Facchinetti per la risposta…

    • LIBERO

      Cavolo! Complimenti per la tesi di laurea… Auguri a Facchinetti per la risposta…

    • Prima che tu scrivessi questo “sollecito”a Paolo, in una telefonata di oggi pomeriggio , mi ha detto che avrebbe atteso le prime luci dell’alba per aver sufficiente tempo da dedicare nel risponderti ed era contento ed entusiasta che qualcuno tirasse fuori questi argomenti dopo il suo commento…… quindi …tranquillo, sono sicuro che ti risponderà al più’ presto.

      • Marco

        Grazie della notizia Frank… , quindi posso attendere paziente la risposta del super Paolo… subito dopo l’alba!?
        Tanto sono un thetan immortale, mica sono il mio terminale di comunicazione (questo lo so per certo) e dunque posso aspettare ancora qualche ora, o al massimo qualche paio di secoli…, non di più però.
        By 😉 Marco

    • silvia chiari

      ciao Marco, grande lavoro di scrittura, complimenti, devo ammettere sono stata sempre molto scarsa nei temi, troppo stringati…
      A proposito … il mio nome è Silvia e cognome Chiari ….
      Comunque, ribadendo il concetto che è da tantissimo tempo che sono fuori da Scn , mi sfugge una cosa …. non mi ricordo dove sta scritto che :L’assenza di gioco è una condizione odiata dal Thetan……..condizione di assenza di gioco… cosa che il thetan non desidera: che te ne stai a fare li onnisciente e onnipotente senza fare nulla???…..
      inoltre io non credo che LRH sia andato in contraddizione, le contraddizioni, secondo me, le vedi solo se NON STAI SEGUENDO IL GRADIENTE CORRETTO.
      Attendo le risposte che ti darà Paolo…e ti ringrazio per aver sollevato vari quesiti, che sorgono naturalmente anche dalle aspettative che uno ha in base alle idee che si è formato quando si è avvicinato a Scn ( sempre pensiero personale)
      ciao Silvia

      • Marco

        Scusami Silvia, hai ragione, ho “cannato” il tuo nome. Perdonami.
        Dove sta scritto che il Thetan odia l’assenza di condizione di Gioco?
        Beh, credo ovunque… io ce l’ho come comprensione concettuale (vero per me) e non ricordo bene… ma per esempio ricordo che c’è un’intero congresso che parla dei giochi… domani cerco qualcosa e te lo quoto, adesso è troppo tardi per fare ricerca. Posso però quotare i Fattori, dove mi pare evidente quello che ha voluto produrre theta: un gioco.

        Cerco di mettere in grassetto ciò che potrebbe spiegare quello che intendo…
        Ciao Silvia.
        Marco

        I FATTORI
        (Somma delle considerazioni e delle indagini sullo spirito dell’uomo e sull’universo materiale portate a compimento tra il 1923 e il 1953 d.C.)

        1 Prima dell’inizio c’era una Causa e l’unico scopo della Causa era la creazione di un Effetto.

        2 La decisione all’inizio, e per sempre, è la decisione di ESSERE
        3 La prima azione della condizione di essere (N.d.R condizione di essere, esistere), consiste nell’assumere un punto di vista (N.d.R. decidere di essere in un punto, localizzarsi, esistere, da cui osservare).
        4 La seconda azione della condizione di essere consiste nell’estendere (N.d.R creare, mettere li) punti da osservare, ovvero “punti di dimensione” (N.d.R punti da osservare che adesso esistendo hanno creato uno spazio, una dimensione: dal “punto di vista”, l’Essere, al “punto di dimensione”, l’oggetto/particella creata e da osservare).

        5 Avviene così la creazione dello spazio, poiché la definizione di spazio è: “punto di vista della dimensione”.
        La creazione dello spazio e di un punto da guardare rappresenta lo scopo dell’esistenza di un punto di dimensione.

        6 L’azione di un punto di dimensione consiste nell’avvicinarsi e nell’allontanarsi.

        7 E tra punto di vista e punti di dimensione esiste un collegamento e uno scambio reciproco. Si formano così nuovi punti di dimensione e avviene la comunicazione.

        8 E così esiste la luce.

        9 E così esiste l’energia.

        10 E così esiste la vita.

        11 Ma ci sono altri punti di vista e tali punti di vista estendono a loro volta punti da osservare. E si verifica un interscambio tra punti di vista, ma tale interscambio avviene esclusivamente in termini di scambio di punti di dimensione.

        14 Molti punti di dimensione si combinano in gas, fluidi o solidi di dimensioni maggiori. Nasce così la materia.
        Ma l’ammirazione costituisce il punto più apprezzato, e l’ammirazione è talmente forte che solo in sua assenza può verificarsi persistenza.

        16 Il punto di vista può combinare i punti di dimensione in forme e le forme possono essere semplici o complesse e possono trovarsi a distanze diverse dai punti di vista, per cui possono esistere combinazioni di forme.
        E le forme sono capaci di movimento e i punti di vista sono capaci di movimento e quindi ci può essere movimento di forme.

        17 E l’opinione del punto di vista regola la considerazione sulle forme, la loro immobilità o il loro movimento e queste considerazioni consistono nell’attribuire alle forme bellezza o bruttezza e queste sole considerazioni costituiscono l’arte.

        18 I punti di vista sono dell’opinione che alcune di queste forme dovrebbero durare nel tempo, perciò esiste la sopravvivenza.

        19 E il punto di vista non può mai perire, ma la forma può perire.

        20 E molti punti di vista, interagendo, cominciano a dipendere l’uno dalle forme dell’altro e preferiscono non distinguere in modo netto il possesso dei punti di dimensione, perciò nasce una dipendenza dai punti di dimensione e dagli altri punti di vista.

        21 Da ciò deriva un’uniformità di punto di vista sull’interazione dei punti di dimensione il quale, una volta regolato, costituisce il tempo.

        22 Ed esistono gli universi.

        23 Gli universi sono allora tre: l’universo creato da un punto di vista, l’universo creato da ogni altro punto di vista e l’universo materiale ossia l’universo creato dall’azione in comune dei punti di vista, sul cui mantenimento vi è accordo.

        24 E i punti di vista non sono mai visibili.
        E i punti di vista considerano sempre più preziosi i punti di dimensione.
        E i punti di vista tentano di diventare i punti di ancoraggio e dimenticano di poter creare essi stessi nuovi punti, nuovo spazio e nuove forme.
        Si giunge in tal modo alla scarsità.
        E i punti di dimensione possono perire e i punti di vista ritengono quindi di poter perire anch’essi.

        25 Così si giunge alla morte.

        26 Così hanno origine le manifestazioni di piacere e di dolore, di pensiero, di emozione e di sforzo, di riflessione, di sensazione, di affinità, di realtà, di comunicazione, di comportamento e di essere, e a quanto pare qui si trovano gli enigmi del nostro universo e la loro soluzione.

        27 Esiste la condizione di essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire.

        28 La soluzione di ogni problema qui posto consiste nel determinare punti di vista e punti di dimensione, nel migliorare la condizione e il concorso dei punti di dimensione, e perciò dei punti di vista, e nel porre rimedio all’abbondanza o alla scarsità di ogni cosa, gradevole o brutta che sia, riabilitando la capacità del punto di vista di assumere punti da cui guardare, e poi creare e annientare, trascurare, avviare, cambiare e fermare punti di dimensione di ogni tipo a discrezione del punto di vista stesso.
        Dev’essere riguadagnata la certezza in tutti e tre gli universi, poiché la certezza, e non i dati, è conoscenza.

