La natura dei Withhold seconda parte

lrh-rose

 

Le difficoltà che abbiamo,  sono dovute al fatto che un withhold mancato è un sapere a metà. Evidentemente, nulla è più doloroso di questo per una persona: dover trattenere qualcosa che non deve più trattenere. Voi non ne siete al corrente, perciò deve trattenerlo, ma ora sa di doverlo trattenere perché non ne siete al corrente.

Vedete, il meccanismo di questa cosa è molto logico. Di fatto è molto logico. Deve continuare a trattenerlo perché non ne siete ancora al corrente ed è molto arduo dover continuare a trattenerlo perché è un sapere a metà.

Voi non lo sapete ancora e non l’avete scoperto, ma lui l’ha scoperto; solo che non è stato in grado di comunicarlo, quindi avete un withhold consapevole e l’individuo va praticamente a pezzi a causa di ciò, a causa di un sapere a metà.

Capite, se ne deve andare in giro, trattenendo questo a livello consapevole. Nessuno a cui dirlo, nessuno altro a cui rivelarlo; di conseguenza non c’è alcun altro sapere a cui paragonarlo.  Quindi non verrà duplicato e perciò non sparirà.  A quel punto diventa un terminale singolo e così non c’è duplicazione  della cosa  da parte di nessun altro terminale. Non essendoci alcuna  duplicazione in nessun altro  terminale …  naturalmente  sa, tramite  duplicazione perfetta, che nulla sparirà a meno che venga duplicato, e conosce tutti meccanismi che i thetan sono stati molto, molto scaltri, molto, molto scaltri a escogitare. Di conseguenza  c’è un withhold mancato che turba il pc.

Un withhold mancato e il pc di botto vi salterà alla gola. Gna, gna, gna, gn«, gn, gn, gn, gn, gn. Ecco il livello della Scala del tono di un pc al quale un withhold è stato mancato.

Ora,  quando usate male un E-Meter in un’organizzazione,  tutti saltano alla gola di tutti quanti. Tutti hanno mancato withhold a tutti quanti, perciò il tono dell’organizzazione è “Gna, gna, gna, gna, gna, gna, gna, gna”.  Ecco tutto, vedete? E, perbacco, forse un giorno riuscirò ad insegnarvelo.

Tuttavia, fino al momento in cui non vi imbatterete in questo fenomeno voi stessi, non ne sarete consapevoli. Un giorno sarete li come auditor e il pc dirà: “Gna, gna, gna, gna, gna, gna, gna, gna, hai fatto questo e hai fatto quest’altro”. Diventerete abbastanza scaltri da cercare il withhold mancato. Poi, tutto ad un tratto il pc lo tira fuori e dice: “Beh, per che cosa eri furioso? Per che cosa ero furioso? Che cos’era tutta quella faccenda? Non c’è niente. Niente che dia fastidio”. Pensate: “Che cretino che sei!” Naturalmente la cosa per cui vi sentite maggiormente cretini è la dimensione del withhold che avete mancato.

State  ancora  cercando  la  qualità. Il withhold  mancato potrebbe  consistere  nel fatto  che  il pc aveva pensato che l’E-Meter fosse splendente. Non ve l’aveva detto e i rudimenti sono andati out. Quello è un withhold mancato. E in men che non si dica vi ritrovate con una rottura di ARC.

Ricordate che tanto. tanto, tanto tempo fa vi dissi che ci vuole circa un’ora e mezza prima che una rottura di ARC raggiunga dimensioni considerevoli in seduta. Beh, adesso abbiamo scoperto perché: è di solito il withhold mancato, i primi withhold mancati all’inizio della seduta … non durante il rudimento sui withhold d’inizio seduta, ma quando il pc si siede e dice: “Beh, spero che tutto andrà bene” e non lo dice all’auditor.

Vedete, ha un’apprensione per quanto riguarda la seduta, non ne parla all’auditor e l’auditor non la coglie. Dopo mezz’ora, un’ora oppure un’ora e mezza più tardi, avete un pc che si ritrova in un pasticcio pauroso e vuole battersela, poiché a quel withhold se ne aggiunge un altro subito dopo. Non devono per forza essere witbhold seri. Il pc siede lì e pensa: “Come vorrei fumarmi una sigaretta” e non lo dice all’auditor. Quello è un withhold. Il  pc sa che deve essere in comunicazione con l’auditor e non è in comunicazione con l’auditor su quel punto.

E poi si chiede che ora è, ma non lo dice all’auditor. Si chiede quale sarà il comando  successivo, ma non lo dice all’auditor. Tutti questi granellini di sabbia s’accumulano  fino a formare il deserto del Sahara, col pc a un capo di esso e l’auditor all’altro, e cannonate in entrambe le direzioni.

Vedete come s’ingrandisce? Non è la qualità del withhold, è il fatto che esista. Ora, strano a dirsi, il pc non è consapevole di questi withhold quando li pensa. Dovete far sì che si concentri un po’ per ricordarseli. In altri termini, sono scivolati via e gli sono più o meno sconosciuti. Se vi assicurate di continuare a trovarli, quelli e basta, mentre fate l’assessment della lista, i rudimenti rimarranno in.

Un’invalidazione di solito indica la presenza di un withhold. Quindi potete chiedere se ci sono invalidazioni e poi chiedere se ci sono withhold, come metodo molto proficuo di ottenere ambo  i lati della medaglia.

Se volete far sì che una seduta rimanga pulita e che l’ago dia read durante tutta un’azione di verifica di sicurezza, dovete continuamente esaminare quest’unico punto:  il pc ha invalidato qualcosa e sta  trattenendo qualcosa? Questi sono un’accoppiata, i gemelli della verifica di sicurezza, degli assessment e del nulling. Invalidare e trattenere, Queste due cose vanno a braccetto, di pari passo. Invalidazione,  withhold.

Il comun denominatore di ogni rudimento out è il withhold. Quello è il comun denominatore  di ogni rudimento out. Problema del tempo presente? D’accordo. Beh, ha withhold nei confronti di qualcuno o non avrebbe problemi con quella persona. Potete chiedere: “Beh, qual è il withhold nei confronti di tua moglie?” e vedere il problema  del tempo presente svanire in fumo. D’accordo. Il pc ha una rottura di ARC nei tuoi confronti; ebbene, il pc sta per forza trattenendo qualcosa da te, poco importa quanto minuscola sia. Quindi è quello il comun denominatore di tutti i rudimenti. Indipendentemente da quale sia il rudimento out, un withhold sta alla base di esso, il che include, naturalmente, i rudimenti sui withhold. Quello riguarda i withhold in modo più serio. È comunque il withhold mancaTo, però, che vi causa difficoltà in seduta.

Il withhold mancato sta alla base della rottura di ARC. Il withhold mancato sta alla base di tutti turbamenti con l’auditor, tranne in un caso, che dovrei ricordarvi: quando fate una seduta per amor della forma e non per il pc. Quando non state audendo il pc che vi sta  davanti,  ma state facendo una seduta per amor della forma, siete venuti meno al Codice dell’auditor smettendo di essere in comunicazione con il pc, e avete causato al pc un withhold involontario per tutta la durata della seduta.

Ricordate  che  avevo  diviso in categorie i  withhold che il pc ha con  voi,  ovvero  quelli intenzionali e quelli involontari, e via dicendo? Vedete, un pc che non è in grado di parlare all’auditor ha un withhold involontario, che è purtuttavia un withhold e causa una rottura di ARC con  l’auditor. Questa è la ragione per cui difficoltà a parlare all’auditor provocano rotture di ARC. È perché provocano un withhold involontario da parte del pc.

Ecco li il pc. Cerca di dire qualcosa all’auditor. Quando cerca di dire qualcosa all’audìtor, si scopre incapace di farlo perché l’auditor non lo sta ad ascoltare,  non gli dà un riconoscimento, non smette di fare ciò che sta facendo in maniera ossessiva, qualunque cosa sia, non presta ascolto a niente di quello che il pc ha da dirgli, e all’improvviso il pc, confusamente (di fatto non si oppone mai in modo veramente consapevole) se ne rende comunque  conto, in modo reattivo, e reagisce a causa di un withhold, perché sta trattenendo in maniera involontaria.

Beh, vi darò un’idea di withhold involontario. Avete mai trattenuto qualcosa involontariamente? Vedete? Non è intenzionale. Non potevate essere lì. Pensate al fatto di non essere stati a casa per Natale perché dovevate lavorare. Dovevate lavorare o qualcosa del genere. Era quindi involontario.

Quando qualcuno non dà ascolto a ciò che voi gli state dicendo, vi viene naturalmente causato  un withhold involontario.

I bambini hanno rotture di ARC e diventano adolescenti  lungo un’unica curva di withhold involontari.  I miei bambini stanno  benone poiché spacco la testa a chiunque non dia loro un riconoscimento.  Su,  non mettiamoli in una situazione di withhold  involontari.  A dire il vero, penso che li abbiate visti in giro. Sono molto franchi e assai educati, di solito. E non hanno rotture di ARC con la gente, questo è certo.

Beh, pensateci un po’. (Non sto cercando di elevare i miei bambini a esempi di virtù, ma direi che sono al di sopra della media sotto un certo aspetto.  Direi che i miei due ragazzini riescono a dissotterrare più lombrichi di chiunque altro.) Un bambino arriva e dice: “Mamma, mamma! Posso uscire? Mamma! Posso uscire?” E la mamma continua a sferruzzare  o qualunque cosa stia facendo, e non dice una benedetta parola al bambino, sapete?  Molto presto il bambino comincia ad avere la sensazione  di essere  furioso con  lei e spacca  sul pavimento la teiera preferita della mamma.

Quasi tutti i danni causati dai bambini sono interamente dovuti al fatto che sono stati loro imposti dei withhold involontari. È quello il meccanismo delle rotture di ARC esistenti tra i bambini. Immagino che le scuole Steiner e altre sarebbero molto contente di conoscere questo fatto.

Avete capito, allora? Avete capito questo punto? Laddove il pc è in una situazione  di withhold involontario, reagisce come se avesse una rottura  di  ARC.  Vedete, alla base  di  una rottura  di AllC c’è  una  mancanza  di comunicazione.

Beh, è una cosa più seria di una semplice mancanza di comunicazione, perché potete ignorare un albero per delle ore e potrebbe esserci un albero che ignori voi per delle ore senza che vi infuriate con esso.

Perché un withhold  abbia luogo,  dev’essere presente l’intenzione  di comunicare. Questo è un altro elemento riguardo ai withhold che dovreste riconoscere: un’intenzione di protendersi prima di doversi trattenere. In altri termini, l’intenzione di comunicare deve esistere prima che si possa verificare una rottura di ARC.

Molto bene. Se le cose stanno così … se le cose stanno così. .. un pc che è audito da qualcuno che non è in comunicazione con lui, ha un withhold involontario continuo, che nondimeno è un withhold e causerà una rottura di ARC.

Ora, non significa che l’auditor debba fare i salti mortali per il pc, ma vorrei farvi presente una cosa : questo rientra anche nella categoria delle verifiche di sicurezza e dei withhold, e via dicendo. Quel qualcosa è questo: tutte le sedute sono fatte dall’auditor per il pc. La seduta che fate è per quel pc e per nessun altro al mondo. Non è per gli istruttori, non è per le persone che leggeranno il rapporto dell’auditor o per il D of P o chiunque  altro. La seduta non è per nessun altro al mondo, se non per il pc che è seduto su quella sedia. È la sua seduta.

Alcuni  di  voi, che stanno addestrando degli auditor a Washington,  in  Sud Africa  e in Australia, possono martellarli usando esattamente quell’osservazione, perché scoprirete che ogni volta un sacco di difficoltà, ogni volta in cui incontrate un sacco di difficoltà con un pc nell’org, la ragione è che il pc non ha alcuna idea che la seduta è per lui e potreste avere un auditor che non sta facendo nessun tipo di seduta per quel pc.

L’auditor la sta facendo per qualche altra ragione. La sta facendo come per fare un rituale. La sta facendo per fare piacere al D of P. La sta  facendo perché gli è stato detto dì farlo. La sta facendo perché gli è stato insegnato in Accademia di farlo.

Una delle cose che potreste fare quando addestrate gli auditor è chieder loro di compilare una lunga lista di tutte le ragioni per cui fanno una seduta.

Perché stai facendo quella seduta? È probabile  che vi facciano una lista incredibilmente lunga e da nessuna parte in essa, vedete, appare che fanno la seduta per il pc e che il motivo è perché il pc è lì per essere audito. È probabile che non venga loro in mente. Gli auditor che incontrano difficoltà mancheranno sempre di vedere quel punto. Sempre.

Di fatto, se un auditor padroneggia  anche solo quell’unico  punto, quell’unico punto, potrà essere un disastro nella tecnologia, ma  i   pc staranno  bene,  penseranno  che  sia  un  auditor  fantastico  e  manderanno  telegrammi all’organizzazione per prenotarlo. E voi dite: Mah, no. Sai, stavamo per rimandarlo in Accademia”. Costui, però,fa veramente una seduta per il pc. Vedete? La seduta è del pc e di nessun altro. È fatta dall’auditor, come ogni seduta, ma è fatta per il pc. La seduta appartiene al pc. Non è la seduta dell’auditor. La seduta è del pc.

Se siete in grado di padroneggiare quel punto così stranamente peculiare, per quanto semplice possa sembrare, avrete la meglio sulla maggior parte delle vostre difficoltà in auditing e anche, detto per inciso, sull’antipatia che avete per l’auditing, ogniqualvolta si presenti. Non c’è niente che dia più soddisfazione che fare una seduta per il pc che state audendo in quel momento. T’impedisce di diventare troppo teso. Oh, la vostra attenzione è diretta al pc. Il pc è di solito molto contento e procede  dritto,  tacchete,  tacchete,  tacchete,  tacchete. Voi mietete allori a destra  e  a manca e dite: “Caspita! È stata una buona seduta, sapete?”

Poi la controllate e scoprite che avete mancato tre dei rudimenti finali, vedete, e che avete fatto una frittata. Non avete neanche trovato un item. Tre sedute e non avete ancora trovato l’item,

Se doveste esaminare la cosa da un punto di vista tecnico, non sareste assolutamente in grado di trovare alcuna ragione per cui è stata una seduta tanto soddisfacente. Beh, vedete, potreste mettere da un canto tutta la tecnologia e la forma, e mantenere quell’unico punto e scoprireste quanto è affascinante che quell’unico punto funzioni così bene.

Ora,  se vi mantenete  su quei binari, cioè buona tecnologia e buona forma …  wow!  Vedete?  Voi…  Bang!  I pc progrediscono come razzi. Dritti filati su per la Scala del tono. Ed ecco l’anatomia di una seduta. Se volete che vada liscia da un punto di vista tecnico, continuate a far sì che quei withhold vengano tirati fuori e non causate al pc una restimolazione di tutte le. azioni indesiderabili.

Ecco che cosa succede. Il pc sente che sta trattenendo qualcosa. Non importa se è un withhold intenzionale o involontario. Il fatto che stia trattenendo qualcosa restimola il fatto che sta trattenendo qualcosa, capite? Non si tratta del withhold di quel momento, è il withhold che sta  dietro il withhold di quel momento,  che è restimolato.  E quel withhold, naturalmente, è il withhold  di un’azione indesiderabile. Perciò il fatto che stia trattenendo qualcosa provoca la restimolazione di un withhold.

Quel withhold, essendo in restimolazione, potrebbe essere un withhold che il pc non è riuscito a trattenere con successo, ed è cosi vicino alla linea di demarcazione che provoca immediatamente un’azione ossessiva. E il pc si ritrova nell’orribile  posizione in cui si dedica ad azioni che lui sa che sono rimproverabili, ed è incapace di frenarsi dall’agire. E si chiede come diavolo ha fatto a cacciarsi in questa condizione.

Eccolo rivolgersi a questo auditor così gentile, dicendo: “Beh tu, rinnegato, tu … tu … tu … tu schiappa.  Dove hai imparato ad audire? Dovresti essere fucilato. Dovresti essere impiccato. Dovresti esser messo contro un  muro e fulminato”. Diventa confuso, vedete? E si ritrova a dire queste cose ed è incapace di smettere di dirle.

Beh, come mai si è ridotto a fare queste cose? Perché si sente molto male a farle, quando le fa, sapete?

Si trova in una posizione … vi siete scontrati con qualcosa di molto scottante nel bank e lui è nella posizione di dover andare a Times Square e togliersi tutti i vestiti. E non vuole farlo. Voi avete però inavvertitamente restimolato il fatto che deve trattenersi dall’andare a Times Square e togliersi tutti i vestiti,  quindi queste significa che lui è obbligato ad andare a Tirncs Square a togliersi tutti i vestiti.

Non vuole farlo, quindi il suo potere di scelta è sopraffatto. E voi, permettendo che abbia un withhold durante la seduta o mancando  un withhold su di lui (adesso sto parlando di un withhold di seduta, non di un withhold nella vita, vedete),  permettendo che abbia un withhold di seduta  e non tenendolo pulito,  rischiate di ricascare  in quest’altro percorso. Voi ci finite dentro e lui deve andare a Times Square a togliersi i vestiti. Non riesce proprio ad impedire a se stesso di farlo, capite? Lui stesso si stupisce di sé.

È una cosa molto buffa. Le persone che fanno cose del genere sono le più stupite di tutte, sapete? Sono più stupite di chiunque altro. Dicono: “Ma che cosa sto facendo?” proprio mentre lo stanno facendo, È incredibile.

Quindi vedete che  il fatto di mettere un pc nella situazione da withhold involontario  in cui è incapace  dì comunicare a te come auditor… Non è la sua seduta: lui è solo un estraneo. È semplicemente capitato lì per caso mentre facevate la seduta.  È un estraneo a tutta la faccenda. Probabilmente si trova lì per compilare la  dichiarazione dei redditi o per qualche altro scopo. Oppure sta tenendo ferma la sedia, così che la forza di gravità non la faccia scivolare.

Lui, però, non ha niente a che vedere con la seduta. Niente a che vedere con lui. Niente di quello che l’auditor dice ha a che vedere con il pc. Vedete? E di tanto in tanto il pc si ritrova ad essere più che mai preso di sorpresa, si scuote improvvisamente  e dice  qualcosa  alJ’auditor.  Non si rende conto  che questa condizione esiste  finché cerca di dire qualcosa all’auditor. Dice qualcosa all’auditor tipo: “Fa caldo qui dentro”, cerca di dirgli questo. “Fa un caldo infernale qua dentro, sai?”