        29 L’opinione del punto di vista è che qualsiasi condizione di essere, qualsiasi cosa, sia meglio di niente, qualsiasi effetto sia meglio di nessun effetto, qualsiasi universo sia meglio di nessun universo, qualsiasi particella sia meglio di nessuna particella, ma la particella dell’ammirazione è la migliore di tutte.

        30 E al di sopra di queste cose vi può essere solo speculazione.
        E al di sotto di esse vi è il partecipare al gioco.

        Ma le cose che qui sono scritte possono essere sperimentate e conosciute dall’uomo.

        E qualcuno potrebbe volerle insegnare, e qualcun altro potrebbe volerle utilizzare per aiutare chi è in difficoltà, e altri ancora potrebbero desiderare di impiegarle nel rendere più abili persone e organizzazioni, offrendo così alla Terra una civiltà di cui si possa essere fieri.

        Un dono umilmente offerto all’uomo da L. Ron Hubbard, il 23 aprile 1953.

  12. i puntini di Diogene...

    La direzione giusta va verso la Semplicità… Tu sei Semplice in un Universo Complesso… Puoi godere e soffrire in un universo complesso, ma solo Tu Sei l’Attimo Cosciente… l’unica condizione, il patto con te stesso, è che Non Puoi Più Non-Essere… da ciò l’apoteosi o il dramma…
    Non riusciamo a spiegarci l’esteriorizzazione perchè la vediamo come un’altra forma di gioco… in realtà siamo già tutti exterior ma ci piace immaginarci parte attiva di un gioco che contraddice la Pura Semplicità del Singolo Essere… o forse questo è semplicemente il nostro Destino…

    • Marco

      D’accordo con te Diogene…
      CaraSilvia, per intanto ho trovato un breve articolo di LRH che da l’idea… che di base è anche quello che ha scritto DIogene.

      Essere o non essere …

      Ho sempre pensato che fosse un buon principio per Scientology,
      ma recentemente ho cominciato ad esaminarlo ed ho scoperto qualcosa di molto interessante a riguardo.
      Quella non è la domanda.
      Perchè non lo è?
      Potrebbe essere la domanda per la vita in generale al di fuori di questo universo, ma una volta che sei dentro a questo universo, quella non è più la domanda giusta.

      Tu sarai qualcosa. Che ti piaccia o meno.
      Essere o non essere non rientra più nell’ambito del tuo potere di scelta.
      Tu puoi essere o non essere qualcosa, ma solo per diventare qualcos’altro.
      Ogni volta in cui non desideri essere A, sarai B.

      Diventerete sempre qualcos’altro.
      Il punto è cosa essere. Questo è il punto!

      E questo è il solo punto che esista in questo universo che veramente disturba qualcuno.

      Esiste una spirale discendente della beigness. Si è entrati nella spirale discendente della beigness nel momento in cui la persona è entrata in questo universo.

      E alla fine le verrà dimostrato che tutto quello che può essere è troppo pericoloso da essere.

      Questa sarebbe la lezione finale impartita dall’universo: Tutto quello che puoi essere è troppo pericoloso da essere!

      Ma la domanda non è: “Essere o non essere?”
      Questo non è la domanda.

      La domanda è: “che cosa essere”.
      Questa è la domanda.

      LRH La beingness di OT

      • silvia chiari

        Grazie Marco .. ma non mi hai ancora dato il riferimento che ….il Thetan odia l’assenza di condizione di Gioco ……..
        In realtà i fattori ti danno tutte le risposte solo che (visto che ho un corpo , comunico attraverso di esso) fintanto arriviamo al punto 27: Esiste la condizione di essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire
        e il punto : 24 E i punti di vista non sono mai visibili.
        E i punti di vista considerano sempre più preziosi i punti di dimensione.
        E i punti di vista tentano di diventare i punti di ancoraggio e dimenticano di poter creare essi stessi nuovi punti, nuovo spazio e nuove forme.
        Si giunge in tal modo alla scarsità.
        E i punti di dimensione possono perire e i punti di vista ritengono quindi di poter perire anch’essi ……….
        Continuiamo a tenere nella dimenticanza il punto :1 Prima dell’inizio c’era una Causa e l’unico scopo della Causa era la creazione di un Effetto.

        Scusa posso farti una domanda ? .. Da 1 a 10 quanto sei disposto a perdere il il corpo che hai ?

        Un abbraccio Silvia ( scusa ogni tanto mi piace provocare !)

  13. Paolo Facchinetti

    Ben detto Diogene! Ehilà Marco e tutti voi. Alla mattina scrivo e commento le cose impegnative, ma bevo anche un buon caffé lungo, leggo le news, leggo tutto ciò che riguarda Max Biaggi e Roger Federer, polemizzo con i miei amici americani su Facebook e faccio delle traduzioni per gli amici del Falun Gong e soprattutto mi audisco e poi devo andare a lavorare. Marco, ha scritto un sacco di cose interessanti come pure i commenti di Silvia. La mia prassi, per ciò che riguarda i livelli elevati è assorbire delle suggestioni, contemplarle lasciandole lì, come delle fonti di ispirazione, senza “chiudere” i ragionamenti. Ragionamenti = mente. La mente si eleva verso livelli di consapevolezza superiori, porta il thetan al campo base come i portatori sherpa che predispongono il campo base per chi vuole scalare l’Everest, ma poi, umilmente si ferma lì. Bussa alla porta, magari riesce a dare un’occhiata dentro, ma non varca la soglia. Io ho avuto delle esperienze di esteriorizzazione terrificanti in passato quando non ero assolutamente pronto, e molto piacevoli più di recente. Richard mi sembra il più avanti di tutti in questo campo e mi ha fatto delle descrizioni bellissime e molto intelligenti dei livelli di esteriorizzazione e di consapevolezza che ha raggiunto con l’auditing che sta facendo dopo OT VII. Ecco… se Richard volesse intervenire penso che potrebbe descrivere a beneficio di tutti delle sue esperienze molto interessanti!

    • Marco

      Grazie Paolo… del riinvio della risposta. Secondo me tu potevi dire qualcosa al riguardo, magari quando avrai un attimo di più tempo, quando avrai finito di tradurre, leggere i giornali sportivi ecc 🙂
      Certo che hai una vita impegata… buon per te.

      Se nel frattempo Richard dirà la sua, sara sicuramente interessante leggerlo.

  14. Paolo F.

    A proposito di quello che hai scritto nel tuo primo post, mi hai fatto venire in mente una canzone di Battiato…. ho regalato questa cassetta (si usavano cassette allora) ad una coppia di auditor di classe XII americani che erano venuti a trovarci all’AAC Milano.

  15. Il fatto veramente sorprendente è che finalmente si parla di queste cose, se ne discute liberamente e già questo aiuta a comprendere meglio il soggetto. Diversi punti di vista aiutano la persona a trovare la via, comprenderla meglio e usarla. Non è più così nella Chiesa di oggi, dato che potrebbero interpretare questi discorsi come “parlare del proprio caso”. Negli anni 70 si usavano i dati del Clearing Course e le parole delle GPM, di R6EW come item per il provocato nei TRs. La cognition di Clear era sulla bocca di tutti e tutti sapevano cos’era, ma un conto è saperla e un altro viverla e avere le reazioni da Clear al meter.
    Stiamo facendo ulteriore comunicazione e con questo ci stiamo liberando sempre più dall’implant in cui eravamo immersi prima. L’engram del gruppo si percorre anche così.
    Sul soggetto dell’esteriorizzazione direi che si sta tentando di esprimere con mezzi MEST un concetto quasi inesprimibile. Un’assenza di massa, di tempo e di spazio non è di questo Universo in cui siamo immersi e quindi concettualmente irraggiungibile per gli individui proprietari di un corpo MEST. Ma dato che gli assoluti sono inottenibili si riesce comunque a dare un’idea di questo stato.
    Personalmente ho avuto solo un paio di esteriorizzazioni e ciò che più mi ha colpito è la totale certezza che si ha in quello stato. Una delle cognition che ho avuto dopo aver vissuto un’esteriorizzazione è che l’essere invalidato (e ogni implant o engram è un’invalidazione) tende a introvertirsi e così facendo perde fiducia in se stesso (qui non si sa se è nato prima l’uovo o la gallina). Un essere libero da corpo MEST non rivolge mai la sua attenzione all’interno, perché sa che lui è a posto, ma si limita a percepire le cose intorno a lui, con più o meno percezioni non conta. Lo stato è privo di pensieri, che non sono altro che un prodotto MEST.
    La serenità d’essere è questo per me, libero dai turbamenti derivanti dal pensare e capace di rivolgere totalmente la propria attenzione all’esterno. Molto semplice come del resto semplici sono le persone.

  16. Che dire Ragazzi !?
    E’ bello vedere tutto questo movimento che va al di la del post del giorno.
    In effetti, il post ultimo, che non ha ancora avuto commenti, e’ bellissimo…
    Ma lo siete altrettanto anche voi con i vostri commenti assai EVOLUTIVI !
    Complimenti, continuate cosi’ !!!
    Francesco

  17. i puntini di Diogene...

    L’esercizio di salvaguardia personale consiste nella pratica dell’as-is…
    La pratica imperfetta dell’as-is è la nostra fregatura…
    L’as-is non può risolvere l’universo, raramente lo semplifica, però sviluppa la presa di coscienza di se stessi… è bello sapere Cosa sei quando sai Chi sei… e nessuno può saperlo meglio di Te…
    Il Dove e il Quando vanno a braccetto: se li dividi li domini, ma devi essere consapevole dell’effetto e sublimarlo con un perfetto as-is…
    Tuttavia il perfetto as-is è impraticabile, se è così che vogliamo…
    Allora come si fa? Conosci te stesso… ed avvicinati ad un perfetto As-is…

  18. E’ uscito il trailer del nuovo di Anderson, sulla vita di LRH.

    Naturalmente l’idea è stata snaturata.

  19. Marco

    Per rispondere alla domanda di Silvia, per cercare di estendere il mio pensiero riguardo “all’odio per una condizione di assenza di giochi”, e il ruolo della comunicazione nel comprendere questo concetto, ho trovato questa conferenza.
    Spero trasmetta meglio mio pensiero… questo è in effetti quello che intendevo dire precedentemente: la comunicazione ha bisogno di un terminale di qualche tipo (di carne o meno).

    Ho limato molte parti delle conferenza per renderla più scorrevole nel comprendere e colpire meglio i concetti che voglio trasmettere (le parti mancanti sono sostituite da … …).

    LA NATURA E GLI EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE NEI GIOCHI
    9 LUGLIO 1954

    Okay, voglio occuparmi nuovamente, con voi, della comunicazione e delle varie parti che la compongono.
    … …
    Le parti che compongono la comunicazione sono: punto sorgente, distanza, punto ricevente. Ebbene, in realtà, appena prima di queste ci sono la considerazione e l’intenzione; la considerazione e l’intenzione. Successivamente ci sono l’attenzione e la duplicazione.

    Nelle intenzioni basilari della comunicazione troviamo: l’intenzione di essere ricevuti e di essere duplicati, di essere ricevuti e di essere duplicati.
    Di queste due, nessuna è veramente più importante dell’altra.

    Tuttavia sono componenti della comunicazione così fondamentali da essere superiori, per quanto concerne le componenti della comunicazione, ad ogni altra considerazione.
    Quindi se vogliamo che esista una comunicazione, l’essere ricevuti e ricevere, l’essere duplicati e duplicare, occupano un ruolo di massima importanza tra le considerazioni.
    … …

    Tutte queste cose sono innate nella comunicazione: l’attenzione, con l’intenzione di essere ricevuti, di essere duplicati, di ricevere, di duplicare, con la volontà di essere un punto sorgente o un punto di ricezione.
    Ora, ogni volta che uno qualsiasi di questi fattori si interrompe in termini di volontà, anche la comunicazione si interrompe in eguale misura.

    Nella misura in cui una persona non desidera ricevere o essere ricevuta…vedete, un individuo potrebbe sentirsi così degradato da non desiderare di essere ricevuto o duplicato; si sente male e quindi non desidera essere ricevuto o duplicato.
    Avrà la sensazione che gli altri punti sorgente siano così cattivi che non oserà riceverli o duplicarli.

    In seguito si ritrova in una serie di comunicazioni di… “altrui-responsabilità”, e così si trova ad occuparsi di quelli che lui finge siano dei punti sorgente e punti riceventi a una certa distanza da sé.

    In tal modo otterrà un susseguirsi di linee di comunicazione, ciascuna delle quali modifica la linea successiva in modo da alterare la comunicazione.

    Per cui, invece di un unico canale di comunicazione che va da punto sorgente a punto ricevente, quest’individuo utilizzerà poi un gran numero di canali di comunicazione e finirà col perdersi da qualche parte, cosicché non sarà in grado di essere un punto sorgente o un punto ricevente.

    Questa è la condizione della comunicazione dell’Homo sapiens.
    Ha bisogno di un sistema per comunicare. Perché?

    Perché in realtà egli stesso non vuole essere ricevuto, non vuole essere duplicato, non vuole ricevere e non vuole duplicare.

    La risposta a tutto ciò è un sistema complesso che lo solleverà da tutta la responsabilità di una qualsiasi di queste azioni. E questo è un susseguirsi di linee, ciascuna delle quali minimizza il più possibile la duplicazione, così che lui se ne possa stare lontano in qualche area sperduta nella quale non si possa veramente comunicare con lui e nella quale lui non possa comunicare.
    Poi installerà delle macchine che si faranno carico di tutto il fardello delle linee di comunicazione.

    Questa è, nella sua essenza, la teoria che sta alla base del preclear che si perde. Perché si perde? Beh, perché non vuole essere preciso nella stima della distanza o nel dichiarare la direzione.

    Bisogna dichiarare una direzione e stimare la distanza, come azioni meccaniche, e bisogna voler essere duplicati e voler essere ricevuti, e bisogna voler duplicare e voler ricevere.
    … …

    Ma tutte queste cose sono semplicemente questo: sono considerazioni che si sono sviluppate come parte di un gioco.

    Sono queste le parti che compongono la comunicazione.
    Sono le parti che compongono la comunicazione solamente perché sono le componenti concordate della comunicazione.

    Le persone possono rimanere in comunicazione le une con le altre fintanto che queste parti sono concordate, pertanto, esse costituiscono il fondamento più fondamentale della traccia intera.
    Non vi è nulla di più fondamentale.