L’auditor sta facendo il nulling della  lista e dice: “Un  analizzatore di categoria. Un analizzatore dì categoria. Un analizzatore di categoria”.

E il pc: “Fa un caldo infernale qua dentro”.

L’auditor continua a dire: “Una faglia di mica. Una faglia di mica. Una faglia dì mica”.

E il pc: “Fa caldo qui dentro, sai? Fa caldo”.

L’auditor continua a dire: “D’accordo. Antilope d’acqua. Antilope d’acqua. Antilope d’acqua”.

E quel che succede è … la meccanica della cosa è che il pc prende consapevolezza del fatto che non può comunicare con l’auditor. Ciò equivale a questo fatto,  e cioè  che  secondo lui  sta  sicuramente  trattenendo qualcosa all’auditor,

Vedete quant’è sciocca questa cosa? Purtuttavia equivale a quel fatto. Perché ricordatevi che siete alle prese con un bank reattivo la cui struttura  si basa sull’azione ossessiva e sul withhold, vedete?

Perciò il fatto che  non stia comunicando  significa che, sicuramente,  si  sta trattenendo, il che  riattizza un withhold nel bank reattivo, e Dio salvi l’auditor se quel withhold nel bank reattivo innesca l’azione indesiderata. Perché il pc rischia di fare qualsiasi cosa, proprio qualsiasi cosa.

Ed ecco come avvengono  i blow, ecco come avvengono i rimproveri, ecco come avvengono i turbamenti, ecco come avviene che i pc vi dicano delle cose incredibili. Vedete? È così che avvengono tutte quelle cose. Withhold involontario.

Quindi eviterete l’intero meccanismo, se non passa mai per la testa del pc che sta trattenendo alcunché. Se ciò fosse instaurato con sufficiente accuratezza, in realtà, lui potrebbe trattenere qualcosina senza riattizzare alcunché. Perché è la sua seduta e lui è in comunicazione  con l’auditor, Si rende conto che se lo dicesse, l’auditor lo udirebbe.

Il TR 4, da un punto di vista di tenere qualcuno in seduta, è naturalmente il TR più importante. Il TR O è il più importante dal punto di vista dell’auditor e il TR 4  è  il più importante dal punto di vista del pc. Non potete assolutamente fare una seduta senza TR O,  ma il pc vede momenti in cui il TR 4 viene violato con la violenza di un razzo, barili di pece in fiamme e il Parlamento che salta in aria. TR 4 … “Oh. quest’auditor non sa occuparsi del TR 4”.

Beh, il modo di occuparsi del TR 4 è di occuparsene in anticipo e semplicemente dare la seduta al pc, vedete? Perché è la sua seduta. È la sua seduta. È per il pc in particolare.

D’accordo.  Ora,  ne]  campo  delle verifiche di sicurezza…  nel campo  delle verifiche  di sicurezza, ciò  che fondamentalmente  state  cercando di fare  è di far uscire,  oppure  scoprire, tanto le azioni indesiderabili  che  il  pc considera tali, quanto i withhold che le frenano.  Perciò tirate fuori il withhold facendo sparire la confusione precedente. E quando state  facendo  verifiche  dì sicurezza vi state  occupando  della confusione precedente  e del  punto immobile: il problema.

In questo caso, però, il problema è lì solo a metà. Si tratta  del wìthhold, perciò scompare molto facilmente. La confusione precedente e il withhold, dunque. E tutto ciò che dovrete fare è raggiungere il punto che si trova al di sotto del withho]d per ottenere la confusione  precedente ad esso. “Che cosa hai fatto?”, dite voi. “Che  cosa  hai fatto?” Dev’essere qualche impulso del pc, perché il pc è l’unica persona che è lì. Alcune persone che danno ascolto a ciò che le scuole superiori hanno fatto al pc o a ciò che è stato detto al pc, non hanno tenuto conto di una cosa: le superiori non sono presenti nella stanza di auditing. Veramente non sono lì, onde per cui non possono essere audite. È ciò che fa il pc, che state audendo, capite?

Dunque,  quello che il pc ha emesso e che  non voleva emettere;  ciò che il pc ha trattenuto e che non voleva trattenere, sono i punti principali verso i quali dirigere la vostra azione e il vostro interesse. “Che cosa hai fatto?” libera il non-fare, capite?

L’anatomia di un withhold è: azione indesiderabile fatta, azione indesiderabile arrestata, criticismo. Il tipo dice: “Sono turbato. Non devo dire niente a nessuno. Non devo parlarne eccetera eccetera. Quei bastardi sono dei cani. Non devo dir loro niente. Sono una manica di cagnacci. Son davvero dei buoni a nulla e non devo dir niente della cosa, perché potrei subire qualche azione indesiderabile. Perché se scoprissero dei momenti in cui ho sbagliato … perché se dicessi qualcosa sarebbe terribile e butterebbe all’aria tutto. Quindi sarà meglio che faccia bene attenzione a non dir niente e così via. E non dico nulla”.

La maggior parte delle persone, quando vi racconta  pettegolezzi, li introduce dicendo: “Non è mia intenzione criticare”, o: “Non desidero dire nulla di cattivo”, oppure: “Non voglio mettere Gìannì nei guai”, o cose di questo genere. Mettono sempre un’introduzione alla cosa e poi attaccano: “Critica, critica, critica, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac, gnac”. E vi trovate di fronte alla produzione, in effetti, alla produzione ciel flusso uscente non desiderabile che si trova alla base di tutto ed è schiacciata contro quest’altra cosa, e funziona come la batteria di un motore. Vi ritrovate tutto quell’entheta che evapora dalla cima di essa.

Il tale non è in grado di protendersi e non è in grado di trattenersi, però è in grado di criticare. L’altro giorno avevate un bollettino per il quale c’è una piccola correzione. Dice: “Ignorate tutti i pensieri cattivi”. Effettivamente  non  è  preciso. C’è un piccolo punto  a questo proposito:  voi usate i  pensieri cattivi,  le  affermazioni critiche, e via dicendo, per scoprire l’overt. Sono un indicatore sicuro.

“Beh”, dite a questa persona: “qual è il tuo pensiero cattivo?” Ti dicono qual è il pensiero cattivo. “Hai mai avuto pensieri cattivi su Beppe?” “Oh, d’accordo. Sì, ho avuto pensieri cattivi su Beppe.” “Molto bene. Che cosa hai fatto a Beppe?”

Bang! Ce l’hanno. Vedete?

È come il filo d’Arianna. Vi condurrà dritti fino in fondo. Quindi non li tirate fuori. Non spendete cinque ore a tirar fuori pensieri cattivi, stupidi che siete – questa è l’esclamazione che viene in mente a un Istruttore quando vede qualcuno fare una cosa del genere. Il tipo ha speso cinque ore a lavorare, a sudare e così via,  per tirar fuori tutti i pensieri cattivi sulla moglie. capite?  Quando  arriva alla fine, il suo istruttore  pensa in  modo quasi ossessivo: “Che crudele… che stupido!” perché sono quattro ore e cinquantanove minuti buttati completamente al vento.

Un minuto di criticismo sulla moglie  è tutto quel che volete. È un cesto di pesce bello pieno. Non c’è più spazio sul camion. Quel che fate dopo quel minuto è giungere alla conclusione che il pc ha fatto qualcosa. Se c’è criticismo, alla base di esso ci dev’essere un’azione fatta  che sta venendo trattenuta.  Altrimenti  questo motore non entrerebbe in funzione.                                                                                                                                                              Quindi la  persona  dice:  “Veramente,   veramente…”  Non è  necessario    che  abbia la  caratteristica  di un motivatore …  “Veramente mia moglie porta capelli posticci,  sempre capelli  posticci. Porta  proprio sempre i capelli posticci e quando entro in casa, inciampo sempre in quei capelli posticci. Se bevo un sorso di birra, capelli posticci.

Se pranzo, ce lì ho dappertutto tra i denti. sai? Una cosa infernale. E i capelli posticci… ”

Lo dirà un po’ col tono di un motivatore, ma potrebbe essere un overt e potrebbe essere un motivatore; il natter, vedete, non tende necessariamente ad avere la caratteristica di un motivatore. Può essere nell’uno e nell’altro senso. Il fatto che sia natter, che sia critico, è tutto quel che vi serve. Voi dite: “Capelli posticci. Oh, beh. Grazie. Perfetto. Ora, che hai fatto a tua moglie?” e l’ago sbatte fino ad uscire fuori dal quadrante.

Lui ti dice qualcosa. Poi dice; “Beh, sono i capelli  posticci che davvero mi preoccupano, però. Vanno a finire nel… è …  Mangiai una fetta  di torta  nuziale. Mi ricordo  che la  cosa risale proprio  al lontano giorno delle nozze. Aveva confezionato lei la torta nuziale, sai? E non fummo neanche in grado di mangiare quella roba, era piena di capelli posticci”.

Giungete quindi alla conclusione che questo deve essere in relazione proprio a ciò di cui si sta lamentando. Perciò dite; “Che cosa hai fatto ai capelli di tua moglie?” “Non ho fatto nulla ai capelli  di mia moglie. Un giorno l’ho tenuta ferma  sul letto e glieli ho tagliati via tutti con le forbici,” “Bene, l’hai più fatto da allora?” “No! Ah, ah.”

E lo vedrete illuminarsi immediatamente. Far sparire il withhold dall’overt, vedete?

Effettivamente, se sapete padroneggiare l’anatomia di questo genere di cose, siete in grado di fare per il pc alcune delle cose più ingegnose di cui abbiate mai sentito parlare. Lascerete il pc a bocca aperta: “Come facevi a saperlo?” “Oh, me l’ha detto un uccellino.”

La faccenda si riassume in questo: c’è natter, di conseguenza ci dev’essere un overt. E se c’è un overt, dev’esserci stato un withhold, vedete? Vi siete sbarazzati di un atto commesso, bello e succulento.  Chiedete al pc semplicemente: “L’hai più fatto da allora?”

li pc deve riconoscere che sta trattenendo l’azione… è probabile che ti dica il resto dell’overt. Ci potrebbero essere più overt dopo che avete liberato dalla cosa tanto trattenere. In altri termini, si tratta di un’azione seguita da un withhold. Naturalmente voi contate sul fatto che, poiché ve le racconta, spariscano ambedue e di solito è effettivamente così.  È una cosa abbastanza sicura e non è necessario  che veniate a conoscenza di tutti i fatti della vita. Ma l’altro punto è che se chiedete: “L’hai rifatto da allora?”, oppure: “L’hai mai rifatto?” Penserà che state cercando un altro overt, vedete?

Lui esaminerà la cosa con gran cura  e voi avrete fatto sparire il withhold. Tutt’ad un tratto vedrete il pc molto sollevato.  Si è… si è trattenuto  usando  un motore per camion  da dieci tonnellate. Sempre in moto, sempre lì a impedirgli di tenere la moglie sul letto e di tagliarle tutti i capelli di nuovo. Zzzac! Zzza.zac! E non ha notato che non c’è ragione di avere un motore per camion.

Dunque vi dice d’averlo fatto. Ora, questo dovrebbe spiegarvi il mistero del perché talora vedete un withhold sparire  e talora non lo vedete sparire, perché talora vedete un pc sollevato e talora non lo vedete sollevato.

D’accordo. L’anatomia è questa: scoprite che il pc ha un withhold.  Il pc sta trattenendo qualcosa e voi scoprite che il pc sta trattenendo qualcosa. Scoprite che non ha parlato a nessuno di un certo fatto. Non ha parlato a nessuno di quei rapporti sessuali avuti all’università o qualcosa del genere. Non l’ha detto a nessuno. Voi avete solo innescato il withhold. Il pc, in quel momento, potrebbe sentirsi a disagio. Talvolta si sentirà sollevato per avervelo detto, ma potrebbe anche sentirsi molto a disagio in quel momento. Questo perché voi avete in un certo senso allentato i freni e lui rischia di rifarlo.  Sa che è un’azione non desiderabile e perciò non è contento di aver confessato quel withhold. Vedete come stanno le cose?

Non è per niente contento di averlo confessato, perché gli avete portato via alcuni dei mezzi tramite cui teneva se stesso compresso  in una pentola  a pressione e c’è  il rischio  che  qualcuno faccia  saltare la valvola in qualsiasi momento. E lui rischia cli rifare quella cosa dì nuovo, capite? Vedete che cosa lo preoccupa.

Avete quindi innescato alcuni  dei modi con cui sì stava frenando senza scoprire di che cosa si trattasse. E vedrete un pc infelice. La seduta non sortisce un effetto tanto bello su di lui e non termina troppo bene. “Oh beh, ha ricevuto una verifica di sicurezza per due ore”, vedete?

Leggete il rapporto dell’auditor, “Hai raggiunto delle mete stabilite per la seduta?” “No”, oppure: “In parte”. Questi sono tutti commenti assai tristi. Beh, potete star certi che qualcuno di questi meccanismi ha funzionato in questo modo. Voi avete stuzzicato il withhold, l’avete tirato fuori un pochettino,  ma lui non ha osato lasciarlo uscire del tutto, perché se l’avesse lasciato uscire del tutto, forse lo rifarebbe.

Eccolo là, a togliersi i vestiti in Times Square. Mh-mh-ah-ah-ah!  È quasi riuscito ad avere  la meglio.  L’ha trattenuta e sa di poterla trattenere, a patto che tenga la testa in questa posizione precisa e che vada regolarmente da uno psicanalista. Vedete, lui-lui-lui-lui-lui-lui sa che può convivere con quella cosa. L’unico punto è che in realtà non ne è veramente consapevole, sa che potrebbe fare qualcosa e che uuuooouu. Tirate fuori il withhold ed ottenete il frenarsi.

Quindi, se stabiliste questa come regola, come regola operativa, cioè che ogni volta che tirate fuori un witbhold (come “Oh, non l’ho mai detto a nessuno, non sanno questo di me” o qualcosa del genere) cercherete di scoprire l’overt che sta al di sotto di esso,  fareste sparire il resto della cosa.  E se stabiliste come regola operativa che ogni volta gli chiederete se l’ha più fatto di nuovo, o se l’ha mai fatto un’altra volta (compresa quella volta in cui avete fatto sparire un grosso overt che la persona ha fatto), lui vi direbbe di un’altra occasione, un’altra occasione e cosi via.

E se inoltre gli chiedeste di quando non l’ha fatto, il resto della cosa farebbe puff! e tutto ad un tratto il pc avrebbe l’aria molto sollevata. Quindi, se tiraste fuori semplicemente un withhold senza che il tipo vi dicesse qual era l’overt, avreste in realtà preso un po’ una cantonata per non avergli chiesto che cosa ha fatto. “Che cosa hai fatto, fatto, fatto?” “Beh, non ho mai parlato a nessuno della mia condotta all’università.” “D’accordo. Molto bene. Bene. Passiamo alla prossima domanda.”

Adesso capite perché il tizio è arrabbiato con voi. Avete allentato alcune delle cinghie con cui si stava contenendo, senza permettergli di confessarlo. Quindi voi… lui pensa che forse l’abbiate danneggiato in qualche modo. No, arrivati a quel punto dovete proseguire da li e dovete dire: “Beh, che cos’hai fatto  all’università?” Capite? “Che cos’hai fatto?

“Eh beh, io vum-uum.  Ho dimenticato del tutto … mmmm ehm ...  ahm … oh. Beh, in effetti, non si trattava  di un granché. Eravamo solo un po’ di ragazzi e non  si è trattato di chissà che cosa. Era più che altro solo uno scherzo. E abbiamo liquidato la faccenda  con una risata.” “Beh”,  dite voi: “avete liquidato la  faccenda  con una risata.  Com’è  che  l’ago sbatte  fino  ad uscire fuori  dal quadrante? Che storia è questa? Qual è la parte che non avete liquidato con una risata’!’  (L’unica cosa è che non parlereste a quel modo con un pc.) Ad un tratto lui dice la verità e l’ago si pulisce.

Dopo averti detto tutta quella porcheria, dopo che ti ha confessato tutti gli overt, ricorda che ci potrebbero essere dei withhold residui. E i withhold residui, naturalmente, vengono fuori meglio se chiedete che vi vengano detti. Dite: “L’hai mai rifatto?” Eh, eh. Uuu, beh, no, a parte che … e/ioh beh, ecco, ehm ehm, al Miami Beach Hotel, cioè il mmm-hm. Già. Beh, no, non l’abbiamo fatto, Ah! Già, non l’ho fatto al Miami Beach Hotel. Io mmmuaah,  non l’ho fatto a Los Angeles, non l’ho fatto laggiù quand’ero in Canada e poi buuah.  Ma guarda un po’!  Non l’ho fatto per tutta la durata  della guerra. La vita è meravigliosa.  Non è fantastico? Tranne che dopo la guerra.”

“Che cosa hai da dirmi su quello?” “D’accordo. Beh, l’hai mai rifatto?” Mmmgr, mm-gt e zum-zum, e via dicendo. Tutt’ad un tratto il tipo sente come se dell’aria fresca fosse stata fatta circolare nella carcassa reattiva.

Ma se sapete che questa è l’anatomia  di un withhold, e che la persona, dopo che avete tirato fuori l’overt, potrebbe ancora star trattenendo in maniera ossessiva e il withhold potrebbe non esser del tutto sparito, e se sapete che se fate confessare parte  del withhold (senza farvi dire l’overt), la persona potrebbe… beh,  diventerà nervosa. Se sapete che laddove  c’è un pensiero critico c’è un withhold e un overt al di sotto di esso, se sapete tutte queste cose ed impedite al pc di venir coinvolto in piccoli withhold di seduta … tenete puliti questi piccoli withhold ed invalidazioni di seduta man mano che procedete, e non fate la seduta per il muro, ma fatela per il pc.

Vedete, ci sono varie cose su cui potreste confondervi. È la seduta del pc e la seduta e solo sua. Fatela per quel pc. L’auditor fa la seduta, ma essa è per il pc. Non lasciate che il vostro controllo diminuisca notevolmente, ma… gente!, non lasciate che il pc pensi che la seduta sia per qualcun altro.

Se andate fino in fondo, seguendo la comunicazione a due sensi, se il vostro TR 4 è buono, non avete mai problemi e,  santo cielo!, potete spedire qualcuno alle stelle. Oh sì, può andar su, su, su, su. È una cosa  tremenda. Banghete- banghete-bangliete·bang.