    Ora, la beingness stessa consiste semplicemente nel dichiarare che si è… che si è il punto sorgente.
    Non che si è in un punto sorgente o che se ne sta occupando uno… : che si è un punto sorgente.
    Questa è un’identificazione con un punto sorgente e diventa immediatamente beingness.

    Che cos’è la beingness?
    La definizione tecnica di beingness sarebbe: un’identificazione con un punto sorgente o con un punto ricevente, la beingness è questo.

    Benissimo.

    Pertanto, se cominciamo a lavorare con un preclear, utilizzando una qualsiasi delle parti di questa formula della comunicazione, ripristineremo la sua capacità di comunicare.
    Il buffo è che dovremo ripristinare la sua capacità di comunicare prima che egli possa arrivare al punto in cui non abbia la necessità di farlo.
    … …

    Consideriamola una malattia, consideriamo che la comunicazione sia diventata una malattia che poi si è deteriorata e ha portato a vaste ed orribili complessità.

    Come ci si può vaccinare contro questa malattia?
    Ovviamente per uscire dalla sfera della comunicazione, dovreste uscire dalla sfera della terza dinamica. È piuttosto ovvio, giusto?

    Dovreste semplicemente abbandonare del tutto la terza dinamica…

    Ebbene, se voi faceste questo per il fatto che non siete disposti a comunicare, sareste veramente malati e, quasi sicuramente, la comunicazione a quel punto sarebbe una malattia.

    Se vi ritrovaste con tutti i punti sorgente che occupano tutti i punti riceventi, senza alcuna distanza e alcuna direzione dichiarata – con la volontà di duplicare, essere duplicati, ricevere e essere ricevuti, tutte andate perse -sarebbe una circostanza meravigliosa… sarebbe davvero insana. Decisamente una malattia.

    Beh, andiamo all’estremo opposto e decidiamo che, molto probabilmente, sarebbe meglio non comunicare del tutto.
    Quindi, abbandoniamo tutti i postulati relativi al punto sorgente e al punto ricevente e, semplicemente, cambiamo idea a proposito di ogni tipo di comunicazioni e così via e, semplicemente, ritiriamoci dall’universo in questo modo… Beh, sareste malati anche in quel caso.

    Pertanto potete ammalarvi in due modi: potete semplicemente decidere di ritirarvi e che non c’è più niente di tutto questo; l’altro modo sarebbe che decidiate di ammassare tutti i punti sorgente sopra a tutti i punti riceventi. Capite, ci sarebbero due modi in cui potreste occuparvene e otterreste lo stesso risultato finale.

    Temo che questa malattia chiamata comunicazione in verità sia una malattia davvero terribile: a meno che la comunicazione non la si metta in atto.

    La comunicazione è un rituale che ha una propria disciplina… un rituale con una sua disciplina.

    Quando un individuo è riluttante ad essere ricevuto, ad essere duplicato, a ricevere, a duplicare o ad essere un punto sorgente, ad essere un punto ricevente, in una qualsiasi direzione… allora il rituale stesso è congegnato in modo tale da entrare in funzione e farvi ammalare.
    … …

    “Il difetto principale”, per quel che riguarda l’individuo sulla traccia, è che vuole comunicare con qualcosa, mentre non dovrebbe fare altro che cambiare idea riguardo all’aver bisogno di comunicare con le cose…
    Naturalmente a quel punto il suo intero caso si risolverebbe all’istante.
    È una cosa ovvia, no?
    Se non fosse che questo lascia attorno tutti questi altri punti di comunicazione che desiderano comunicare con lui, e lui ora ha tagliato la comunicazione, così ci ritroviamo con un’altra azione di sorveglianza che entra in scena per imporre il rituale della comunicazione.

    È un rituale. Non è mai stato niente di diverso né mai lo sarà.
    Può essere reso solenne dalle meccaniche, da altre cose e così via, ma è un rituale che si autoimpone e che, quando si disobbedisce a una qualsiasi delle sue parti, diventa un rituale di sorveglianza. In altre parole, esso si autosorveglia.

    Tutti hanno concordato su questo, ritengono che sia il modo migliore per andare avanti e pensano che vada bene.

    Perciò, se tutti hanno concordato su questo, allora devono automaticamente aver concordato su qualcos’altro, “devono automaticamente aver concordato sul fatto che è meglio essere aberrati o che è meglio avere una riduzione della propria conoscenza”.

    E, quasi sicuramente, questo è ciò su cui hanno concordato, perché la prima intenzione di un sistema di comunicazione è quella di ridurre la conoscenza; la principale e più importante intenzione di un sistema di comunicazione.

    Indipendentemente da come noi… da come voi la guardiate o in quanti modi comunichiate… sembra sempre che riduca la conoscenza.

    Così abbiamo la formazione di un gioco: grazie ad una conoscenza ridotta.

    Perciò, potremmo dire che la verità visibile è che, da qualche parte, in un qualche momento, in qualche luogo – che è proprio adesso – ci deve essere qualcosa di orribile da affrontare, se uno volesse semplicemente diventare se stesso, totalmente sereno, totalmente distaccato, totalmente disconnesso dal resto dell’universo.

    Ci deve essere qualcosa di orribile riguardo a quello stato per richiedere un accordo di sorveglianza di questo tipo sull’argomento delle comunicazioni.

    Sì, quello delle comunicazioni è, prima di tutto, un sistema di sorveglianza, perché si auto-sorveglia, questa è l’unica ragione.
    Quando ne infrangete una parte qualsiasi, beh, si mette immediatamente all’opera e si riporta alla sua forma e punisce chiunque abbia infranto una sua parte qualsiasi. Oh, è molto, molto astuto.

    Ma perché le persone permettano a una cosa del genere di esistere, ci deve essere qualcosa di orribile dalla quale stanno scappando…

    E per quel che possiamo scoprire, la cosa più orribile dalla quale stanno scappando è la conoscenza totale, la totale assenza di tempo, la totale istantaneità per sempre.
    Questo è, ovviamente, ciò da cui tutti stanno scappando, o no? Oppure sì?

    Beh, se lo stato di conoscenza e serenità totale non fosse orribile, allora certamente si smetterebbe di comunicare e ci si limiterebbe ad assumere tale stato. Giusto?
    Ci si limiterebbe ad assumere questo stato, no?

    Sembrerebbe che, per assumere un qualsiasi stato di questo genere, non serva nient’altro che l’abbandono di tutte le parti del sistema di comunicazione… swish!

    Però le si dovrebbe abbandonare tutte quante e tutte simultaneamente, senza esitazioni in nessuna direzione, prima che il sistema possa riportarsi in esistenza con un’azione di sorveglianza.

    Bisognerebbe proprio mollare tutto e se lo si facesse, beh, teoricamente si arriverebbe in questo stato di totale conoscenza e di totale tutto.

    Ci dev’essere qualcosa di brutto in questo stato. Per forza.
    Ci dev’essere proprio qualcosa di orribile in questo stato.

    Oppure ci deve essere qualcosa di molto, molto proditorio nelle prime considerazioni che avvennero, secondo le quali avreste dovuto cominciare a comunicare in primo luogo.

    Quindi deve essere stato un tranello… !?
    Deve essersi basato su un vile tradimento!?

    In seguito, questo vile tradimento deve averci portato a comunicare…, perché nessuno comincerebbe mai a comunicare, sapete, né comunicherebbe di propria volontà, sapendo molto bene dove verrebbe condotto… È ovvio, vero!?

    Oh…, quindi ci dev’essere qualcosa di orribile riguardo all’essere totalmente sapienti, totalmente sereni e senza alcun tempo di alcun genere e così via. Dev’essere terrificante e probabilmente lo è… probabilmente lo è.
    Lo è, indubbiamente.
    … …

    Oppure… , beh, non c’è proprio niente di male in questo stato di serenità totale?

    Il modo per assumerlo consiste semplicemente nell’abbandonare tutte le linee di comunicazione e tutte le parti del sistema di comunicazione e non farlo mai più.

    Questo è ciò che disse Buddha, Gautama: egli disse, in una delle sue conferenze… , discussioni o discorsi rivolti a un tizio di nome Ananda, che c’erano dodici cose dalle quali ci si doveva proprio astenere…
    Era un grand’uomo… , ma proprio lì, sulla traccia, c’era una grande, enorme tagliola per orsi.
    … …

    E se voi non aveste più fatto queste azioni di comunicazione, se vi foste semplicemente astenuti da tutte quelle azioni, allora raggiungereste la serenità totale e così via.

    Beh, a me sembra che la vita sia semplicemente la vita, no?

    Che non è né buona né cattiva a meno che voi non vogliate renderla tale… , un individuo potrebbe avere un “attacco” di comunicazione per diciotto miliardi, o trilioni di anni e poi uscire dall’altra parte illeso… e pensate… ne avrebbe avuto anche tutta la randomity.

    Ma anche quella è una considerazione: il fatto che uno debba avere un gioco, anche questa è una considerazione.

    Oh guardate, è davvero un problema troppo grosso.
    Insomma, è davvero un problema troppo grosso, perciò smettiamola di parlarne a vanvera.

    Ci limiteremo a esaminare le parti che compongono la comunicazione, a ripristinare la capacità di un individuo di conformarsi a ciascuna di esse e di dire: “Benissimo, tu vuoi riuscire a raggiungere un nirvana personalizzato!? Beh, addio. Se vuoi vendere generi alimentari, anche quello ci va bene” (questo perché la violazione primaria che potremmo commettere è la violazione dell’autodeterminazione di un individuo).

    Questo, il fatto che uno debba avere un gioco, in apparenza conduce al fatto che tale stato di serenità totale sia cattivo.

    Quello stato è buono, o cattivo, semplicemente perché voi avete dichiarato che cosa è cattivo e che cosa è buono.

    Lo stato non è né cattivo né buono e questo, probabilmente, è ciò che non va in quello stato: è uno stato che non è considerato… , uno stato che non è sorvegliato, uno stato che non sorveglia, uno stato che non è considerato, uno stato che non considera.

    Beh, è uno stato molto felice… : e questa probabilmente è la ragione per cui quando finite in quello stato vi prendete le vostre trappole e rifate tutto da capo.

    Semplicemente non importa che sia in un modo o nell’altro…
    Questa è la verità, non importa se rimanete in una totale agonia da comunicazione super cattiva o se assurgete al Nirvana.
    Siete ciò che dite di essere e quello è più o meno quel che siete.

    Per quanto riguarda rendere capace un preclear, lo renderete capace per mezzo della formula della comunicazione.
    Sì, probabilmente si potrebbe dire che c’è qualcosa di assai disperato nel farlo star bene. Ebbene, c’è nella misura in cui lui sta infrangendo le formule della comunicazione di altre persone.

    C’è qualcosa di disperato a proposito del caso A semplicemente perché sta mandando all’aria il gioco della comunicazione di B, C, D ed E.

    Lui è un punto di impantanamento. I suoi accordi relativi alla comunicazione hanno bisogno di un ripasso. Ciò che non va nel caso è principalmente questo.
    … ….

    No, si tratta di un gioco.
    E se volete un buon gioco, beh, avrete della comunicazione piuttosto buona.

    Se vi ritrovate con un gioco molto scadente, scoprirete che in esso i fattori della comunicazione sono molto scadenti.
    Quindi se volete migliorare il gioco, la sua velocità, la sua azione, il vostro interesse in esso e così via, dovete semplicemente migliorare i livelli di comunicazione di coloro che avete attorno, e otterrete un gioco più veloce.
    … …

    La vostra meta come auditor non consiste nel ponderare le ciance filosofiche
    più elevate o nell’immergervi nelle profondità dello Stige delle macchine
    pensanti o nel preoccuparvi, preoccuparvi, preoccuparvi delle considerazioni
    della vita e della sua filosofia fondamentale; si dà il caso che non sia questo
    il vostro interesse come auditor.

    L’obiettivo dell’auditor non è tutto quel cancan … , sto semplicemente cercando di mostrarvi che quello è solo un gran cancan e basta: che importa!

    Il vostro obiettivo come auditor è quello di migliorare il livello di comunicazione delle persone che state audendo.
    … …
    Una persona sta bene nella misura in cui è capace di comunicare, sta male nella misura in cui queste cose sono deteriorate.

    E questo è più o meno tutto quel che si può dire in proposito.

    LRH

    DAL LIBRO “DIANETICS 55”
    CAPITOLO “INTRAPPOLATO”

    Quando ci si rifiuta di duplicare qualcosa, pur rimanendo tuttavia nell’ambiente della cosa, la stessa resistenza che si oppone alla cosa che ci si rifiuta di duplicare, alla fine ci farà essere preda di così tante immagini energetiche della cosa in questione che, pur di avere una qualche massa, ci si ritroverà in possesso di quelle immagini energetiche e, senza realmente accorgerci di quando successe, si sarà ben disposti ad accettare al loro livello quelle cose che in precedenza ci si era rifiutati di duplicare.

    Ed ecco risolto l’enigma dell’engram e del facsimile (non appena si comprende che la vita non trova necessariamente sgradevole avere attorno delle masse di energia e che è davvero infelice se non ha dell’energia poiché, se non c’è energia, non c’è gioco).

    La vita ha un motto: qualsiasi gioco è meglio di nessun gioco.
    E ne ha un altro: qualsiasi havingness è meglio di nessuna havingness.

    Così abbiamo degli individui che si aggrappano ai facsimili più complessi e distruttivi che possiate immaginare: non è che le vogliano per forza, queste complessità; vogliono l’energia o il gioco che queste complessità sembrano offrir loro.

    LRH

  20. Paolo Facchinetti

    Caro Marco, mi pare che in questo scritto LRH risponda a tutte le domande che avevi posto all’inizio!

    • Marco

      Grazie Paolo… in realtà non credo questa conferenza risponda a tutte le domande che avevo posto…
      Certo mi ha confortato un pò (pragmatico quale sono).

      In effetti è successo che mi ero messo a cercare dei materiali per rispondere alle domande di Sivia… (riguardo alla mia affermazione: “un thetan odia l’assenza di giochi”); ho cercato e cercato, ed alla fine ho trovato solo questa conferenza (speravo anche in quaqlcosa di più, ma tant’è… non ho trovato il mio pacco “congresso sui giochi”. Li c’erano senz’altro più risposte).
      A proposito Silvia… rispondo alla tua domanda finale: -io non vorrei perdere un corpo senza sapere qual’è l’alternativa ad esso-.
      Potrei probabilmente stare esteriorizzato senza terminale per un pò, ma credo che poi l’innattività relazionale mi annoierebbe.