Il punto che di solito sfugge è il fatto che le sedute non vengono fatte per il pc: questo sfugge. Vedete, le sedute sono fatte per il foglio, per l’E-Meter o qualcosa del genere. Non voglio essere sarcastico. Voglio dire, la gente alle volte tratta il pc come un pezzo di legno da ardere. Il pc non esiste in seduta. Se il pc pensa a qualcosa, voi non avete niente a che fare con quello. Lui non sa che cosa sta succedendo. È vero, non sa che cosa sta succedendo nel suo bank. È vero, voi la sapete più lunga di lui, ma al contempo… ah, ah, ah, ah … al contempo siete li per sistemare questa cosa e se non prestate attenzione a ciò che il pc sta dicendo, chiaramente cessate dì essere in comunicazione  con lui, causandogli un withhold involontario e via dicendo, e a quel punto siete fritti.

Potreste  anche lasciar parlare il pc eccessivamente e non farlo smettere,  ma il modo d1  far smettere un pc, naturalmente, il modo migliore di far smettere un pc è di spostare la sua attenzione rivolgendola a ciò che state facendo.

Non:  “Beh, adesso basta  parlare  di quello;  cominciamo a fare qualcos’altro”.  Potrebbe  essere un po’  rozzo. Semplicemente fate sì che il pc rivolga la sua attenzione a qualche altra parte della seduta, e continuate. Potete fare queste cose senza disturbi. Se potete imparare a fare queste cose, Dio mio, allora sì che farete salire qualcuno lungo la Scala del tono. Voglio dire, zummm!

Ora …  Questo  solo per quanto riguarda le Verifiche di sicurezza Venti-dieci.  Ogni volta  che percorrete venti minuti di questa roba, beh, percorrete dieci minuti di  havingness   e gli impulsi residui di trattenersi  naturalmente scompariranno durante l’havingness, altre cose succederanno  e loro saliranno lungo la Scala.

C’è qualcos’altro  però,  che dovreste  sapere per quanto riguarda  le Verifiche  di sicurezza e il fare sedute di Verifica di sicurezza; qualcosa che dovreste conoscere molto bene. È un’altra di queste cose del tipo: “Fatelo per il pc”, nell’ambito dei meccanismi  dei withhold.  Ed è questo… è  questo:  cercate di rendere nulli i rudimenti. Affrontateli             appena li trovate e cercateli per renderli nulli senza spingere il pc in nessun’altra zona  o area diversa da quella in cui si trova. Non andate a cercare  withhold,  problemi  del tempo presente,  rotture  di ARC e havingness bassa mentre percorrete i  rudimenti – tanto i rudimenti finali che i rudimenti iniziali.

In altri  termini cercate di rendere l’ago nullo.  Apertamente e direttamente  cercate  di rendere l’ago nullo. Affrontate il pc appena lo trovate e cercate di rendere l’ago nullo. Questo è ciò che fate. E tutto ciò che fate. Questo è ciò in cui consistono i rudimenti.

Siete i peggiori  al mondo …  forse  non i  peggiori,  ma …  buoni candidati. ..  Lasciate che  ve la metta così:  siete candidati per essere i peggiori   al  mondo  se  quando entrate nel corpo principale della seduta continuate a fare i rudimenti. Se mantenete il punto di vista di prendere il pc tale e quale lo trovate e cercate di rendere nullo l’ago su quello che chiedete al pc e cercate solamente di rendere l’ago nullo su ciò che gli chiedete (il modo in cui vi occupate dei rudimenti),  i miglioramenti che farete avere al pc non varranno un soldo bucato. Questo perché non succederà nulla durante la seduta e talvolta vi capita di scoprire qualcosa  e se rendete l’ago nullo in modo veramente esperto, metterete fine alla seduta, il pc si sentirà un po’ meglio, avrà raggiunto le sue mete in parte oppure no. E questo è tutto.

C’è una gran differenza, una differenza abissale tra percorrere i rudimenti e il corpo principale della seduta. Durante i rudimenti state cercando di rendere l’ago nullo, mentre nel corpo principale della seduta state cercando dei dati e state cercando di ripulirli. È un’attività completamente differente.

In altre parole, trovate i dati e rendete l’ago nullo su quei dati. Poi trovate altri dati e rendete l’ago nullo su quei dati.  Una delle ragioni per cui è possibile  che  alcuni di voi abbiano veramente i rudimenti out cosi spesso,  è che li rendete out.

I rudimenti esistono solo per essere annullati.  Il pc si trova per caso dentro a qualcosa, voi la rendete nulla. Vedete, se si trova per caso dentro a qualcosa, voi la rendete nulla. Bene. È tutto. Bang!

Può darsi che dando un’occhiata in giro vi ritroviate con queste due cose invertite. Può darsi che stiate cercando di percorrere i rudimenti in modo da trovare carica  e poi renderli nulli (a qual punto non fareste altro che percorrere rudimenti) e che nel corpo principale della seduta  stiate cercando di rendere l’ago nullo… vedete, queste due cose potrebbero essere completamente invertite… senza ottenere alcuna reazione dal pc. Non otterreste alcun miglioramento da parte del pc con alcun auditing.

Il corpo principale della seduta è destinato a trovare dati e a rendere l’ago nullo su di essi. È un’altra azione, è un’azione in più. E quest’azione dev’essere fatta. Se non viene fatta dall’auditor, con che cosa si ritrova lui? Si ritrova col pc seduto sulla sedia. li pc è calmo, tranquillo, ha il controllo di sé. Sta ricevendo una seduta. È contento. È in una stanza.  Si trova a chilometri di lontananza da qualsiasi guaio. Non è una cosa carina? Non ha problemi del tempo presente, non ha rotture di ARC, non ha nulla. Dunque non ha assolutamente niente che sia in restimolazione, così vi accingete semplicemente a leggergli alcune domande, una dopo l’altra, e a rendere l’ago nullo su di esse.

C’è un pc che non è restimolato. Ascoltate bene, adesso.  Dovete restimolare il pc per poter ripulire la carica, perché essa non affiorerà alla superficie del bank, a meno che voi non ce lo portiate, ve lo posso assicurare.

Vedete, i rudimenti che avete percorso, l’hanno reso tutto tranquillo, vero? Ora, se percorreste il corpo principale della seduta solo per rendere l’ago nullo, naturalmente non combinereste proprio un bel niente.

Come si fa a restimolare il pc, così da poter percorrere qualcosa e scaricarlo? Beh, vi ho già parlato dei modi in cui farlo, ma ciò non fa parte di questa conferenza. Tuttavia questo fatto ha molto a che vedere con la conferenza, e cioè che nei rudimenti si rende l’ago nullo e nel corpo principale della seduta, quando si cercano withhold o si  audisce qualcos’altro,  dovete trovare ciò che state cercando e dovete persuadere il pc a farlo. Dovete indurre il pc a scavare. E anche voi dovete scavare. Il corpo principale di una seduta viene condotto con piccone, pala e dinamite, e con attrezzi di scavo d’ogni genere, macchinari per lo scavo di pozzi petroliferi, qualsiasi cosa a cui possiate pensare. Si continua a smuovere questo materiale e a pulirlo dalla cima del mucchio e si lavora, cari miei! Si Iauora! Mettetevi a lavorare in seduta.   Non statevene  lì  seduti  a  dire:  Dadadadadadadadadadada·pah!  Dudududududududududu-puhl Dadadadadadadadadadu-puuu! Dadadadadada … Beh, ho fatto una buona seduta  oggi. Il pc non ha avuto nessuna rottura di ARC per tutta la seduta”. E non è neppure successo niente.

No, dovete  dissotterrarlo per spazzarlo via. Altrimenti se ne sta lì e basta, capite? Le sedute si guardano con questo punto di vista:  dovete dissotterrare le cose prima di poter trovare qualcosa, e poi, una volta  dissotterrate, le dovete ripulire. Tutt’ad un tratto capirete in che cosa consiste una seduta e perché dovete avere i rudimenti  bene a posto. Perché non volete che il pc dissotterri queste cose per sbaglio: volete che dissotterri quello che volete voi.

E se i rudimenti sono out, naturalmente dissotterrerà continuamente cose per sbaglio. Se ne starà seduto lì, un piccolo  castoro affaccendato.  Scava, scava, scava,  scava,  scava, scava,  scava. Taglia alberi. Scava, scava, scava.

Costruisci una diga. Cementa la diga. Dadarum-dadidada-dadadanun. Bum. Bum. Bum. Bum. Eccolo lì. Scava, scava, scava, scava, e così via.

Voi siete li, a estrarre carbone, mentre lui … Non ha niente a che vedere con lui; lui sta trivellando per cercare petrolio. Questo è il segreto di questa cosa.

Naturalmente,  se conosceste l’anatomia del bank reattivo, che è composto  di overt e withhold, se sapeste che state cercando di ristabilire la sua knowingness in primo luogo, poi il suo autodeterminismo in relazione a queste azioni e via dicendo. se conosceste queste cose, potreste audire quasi per definizione. Audire per definizione.

Per esempio: “Beh, il pc non c’è, Perché ha fatto blow?”

Chiedete semplicemente al pc: “Hai fatto blow da qualche parte di recente?”

 Il tipo dirà: “Sì, me ne sono andato da un bar prima di finire la cena, ieri sera”.

Voi dite: “Bene, che cosa stai trattenendo riguardo a ciò?”

“Oh bella, non m’ero reso conto che stessi trattenendo qualcosa riguardo a ciò, ma in realtà lo sto facendo.” “D’accordo. Bene. Grazie. Di che cosa si tratta ? “Beh, dì questo e di quest’altro.”

“Bene. Che overt hai commesso appena prima di quello?” “Oh, beh, non vorremo discutere di questa cosa, vero?” “Certo che sì. Ne discuteremo proprio adesso. D’accordo. Va bene così. Ecco qui. Bene. Dunque, lo rifarai e così via?” “Beh, ho deciso di no. Ah! Ahl”

E voi dite: “Bene, così va bene. Ora, da quali altri luoghi hai fatto blow negli ultimi duecento trilioni di anni, figliolo?” Vedrete  così la profondità e la distanza che il fare le verifiche di sicurezza può raggiungere. Lo vedete?

Molto bene.

 

 

52 commenti

Archiviato in Casa Minelli

52 risposte a “La natura dei Withhold seconda parte

  1. Burlesque

    Qui è un pò più chiara la faccendac perchè Ron mette l’accento sul fatto che qualsiasi cosa che il pc trattiene, anche cose banali e non particolarmente disdicevoli come veri e propri overt sono fattori restimolativi di veri e propri overt non rivelati che giacciono sotto il bank.

  2. GB

    Continuo qua la mia riflessione iniziata nel post precedente…
    “La scala di pre-havingness mi sembra molto interessante. Da questa comprendiamo chiaramente che il trattenere (withhold) è sempre successivo all’overt. In altre parole ci si trattiene dopo ad aver commesso overt.
    Il fenomeno del trattenersi è il motivo della morale corrente, come spiega chiaramente Ron. Per questo l’e-meter legge come withhold anche la trasgressione al codice morale a cui si ha aderito.
    Non dimentichiamoci che le definizioni sono descrizioni di fenomeni concreti e leggibili sul meter. Altrimenti mettiamo il carro davanti ai buoi :)”

    Credo che il problema maggiore per un thetan nel corpo fisico (problema strettamente collegato alla sua smemorizzazione) sia l’impossibilità di raggiungere o, perlomeno, l’estrema limitazione nel poterlo fare. Questo problema è alla base dell’atto overt che rappresenta un tentativo, anche se basso, di raggiungere. Gli overt falliti costringono il thetan a trattenersi dall’agire e a creare withhold. Questi trattenitori, come ho scritto in precedenza, vengono poi codificati in codici morali di condotta: “non fare questo, non fare quest’altro”, cosicché il thetan entra sempre più in conflitto con il suo desiderio di protendersi e raggiungere e i codici morali di appartenenza. Ogni sua trasgressione a questi codici, quindi, rappresenta per lui un “overt potenziale” o la restimolazione di un overt precedente.
    Una degradazione successiva è rappresentata dal tipo di withhold descritto da Ron in quest’ultima parte: il thetan nel corpo fisico a questo punto sente di dover trattenere persino la sua comunicazione, in altre parole, non solo “non posso far questo e quest’altro” ma “non posso nemmeno parlare di questo e quest’altro”. In tal modo il triangolo di ARC si riduce sempre di più, per questo il trattenersi dal comunicare produce rotture di ARC.
    Questi mi sembrano i collegamenti logici fra tutti questi tipi di withhold.

    • paolo facchinetti

      Tutto giusto. Lo scopo del percorrere O/W è ripristinare l’autodeterminazione del thetan. Ricordiamoci il livello della scala del tono del thetan “non poter trattenere (withhold) nulla” che si lega assolutamente alla prima parte di questa conferenza. Per quanto riguarda l’auditing i comandi devono essere semplici e chiari, senza troppe significanze filosofiche. Per percorrere O/W vanno benissimo i comandi “che cosa hai fatto/non hai fatto”. Ad. es. FATTO = ho aiutato una vecchietta ad attraversare la strada, NON FATTO = non sono andato a vedere il concerto dei Jethro Tull, sono risposte assolutamente legittime anche se non sottintendono nessun overt. Nel corso del procedimento salteranno fuori delle automaticità di cui il pc non era consapevole. Percorrere cose che il pc già sa serve a poco. Quando sei nella merda fino al collo percorrere O/W nel modo corretto può essere di grande aiuto per tornare in pt e uscire dalla drammatizzazione. Funziona come una havingness soggettiva. L’importante è che il pc non si introverta su definizioni “filosofiche di overt e withhold”.

      • alainfabien

        Ah, ah…Paolo. Ricordo che a Flag ricevetti auditing (non ti audisco) da un class XII, ripeto, da un class XII con anni di esperienza e fu richiamato perché non accettò miei overt che per LUI erano troppo insignificanti. Per LUI, nella sua mente di malcomprensioni.
        Vedi un po’ dove siamo arrivati alla “Mecca della perfezione tecnica”.

        Poveretti, e poi si publicizzano come i maestri del Top.

        Oppure quegli auditor che che ti percorrono W/H che hai gia percorso un miliardo di volte con altri auditor.

        Mamma mia…dove siamo finiti.

        • paolo facchinetti

          eheheheh così per divertimento aggiungo al tuo questo aneddoto su dell’auditing che ho ricevuto a Flag da una Classe XII (parliamo del 1982). Mi stava facendo i rud e sulla domanda per ARCX saltò fuori un’incazzatura che io avevo con qualcuno lì a Flag. Subito la solerte classe XII mi chiese “un W/H è stato quasi scoperto?”. Io, piuttosto divertito, perché comunque non si trattava di una gran cosa, le dissi: “Senti, prima portami a F/N la rottura di ARC poi mi chiederai il M/W/H”. Lei salto per aria, i suoi TRs andarono a farsi benedire e poi non ricordo più se chiuse la session lì o in qualche modo mi portò a F/N.

      • MISTER X

        Ritengo importantissima l’azione di vedere la parte WH (trattenere) . Il pericolo di trattenere e trattenere , che poi è lo scopo di alcuni gruppi e filosofie , si inverte in azione compulsiva di fare. Questo spiega il fenomeno della pedofilia e di altre compulsioni . Uno si trattiene talmente tanto che alla fine compie solo l’azione che avrebbe dovuto trattenere.Il ripristino dell’autodeterminazione è lo scopo dell’auditing ed è libero di agire o non agire secondo la sua volontà . Questo non può essere raggiunto in quei gruppi dove viene imposto di trattenersi perché
        il fatto di imporre è come indicare che si è un criminale che non riesce a trattenersi e che farà crimini. Per diventare liberi si deve confrontare ( guardare o essere lì a proprio agio ) e vedere non solo che si è fatta quell’azione ma anche la parte che ci si è trattenuti dal farla . Ringrazio per la pubblicazione di questa conferenza e per le ottime considerazioni fatte in merito.

  3. Diogene

    Nella fitta rete dell’esistenza noi umani fluttuiamo come pesciolini inconsapevoli. Non sappiamo com’è profondo il mare e quanto in alto stanno le stelle, semmai possiamo immaginarle.
    Di sicuro c’è che anche noi intessiamo le reti che ci imprigionano.
    Le operazioni di base sono Reach (raggiungere) e Withdraw (lasciare, ritirarsi). Quando raggiungi qualcosa devi lasciare qualcos’altro, quando lasci qualcosa c’è un qualcos’altro che va a sostituirlo. La rete non ammette falle, permette adeguamenti ma non il vuoto.
    L’ARC ad altissimi livelli può essere rarefatto: può costruire mondi a piacere. L’ARC applicato (necessariamente) ad Essere-NonEssere, Fare-NonFare, Avere-NonAvere funziona solo con l’aggiunta di “Qualcosa” ed è quindi assoggettato alle regole del Reach e Withdraw.
    Se l’Uomo non possedesse un Senso Etico oltre che ad un innato istinto di sopravvivenza, tutto si svolgerebbe in modo naturale, cioè secondo leggi di natura che non implicano giudizi di Bene o Male. Ma dal momento che qualsiasi avvenimento naturale ha un effetto positivo o negativo sulla sopravvivenza, anche l’Essere-Fare-Avere degli Esseri Umani deve presentare una corrispondenza di Bene o Male nei confronti della Sopravvivenza intesa come Legge Fondamentale di questo universo.
    Siamo però legati alla Legge Operativa di Reach e Withdraw che non permette l’assoluto NonEssere-NonFare-NonAvere e questo confonde il Thetan riguardo agli effetti della sua causatività e delle sue creazioni.
    Quando diciamo “Ho fatto…” oppure “Non ho fatto…” e però siamo certi ed onesti nel pensare “che mai avremmo voluto risultasse in quell’effetto” allora comprendiamo quanto siano strette le maglie della rete. Di fatto sappiamo che è letteralmente impossibile agire (o non agire) in maniera perfetta per tutti i punti di vista su tutte le Dinamiche. Nondimeno questo apporta sofferenza e inquietudine soggettivamente ed oggettivamente.
    L’Uomo commette peccati di ogni tipo e di qualunque gravità, ma sempre deve fare i conti con se stesso, perché soltanto il suo Senso Etico riesce veramente ad assolverlo o condannarlo.
    Con giustificazioni, confessioni e perfino con penitenze si può alleviare il peso di overt e di withhold. Positivamente ci si arriva con la comprensione che equivale a riconoscimento di responsabilità.
    Tuttavia, alla fine, l’unico withhold che nessuno può trattenere è un confronto diretto con la propria Coscienza.

  4. Marco

    PARTECIPARE AL GIOCO

    La più alta attività è il partecipare ad un gioco.

    Quando una persona è alta di tono, sa che si tratta di un gioco.
    Quando scende lungo la scala del tono, è sempre meno consapevole del gioco.

    La maggior capacità di pensiero è la DIFFERENZIAZIONE.
    Fintanto che una persona riesce a differenziare, è sana.
    Il suo opposto è l’IDENTIFICAZIONE.

    Perciò la più alta capacità nel partecipare ad un gioco, sarebbe la capacità di conoscere le regole di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato in quel particolare gioco.

    Dal momento che il giusto e lo sbagliato sono considerazioni e dal momento che il gioco stesso è una considerazione, il parteciparvi richiede una grande abilità nel differenziare, ed in particolar modo richiede un’abilità nel conoscere le regole e di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.

    Quando un individuo è incline ad identificare, non è più in grado di differenziare tra le regole del giusto e quelle dello sbagliato, per cui le prime diventano sbagliate e le seconde diventano giuste, ed abbiamo un criminale.”

    Se aveste una cultura che propone il gioco di nessun-gioco per nessuno, una cultura che non avesse essa stessa nessun gioco da proporre a nessuno, una cultura che avesse nel proprio governo la fissazione di trattenere chiunque dal partecipare al gioco che LUI vuole, avremmo ogni genere di malattie curiose, come quelle descritte in varie ideologie tipo il Capitalismo o il Comunismo.

    Il governo, o un’organizzazione, è sano nella misura in cui permette una partecipazione forte e attiva al gioco sociale, e nel giocare al vostro gioco.

  5. GB

    Marco è bello partecipare a un gioco quando lo si è scelto….
    Il gioco attuale: “Lo spread è in erezione, preparate la vaselina”…

  6. GB

    Il gioco democratico: “Di che marca vuoi la vaselina?”…

    • Marco

      Caro GB, ti allego uno scritto (ovviamente di LRH 😉 che credo sia più che mai attuale… dello scritto resta da capire chi siano i nemici (di cui Ron parla nell’articolo)…
      Io credo che questi siano le banche (centrali), che usano sistemi monetari corrotti e perversi per rubare tutto a chiunque. Poi riinvestono il maltolto contro i valori e la sanità di quel popolo.
      Tutta l’irrazionalità che vediamo a livello planetario è voluta… e dunque ben progettata.
      Le banche centrali sono i più grandi depredatori dei popoli…
      Dopo di che resta da capire CHI (come tech di De-PTSamento) ci sia dietro alle banche centrali, ovviamente uomini che odiano i popoli (per motivi che sarebbe da capire meglio, ma noi qualcosa già lo sappiamo, vero?).

      DISTRUZIONE CULTURALE – 30 OTTOBRE 1969

      “ Tecniche di distruzione culturale vennero sviluppate, finanziate e vigorosamente messe in atto.

      Il mondo occidentale, ingenuo e tradizionalista nel campo della sicurezza, mancò miseramente di individuare e risolvere la distruzione culturale, ovvero l’arma principale oggi in pieno uso contro le nazioni occidentali.

      Anche nel caso in cui, nei paesi occidentali, qualche funzionario di sicurezza sospetti confusamente quello che sta succedendo, è probabile che i suoi superiori politici non permettano alcuna azione, dal momento che è stato loro insegnato con cura a credere nell’inevitabile deterioramento dell’uomo nella società moderna.

      L’essenza di questa campagna consiste nel fare sembrare che tutto sia interno e inevitabile, con una spiegazione sociale bell’e pronta per ogni nuovo declino.

      Le spie, come chiama gli agenti nemici chi ne sa veramente poco in materia, venivano generalmente catturate nel momento in cui trasmettono l’informazione, il momento più debole del loro agire.
      La nuova caratteristica della distruzione culturale è che queste “spie”, sono degli agenti che non fanno rapporto. Semplicemente agiscono.

      Avendo ricevuto le loro istruzioni in un certo momento di molto tempo fa, non hanno bisogno di ulteriori istruzioni dettagliate. Semplicemente vanno avanti con la loro attività.

      Tre cose mascherano le loro attività:
      a) assumono delle identità che vengono considerate al di sopra della legge;
      b) sembrano essere indispensabili per risolvere il disordine che essi stessi effettivamente creano;
      c) la portata e la coordinazione delle loro azioni sono troppo incredibili per poter essere comprese da persone che hanno “un punto di vista ragionevole” sulle cose.

      Tutte le prove che dimostrano il loro successo sono bene in vista. Eppure si atteggiano ad autorità indispensabili per raddrizzare quelle condizioni.”

      “Un tasso di criminalità in vertiginoso aumento e una gran diffusione della tossicodipendenza sono i marchi distintivi della sovversione attuata dai servizi di spionaggio e lo sono sempre stati.

      A questi più comuni segnali di attacco contro la popolazione, la distruzione culturale, hanno aggiunto “istruzione scadente”, infermità mentale in vertiginoso aumento, perversione sessuale, conflitti razziali e il sabotaggio di una solida economia.

      L’impulso, in un certo qual modo naturale, di società piuttosto barbare, a imboccare la cattiva strada e a diventar frenetiche, viene esagerato ad un punto tale… che praticamente chiunque è in grado di vedere che questa turbolenza “naturale” è voluta.
      La tecnologia esatta tramite la quale ciò viene fatto, costituisce di per sé uno studio affascinante e illuminante.

      L’Inghilterra ha visto tutto quanto il proprio impero contrarsi, fino al punto in cui gli unici territori esterni che sono indiscutibilmente suo possesso sono la Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord. Un avvenimento che generalmente richiede secoli di declino, è successo nell’arco in un ventennio.

      Gli Stati Uniti, gli eroi conquistatori della seconda guerra mondiale sono ridotti a patteggiare a un tavolo delle conferenze, mentre i loro nemici, delle dimensioni di un francobollo, dirigono dall’interno dei confini statunitensi, campagne pubbliche per portare a termine la guerra.

      Qualunque voce si levi a protestare contro il declino nazionale viene ridotta al silenzio e diffamata, tale è diventata la forza del nemico esterno.

      Le forze di sicurezza del mondo occidentale vedono in tutto questo, solo uno sforzo teso a creare una rivolta interna, in cui loro semplicemente osservano.
      In effetti non si tratta di un tentativo di rivolta.
      Si tratta di distruzione culturale su larga scala.

      Gli originatori ci hanno messo mezzo secolo a demolire totalmente gli standard educativi di base delle popolazioni occidentali e a sostituirli con nuovi valori, o lasciarli privi di valori. Cosa che ha spalancato le porte alla sovversione totale.

      Un esame dei libri di testo che stanno cambiando ed un esame delle degli autori dei testi, del loro colore politico e del loro background, costituisce un’interessante indagine.

      Le istituzioni culturali di base, sulle quali normalmente si conta per tenere alti gli standard della società occidentale, hanno subìto un’infiltrazione: sono state screditate e sono state spazzate via da ogni posizione di potere.

      Al posto di queste istituzioni sono spuntate orde di associazioni “incontestabilmente rispettabili” gestite da truffatori soavi, melliflui e connessi al nemico, i cui consigli mortali vengono ascoltati da congressi e parlamenti con un timore reverenziale, che nelle società vengono di solito riservate ai padri.

      Di recente, i governi di due paesi hanno pagato tutte le spese per dei convegni di agenti nemici che, alloggiati in sontuosi alberghi, attentamente protetti dagli addetti alla sicurezza interna, hanno accuratamente pianificato e messo in atto le fasi successive della distruzione culturale di quei paesi… e, oltre a ciò, a porte accuratamente chiuse, l’annullamento delle costituzioni dei loro ospiti e la cancellazione dei loro confini.
      Una gran parte dei partecipanti provenivano direttamente dal territorio nemico.

      “LE AUTORITÀ”
      Circa una cinquantina di questi “scienziati sociali totalmente rispettabili” di recente sono entrati, venendo direttamente da paesi satelliti, in un paese occidentale, dove, in qualità di “autorità” e “scienziati” per i quali le “eminenti rispettabili società professionali” hanno “garantito”, hanno immediatamente avviato delle attività, meravigliosamente finanziate e interamente al di sopra della legge. Le forze di sicurezza locali erano inquiete in proposito, ma chiaramente non potevano fare nulla a causa di “pressioni dall’alto”.

      La cosa si è spinta a un punto tale che chiunque faccia menzione della cosa viene automaticamente accusato di “vedere un rosso dietro ogni angolo”. L’ultima figura politica statunitense che si rifiutò di credere che fosse un fenomeno “naturale” venne fermato ed assassinato in modo certo, come se fosse stato avvelenato.

      Ci sono molti modi di vincere una competizione fra le nazioni. Laddove una guerra aperta è impossibile o le spie militari non recano profitto, c’è ora la distruzione culturale, uno strumento complesso e che richiede estrema abilità, e che non solo distrugge la volontà di lottare a livello nazionale, ma anche riduce e distrugge moralmente la fibra sociale ed economica del nemico.

      Se non vengono intraprese delle azioni, se questa tendenza non viene arrestata, tra un decennio il mondo occidentale sarà morto.”

      Forse “un decennio” era un po’ troppo pessimistico… ma di sicuro Ron avrebbe potuto dire un secolo (che cmq è pochissimo)… perché la distruzione della civiltà onesta e democratica è in corso a pieno ritmo.
      Essere esposti alle “bizze” degli speculatori (i possessori del denaro rastrellato tramite gravi sistemi antidemocratici, leggi ultracapitalismo) è una strategia voluta.

      Per evitare l’esposizione a questi “spread” basterebbe NON AVERE IL FALSO DEBITO STATALE. La più grande truffa (cha come corollario fa milioni di morti per fame nel 3° mondo) contro i popoli occidentali.

      Il debito è una truffa… ed i truffati stanno soccombendo alla grande.
      Questo è uno dei sistemi più efficace per sottomettere i popoli.

      Ed ha ragione LRH quando dice che è in atto una distruzione culturale… anche tramite un’istruzione controllata (ovvero deviata e piena di falsità) che non fa capire cosa sta succedendo nel mondo… anzi ci viene detto che “beh, è inevitabile che sia così che vanno le cose…”.

      Dico questo perché basterebbe un po’ di corretta informazione per capire quello che succede…

      Per esempio, riguardo a questa “spada di Damocle” che è il debito pubblico, alla mercé degli speculatori… basterebbe rispondere a questa semplicissima domanda: “se il denaro lo emette lo Stato (come tutti pensano), come mai lo Stato stesso ha tutti questi debiti, a mò di cappio al collo?”

      Già… : “se stampo ed emetto denaro come mai ho un debito?”

      • GB

        Ma in matrix che senso ha un processing basato su overt e withhold?… resti comunque uno schiavo e, forse, uno schiavo migliore…
        Non servirebbe piuttosto un processing a suon di pillole rosse?

        • Marco

          IL CLEARING Una conferenza del 4 luglio 1959

          Mah, ad ogni modo… : questa idea che una vita interessante debba essere una vita confusa, frenetica, miserabile…. Questo non è assolutamente vero.

          Ripensate ai migliori giorni che avete mai vissuto e sono sicuro che i giorni a cui ripensate, e che trovate più interessanti, sono quelli in cui tutto andava alla perfezione. il che etichetta come bugia quell’affermazione aberrata.
          L’unico effetto che l’aberrazione produce è quello di dire a tutti che “sarebbe molto meglio che tutto fosse confuso”.
          Infatti il postulato globale che circonda l’aberrazione non è: “Che la luce sia”, ma: “Che la confusione sia”.

          E la scusa che utilizzano per fare ciò, fra le tante scuse, è che se la vita non è confusa e distruttiva, e così via, non è interessante. E naturalmente, questo non è assolutamente vero.

          Un Clear sfugge a questo circolo vizioso, a questa corsa sfrenata, ed è capace di vedere le cose come sono.”

          “Un Clear MEST è Clear sulla prima dinamica.
          Un Clear Theta è Clear sulla prima, seconda e terza.
          Quando osservate qualsiasi stato superiore a questo, state guardando su verso OT.

          Quando una persona diventa Clear sulla sesta dinamica, per esempio, deve continuare a porre in esistenza il mondo per lui stesso.

          Esso dev’essere un postulato totale, finché alla fine lui decide di porlo in esistenza tramite postulato, poi si ricorda che lo sta ponendo in esistenza tramite postulato e allora sta bene… ha ancora qualcosa su cui camminare, una cosa che per una persona aberrata sarebbe di grande sollievo, ma che per un Clear è solo qualcosa che sa che deve fare. Capite?

          La vita che stiamo vivendo non è necessariamente tutta la vita che c’è da vivere… ma per avere un orizzonte più esteso bisogna essere in grado di guardare in modo più esteso.

          Guardando in modo più esteso, vivendo in modo più esteso, essendo meno fissato e limitato da ciò che si dovrebbe fare e da come si dovrebbe essere, un Clear è capace di vivere e generare esperienze adeguate a una vita molto più interessante.

          Perciò, questo è uno stato che vale la pena di raggiungere.

          Oggi può essere raggiunto.
          Nessuno vi sta facendo un discorso da imbonitore.
          Dianetics: la forza del pensiero sul corpo parla dei Clear, i Clear sono stati creati. Per molto tempo sono caduti un po’ nell’oblio; sono saltati fuori un’altra volta nel ’57. Da allora continuiamo a farli.

          Tuttavia, abbiamo creato principalmente Clear MEST, e questi sparivano gradualmente e ricomparivano.

          Adesso stiamo creando dei Clear Theta … e adesso sono in circolazione.

          E il “vecchio” ultimamente è interessato a mettere insieme una mezza dozzina di OT per vedere se possiamo raddrizzare le cose, tutto per bene e nel modo appropriato.

          Allora, siete più informati, adesso?

          Grazie.”

          • Diogene

            Marco, ottima scelta.
            Non avevo ancora letto questa citazione di LRH quando ho postato il mio commento di poco fa. La sesta dinamica è un osso duro per un thetan. Non riesce a rinunciare alle sue abilità “terrene” se prima non acquisisce l’abilità stratosferica che qui Ron definisce “un postulato totale”. Ma anche così rischia di intrappolarsi da se medesimo se poi non “si ricorda di averlo messo lui in esistenza tramite postulato”.
            Reach e Withdraw senza se e senza ma.
            Inconcepibile per un umano.

        • Diogene

          GB il tuo umorismo è davvero raffinato 🙂
          Ben vengano queste pillole rosse!
          Ma quelle blu, a quanto mi dicono, fanno un altro effetto…

  7. Diogene

    Quando pensiamo di essere intrappolati in questo universo MEST, in realtà comprendiamo che siamo intrappolati dalle nostre considerazioni.
    L’universo MEST, Sesta Dinamica, è l’anello di congiunzione (o la barriera più formidabile) tra la Quinta Dinamica (Vita) e la Settima (Esseri Spirituali).
    La nostra condizione di Esseri Umani, Quarta Dinamica, ci permette di avere una relativa conoscenza delle altre forme di vita (Quinta Dinamica), ma il fatto di percepire il MEST come realtà e di ritenere che tutti gli esseri viventi siano soggetti alle leggi del MEST che conosciamo ci impedisce di avere una piena consapevolezza della quantità e qualità di Esistenze che Esseri Spirituali come noi o diversi da noi possono sperimentare.
    Se è giusta la teoria scientologica che ritiene il MEST una illusione o più precisamente una catena di considerazioni condivise (auto-generate o imposte), allora è vero che viviamo in un Bank, una specie di Matrix.
    Uscire dal MEST diventa un’impresa… (mettete voi l’aggettivo).
    Se seguiamo questa teoria, dobbiamo anche convincerci che, come la Quarta fa parte della Quinta D, anche la Quinta D. è solo una parte della Settima D. Ma che la Sesta è una illusione, un incantesimo, un imbroglio, di questo abbiamo abbondanza di prove, perché è il gioco a cui giochiamo.
    Ed è il gioco aberrato di una Settima che si immedesima nella Sesta.
    Dove sta il passaggio verso l’alto? Nella morte del corpo, come insegnato da molte religioni, o nell’acquisizione di una certezza assoluta di Sé? In ambedue i casi sembra che un distacco dal Mest sia necessario, non tanto come distacco dal corpo ma come distacco dalla mente.
    Si potrebbe intravvedere una strada nelle parole che LRH usa nella conferenza di questo post quando dice:
    “Naturalmente, se conosceste l’anatomia del bank reattivo, che è composto di overt e withhold, se sapeste che state cercando di ristabilire la sua knowingness in primo luogo, poi il suo autodeterminismo in relazione a queste azioni e via dicendo. se conosceste queste cose, potreste audire quasi per definizione”.
    Forse non sarà la via della salvezza, ma probabilmente è ciò che serve per una vita meno condizionata e meno condizionante.

    • Marco

      Caro Diogene, sei proprio un portento… sempre impegnato con il tuo lanternino a cercare ogni sfumatura necessaria a comprendere…

      Ti dedico questo articolo di LRH… e/ma ti faccio una domanda: dopo averlo letto, mi dici se ti pare che sia proprio così?
      Che sia possibile arrivare a “Quando semplicemente si comincia a percepire l’universo MEST nel presente e a esaminare quello che si vede, con l’idea che si può essere ciò che si vede, si perde tutta la paura dell’universo MEST.” ?
      Un caro saluto

      “UN UNIVERSO È DEFINITO come “un intero sistema di cose create”.
      Ci potrebbero essere e ci sono molti universi e ci potrebbero essere molti tipi di universi.

      Per i nostri scopi qui, siamo interessati a due particolari universi.

      Il primo di questi è l’universo MEST, che è la realtà concordata di materia, energia, spazio e tempo che usiamo come punti di ancoraggio e attraverso cui comunichiamo.
      L’altro è il nostro universo personale, che è anch’esso una questione di energia e di spazio.

      Questi due universi sono completamente differenti e si potrebbe dire che la principale confusione ed aberrazione dell’individuo provenga dall’aver confuso l’uno con l’altro.

      Laddove questi due universi si sono incrociati nella mente dell’individuo, troviamo una confusione del controllo e del possesso a causa del fatto che i due universi non si comportano allo stesso modo.