      Ma comunque…, le cose dette in questa conferenza ribadiscono quello che pensavo in primo luogo: “un thetan essendo invisibile ha bisogno di un terminale di comunicazione per localizzarsi allo scopo di relazionarsi con altri thetan, così da avere un gioco… ovvero qualcosa da fare”.
      Io sono del parere che il Nirvana non è veramente agognato da un thetan… c’è chi ne parla e lo sogna…, ma quando dovrà oltrepassare la porta del paradiso…, non credo lo farà.

      Invece Paolo, la mia curiosità iniziale, le mie domande iniziali, era rivolta al comprendere i possibili stati potenziali e condizioni d’essere raggiungibili alla fine del Ponte (dopo OtVII e oltre… quello che Richard sta sperimentando). Specificamente chiedevo se un thetan come terminale di com. continuerà ad avere un corpo di carne (esteriorizzato o meno da esso) o quale altro terminale? E se esiste “un ambiente” più calmo e intelligente dove andare, che non questo pianeta così fuori giri.

      Naturalmente i miei sono tutti tentativi di speculazioni da blog… e forse non si fa…
      Da come ho inteso, sottostante alle tue parole, forse questo è un argomento al momento inopportuno, o esagerato e inoportuno… un argomento non adatto al contesto dei tempi attuali (dove in effetti abbiamo molti altri pesci da friggere…).

      Grazie per la chiacchierata.
      Un caro saluto.
      Marco

  21. silvia chiari

    Caro Marco, sinceramente non ho letto tutto il precedente intervento perchè avevo già visto che tu stai cercando di rispondere con scritti del 1954 e si parla di pc…di strada poi se ne è fatta …così come ne fa personalmente ogni OT …….. e preferisco, quando parli degli argomenti , quando vai specificando la TUA considerazione così come : …Io sono del parere che il Nirvana non è veramente agognato da un thetan… c’è chi ne parla e lo sogna…, ma quando dovrà oltrepassare la porta del paradiso…, non credo lo farà.
    E adesso mi permetto una valutazione personale che ti riguarda ma potrebbe riguardare molti altri pc ……. io non so a che punto sei sul ponte ma ” per favore ” facciamo i passaggi giusti per gradienti, non cerchiamo di pretendere di avere risponste su una fine di ponte (sempre che ci sia una fine) …a cosa serve avere dei dati prima se non hai raggiunto il grado di consapevolezza per comprenderli ?
    Con affetto e simpatia Silvia

    • Marco

      Cara Silvia, forse è vero quello che dici riguardo alla consapevolezza dei livello OT… lo caisco, ma allora dovrei sapere anche il tuo di livello, visto che dici che sei uscita dalla chiesa molti anni fa: tu da quale “titolo”/livello Ot parli?

      Al di là di queste schermaglie, la verità vera cara SIlvia, è che “NON ESISTONO DATI OCCULTI” e che i dati degli anni ’50 (che tu leggermente invalidi, mentre molti veterani ne fanno riferimento) erano forse più azzardati di quelli degli anni ’70.

      E’ certamente vero che Ot7 è della fine anni ’70 (cioè viene dopo), ma questo livello riguardava “solo” (si fa per dire) il rimuovere gli ostacoli che impedivano di raggiungere gli stati di theta clear chiarito ipotizzati negli anni ’50. Almeno questo è quello che è stato recentemente scritto in un articolo pubblicato in questo blog.

      Comunque, conosco un sacco di gente che ha già finito il 7, ma non mi sono mai trovato in difficoltà nelle varie chiacchiere speculative al riguardo di Scn e delle mete raggiungibili dai thetan, anzi spesso ho notato una carenza di consapevolezza.

      La consapevolezza nel Diz TEc.è definità come: “abilità di percepire l’esistenza di…” . Come già detto in altre occasioni: chi può dire quanta abilità potenziale abbia un individuo rispetto ad un altro? Ed il potenziale di un individuo non viene liberato solo dall’auditing, giusto?
      Che consapevolezza hanno gli Ot7, rispetto ad un “semplice” clear indipendente, che sono rimasti “imprigionati” nella Cof$? Ti senti di dire che l’individuo che ha fatto Ot7, ma è un tenace seguace della Scn Inc, è più consapevole di un clear indipendente, che magari è un auditor di classe. Non valuti altri aspetti (per esempio quanto a studiato ed audito)?
      Che ne dici di quel Ot7 americano che ha sparato al suo socio?
      Va beh, tanto per dire… (ci sarebbero mille esempi di questo tipo).

      Nella “scala della consapevolezza” del libro Scn 08 si dice infatti: “Per innalzarsi sulla scala (della consapevolezza) si deve aumentare la propria capacità di osservare con certezza. Per scendere la scala si deve ridurre la propria capacità di osservazione”.
      Non mi pare si parli di consapevolezza ottenuta solo dai livelli Ot (seppur siano importanti).

      E’ invece vero che LRH dice (non ricordo dove, ma il dato è rintracciabile) che un thetan “non progredisce in Scn (quindi nella sua consapevolezza di essere consapevole) oltre il suo livello di istruzione (in Scn)”.
      Dunque per raggiungere più consapevolezza sono più importanti i guadagni negativi (togliere con l’auditing), o i guadagni positivi (apprendere tramite studio… compreso e verificato)?
      Come dice sempre LRH entrambi, ma se uno a percorso solo il lato auditing, quale grado di consapevolezza a raggiunto? Beh, dipende, nessuno è simile ad un altro.
      Questo per dire che non si misura la consapevolezza solo dal livello Ot… anche, ma non solo.

      Comunque la tua “disputa” con me (sul “Nirvana si, Nirvana no”) è finita con l’andare a valutare in base a cose non conosciute e/o non verificabili (“tu non puoi capire per mancanza di consapevolezza”); è finita con il riproporre “il mistero” dei livelli (misteriosi perchè confidenziali): proprio di chi vuole troncare perchè a corto di argomenti.

      Mi spiace dirti che questo tuo atteggiamento, “non puoi sapere”, proposto in un blog libero e senza barriere “convenzionali” , tipiche dell’Organizzazione da dove siamo fuoriusciti, è fuori luogo (e tempo)… e di certo non attechisce con me.
      Io so bene quello che so e questa è la mia certezza… ; ne ho avuto abbastanza di persone che “tu non puoi capire” (che poi in effetti nemmeno loro sapevano; dovevano solo vendere qualcosa, o affermare la loro “cultura”).

      Cara Silvia, uno scambio di opinioni su Scn per essere costruttivo deve basarsi sui materiali di LRH (la sorgente), che come lui stesso dice sono liberi e non occulti.
      Cioè a dire: se vuoi sostenere e far capire a qualcun’altro le tue ragioni, o comprensioni sulla vita e sulla spiritualità, o su consapevolezze raggiunte, devi quanto meno basarti su qualcosa di concreto: sui materiali di LRH (o forse anche di qualcun altro, se ti va).
      E sulla formula della comunicazione: che presuppoone ci sia l’intenzione di farsi duplicare (cosa che credo a me non manca).