      Anche se ognuno di questi universi è stato a quanto pare costruito con lo stesso modus operandi di qualsiasi altro universo (vale a dire, la creazione di spazio emettendo punti di ancoraggio, e la formazione di forme per mezzo di combinazioni di punti di dimensione), l’universo MEST e l’universo proprio non si comportano allo stesso modo per quella persona.

      L’universo proprio è soggetto a creazione e distruzione immediate, da parte della persona stessa e senza discussione.
      La persona può creare spazio e portarlo in uno “stato permanente”.
      Può creare e combinare le forme in quello spazio e far muovere tali forme.
      E può rendere quel movimento ininterrottamente automatico oppure può regolarlo ogni tanto, o può regolarlo completamente, e tutto tramite postulato.
      L’immagine fatta comparire nell’universo proprio è estremamente chiara.
      La realtà che si ha dell’universo proprio è più nitida e più brillante, caso mai, della realtà che si ha dell’universo MEST.

      Noi chiamiamo l’atteggiamento di una persona verso l’universo proprio, “realtà effettiva” e il suo atteggiamento verso l’universo MEST, dato che è basato sull’accordo, “realtà”.

      A meno che un individuo non sia ad un livello operativo molto elevato, egli pensa che sia necessario usare forza fisica, applicare forze dell’universo MEST alle forze dell’universo MEST, per avere azione, movimento e nuove forme.

      La sua attività nell’universo MEST consiste nel gestire l’energia, e la sua capacità di esistere nell’universo MEST dipende dalla sua capacità di usare la forza.

      La propria capacità di gestire l’universo MEST dipende dal non rinunciare al proprio diritto di usare la forza, diritto di dare ordini, diritto di punire, diritto di amministrare giustizia personale e così via.

      Nell’universo MEST ci troviamo davanti a una scena cruda e brutale, in cui forze gigantesche premono e in cui il fine di tutto sembra essere solamente la distruzione.

      Paradossalmente, nell’universo MEST, è possibile solamente la distruzione della forma, visto che, secondo la legge della “conservazione dell’energia”, la distruzione di oggetti materiali veri e propri è impossibile, visto che se ne può ottenere solo la trasformazione.

      Nell’universo MEST l’etica sembra essere un rischio.
      L’onestà è praticamente impossibile, salvo quando si è armati di forze di vasta potenza.
      Solo l’individuo forte può permettersi di essere etico.

      Eppure l’uso della forza non genera nient’altro che l’uso della forza.

      Nell’universo MEST ci troviamo ad affrontare paradossi su paradossi, per quanto riguarda il comportamento, perchè il comportamento nell’universo MEST è regolato dallo stimolo-risposta e non dal pensiero o ragionamento analitici.

      L’universo MEST esige da noi un’obbedienza e un accordo completo e totale sotto la minaccia di sterminio.
      Eppure quando si è entrati del tutto in accordo con l’universo MEST, ci si ritrova incapaci di percepirlo con chiarezza.

      Nell’universo proprio, d’altro canto, l’onestà, l’etica, la felicità, il buon comportamento, la giustizia, diventano tutti possibili.

      Nella vita di quasi ogni individuo ha presto inizio un’azione di controllo, in cui la sua immaginazione viene condannata. L’universo proprio non è immaginario, ma si potrebbe dire che lo sia.

      E se la sua immaginazione è condannata, allora egli perde la capacità di abbellire la durezza e brutalità dell’universo MEST con speranze e sogni. Quando perde questo, diventa schiavo dell’universo MEST. E, da schiavo, perisce.

      La sua strada verso l’immortalità, quindi, sta in una direzione diversa dal completo accordo servile all’universo MEST e dalla gestione e trasformazione delle forze dell’universo MEST.
      Questa è una questione che è stata sottoposta continuamente a test.

      Ed è profondamente sorprendente per le persone scoprire che la riabilitazione della loro capacità creativa, del loro spazio, delle loro immagini, riabilita anche la loro capacità di stare di fronte all’universo MEST con un atteggiamento forte ed etico.

      Il Processing Creativo (specialmente dove separa tutto il pensiero dal pensiero che riguarda l’universo MEST e avanza verso la riabilitazione dell’universo proprio senza prestare alcuna attenzione all’universo MEST) è un livello di processing che produce risultati eccellenti ed è un qualcosa su cui fare affidamento con qualsiasi caso, poco importa quanto sia difficile.

      D’altro canto, la riabilitazione dell’universo MEST stesso, per come la vede l’individuo, riesce a fare moltissimo nel processing e si potrebbe dire che sia paragonabile alla riabilitazione dell’universo proprio.

      Ma la riabilitazione della propria capacità di percepire l’universo MEST, dipende dalla propria capacità di percepire il presente, dalla riabilitazione di tale capacità.
      Indugiare nel passato dell’universo MEST, o nel suo futuro, è inutile.

      Pensare all’universo MEST, cercare di predire l’universo MEST, pianificare per riorganizzare e gestire l’universo MEST, tutto ciò sconfigge la propria capacità di controllare l’universo MEST.

      Quando semplicemente si comincia a percepire l’universo MEST nel presente e a esaminare quello che si vede, con l’idea che si può essere ciò che si vede, si perde tutta la paura dell’universo MEST.

      C’è un procedimento di differenziazione nell’universo proprio; un procedimento di differenziazione esclusivamente per l’universo MEST; e un procedimento di differenziazione che stacca l’universo proprio dall’universo MEST.

      Il primo di tali procedimenti ha semplicemente a che fare con la ricostruzione dell’universo proprio senza mettere alcuna attenzione sull’universo MEST.

      Il secondo fa entrare in contatto l’individuo con il presente dell’universo MEST e gli fa osservare quel presente in continuazione.

      Il terzo differenzia tra l’universo MEST e l’universo proprio e consiste nel fare il mock-up nell’universo proprio di un duplicato di ogni oggetto dell’universo MEST che si possa percepire, e poi nel metterli veramente a confronto gli uni con gli altri (questo procedimento viene chiamato Duplicare).

      Il creare spazio e il fare mock-up di cose, equivale alla riabilitazione dell’universo proprio ed è un procedimento di primaria importanza.

      Fare una differenziazione tra due oggetti simili nell’universo MEST (quali due libri, due sedie, due spazi) con la propria vista MEST, riesce a fare molto riguardo alla capacità di stare di fronte e gestire l’universo MEST.

      Fare mock-up di duplicati dell’universo MEST (vale a dire, costruire un universo parallelo all’universo MEST ) è il meccanismo tramite il quale i facsimili vengono creati, e questo procedimento mette sotto controllo i meccanismi che creano i facsimili.

      Si può vedere che il simbolo dell’infinito messo in piedi dà il numero otto.
      La definizione originale di Scientology 8-8008 era: “L’ottenimento dell’infinito (8) tramite la riduzione dell’apparente infinito (8) e potere dell’universo MEST fino ad uno zero (0) per se stessi, e l’aumento dell’apparente zero (0) dell’universo proprio fino ad un infinito (8) per se stessi”.

      Questo è un procedimento ideale e teorico.
      Non è necessariamente raggiungibile nella realtà effettiva o nella realtà, ma potrebbe benissimo essere così.

      Perciò, Scientology 8-8008 non è un semplice numero, ma serve a imprimere nella mente dell’individuo un percorso con cui può riabilitare se stesso, le sue capacità, la sua etica e le sue mete.

  8. Diogene

    Caro Marco, mi metti in difficoltà facendomi leggere un brano di LRH e chiedendomi di esprimere poi un mio parere. Se lui ha scritto così, è probabile che sia così ed è certamente così per come l’ha vista lui.
    A noi il compito di verificare queste cose in base alla nostra esperienza, anche se dopo diventa difficile convertire le nostre deduzioni o intuizioni in un linguaggio che le possa trasferire a qualcun altro. Se questo processo di comunicazione fosse semplice, Ron non avrebbe avuto la necessità di scrivere tutto quello che ha scritto e di ribadirlo in migliaia di conferenze.
    Io uso questo blog come un taccuino di appunti per le cognitions che posso avere sugli argomenti proposti e non mi ritengo in grado di dare lezioni a nessuno. Ripeto questo concetto perché la risposta alla tua richiesta, Marco, prevede che io dica cose che forse non so spiegare.
    Ma siamo tra amici, e quindi ci provo.
    Dal brano in questione prendo le seguenti affermazioni di LRH:

    “Il creare spazio e il fare mock-up di cose, equivale alla riabilitazione dell’universo proprio ed è un procedimento di primaria importanza.”
    ……….
    “Ma la riabilitazione della propria capacità di percepire l’universo MEST, dipende dalla propria capacità di percepire il presente, dalla riabilitazione di tale capacità.
    Indugiare nel passato dell’universo MEST, o nel suo futuro, è inutile.
    Pensare all’universo MEST, cercare di predire l’universo MEST, pianificare per riorganizzare e gestire l’universo MEST, tutto ciò sconfigge la propria capacità di controllare l’universo MEST.
    Quando semplicemente si comincia a percepire l’universo MEST nel presente e a esaminare quello che si vede, con l’idea che si può essere ciò che si vede, si perde tutta la paura dell’universo MEST.”

    Qui la parola chiave che apre prospettive inimmaginabili da un punto di vista pratico è il sostantivo “PRESENTE”

    In data 29 ottobre 2016 alle 23:26 sul post “Vendite ideali” ho messo un commento di non facile interpretazione in cui ho la pretesa di dire:
    “La storia (il passato) sembra ripetersi, ma non è duplicabile. Si potrebbe pensare di poter duplicare il presente, l’attimo che stiamo vivendo: ma la nostra mente è sempre in ritardo rispetto all’as-is di ogni attimo. Noi viviamo nel “dopo”.
    Solo il mock-up è “presente” nel mondo fisico. Per questo diventa quasi impossibile che altri riescano a percepire un mock-up di qualcun altro.
    Tuttavia, il mock-up è l’unica fase creativa in questo universo ed il fatto che sia essenzialmente individuale non lo rende meno potente, dato che può letteralmente influenzare il resto dell’umanità.
    Lo spirito può mockappare il mest in ogni sua componente e registrare il mest nella sua unità. Se noi siamo qui è perché lo sappiamo fare e dunque “sappiamo” di essere “qui”.
    (…)
    La vera libertà (da tutto il resto) consiste nel saper anticipare il presente, prima ancora che esso si manifesti. Nel saper “duplicare l’adesso” prima ancora di “confrontarlo”. //

    Sono parole mie e, per carità, prendetele per il verso che volete.
    Ma la citazione di LRH mi stimola ad approfondire la parola “PRESENTE” basandomi su alcuni concetti fondamentali di Scn.
    Sembra importante e quindi la valuto anche in base alla mia esperienza.

    Stiamo parlando del MEST (Sesta Dinamica) che nell’esperienza comune diventa “realtà”. E’ una realtà assunta (non presunta, ma assunta) dalla Settima Dinamica allorché prende una forma e vi si identifica dando così origine ad una Forma MEST Vivente (Quinta Dinamica).
    Dalla Quarta Dinamica fino alla Prima trattiamo dell’Uomo, come Essere Sociale ed individuale. In quell’ambito l’Uomo si è praticamente arreso all’evidenza e ai capricci del MEST per il fatto stesso che ne fa parte in quanto Spirito+Corpo. Ma come si è convinto di esserci?
    Qualsiasi sia il motivo per cui l’ha fatto, il Thetan (che comunque risponde alle Leggi dello Spirito e, presumo, degli Spiriti di Settima Dinamica) ha commesso un Overt considerando “vera” la Bugia-MEST e un Withhold allontanandosi dalla sua vera natura e appartenenza.
    Una certa schiera di Thetan soffre questa “discesa” nel MEST e cerca i modi per “liberarsene”.
    Sia il corpo che la mente fanno parte del MEST. La teoria porta a ritenere che “liberando” la mente e rendendo il Thetan sempre più consapevole ed auto-determinato, il corpo potrà essere abbandonato senza rimpianto oppure controllato (come ad esempio un uomo fa col proprio cane) se il thetan vorrà continuare nella randomity del MEST.
    Sto semplificando molto un quadro d’insieme assai complesso, ma sto solo usando della logica. Per i dettagli consultate LRH o voi stessi.

    Perché riuscire ad osservare “il presente” sarebbe un modo per acquisire più verità sulla realtà?
    Penso che nel reame della Settima Dinamica (e la creazione di un proprio personale universo ce ne dà un’idea) non c’è il Tempo ma un Presente Continuo che viene percepito come Consapevolezza di Esistere.
    Ne abbiamo forse un esempio nel sogno, dove siamo coscienti di vedere e di partecipare a qualcosa che esula da tutte le leggi del MEST. Infatti ce ne infischiamo e lasciamo che la fantasia o altri meccanismi automatici creino ambienti e situazioni anche senza il nostro diretto intervento. Questo a volte ci piace talmente che il sogno ci appare vero. E ci appare talmente vero che crediamo stia accadendo. Così succede che l’illusione diventa vera.
    Più o meno allo stesso modo un Thetan “afferra” un’illusione sua o di altri thetan e dal momento in cui decide di trattenerla ecco che ha creato una copia imperfetta, un punto fisso, un tempo presente. Sono i presupposti per “entrare” in una dimensione spazio-temporale e se ne trova una già bell’e pronta la adotta come realtà personale.
    Forse non è necessario uscire dal gioco intrigante della vita, se la si vive attimo per attimo consapevolmente.
    In teoria, per un essere umano, il presente consiste in quell’attimo quasi impercettibile che intercorre tra un attimo che finisce ed un attimo che inizia. Filosoficamente, un momento passato non esiste più e un momento futuro ancora non c’è. Eppure il presente è sempre presente.
    Il presente è ciò che E’.
    Il concetto di “presente” è la considerazione che sta alla base di tutte le considerazioni.

    • GB

      “La vera libertà (da tutto il resto) consiste nel saper anticipare il presente, prima ancora che esso si manifesti. Nel saper “duplicare l’adesso” prima ancora di “confrontarlo”.”

      Mi piace molto questo concetto. Come 0 il thetan è oltre il MEST quindi non si tratta di “anticipare” nel senso temporale, ma di fare un as-is momento per momento nell’eterno presente che è la sua stessa coscienza.
      Grazie Diogene!

      • Diogene

        Apprezzo e condivido la tua sintesi GB,
        Ma possiamo tentare di affinare ancora di più il concetto se lo esaminiamo, per così dire, al microscopio.
        La teoria ci insegna che fare as-is momento per momento sarebbe la condizione ideale, possibile solo per un thetan allo stato puro, in grado di creare e dis-creare la stessa cosa in assenza di tempo perché il “presente” da lui osservato non permetterebbe né passato né futuro. Qualora “trattenesse” una parte (o un’immagine) qualsiasi della sua creazione lui avrebbe una condizione di alter-is e quindi di Tempo-Mest.
        Non so se esistono Esseri capaci di starsene al di fuori di un universo Mest, semplicemente in un (loro) universo non contaminato da MEST e ARC. Noi solo questo conosciamo perché condividiamo MEST e ARC,
        Nella nostra realtà, siamo attori e spettatori allo stesso tempo.
        Noi “viviamo” lo spettacolo. Anche quando siamo causa e consapevolmente ci osserviamo, quello che percepiamo è l’effetto. Quando ho scritto che noi, partecipi di questo universo, viviamo nel DOPO, ho inteso porre l’attenzione sul fatto che tutto quello che percepiamo coi nostri sensi E’ GIA’ AVVENUTO. Anche quando un postulato è all’origine di un cambiamento (di forma, stato, randomity,…) riusciamo ad intuirlo soltanto dopo che si è manifestato.
        E’ tramite il MEST che noi Umani ci procuriamo il gioco o lo spettacolo. Il Mest stesso produce involontariamente effetti imprevedibili che agiscono come variabili nei giochi che tutti gli Esseri Viventi si affannano a portare avanti per piacere o a rischio della propria sopravvivenza.
        Se siamo Esseri immortali in questo gioco, dovremmo sapere che il suo fine non è la sopravvivenza infinita di ciascuno di noi, bensì la sopravvivenza di un gioco infinito. Un’idea che a noi sembra paradossale, ma è l’infinito stesso che di certo è un paradosso in un ambiente Mest.
        L’infinito, per definizione, non ammette cambiamento. Esprime l’idea che non abbia né inizio né fine e noi che ci troviamo qui da quell’idea siamo scappati.
        Preferiamo un “presente continuo”, ma che si rinnova.
        Preferiamo “vedere” esattamente ciò che E’, ma desideriamo che cambi. Noi “sappiamo” che cambierà e che se non sarà tramite postulato, sarà tramite considerazione.
        Queste sono le qualità di cui possiamo disporre e se le usiamo correttamente possiamo riuscire ad afferrare il Mest per le corna e forse a cavalcarlo.
        Spero di aver fornito qualche ulteriore spunto di riflessione.

      • Diogene

        Noi parliamo di teoria, lo so…
        Ma tutto ciò che pensiamo sia impossibile, non è impossibile pensarlo.
        E niente di umano si concretizza, che prima non sia pensato.
        Non tutto ciò che stai pensando è vero, ma è vero che lo stai pensando.
        E questo prova che la vita è pensiero e che il pensiero è vita.

    • Marco

      Grazie Diogene per l’interrelazione… è sempre interessante scambiarsi delle opinioni su questi argomenti di alta speculazione filosofica…

      Ora devo andare al lavoro e dunque ho poco tempo… magari/forse, se continuiamo, rimando a domani uno speculare più corposo…

      Per intanto metto in rilievo solo una parte del tuo scritto…

      Penso che nel reame della Settima Dinamica (e la creazione di un proprio personale universo ce ne dà un’idea) non c’è il Tempo ma un Presente Continuo che viene percepito come Consapevolezza di Esistere.

      DA “I FATTORI”

      23
      Gli universi sono allora tre: l’universo creato da un punto di vista, l’universo creato da ogni altro punto di vista e l’universo materiale ossia l’universo creato dall’azione in comune dei punti di vista, sul cui mantenimento vi è accordo.

      24
      E i punti di vista non sono mai visibili.
      Ed dunque i punti di vista considerano sempre più preziosi i visibili punti di dimensione.

      Ed i punti di vista tentano di diventare i punti di ancoraggio e dimenticano di poter creare essi stessi nuovi punti, nuovo spazio e nuove forme.

      Si giunge in tal modo alla scarsità.

      Ed i punti di dimensione possono perire e i punti di vista ritengono quindi di poter perire anch’essi.

      25
      Così si giunge alla morte.

      26
      Così hanno origine le manifestazioni di piacere e di dolore, di pensiero, di emozione e di sforzo, di riflessione, di sensazione, di affinità, di realtà, di comunicazione, di comportamento e di Essere, e a quanto pare qui si trovano gli enigmi del nostro universo, e la loro soluzione.

      27
      Esiste la condizione di Essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire.

      28
      La soluzione di ogni problema qui posto consiste:
      -nel determinare punti di vista e punti di dimensione,
      -nel migliorare la condizione e il concorso dei punti di dimensione,
      -perciò dei punti di vista,
      -nel porre rimedio all’abbondanza o alla scarsità di ogni cosa, gradevole o brutta che sia,
      -riabilitando la capacità del punto di vista di
      -assumere punti da cui guardare,
      -poi creare e annientare, trascurare, avviare, cambiare e fermare punti di dimensione di ogni tipo a discrezione del punto di vista stesso.

      Dev’essere riguadagnata la certezza in tutti e tre gli universi, poiché la certezza, e non i dati, è conoscenza.

      ASSIOMI

      Assioma 3
      Spazio, energia, oggetti, forma e tempo sono il prodotto di considerazioni fatte, e/o accordate, dallo statico; vengono percepiti unicamente perché lo statico considera di poterli percepire.

      Assioma 5
      L’energia consiste di particelle postulate nello spazio.

      Assioma 6
      Gli oggetti consistono di particelle raggruppate.

      Assioma 7
      Il tempo è fondamentalmente un postulato (N.d.R una decisione) che lo spazio e le particelle dureranno.

      Assioma 8
      L’apparenza del tempo è il cambiamento di posizione delle particelle nello spazio.

      Assioma 9 il cambiamento: è la manifestazione primaria del tempo

      Assioma 11
      Le considerazioni che producono condizioni d’esistenza sono quadruplici:

      a. As-isness è la condizione di creazione immediata senza persistenza, ed è la condizione di esistenza che si verifica al momento della creazione e al momento della distruzione, ed è diversa da altre considerazioni in quanto non contiene sopravvivenza.

      b. Alter-isness è la considerazione che, al fine di ottenere persistenza, apporta cambiamento all’as-isness e perciò v’introduce tempo e persistenza.

      c. Isness è un’apparenza d’esistenza prodotta dalla continua alterazione dell’As-isness. Quando la sua esistenza è concordata, la si chiama realtà.

      d. Not-isness è lo sforzo di manipolare l’isness, riducendone la condizione attraverso l’uso della forza. Si tratta solo di un’apparenza e non può sopprimere completamente l’isness.

      OK. Copia/ incollato questa “roba” non mi resta da dire che questa “roba” a me fa senso e mi piace molto.

      Io credo che l’Essere quando ha deciso di Esistere (Essere) lo ha deciso per sempre…
      Ovvero: potrà mai tornare al Corpo Centrale Theta… ed annullarsi in esso?

      Credo proprio di no… è la logica filosofica che mi fa intuire questo: una volta che hai deciso di esistere esisti e basta.
      Ormai ha provato a te stesso che Esisti e non puoi fare Not-is di ciò.

      Dopo di che, esisti se vieni “visto” da qualcun altro…
      L’universo Mest sembra abbia questo scopo: essere l’universo di incontro tra Thetan: un po’ come “vediamo al bar questa sera” (“altrimenti non esisti… semplicemente perché non ti vedo… se non ti vedo significa che non ci sei…”).

      Dopo di che esiste il presente, perché il presente ci fa incontrare…
      Ed il presente è il “divenire”, che le persone devono cavalcare…
      Devi esserci nel presente: perché altrimenti in qualche misura non sei presente (non sei presente all’appello, non ci sei 😉 .

      Il presente è il divenire e il thetan deve osservare il divenire (da qui essere nel “Tempo Presente”)… se è un po’ nel passato (a risolvere i suoi problemi/cariche) non è consequenziale con il divenire, nel presente (e dunque è invece un po’ irrazionale/aberrato).

      Ma essere nel presente non è cosi facile, perché… perché tende a pensare che è più urgente risolvere i suoi problemi nel/del passato…
      Finisce con il pensare le più strane cose del presente… tipo: 27 Esiste la condizione di Essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire.
      Ovvero perde la consapevolezza di se e pensia che deve per forza essere nel presente per esserci.

      Il tutto diventa una frenesia ed un tubamento… con varie speculazioni al riguardo di cose semplici come : “cos’è il presente?”.

      Parliamo del presente perché abbiamo un sacco di cose da risolvere nel passato… cosi “si fa fatica” a stare nel presente.

      Se non avessimo nulla da risolvere nel passato… saremo semplicemente presenti… magari progettando qualcosa per il futuro (un palazzo, una strada, una partita di calcio… -non sono d’accordo che non si debba “essere nel futuro”… lo si deve essere in qualche modo… consapevolmente e produttivamente).

      La tech cerca prima di tutto di renderti consapevole che esiste un presente e poi che è indispensabile essere nel presente per comunicare (“vederci l’un l’altro”).
      Poi ti risolve le cariche che tendono a far stare nel passato…
      Dopo di che (su in alto sul Ponte) arrivi che capisci, semplicemente, Essere.

      Ma cmq poi credo che senza un universo comune dove incontrarci non ci sia l’evidenza che tu ci sei/esisti…
      E dove ci si incontra? In un universo: un sistema coordinato di cose e/o di evidenze evidenti (comuni e condivise = realtà) per tutti.

      E più sarai nel Presente (nel momento d’incontro che diviene continuamente) più ti godrai la tua esistenza e quella degli altri.

      L’unica altra cosa che mi sovviene da aggiungere è che… beh, detto tutto questo si può anche dire che di sicuro esistono molti universi… dove uno sta in base a dove gli piace di più essere… (a parte le soppressioni ed imprigionamenti vari).

      Spero di aver scritto che si capisca…
      Grazie della possibilità di comunicare.

      E nel presente, ti mando “virtuale” caro abbraccio 😉

      • Diogene

        Marco, secondo me hai detto cose giuste, ma le hai mischiate un po’, forse per la fretta di scriverle, forse per imprecisioni di carattere semantico.
        Tu comprendi la teoria dell’essere, ma caschi nella pratica del divenire.
        Non ti è reale che puoi tenere le due cose separate?
        Hai citato l’Assioma 27 “Esiste la condizione di Essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire”. Quel “ma” dopo la virgola fa la differenza.
        Credi davvero che per “esserci” (= essere in un posto) devi essere visto da qualcuno, incontrare qualcun altro? E dove sarebbe la “consapevolezza di sé”?
        E se “sai di essere” (= esistere, “essere”, non essere qualcuno) hai proprio bisogno di avere un passato e aspettare un futuro per sentirti “presente”?
        Sei tu il presente e la tua esperienza ti rassicura che tu sei nel “tempo presente” quando TU sei presente, consapevole di “essere presente” e presente in ogni attimo che ritieni successivo, ma che all’istante ridiventa presente perché tu sei presente.
        E se dunque controlli il presente (= te stesso e il tuo potere nel presente), allora sei in grado di controllare il futuro (= il successivo presente).
        E’ roba da OT? Guarda che quando lo facciamo bene, siamo tutti OT.
        Ma se non lo facciamo bene, dobbiamo scoprire il perché.
        Dobbiamo “entrare” in noi prima di arrivare ad “uscire”.
        Il presente non ha fretta e in verità è l’unica casa (casa, non cosa) che c’è.
        E chi c’è è presente, solo che (stranamente) non tutti lo sanno.

        • Marco

          Diogene, sono d’accordo con te solo in parte… ed ora argomento al riguardo.
          Ma hai ragione nel dire che ho mischiato e che ho scritto il mio precedente commento in fretta… me ne sono accorto anch’io rileggendomi.
          Credo per la fretta, ma anche a causa dell’aver raggiunto un bel po’ di release (essere abbastanza flat su questi argomenti), per cui faccio un po’ fatica a concentrarmi nello scrivere… tutto un po’ mi sfugge… è senz’altro “colpa” dei troppi as-is che ho raggiunto in auditing.

          Dici Assioma 27 “Esiste la condizione di Essere, ma l’uomo crede che esista solo il divenire”. Quel “ma” dopo la virgola fa la differenza.
          Si vero, il “ma” dice qualcosa, ma non dice il contrario di quello che precede.
          Quello su cui va messa l’attenzione (in questa frase) non è solo il “ma”, c’è anche il “solo”. Il “ma” non sta negando l’esistenza del divenire.

          Ovvero io capisco questo da questo assioma: “esiste la condizione di Essere ed esiste il divenire.” ; “ma l’uomo crede esista solo il divenire”.
          Dunque: l’uomo non conosce/non crede/non percepisce la condizione di Essere.

          Dunque il divenire esiste; e il divenire è una serie di momenti.

          A palla: ovvio che vivi nel presente ed Esisti (condizione consapevole di Essere)… ma non è ovvio che non serve pensare/occuparsi del futuro come mi pare vuoi far capire (dici E se dunque controlli il presente (= te stesso e il tuo potere nel presente), allora sei in grado di controllare il futuro (= il successivo presente). ).
          Controlli il futuro se sei nel presente, è certo, e/ma se lo postuli (progetti/programmi), questo stavo dicendo precedentemente, e ribadisco.

          Secondo me non controlli il futuro semplicemente perché sei nel presente con controlo, senza far null’altro che essere li a proprio agio.
          Controlli il futuro se pensi/postuli qualcosa al riguardo; se rimani senza cibo nel frigo, postuli/programmi di andare al supermercato alla tal ora, nel momento in cui sei libero di andarci dopo il lavoro (un semplice esempio).
          Questo è un Essere nel presente, e/ma un occuparsi del futuro.
          Dunque il futuro esiste, anche se solo come idea.

          Ma per più chiarezza: cos’è la condizione di Essere?
          E’ esistere, esserci. Si ma dove? Beh, in uno spazio. Ovvero Esisti (ci sei) in uno spazio.
          FONTE DELL’ENERGIA DELLA VITA
          14 NOV ’52 ESSERE FARE E AVERE
          Lo spazio è “Essere”.
          Ora, il motivo per cui lo spazio è “Essere”, è che una persona può Essere senza agire. Giusto? Non ha bisogno di movimento per Essere.
          Ma Essere dove? Beh, “lì”. Serve uno spazio.

          Si, ma che cos’è uno spazio?
          Assioma 4 “Lo spazio è un punto di vista della dimensione”.
          Lo spazio dunque è un’area delimitata che Theta ha creato, per Esserci. Le cose a me pare stiano cosi: Theta di per se non ha spazio, non ha massa, non ha lunghezza d’onda… dunque dov’è, come lo identifico? Beh, è li, in quello spazio!

          Continuo dicendo: ma se sei in uno spazio e questo persiste (perché Theta ormai è in una condizione di Essere persistente… pare che non si possa tornare indietro al nulla totale, non puoi più “non Essere”), significa anche che c’è Materia/Energia (i punti di ancoraggio) e Tempo (perché i punti di ancoraggio che creano uno spazio persistono, visto che Theta ha postulato di Essere).

          Dunque, io ne ricavo che: la condizione di Essere non è distaccata dall’esistenza di Spazio che persiste e dunque dall’esistenza di energia/massa (punti di ancoraggio) e Tempo (che è persistenza).

          Ed arriviamo a dire: cos’è il Tempo? È una misurazione di movimento. Di cosa? Movimento dell’Energia/Mest, che è noto sia sempre in movimento (non hanno una condizione di staticità).

          Quando dico Tempo, dico dunque anche “Divenire”, ovvero una serie di momenti/movimenti presenti.
          E quando io sono li nel presente (e non ho nulla che mi prenda l’attenzione nel passato), beh, posso (in verità devo) divertirmi nel creare un futuro. Ovvero mi occupo di futuro.

          Dici Credi davvero che per “esserci” (= essere in un posto) devi essere visto da qualcuno, incontrare qualcun altro? E dove sarebbe la “consapevolezza di sé”? .
          In realtà è vero che puoi essere consapevole di te anche se non visto da nessuno… ma solo per poco tempo.
          Io credo che se per molto tempo nessuno vede il thetan, nessuno comunica con il thetan (nessun riconoscimento)… beh, ciò equivale all’essere ignorato, credo una delle condizioni più aberranti.
          Se nessuno ti vede/da riconoscimento per molto tempo… significa che non esisti per nessun’altro (e secondo me finisce che nemmeno il thetan crede più al suo Esserci).

          La comunicazione è uno dei fondamenti di Scn e questo fondamento/conoscenza è il motivo per cui l’auditing funziona.

          In auditing è un guaio se non dai riconoscimento al pc. Fondamentalmente (oltre ad altre cose) perché? Perché non dare riconoscimento significa “fargli capire/presumere” che “non ci sei, non ti vedo, non ti riconosco, ecc. ecc.”.
          E credo questa sia l’aberrazione di base… il base base dell’aberrazione credo stia nel non essere riconosciuto/visto/notato. Quanto meno ti lascia un bel pò confuso: “esisto o non esisto?”.

          Io penso che per avere un po’ di certezza che esisti, bisogna almeno essere in due Esseri… magari anche di forme/razze diverse (tante persone comunicano anche solo con il loro cane, l’animale da riconoscimenti di un qualche tipo). I punti di ancoraggio (che creano lo spazio dove Essere) non danno riconoscimento.

          Forse è per questo che il film Avatar ha avuto tanto successo, aveva un grosso fondamento in se: quel popolo in quel bel pianeta aveva la bella abitudine di gratificare le persone comunicando l’apprezzamento della loro esistenza: “io ti vedo” 😉

          Grazie per la chiacchierata.
          Un abbraccio.

          • Diogene

            Marco, per me è una chiacchierata piacevolissima e speriamo che altri lettori trovino lo stesso interesse in argomenti così sfuggevoli.
            Prima del tuo commento è apparso quello di Libero, quindi nel rispondere a lui credo di aver già espresso il mio pensiero su buona parte delle tue considerazioni.
            Ti sei spiegato bene. Vorrei solo dirottare leggermente la tua attenzione su due osservazioni, anche se le condivido per quello che hai voluto dire.
            1) Tu hai scritto:
            “Secondo me non controlli il futuro semplicemente perché sei nel presente con controllo, senza far null’altro che essere li a proprio agio.”
            E’ esatto e mi hai frainteso. Non ho detto che non devi fare null’altro che “essere” ma ho usato il verbo “controllare”. che per uno scientologo ha un significato molto preciso (= abilità di Avviare, Cambiare, Fermare).
            La mia frase dice: “E se dunque controlli il presente (= te stesso e il tuo potere nel presente), allora sei in grado di controllare il futuro (= il successivo presente.”
            Significa che se controlli il tuo “essere presente” nel (tempo) presente restando sempre nel presente che è l’attimo successivo, tu puoi continuare a tenere sotto controllo quello che ti succederà immediatamente dopo.
            Ma l’effettiva realtà (che appare come un divenire) resta un “presente continuo” a patto che la tua attenzione sia costantemente su ciò che stai facendo o osservando in tempo presente. Anche “postulare nel futuro” si fa nel presente e funziona bene se lo mantieni ben fermo nel presente.
            Spero di aver chiarito questo punto.

            2) Hai introdotto le tue argomentazioni sullo Spazio con questa citazione:
            da FONTE DELL’ENERGIA DELLA VITA
            14 NOV ’52 ESSERE FARE E AVERE
            Lo spazio è “Essere”.
            Ora, il motivo per cui lo spazio è “Essere”, è che una persona può Essere senza agire. Giusto? Non ha bisogno di movimento per Essere.
            Ma Essere dove? Beh, “lì”. Serve uno spazio.” LRH
            Poi ti sei posto giustamente una domanda e hai risposto con l’Assioma 4.
            “Si, ma che cos’è uno spazio?
            Assioma 4 “Lo spazio è un punto di vista della dimensione”.
            Attenzione: Non dice che lo spazio è un qualcosa necessariamente grande.
            Dice piuttosto che “è un punto”.
            Un punto speciale: “un punto di vista” un punto di osservazione (ma io lo intenderei anche nel senso di “concepimento” se riferito alla sua prima iniziale considerazione). E cosa si può concepire da un punto?
            Una dimensione. Una dimensione non è né grande né piccola finché non la si considera in relazione ad un’atra dimensione.
            E che dimensione può avere un Thetan? Datevi una risposta perché lo sapete. Un thetan non ha dimensione, perciò può concepirsi in qualsiasi dimensione. La dimensione che assume è relativa all’universo in cui va.
            Un corpo Mest ha una certa dimensione e per quanto ne sappiamo può essere paragonato a un punto. Basta guardare giù da un aereo per vedere anche le case come puntini. Quindi la domanda senza risposta è questa: quanto è immenso oppure quanto è microscopico il nostro universo? Noi abbiamo inventato delle misure e con queste calcoliamo dei rapporti.
            Ma di nuovo la domanda: che dimensione ha l’universo che condividiamo?
            Un thetan per “esserci” nell’universo MEST ha bisogno di uno “spazio” e tale spazio si può definire un punto o più esattamente “un punto di vista della dimensione”. E’ la porta di entrata nella “relatività”.
            Da quel punto il thetan stabilisce altri punti di ancoraggio e ne ricava forme definite proprio aggiungendo punti di dimensione o semplicemente adottando quelli già messi lì da altri punti di vista.
            Un thetan, quando “entra” nel MEST e concorda con le sue leggi, si piega alle leggi di ARC nel tentativo di controllare il MEST e di riprendersi un po’ della libertà perduta. Ma non è più il suo personale universo. Qui il gioco dei mock-up è osteggiato, qui il gioco più in voga è Reach & Withdraw.

          • Marco

            … mi hai frainteso. Non ho detto che non devi fare null’altro che “essere” ma ho usato il verbo “controllare”. che per uno scientologo ha un significato molto preciso (= abilità di Avviare, Cambiare, Fermare).
            Si Diogene, in effetti mi pareva di aver capito come chiarisci ora… ma non ne ero certo al 100%… avevo infatti premesso “mi pare di capire”. Posso anche confessare che la mia è stata una piccola provocazione…

            Alla fine della fiera sono d’accordo con te che “essere nel presente con controllo”, vuol dire che in un certo qual modo controlli il futuro… (in realtà credo solo al 50%, altrimenti ci si annoia. Prevedere tutta la randomity è sicuramente noioso).