      Non vado oltre.
      Saluti
      Marco

      • Marco

        Cara Silvia, una cosa ho dimenticato e mi pare interessante farla notare…, il commento di Paolo:

        23 luglio 2012 alle 05:52
        “Caro Marco, mi pare che in questo scritto LRH risponda a tutte le domande che avevi posto all’inizio!”
        Paolo Facchinetti

        Si riferisce alla conferenza “DEL 1954” che ho quotato: nessun limite a causa della vetustà editoriale, anzi, la conferenza “risponde a tutte le domande poste”.

        Adesso mi taccio.

        • silvia chiari

          Complimenti Marco sei molto abile con le parole …. Faccio presente che io non ho mai scritto riguardo…. “il mistero” dei livelli (misteriosi perchè confidenziali) °°°°se la mia comunicazione ti ha colpito interpretando il mio commento con un ” tu non puoi capire ” ,ti chiedo di rileggerlo e comunque se persone che hanno raggiunto OT 7 e hanno fatto il ponte dalla parte dello studio non hanno risposto …è perché ….. e ti sei risposto da solo con … Nella “scala della consapevolezza” del libro Scn 08 si dice infatti: “Per innalzarsi sulla scala (della consapevolezza) si deve aumentare la propria capacità di osservare con certezza. Per scendere la scala si deve ridurre la propria capacità di osservazione”. ——La consapevolezza nel Diz TEc.è definità come: “abilità di percepire l’esistenza di…” . Come già detto in altre occasioni: chi può dire quanta abilità potenziale abbia un individuo rispetto ad un altro? Ed il potenziale di un individuo non viene liberato solo dall’auditing, giusto? .—-
          E con questo chiudo, tanto non accetterai nessun’altra comunicazione che TU ti aspetti di ricevere e che hai già nella mente .
          Silvia

  22. Marco

    “Ti senti solo?”
    Luglio 1957

    “Scientology, fondamentalmente, è comunicazione.
    Se tu possedessi tutta la saggezza dell’universo e non avessi nessuno con cui comunicare, saresti comunque infelice”.

    LRH

  23. Paolo F.

    Marco devi capire, i saggi dicono che in questa epoca di fine Kalpa c’è un’inversione tra YIN e YANG lo YIN diventa forte e dominante e noi poveri YANG diventiamo delle mammolette per cui non contraddire la Silvia se no ci fa un c..o così!! 🙂

    • Marco

      Arrivo adesso dal lavoro…

      Paolo, scusami non capisco benissimo cosa si intende per Yin e Yang e nemmeno Kalpa 🙂 , ma ho capito bene il senso del tuo consiglio…
      Ne terrò conto prossimamente (adesso mi informo meglio al riguardo dell’inversione in corso per la fine del periodo Kalpa).

      In verità, nonostante le apparenze degli ultimi giorni, io voglio bene alla Silvia…: frequentando questo blog mi sento abbastanza bene ed in forma spirituale… : certamente ho un sacco di miglioramenti di caso da ottenere ancora, ma per il momento sono consapevole di quello che ho, o per meglio dire mi sento “consapevole di essere consapevole”… di quello che so. Uno strano gioco di parole…

      Devo confessarti che spesso è addirittura frustrante avere tutta questa consapevolezza 🙂 … ma sto prendendo meglio le misure (non si finisce mai di calcolare le distanze/affinità) per non soffrire troppo di questa leggera frustrazione. Per il momento controllo la problematica frequentando assiduamente il presente blog. Meno male che c’è.

      Naturalmente quando dico che non sono compreso (frustrato), non mi riferisco alla Silvia, per carità, ma alla gente “normale/homo sapiens sapiens” con cui per la maggior parte del tempo mi interelaziono.
      Ma devo dire che ho un ottimo rapporto con tutti e le persone mi apprezzano e spesso mi vogliono bene.
      Boh, perchè dico queste cose? Bah, perchè probabilmente lo inquadro come un successo… probabilmente causato dal poter esprimermi/comunicare, leggere e interagire, con te, con la Silvia, con tutti i frequentatori del blog. E’ un piacere ed un successo causato dalla comunicazione (nonostante sia limitata dal “via” informatico).

      Comunque a parte questo piccola sensazione di frustrazione, devo dire che non sento di avere nessun attrito con nessuno (a parte con mia moglie 😉 ) , anzi sento simpatia per molta gente, ma sopratutto per gli indi…

      Naturalmente anche per la Silvia… perchè no?
      Lei è qui tra noi e questo è abbastanza per me.

      Inserisco un pezzo di conferenza leggermente innerente al tema…
      Conferenza interessante di per sè.
      E’ il mo modo di contribuire al blog, spero piaccia.

      Congresso sulle Capacità
      Conferenza: ESPERIENZA- RANDOMITY – CAMBIAMENTO DI RITMO.
      29 dicembre 1957

      “Mi vengono in mente, tra l’altro, diverse conversazioni che ho avuto con dei ragazzi nelle organizzazioni… molto divertenti… i loro racconti sull’andare “là fuori”, lontano dall’organizzazione, lontano dal loro gruppo e lontano dai loro amici Scientologist. È sempre una storia triste.

      Lo feci io stesso, una volta. La prima volta in vita mia che me ne andai dalla Fondazione o dall’organizzazione, completamente all’esterno, sapete, interamente fuori contatto, fu per un periodo di soli pochi giorni in California.
      Ero appena partito che già frequentavo… ero impegnato in quell’azione e alla fine di quel periodo… di quella visita… mentre stavo guidando per ritornare alla Fondazione, all’improvviso, all’improvviso cominciai a rallegrarmi.
      Fino a quel momento non mi ero reso conto di sentirmi infelice.

      Non era perché le persone del mio gruppo usavano lo stesso vocabolario che usavo io, ma perché erano vive, quando gli si rivolgeva la parola, rispondevano. Quando dicevano qualcosa, generalmente valeva la pena ascoltare. C’era comunicazione, c’erano persone, c’era vita lì.

      Perciò lo so, so che cosa fa una persona quando esce da una classe dell’HCA, o qualcosa del genere, e se ne va fuori a stabilirsi nel bel mezzo di Milwaukee o da qualche altra parte… ha avuto tutta quella meravigliosa comunicazione, tutti quei nuovi amici, e poi se n’è andata abbandonandoli tutti, ed eccola lì nel bel mezzo di Milwaukee o da qualche altra parte.
      E il fatto che non commetta suicidio nella prima settimana, è un grosso tributo a Scientology.
      Alcune persone soccombono. Alcune persone soccombono, altre organizzano un gruppo e sono ancora con noi.

      Ciò crea un mondo nuovo e questa è la prima cosa di cui dovremmo renderci veramente conto. Non si limita a “far star meglio la gente, curare la sciatica e…” e fare qualcosa del genere. Ciò che fa è creare un mondo nuovo!

      E noi vediamo un mondo così. Vediamo il gruppo che frequentiamo nella nostra area, vediamo queste persone, parliamo con loro, diamo loro processing di gruppo, lavoriamo con loro, e in men che non si dica, ecco che tutti quanti parlano e voi siete molto contenti di parlare con loro e tutto procede bene.
      Se avete sfortuna, beh, voi non date inizio a un gruppo ed esso non resta insieme.

      Ma in realtà avete creato, in una certa misura, un mondo nuovo; un mondo in cui le persone sono vive, un mondo in cui le persone rispondono quando gli si rivolge la parola, un mondo in cui è decisamente, decisamente bello trovarsi.