            Riguardo a Spazio come definito dall’assioma 4 , credo tutto giri intorno alla definizione di “Punto di vista della dimensione”. Non ricordo dove (nel Diz.Tec. non c’è), ma la definizione è “un thetan che osserva un punto di dimensione/ancoraggio”.
            Dunque “Lo spazio è un punto di vista della dimensione” significa che un thetan osserva dei punti (io credo tanti quanti servono per creare uno spazio tridimensionale) che gli servono a localizzarsi.
            Dopo di che anche altri thetan lo possono identificare (“lui è li in quello spazio, lo vedo”).

            Resta una evidenza: che un thetan è nella sua condizione di Essere, solo se si localizza attraverso punti visibili di ancoraggio, visto che lui non lo è (visibile).
            Sembra significhi che un thetan è in una condizione di esistenza, solo se c’è qualcosa di solido (Mest?!) che lo posiziona/localizza.

            La domanda che sorge spontanea allora è: un thetan può esistere (essere visibile) senza un qualche tipo di Mest?

            Io penso di no. Io penso che esistono altri universi, questo si, magari meno pesanti di questo… (lo diceva anche Richard), ma è evidente che per definizione “Essere” (esserci) significa “Localizzato in uno spazio”;; che spazio? Credo uno spazio Mest (di qualche tipo)

            Riguardo alla tua considerazione Un thetan per “esserci” nell’universo MEST ha bisogno di uno “spazio” e tale spazio si può definire un punto o più esattamente “un punto di vista della dimensione”. E’ la porta di entrata nella “relatività”.

            ESSERE FARE E AVERE 2° PARTE 14/11/’52
            “Ma in realtà l’universo MEST può fargli dono di moltissime cose come questa, può aumentare la sua beingness.

            Un tipo dice – è una specie di scherzo spaventoso- dice: “Ora, gli faremo dono di una grande proprietà con un enorme castello e tutte cose del genere”.
            Beh, quel tipo rimane sempre lo stesso tipo aberrato…
            Troppo tardi nella vita – l’avete vista spesso questa cosa – troppo tardi nella vita il tipo coglie un successo strepitoso, troppo tardi nella vita acquista dello spazio. E quanto ne usa? Si ritrova a quel punto con un enorme salone in fondo al quale, in un angolo, c’è una piccolissima scrivania. Non è in grado di assorbire tutto quello spazio.

            Se gli si fosse fatta questa cosa quand’era giovane, avrebbe potuto dire ad un tratto: “La mia beingness si espande in questa misura”.

            Lo spazio. Ecco perché i terreni sono così importanti per la gente.
            Ooh, è stata uccisa più gente per faccende di terreni… Eh già.
            Se fate sorgere in una famiglia questioni di terreni o fate sorgere in una famiglia questioni di proprietà… Forse alcuni di voi sono stati a un funerale e per poco non è stato possibile celebrare il funerale perché i parenti erano… beh, dopo aver versato un paio di lacrime, erano lì ad azzuffarsi come dei forsennati per il guardaroba del caro estinto. Li trovate… e poi dopo aver conquistato il guardaroba non se ne fanno nulla.
            Voglio dire, sembra che sia… è una terribile ossessione: La beingness.

            D’accordo. Ora… se per esempio vi dicessi: “Ci sono spazi dove non osate essere?”, “Ci sono spazi dove non osate essere?”…
            Semplicemente così: “In quali spazi non osereste essere?”, voi comincereste a identificare quelle cose e trovereste che il vostro tono, dal punto di vista di theta, s’innalzerebbe.

            E strano… Voi vi occupate di spazi nei quali lui non osa essere. Semplicemente scegliete quelle cose. Semplice.
            Questa, nel processing, è un’applicazione estremamente pratica, sapete. È pratica tanto quanto: “Per bere un caffè è un’ottima cosa avere del caffè. Per mettere del caffè in pancia a qualcuno, dategli una tazza di caffè”.
            Cioè, sono dati di questo tipo… dati di questo tipo.

            Quando si vuole rendere qualcuno Clear e si vuole rendere qualcuno Clear Theta, gli si sta chiedendo di togliersi da uno spazio nel quale è identificato molto nettamente, che gli appartiene e che egli possiede come propria beingness e, se queste cose per lui sono terribilmente preziose e lui si sente comunque piuttosto nauseato a proposito della sua beingness, gli si sta chiedendo di spostarsi da uno spazio dove osa essere, a spazi dove non osa essere.

            Può darsi che la cosa vi sorprenda, ma uno degli spazi dove non osa essere, potrebbe trovarsi a trenta centimetri dalla sua testa. Potrebbe trovarsi a un metro e mezzo dalla sua testa. Il tipo potrebbe non osare essere a tre centimetri dalla sua testa. Forse tutto lo spazio che si trova fuori dal suo corpo, a partire dalla distanza di un millimetro e mezzo… a partire da quella distanza e per tutto il resto dell’universo è un posto dove non osa essere.
            Non osa essere in nessuno di quei posti. Quello è il suo livello di beingness e tutt’a un tratto voi gli date questo.

            C’è qualcosa di buffo a proposito di theta. C’è qualcosa di molto strano, poiché malgrado il fatto che non abbia lunghezza d’onda, movimento o altro, pare che abbia potenzialità diverse da persona a persona.

            Troverete qualche persona che ha, per quanto riguarda se stessa, un concetto di beingness terribilmente basso – per quanto riguarda se stessa – ed è saldamente inchiodata.
            E troverete altre persone che hanno un senso della beingness molto distaccato, molto distaccato, e possono andare ovunque, non ha importanza… non ha importanza per loro. Possono andare ovunque… realtà perfetta e via dicendo.
            Di fatto, ciò in cui consiste è la disponibilità di una persona a mollare la presa su della forza. Si tratta di qualcosa con cui la persona deve fare i conti.

            Non potete trarre – voglio avvertirvi solo di questo – non potete trarre delle conclusioni sulle capacità e sull’intelligenza di una persona basandovi unicamente sul fatto che esca dal corpo con facilità oppure no.”

  9. Libero

    Diogene bello scritto, ma non credi che sia il corpo a darti l’illusione di essere nel presente? E che in realtà il tempo stesso sia il divenire?

  10. Diogene

    Hai ragione, Libero, anch’io ritengo che sia così.
    Qualche commento fa ho scritto: “Stiamo parlando del MEST (Sesta Dinamica) che nell’esperienza comune diventa “realtà”. E’ una realtà assunta (non presunta, ma assunta) dalla Settima Dinamica allorché prende una forma e vi si identifica dando così origine ad una Forma MEST Vivente (Quinta Dinamica).”
    Un puro spirito (figura teorica, perché nessuno di noi lo è) dovrebbe essere in un Presente Eterno, consapevole di essere consapevole.
    Non so per quale motivo, ma uno spirito (certamente non più puro) si combina con un corpo, una forma fra le tante che l’energia può offrire, ed abbiamo un Essere Vivente, un animale. un vegetale o altro.
    Ci sono forme complesse e forme elementari, quella che noi meglio conosciamo (si fa per dire) è il corpo umano. L’Uomo inoltre ha sviluppato una mente specifica, diversa da quella animale, che è l’oggetto di studio in Dianetics e in molte altre scienze. Pur essendo sotto controllo dello spirito, la mente ha comunque a che fare col MEST di cui è parte.
    Va da sé che Mente e Corpo costituiti con gli elementi del MEST siano essi stessi Mest. Indipendentemente dal fatto che il MEST sia o meno una illusione, esso è reale per il theta, in quanto egli vi trova delle motivazioni di gioco. Avendo un corpo o per meglio dire assumendosene l’identità è ovvio che risponda alle leggi di Materia, Energia, Spazio e Tempo ed entra nei loro flussi illusori, ridge, ecc.
    L’Uomo (ma si potrebbe dire di qualsiasi animale) non viene annientato dalla cieca brutalità del MEST perché può usare nel Mest qualcosa di estraneo al MEST, cioè la Comunicazione che a sua volta crea Affinità e Realtà ben superiori alle rigide leggi fisiche del Mest.
    Inoltre dobbiamo riconoscere che l’Uomo è dotato di logica e di giudizio. Quando egli usa queste sue capacità in modo non aberrato, esprime un comportamento etico che va oltre la sua sopravvivenza col Mest e lo reindirizza verso la sua natura più spirituale.

  11. Per Diogene.
    Tutto quello che c’è, è ciò che è. Non esiste nient’altro. Ciò che è è già completo, intero. L’idea che ci sia un qualcuno che può raggiungere ciò che è è assurdo, perché altrimenti ci sarebbe un altro ciò che è.
    Buon proseguimento.

    • Diogene

      Ciao Luciano,
      Ricordo di aver espresso anch’io tempo fa il concetto che se tutto è così è perché deve essere così, completo nella sua imperfezione ma perfetto nei suoi equilibri, statico nella sua unicità eppure complesso nella sua totalità. Nulla da aggiungere e nulla da togliere, tutto in un costante e presente equilibrio, se mai dovesse avere in sé del movimento.
      E’ qualcosa che noi possiamo soltanto ipotizzare, forse come una delle tante idealizzazioni di un Essere o un’Esistenza superiore a qualsiasi nostra aspettativa.
      Noi possiamo pensare di essere, in qualche modo e per qualche motivo, una parte di questa presunta Totalità Perfetta, però siamo certi di non poter vantare (almeno singolarmente) questa completezza.
      Per cui non troviamo assurdo il tentativo di avvicinarci il più possibile a questo stato ideale. E’ una spinta che sentiamo, è un richiamo verso una condizione migliore, espandibile su tutto l’universo fin dove possibile.
      E poi vedi, Luciano, è proprio la tua affermazione di completezza che giustifica gli sforzi positivi dell’umanità, anche se improbabili e “assurdi”.
      Voglio dire che se noi siamo quello che siamo in questa Totalità Perfetta, significa che in questo momento siamo perfetti così come siamo per la sua Perfezione. Ma anche se ci comportiamo diversamente, restiamo sempre perfetti in quanto parte della sua Perfezione Totale.
      Concettualmente significa che la perfezione non è una condizione stabile e che quello che c’è è relativo all’essere ma anche al non-essere.
      Non si tratta di raggiungere qualcosa che non c’è, ma di essere come forse non siamo mai stati. E se riusciamo ad esserlo, chissà, forse capiremo semplicemente chi siamo.

  12. Diogene

    Marco, è un bel ping-pong ma sicuramente termineremo la discussione in parità perché possiamo appellarci ad un buon giudice di nome Ron.
    Da parte mia vedo solo un ritocchino da fare a quello che hai scritto e poi ci siamo. Ovviamente se sarai d’accordo. Ma non fare il birbante con le tue provocazioni per vedere se sto attento 🙂
    Ti ricordi da dove siamo partiti? Lo re-incollo qui sotto:
    “Ma la riabilitazione della propria capacità di percepire l’universo MEST, dipende dalla propria capacità di percepire il presente, dalla riabilitazione di tale capacità.
    Indugiare nel passato dell’universo MEST, o nel suo futuro, è inutile.
    Pensare all’universo MEST, cercare di predire l’universo MEST, pianificare per riorganizzare e gestire l’universo MEST, tutto ciò sconfigge la propria capacità di controllare l’universo MEST.
    Quando semplicemente si comincia a percepire l’universo MEST nel presente e a esaminare quello che si vede, con l’idea che si può essere ciò che si vede, si perde tutta la paura dell’universo MEST.”
    Ritengo che “avere l’dea che si può essere ciò che si vede” è un concetto molto alto. Però dice “avere l’idea che”, non dice “avere la capacità di” e questo ci consola, ci incoraggia nel tentativo almeno di comprendere.
    Dice anche che si comincia dal “percepire l’universo MEST nel presente” e si deve “esaminare quello che si vede”.
    “L’idea che si può essere quello che si vede” presuppone che il thetan sia consapevole del fatto che è lui a considerare reale ciò che vede e che quindi lui E’ parte di quella creazione e in quanto parte attiva lui sa di cosa si tratta (da cosa è composta) e quindi potrebbe, se volesse, modificare quella cosa, cioè assumerne il controllo o addirittura terminarla (duplicarla, diventare quella cosa).
    Sembra pomposa speculazione, ma non lo è. Lo facciamo molto spesso senza rendercene conto, magari goffamente, ma ci riesce di farlo quando spingiamo l’ARC al massimo. Quando non lo facciamo siamo preda del MEST ma siamo stati istruiti a ritenere che questa è la nostra condizione.
    Marco, capisco quando dici:
    “Prevedere tutta la randomity e sicuramente noioso”, ma non si tratta di prevedere nel senso di anticipare. Puoi avere invece un’ottima possibilità di giocare se osservi nel presente esattamente cosa c’è e quindi, restando nel presente del momento successivo, puoi fare la mossa che ritieni più appropriata. E se sbagli? Solo restando nel presente ti accorgi che hai sbagliato e quindi ti correggi. Niente di magico: è il fluire della vita, ma se stai nel presente la vedi fluire e la tieni sotto controllo, se invece ti lasci trascinare… è divertimento puro (sempre che anche i guai ti facciano divertire).
    Riguardo all’argomento Spazio, ho trovato la tua citazione di Ron molto interessante e ritengo che ci dia parecchie risposte.
    In modo particolare notiamo la coincidenza di Beingness e Spazio.
    Con riferimento alle mie osservazioni precedenti sull’Assioma 4 (“Lo spazio è un punto di vista della dimensione”) vorrei far notare che Spazio è già la S di MEST e possiamo considerarlo come inizio del MEST, cioè inizia con l’Essere – il thetan – che assume una posizione, un punto che identifica come la sua Beingness.
    Il thetan non ha Spazio, considera se stesso un punto, un punto di vista (cioè un punto che può considerare altri punti in esistenza) e considerando l’esistenza di altri punti, considera che i punti abbiano una dimensione.
    La “dimensione” ha senso soltanto in un mondo relativo e quindi il thetan (che è il punto di vista) postula una relazione tra sé e gli altri punti che lui considera in esistenza, determinando così un’illusione di dimensione spaziale. Energia, Materia e Tempo vengono di conseguenza, come spiegato negli Assiomi.
    L’Assioma 4 è uno dei più difficili da comprendere, perché lo Spazio coincide con la Beingness (una Identità) e la Beingness coincide con un Corpo. Tenendo separati i corpi, è facile tenere separate le beingness e quindi può esserci la considerazione di distanze che determinano spazi in cui dei flussi di energia si muovono o si concretizzano in materia.
    I cambiamenti che avvengono nei corpi sono probabilmente i primi fattori che portano i thetan a considerare l’idea di una dimensione temporale.
    La mutazione da uno stato ad un altro, così come il passaggio da un punto ad un altro viene considerato Tempo e misurato in modo relativo.
    La Beingness, al contrario, forse perché è un fatto più mentale che fisico, non è soggetta al Tempo Fisico ma (arbitrariamente) al Tempo Mentale.

    Marco, spero di non aver messo nuova carne sul fuoco…
    Qualcuno si chiederà se ha senso arzigogolare così intensamente su argomenti di questo genere.
    La mia risposta è che non si può capire completamente noi stessi se non comprendiamo di che cosa siamo fatti. Capire il mest, ci piaccia o ne, è un passaggio obbligato verso un confronto diretto con una Dinamica che ci appare insormontabile. Non sottovalutiamo il potere del pensiero.

  13. Per Diogene
    Ciò che è,è celato dalla realtà concordata, l’unico intervento possibile è sul film illusorio personale o comunitario (tutti i sistemi onesti di miglioramento tendono in quella direzione ) si migliorano le scene, le trame ma il film pur diventato in 4 d non conoscerà mai il proiettore,e se mai fosse possibile non ci sarebbe più la pellicola per riprodurlo è un paradosso ma non ho alcun dubbio che sia cosi
    Buon proseguimento.

  14. Marco

    Si Diogene, è interessante speculare (* definizione a piè pagina) sulle alte capacità (o meno) del thetan… e di sicuro scambiarsi opinioni al riguardo non è per nulla pomposa attività (ma sete di confronto sul sapere).
    Al di là forse di una impiego di tempo “importante” (nello scrivere, anziché nel parlare che chiederebbe meno tempo), non vedo nessun altra controindicazione.
    Parlare/scrivere di queste cose è di sicuro interessante e proficuo.

    Mi piace la tua puntualizzazione …dice “avere l’idea che”, non dice “avere la capacità di” e questo ci consola, ci incoraggia nel tentativo almeno di comprendere.
    Sono d’accordo che messa in questo modo la comprensione del concetto è migliore: “avere l’idea che…” è molto diverso “dall’essere capaci di…” e ci fornisce un giusto approccio a gradiente (avevo letto in una conferenza di un process di questo tipo…).

    Riguardo essere nel presente e gestire dal presente il prossimo momento presente (immediato futuro)… beh, è un punto di vista interessante…
    Potrei paragonare ciò ad una partita di pallone, dove vivi assolutamente con attenzione il presente per prevedere il prossimo istante (dove andrà presumibilmente la palla… o l’avversario).
    Ma come ben sappiamo un gioco (e qui anch’io metto “altra carne al fuoco”) è libertà-barriere-scopo e… si può prevedere le proprie mosse abbastanza bene (libertà), ma forse non altrettanto bene le barriere (l’avversario)… e meno male che è così, altrimenti sai che noia (come già dicevo).

    Ecco qui alcui assiomi ache penso sia adatti al contesto del “quanto si può prevedere o non prevedere”… ovvero c’è una previsione ottimale?
    Credo si tratti di Randomity ottimale.


    Assioma 39 “La vita pone a se stessa problemi da risolvere”.

    Assioma 48 “La vita è un gioco in cui THETA in quanto statico risolve i problemi di THETA in quanto mest.”

    Assioma 42 “Materia, energia, spazio e tempo persistono perché sono un problema. Sono un problema perché contengono alter-isness.”

    Assioma 65 “Il processo del pensare consiste nella percezione del presente e nella sua comparazione con le percezioni e le conclusioni del passato al fine di dirigere un’azione nel futuro immediato o lontano.
    COROLLARIO: l’intento del pensiero è quello di percepire realtà del passato e del presente al fine di predire o postulare realtà del futuro.”

    DEFINIZIONE: “la randomity (letteralmente casualità) è il mancato allineamento degli sforzi di un organismo, provocato da sforzi interni o esterni di altre forme di vita o dell’universo fisico e viene imposta sull’organismo fisico dai contro-sforzi presenti nell’ambiente.”