      Forse alcune persone di quel mondo hanno dei difetti, forse potremmo malignare e dire: “Beh, sai, in tutta confidenza, in tutta confidenza, quella parla sempre al pc quando lui è sulla traccia passata”. E diciamo: “Beh, quel tipo non è male, ma di certo non sopporto il modo in cui percorre l’8C”.
      Un mondo sano e critico, si potrebbe dire.

      Ma poveretto il tizio che si unisce al gruppo e poi va giù a lavorare alla compagnia di assicurazioni, viene al gruppo una volta alla settimana e poi va giù a lavorare alla compagnia di assicurazioni e torna al gruppo una volta alla settimana.
      Mi domando se la cosa non lo renda leggermente pazzo; anche solo per il contrasto, in un modo o nell’altro.

      Recentemente ho sentito qualcuno che diceva: “Se solo riuscissi a scoprire qual è il loro livello di comunicazione, se solo riuscissi a scoprire di che cosa parlerebbero, se solo riuscissi ad abbassarmi in qualche modo al loro livello, non mi dispiacerebbe stare assieme a loro!”.
      Quella persona sarebbe sorpresa di sapere che non c’è un livello: c’è un essere effetto in lieve misura.
      Potreste sempre dire, sussurrando: “Penso che domani il tempo sarà accettabile”. La persona probabilmente vi guarderebbe e direbbe: “Qualcuno sta parlando a me? Non era mai successo prima d’ora!”.

      Molto spesso le persone si fanno delle strane idee di tutto questo.
      Dicono: “Ero assolutamente felice. Eccomi là, negli anni ‘40, ero assolutamente felice. Nessuno mai m’importunava; io non importunavo mai nessuno. Me ne andavo semplicemente per la mia strada; non mi preoccupavo affatto della mente, né facevo niente in merito. Ero felice. E guardatemi ora! Sono rovinato!
      In passato ero in grado di vivere con i miei famigliari. Adesso vorrei ammazzarli! Sono rovinato; sono stato in Scientology troppo a lungo”.

      Ma, per fortuna, continuano con Scientology, quando scoprono che in precedenza erano troppo apatiche per curarsi di ciò che accadeva intorno a loro.
      Come un tronco o un pezzo di legno alla deriva nella corrente, vivevano un’esistenza senza sentimenti, senza comunicazione.

      Beh, se volete vivere un’esistenza senza sensazioni, sentimenti, comunicazione, ARC, comprensione e alcune altre quantità di minore importanza, perché vivere?! Perché vivere?
      Perché non essere semplicemente un… perché non togliere semplicemente dall’ingranaggio la ruota che si è, e sdraiarsi in un campo da qualche parte ad estinguersi?
      Poiché non c’è alcun senso nella cosa… le cose che ho nominato rappresentano la paga che si riceve per il vivere; non c’è altra paga.

      La paga è comunicazione, sensazioni, ARC, comprensione, cooperazione, entusiasmo per le mete, attività; la sensazione che si sta approdando a qualcosa e che si sta realizzando qualcosa.
      Questi sono gli unici pagamenti che si possono versare a una persona per il vivere.

      Ci sono alcune cose che tentano di sostituirsi a ciò: pellicce di visone, Cadillac, grossi conti in banca. Il tipo dice: “Se solo potessi ricevere un paio di miliardi, sarei stato pagato per il vivere”.
      Beh, io e voi conosciamo la risposta a ciò. Li vediamo, alcuni di questi tizi, che hanno lavorato come schiavi per 20-25-30 anni, lasciando andare a rotoli tutto quanto, all’infuori di quel primo paio di miliardi, o qualcosa del genere; eccoli lì sulla sedia di preclear, a soffrire di ulcera.

      Sono stati pagati, a quanto pare; a quanto pare, sono stati pagati, pagati in contanti… ma non sono stati pagati in comunicazione, sensazioni, comprensione, sensazione di un lavoro fatto bene…
      Questi pagamenti, non li hanno ricevuti e ciò li ha fatti ammalare!

      Perciò c’è qualcosa di reale riguardo al vivere e quel qualcosa di reale è la vita.
      Non il mest, anche se il mest è un buon sostituto della realtà.

      Il buffo è che se riuscite a farvi pagare sotto forma dei beni che vi ho appena menzionato, di solito venite pagati anche in contanti; e certamente non c’è niente di male nell’avere un paio di barili pieni di soldi.

      Un sacco degli amici che avevo in India quand’ero ragazzino, mi dicevano quanto fosse orribile possedere cose materiali.
      Io me ne stavo seduto lì ad ingollare gelato in un ristorante ascoltandoli mentre parlavano di quanto fosse orribile possedere cose materiali e di quanto tutto ciò fosse un male, capite? E io pensavo: “Slurp, slurp. Questi qua sono matti!”.

      Tuttavia dovunque guardiamo nella vita, dovunque guardiamo, vediamo delle persone che in un certo senso hanno smesso di essere delle persone.
      Sono ruote di un ingranaggio o cose. La maggioranza delle persone sono delle isolette di afflizione, interamente circondate di sottoapatia… uomini che conducono una vita di tranquilla disperazione.

      Si dice che la maggioranza degli uomini… quelli sposati, conducano una vita di tranquilla disperazione. Non si svegliano, perché sarebbe troppo doloroso.

      Beh, se non si svegliano, permettetemi di farvi questa domanda: “Com’è che verranno pagati?”. Come faranno ad entrare in comunicazione, come faranno a provare sensazioni, come faranno ad avere comprensione o cooperazione o delle mete future o una sensazione di collaborazione?
      Come faranno ad avere una qualunque di queste cose, se non sono in grado di farne l’esperienza?

      E se la vita vi fa sprofondare fino a un punto in cui non potete farne l’esperienza per poterla sopportare, significa che avete fatto l’esperienza del peggior tiro mancino che la vita vi potesse giocare.
      Il peggior tiro mancino che la vita vi possa giocare non è quello di essere impallinati, altrimenti la gente non se ne starebbe a guardare certi film alla TV.

      Ora, ecco qui una situazione, quindi, in cui un individuo si tira indietro dal fare esperienza; si tira indietro dal fare qualsiasi genere di esperienza, dopodiché non gli si può pagare alcunché.
      Non c’è verso che ritiri la sua paga. Non c’è assolutamente verso.

      Se non potete fare l’esperienza di qualcosa, non potete essere pagati. E se non potete essere pagati, non potete vivere. E le cose stanno più o meno così.

      Come fa un individuo a ridursi in uno stato in cui non può essere pagato? Non facendosi pagare. Non è strano?
      Cioè… voi pensate che io stia facendo una battuta e dica: “Beh, ecco un grazioso epigramma o qualcosa del genere, il modo di non farsi pagare è di non farsi pagare”… ; ma il buffo è che questo è tutto. Questo è tutto.

      Se non venite pagati abbastanza a lungo, non potete ritirare la vostra paga. E’ la regola. E’ buffo, ma è l’unica regola che c’è.

      Se andate avanti per un periodo di tempo abbastanza lungo senza sperimentare niente, la prossima volta che sperimentate qualcosa, scoprirete di non essere in grado di sperimentarla.

      Si tratta di havingness per quanto riguarda lo sperimentare, ecco tutto. Havingness e sperimentare.

      LRH

  24. Paolo Facchinetti

    Commento molto bello; anche la Conferenza è una chicca che non conoscevamo e ci mostra un LRH che va a mille!

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