    Assioma 73 “I tre gradi di randomity consistono in randomity carente, randomity ottimale, randomity eccessiva.”

    Assioma 76 “La randomity tra organismi è vitale per la sopravvivenza continua di tutti gli organismi.”

    Assioma 72 “Ci sono due suddivisioni di randomity: randomity di dati, e randomity di forza.”

    Assioma 152 “La sopravvivenza viene realizzata solo attraverso il moto.” Assioma 153 “Nell’universo fisico in assenza di moto si ha sparizione.”

    DEFINIZIONE: “la randomity è un fattore componente, e una parte necessaria, del moto.”

    Assioma 71 “Il ciclo della randomity parte dalla staticità per poi attraversare l’optimum e giungere quindi a una randomity sufficientemente ripetitiva, o simile, tale da costituire un’altra staticità. “

    Assioma 148 “Le leggi fisiche vengono imparate dall’energia vitale unicamente tramite l’impatto sull’universo fisico, così da produrre randomity, e attraverso il successivo ritirarsi da tale impatto.”
    Assioma 74 “L’apprendimento richiede una randomity ottimale.”

    Assioma 81 “La sanità mentale consiste di randomity ottimale.”
    Assioma 82 “L’aberrazione esiste in proporzione all’esistenza di randomity carente o eccessiva nell’ambiente, o nei dati passati di un organismo, gruppo o specie.
    È modificata dall’autodeterminazione di cui è dotato quell’organismo, gruppo o specie.

    Assioma 103 “L’intelligenza dipende dall’abilità di selezionare dati allineati o male allineati da un’area di randomity, e trovare così una soluzione per ridurre l’intera randomity in quell’area.”
    Assioma 105 “Un dato sconosciuto può produrre dati di randomity eccessiva o carente.”

    Mi dispiace che non ho trovato il dato che dice che la Randomity ottimale è 50/50 (%)… ma so che c’è da qualche parte.

    Con questi assiomi volevo dimostrare che essere nel presente è corretto e doveroso… ma non per questo tutto è prevedibile, ovvero forse spesso c’è una variazione di randomity. E meno male altrimenti addio al gioco.

    Per il momento basta così… poi stasera continuo l’analisi degli altri argomenti da te proposti…

    Grazie 1000 per la possibilità di speculare (forse in modo esagerato…!? Ma a me pare che noi questo speculare lo stiamo apprezzando 😉

    *Verbo Intransitivo : “speculare” (filosofia) indagare, ricercare il vero, una verità, pensando e meditando.

    Etimologia: dal latino “speculari” ossia “osservare, esaminare”; derivazione di specĕre ossia “guardare”

    • Diogene

      Marco, la randomity ottimale non può essere 50 e 50.
      Sarebbe un problema irrisolto.
      Meglio andare sotto, qualche volta, e da ciò imparare come risalire.
      La randomity è ottimale quando è perfettamente giusta in relazione a ciò che la randomity richiede in tempo presente. per la soluzione di un problema o il raggiungimento di uno scopo. Sarebbe sanità mentale.
      La giusta randomity è l’impiego esatto di una forza precisa, né più né meno, e va “dosata” dal thetan in base alla sua volontà contrapposta ad Energia, Materia, Spazio e Tempo.
      Per principio, il thetan non vuole eliminare il MEST (altrimenti non avrebbe più modo di giocarci) ma vuole possibilmente controllarlo a suo piacimento.
      Quando non ce la fa, è perché la randomity è scarsa, scadente oppure è eccessiva, sovrastante. In quelle circostanze il thetan è infelice, ma se riesce a trovare la “sua” personale randomity ottimale lui può vivere con una certa soddisfazione e continuare a “giocare”.
      In effetti, assenza di gioco o gioco opprimente (che possono derivare da randomity scarsa o eccessiva, causata dal MEST o da altri thetan) è un modo per introdurre irrazionalità nel gioco e quindi nei giocatori.
      Un gioco giocabile deve essere equilibrato, non nel senso di 50 e 50 ma in una relazione soddisfacente. Anche vincere sempre sarebbe assenza di gioco, nonostante tutta la randomity che ci puoi mettere. Alla fine scadrebbe in disinteresse, noia e ansiosa ricerca (o invenzione ossessiva) di avversari reali e nemici immaginari.
      Bisogna tener conto che ognuno ha la “sua” randomity e, se tale condizione è auto-determinata, anche la sanità mentale di cui dispone si mantiene in condizione di attuare soluzioni logiche e pertinenti.
      Se tu, Marco, hai visto un dato diverso, bisognerebbe considerarlo nel contesto in cui è inserito.

  15. Per Diogene e Marco
    E ‘gratificante speculare cercare di capire è cibo per i pensieri ma tolte tutte le etichette che rimane.Non sono mai nato, se non sono mai nato come posso morire?
    Se tutto è un accordo dove andrò se non sono mai partito .Il film è composto di passato presente e futuro ma è solo un film anche chi guarda il film è una creazione del film stesso. Non è mai esistito un p un p un futuro nemmeno un continuum …cavoli che storia è questa! è la storia che si racconta in un film mai iniziato, mai non iniziato, mai finito, mai non finito .
    Buon proseguimento.

    • Diogene

      Luciano, ti do il mio parere sui tuoi ultimi due commenti.
      Nessun altro all’infuori di te può vedere ciò che tu vedi e sapere ciò che tu sai.
      Sono sicuro che tu puoi arrivare nel cuore di te stesso e scoprire per te stesso, da te stesso, ciò che sei.
      Tutto il resto, lo sappiamo, è desiderio, è gioco, è una specie di film.
      Ma questa è la condizione che attualmente ci fa interagire e che non finirà fintanto che esisteranno due thetan che creano questo tipo di realtà.
      Tu riusciresti a restare solo con te stesso, senza alimentare i tuoi pensieri, senza crearti il tuo film?
      Se già ci riesci, non capisco a cosa ti serve un computer o altro.
      Se non ci riesci, let it be “lascia che sia”…
      Ma se accetti un ultimo consiglio, non resta che l’antica massima:
      “Conosci te stesso”
      Con questo sii certo che non sto sottovalutando il tuo potenziale.
      Ciao

    • alainfabien

      Caro Luciano, il mondo va avanti o meglio “tira a campare” perché vive continuamente in un alter-isness. Se si potesse fare as-is di tutto, sparirebbe tutto. I politici, o meglio, i politicanti che cercano solo voti con promesse illusorie, tirano la carretta a forza di alter-is. E’ sempre stato così e sempre lo sarà. Non risolveranno mai niente.
      Solo i maghi da palcoscenico “fanno miracoli” sottoforma di illusione.

      E’ l’alter-is che fa credere nella realtà delle cose.

      • Marco

        Certo I., è l’Alter-is che fa persistere le cose… ma non scordare che c’è un alter-is onesto e corretto, che ci fa stare nella condizione di esistenza “Essere-Fare-Avere”.
        E’ invece un alter-is dell’alter-is originale che introduce troppe bugie e quindi confusione… forse è questo che volevi dire?!

        E se invece facessimo di tutto questo univeso un bel As-is… cosa dovremmo/potremmo Esser-Fare-Avere poi?

  16. Marco

    Diogene: “Marco, la randomity ottimale non può essere 50 e 50”.
    “Se tu, Marco, hai visto un dato diverso, bisognerebbe considerarlo nel contesto in cui è inserito.”

    Ciao Diogene, si hai ragione, “nella vita corrente la randomity non può essere 50/50”… probabilmente ho letto da qualche parte riguardo al gioco (adesso non sto a cercare), ovvero in un gioco gli avversari hanno un 50% di possibilità di vincere… In realtà è vero invece che c’è chi vince di più e c’è chi perde di più (del 50% delle volte), squadre ben organizzate e ricche vincono, squadre con meno possibilità perdono (d’altronde “un gioco è sempre aberrativo”).

    Ma… : la vita è un gioco? Si in un qualche modo lo è (su questo credo siamo d’accordo) e dunque ovviamente sottostà alle regole del gioco: ci sono scopo, libertà e barriere.
    Probabilmente però se il gioco della vita è “organizziamo il Mest” (anziché “diamo addosso all’avversario”) c’è più percentuale a favore di Theta, che certamente oggi riesce anche a prevedere il tempo che farà domani. Il mest è sicuramente un avversario meno intelligente di Theta. Credo questo sia un gioco per dimostrare solo l’abilità di un “giocatore” nell’avere padronanza del mest, come un bambino con i Lego, costruisce e assembla. In questo gioco dei Lego un bimbo non rischia nulla, nella vita invece se sbagli a costruire una diga puoi avere dei guai seri.

    Dunque sono d’accordo, se il gioco fosse (come dovrebbe essere) “cerchiamo di far star bene tutta la 2°/3°/4° dinamica” probabilmente il % di randomity sarebbe molto meglio che non solo il 50/50… il mest oggigiorno è un avversario molto prevedibile.
    Ma cmq oggi nel gioco “vediamo chi ha l’automobile più grande” (o la casa più confortevole, o la vacanza più bella), c’è un 30% (un mio arbitrario) di persone che se la passano male (parlo di povertà e disagio importante)… diciamo che oggi siamo al 70/30 di randomity prevista/non prevista (che bel discorso… mah!? 😦

    Va beh, avevo introdotto l’argomento Randomity, giusto per dire che in effetti “vivi nel presente”, ma un bel po’ di tempo lo impieghi per far andare meglio il domani…
    Mi sa che alla fine stiamo dicendo la stessa cosa, forse tu un po’ più filosoficamente di me…

    Un abbraccio

  17. Marco

    @ Luciano : non ho capito bene cosa volevi dire …cavoli che storia è questa! è la storia che si racconta in un film mai iniziato, mai non iniziato, mai finito, mai non finito . : significa che tutto è casuale e che non possiamo farci nulla? In effetti io credo invece che si può fare e che si può migliorare le condizioni…

    Il tuo punto di vista è stato già registrato da molto tempo… non capisco perché cerchi di convincere altri (fra l’altro proprio me e Diogene!? Due impenitenti del filosofare) ad avere il tuo “sentimento/punto di vista” al riguardo della vita.

    Cerchiamo di non ripetere sempre le stesse cose: questo è un blog per scientologist: “coloro che cercano di capire e migliorare la vita usando la filosofia e le tecniche di Scientology (ma anche altro se serve)”.
    Vuoi lasciarci discutere tra noi, o stai cercando di farci cambiare idea ogni volta che ti pare averne la possibilità?

    Io direi che è un film (questo si) che tu hai già proposto più volte… direi che te ne devi fare una ragione: -noi discutiamo e filosofiamo sul significato della vita e sul significato del perché e percome della vita-.
    Questo nonostante tu non sei d’accordo. Grazie

  18. Per Diogene
    Tu riusciresti a restare solo con te stesso, senza alimentare i tuoi pensieri, senza crearti il tuo film? La cosa ” fondamentale ” è aver capito che non esiste divisione perchè la divisione è una creazione del film.Il film va vissuto
    questo è vero ,ma se hai compreso che non ne sei il centro ma la totalità, il vivere cambia .
    Buon proseguimento

  19. Marco

    @Diogene
    Lo sai che se mi è possibile cerco di “copia/incollare” l’opinione e/o le definizioni di LRH…
    Giusto per non lasciare l’argomento/la parola non definita o capita… ecco la definizione di Randomity (eccessiva- ottimale-carente).
    Ciao

    LA SCALA DELLA RANDOMITY NOVEMBRE 1955
    (Conferenza del 2 novembre 1955, Randomity e Automatismo)

    Randomity Eccessiva:
    Troppo movimento per la sua tolleranza.

    Randomity Ottimale:
    La sua idea di movimento inaspettato necessario al vivere una vita. Quanto movimento improvviso o casuale deve avere per vivere.

    Randomity Carente:
    Troppo poco movimento per la sua tolleranza.

    Nessuna Randomity di nessun tipo:
    Nessuna particella, nessuno spazio.

    Voglio far notare una frase che mi è piaciuta ed è interessante: Randomity ottimale “Quanto movimento improvviso o casuale deve avere per vivere.”

    Movimento improvviso o casuale per vivere… beh…!? Non significa qualcosa…?!

    • Diogene

      Certo che significa qualcosa, Marco.
      Significa che la vita è un mix di Pensiero, Emozione ed Energia.
      Lo sanno tutti.
      Non soltanto i registi dei film, ma anche gli attori e gli spettatori.
      Lo sanno bene perfino quelli che si fanno i selfi,
      L’emozione è la scintilla che scaturisce tra il sasso e la pietra focaia.
      E quando il fuoco arde, quello è stupore, terrore o contentezza.
      La vera sostanza della vita sono i sentimenti.
      La conoscenza è niente senza la meraviglia.

  20. Per Marco
    L’unico As is.. che si puo fare è l’as js.. del film
    Tutto ciò che che mi hai scritto fa parte del tuo film nei confronti del mio film
    tutto li. Anche la Reception fa parte del film e le persone scrivono o battono i tasti . La ragione è una componente del film pure l’irragionevolezza. Se speculi su un lato della medaglia è inevitabile che ti tiri appresso anche l’altro lato .
    Buon proseguimento

    • Marco

      Minch.. Luciano… !? Ma se sei in un film perchè non te ne tiri fuori… ovvero smetti di andare al cinema e cominci a vivere!?

      Ma forse quando dici “film” vuoi dire che “noi tutti viviamo una storia già preordinata e immodificabile” !?…
      Va beh, cominciamo a chiarire le parole… vedi “un Film” è qualcosa di diverso da “una vita”…
      Un film è una finzione, una commedia, un scimiottare la realtà… e ne sei consapevole (o dovresti esserlo); guardi un film per passare il tempo; e/ma in effetti magari apprendendi/ne trai anche qualcosa…

      Ma in effetti un film è meglio definito come: “Opera cinematografica, cinema, cinematografia”; che a sua volta viene da cinematica (sto andando veloce)… che alla fin fine significa “movimento” (dal greco κίνημα -ατος, kinema -atos = «movimento», derivato a sua volta dal verbo κινέω, kineo = «muovo»).
      Dunque un film è un movimento registrato, che però tu solo stai a guardare…

      Invece caro Luciano, la vita è un movimento che TU crei, vivi e fai vivere… ovvero la vita è causa. Mentre di sicuro un film è effetto.

      Vedi dunque che ti stai sbagliando?! La vita è una cosa in cui sei causa, fai succedere delle cose, applichi la tua auto/pan determinazione; non sei solo un effetto come succede nel vedere un film…
      Assioma 10 “Lo scopo più elevato nell’universo è la creazione di un effetto”.
      Naturalmente se uno scende ad un livello dove nella vita preferisce essere un effetto… al fin fine pensa di essere in un film, dove lui non può decidere nulla, ma solo subire la trama… un atteggiamento del tipo “va beh, quel che arriva arriva; quel che deve succedere, succeda, io che cosa ci posso fare?”.
      Non è così Luciano: tu puoi essere causa. Magari poca cosa, ma quel che basta per migliorare te stesso e gli altri.
      Questo è quello che si fa studiando e capendo come funziona la vita (come in Scn), si cerca di capire per migliorare il livello di causatività.
      Io sono consapevole di esserlo (causa) e di poter migliorare (il mio essere causa). Tu no!? Vabeh, lasciami la mia possibilità, ovverocerca di non criticare troppo chi si impegna per un cosi nobile scopo: essere causa nella vita. Fin anche ad un punto tale che saprò che sto facendo/vivendo un gioco (movimento, azione, creazione, causatività ottimale) e che non ne potrò essere danneggiato.

      Ti è un pò più chiara ora la differenza tra film e vita?

  21. Per concludere
    Tutto questo bailamme (Religioni Filosofie ecc ecc ),è dovuto al fatto che un giorno davanti ad uno specchio tu ti sia riconosciuto come tu e l’altro ( immag dello specchio ) come l’altro . E come disse un dittatore o no ?
    hasta la vista …..Vista che h….una volta haaaaa,haaaaa
    Ciao Guido
    A volte ritorno

  22. Ci vuole una pecora nera nel gruppo ,Sweet Decemder anche per tutti voi.

  23. Non c’è nessuna differenza tra film e vita ,perchè la vita è il film ed il film è la vita stessa ovvero cio che è è
    E’ di una semplicità disarmante,e li e sempre stata li e sempre stara li .
    Lascio a te l’ultima stoccata in questa partita senza vinti o vincitori.
    Buon proseguimento.

    • Marco

      Non credo ci sia nulla che io posso aggiungere a ciò che è già stato detto, per farti capire la differenza tra un film ed una vita…

      La vita è “un gioco” in cui puoi essere causa…
      Un film (con il significato che intendi tu) è un esserci in modo già preconfezionato, dove “non si può decidere niente minimamente.”
      Ed allora cosa serve argomentare al riguardo!?

      Aggiungo solo un’ultima considerazione: la tua è un’idea di vita parecchio apatica… “non posso farci nulla, è un film dove tutto accade ed io non posso farci nulla” è un atteggiamento di persona sconfitta e/ma anche inconsapevole di esserlo (sconfitta).
      Fai come vuoi, ma non credere di riuscire a trasmettere in questa sede, questa linea di ambizione (eufemismo) cosi arrendevole (eufemismo)…
      Se fossi in te a ‘sto punto risparmierei anche il tempo di scrivere al riguardo (che per inciso è un tentativo di essere causa), “tanto è tutto un film”… Ovvero: ma allora che scrivi a fare? Scrivere ancora al riguardo, nega la tua tesi…
      Buon proseguimento (nel tuo film) anche a te.

  24. billy cage

    Mah, con quest’atteggiamento non si va da nessuna parte , film? Ma quale film? Tutto vero per qualcuno….senzatetto al gelo, disoccupati in cerca d’impiego, malati in corsia….insomma roba solida da maneggiare.
    Conosco lo stato mentale “tanto peggio tanto meglio” e amichevolmente posso suggerire che quando si è insoddisfatti di noi , ribadisco di noi , per quel che non facciamo ma dovremmo fare, per quel che facciamo ma non dovremmo fare finisce che per noi non vale la pena fare niente perché non meritiamo niente.
    Quel che mi ha salvato in anni di apnea al buio sott’acqua è che non mi sono mai fatto sconti.
    Devo ringraziare il ragazzo americano dai capelli rossi.

Scrivi una risposta a Diogene Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.