Tanti Auguri!

Buon Natale

e

Buone Feste

a

tutti i condomini!

12 commenti

Archiviato in DATI STABILI, OT, Scientology indipendente

12 risposte a “Tanti Auguri!

  1. GB

    Auguri a tutti! 😊

  2. Andrea

    Buon Natale a Voi…

  3. Marco

    BUONE FESTE NATALIZIE

    La Roma antica di Romolo e Remo aveva il suo dio del sole.

    La tradizione vuole il culto della divinità Sol Indiges già presente su suolo latino ai tempi della fondazione, istituito dal leggendario re dei Sabini Tito Tazio.
    Il Sol Indiges veniva adorato insieme al suo pendant Luna in un tempio proprio, che era situato nel Circo Massimo.
    La giornata in onore del Sol Indiges e della Luna era il 28 agosto, giorno di fine estate.
    Ma la popolarità di questa divinità antichissima aumentò nel periodo finale della Repubblica e il Sole finì per divenire la divinità protettrice degli imperatori romani.

    Vespasiano fece innalzare in suo onore una statua gigantesca, con Traiano e Adriano l’astro fece la sua apparizione sulle monete d’oro degli imperatori, i solidi.

    A partire dal regno di Commodus, la denominazione invictus divenne un appellativo degli imperatori romani.
    Traccia archeologica del passaggio del Sole nelle pratiche cultuali, è l’iscrizione di un altare del 158 d. C. che recita “Soli Invicto Dei”. Ma già nel I secolo d. C. il simbolo del Sole accompagnava il nome del dio Mitra, divinità di origine iraniana le cui radici affondano approssimativamente nel 1400 a. C..

    Tale processo sincretistico appare abbastanza logico, poiché il Mitra iranico veniva da sempre associato al cielo, alla luce e al calore e, di conseguenza, anche alla crescita e alla fertilità.
    Anche Mitra, come Sol, era dispensatore di vita e al contempo un dio guerriero.

    Dalla Persia (antico Iran) il culto di Mitra si diffuse in tutta l’Asia Minore e la Mesopotamia, poi anche nell’impero romano. Nelle raffigurazioni dell’Urbe, Mitra si presentava come giovane eroe immortalato nell’atto di sgozzare un toro. Sul suo capo posava il tipico berretto frigio, attributo che svelava il transfer di tradizione avvenuto attraverso l’Asia Minore.

    Il culto di Mitra aveva cominciato a diffondersi a Roma nel I secolo d. C., soprattutto come culto guerresco praticato dai legionari. I più antichi santuari del dio risalgono al II secolo.
    Però già nel III secolo d. C., e proprio in seguito alla fusione di Mitra con il simbolo del Sol Invictus, il mitraismo stesso iniziò a impallidire, sopraffatto dal più potente culto solare.
    Soprattutto durante il regno di Aureliano, dopo che la madre dell’imperatore, ardente seguace del Sol invictus fece costruire un tempio al Sole e fondò una casta sacerdotale allo scopo di attribuire maggiore ufficialità al culto dell’astro dispensatore di vita.

    Tuttavia l’importanza del mitraismo nel mondo romano fu talmente grande, che alcuni studiosi lo considerano il primo concorrente del cristianesimo e altri suo precursore.
    Fra l’altro il culto di Mitra era aperto esclusivamente a un pubblico maschile, mentre il cristianesimo accolse anche le donne.

    Ma i paralleli fra il personaggio Mitra e la figura di Gesù sono tanti: anche Mitra, come Gesù, era stato mandato sulla terra dal padre per combattere contro il Male; anche Mitra era attorniato da dodici seguaci; anche Mitra celebrò con essi l’ultima cena prima di morire; anche Mitra resuscitò dal regno dei morti; anche Mitra, in qualità di Sol invictus, ha il capo circondato da un’aureola (di raggi solari); anche il culto di Mitra parlava di inferno e cielo, di giudizio universale; anche il giorno dedicato a Mitra era la domenica; anche il gran sacerdote del culto di Mitra veniva chiamato papa e portava il copricapo frigio di colore rosso, un mantello rosso, un anello e un bastone pastorale; anche gli iniziati al mitraismo praticavano un rito di consumazione di pane, vino e acqua.

    Poiché il culto di Mitra è molto più antico del cristianesimo, ovviamente sono stati i cristiani a inserire nella propria religioni elementi propri al mitraismo, e non viceversa.

    Comunque fu dal sincretismo del culto di Mitra e del culto del Sol invictus che si sviluppò la festività del 25 dicembre, originariamente come ricorrenza della nascita di Mitra.

    Era il Dies solis invicti.
    Nel periodo più buio dell’anno, alla fine del giorno più breve dell’anno, si festeggiava la festa della luce.
    Un gesto dal sapore atavico e propiziatorio, che ricorda il calendario celtico: la festa di Yule (21 dicembre), notte in cui la dea della fertilità partorisce nel ventre della terra colui che, nel corso del ciclo annuale, sarebbe diventato il dio della luce e suo nuovo compagno.

    Senza la scelta fatidica dell’imperatore Costantino (ca. 280-337 d. C.), il quale privilegiò il culto cristiano – altresì garantendo per mezzo dell’ Editto di Milano del 313 la libertà di religione in tutto l’impero, forse il cristianesimo non avrebbe mai raggiunto la popolarità e diffusione che riscontrò in tutto il mondo.

    Altro fattore decisivo allo sviluppo del cristianesimo è stata l’organizzazione ben funzionante della Chiesa Cattolica, che già alla fine del I secolo d. C. aveva assunto la sua struttura portante ed era in grado di effettuare un’efficiente missione di apostolato.

    Quando poi l’imperatore Teodosio (ca. 347-395 d. C.) innalzò di fatto il cristianesimo a religione di Stato, la vittoria dell’astro Gesù era ormai suggellata. Con somma sfortuna per i seguaci dei tanti altri culti esistenti nell’impero, che si videro da un momento all’altro accusati di paganesimo ed eresia, e quindi sottoposti a crudeli persecuzioni.

    Dunque Costantino spianò la via a Teodosio, il luminoso percorso che portò alla vittoria del cristianesimo. Lo storico

    Hartwig Brandt osserva:
    “Il passo dal Sol invictus a Gesù Cristo era breve, e il suo superamento da parte di Costantino fu di certo il risultato di una decisione pragmatica.” (B. Seewald, “Kaiser Konstantin, der brutale Machtpolitiker” da: Die Welt online del 02.12.2014)

    Nessuna visione divina sul campo di battaglia, quindi. Nessun “In hoc signo vinces”. Come qualsiasi capo di Stato, Costantino era in primis un freddo calcolatore. E può essere che, proprio per un’ironia del destino, quella nuova religione privilegiata dall’imperatore per appoggiare i propri giochi di potere, un giorno abbia contribuito al disfacimento dell’impero stesso.

    Brandt aggiunge:
    “I cristiani non furono di certo i becchini dell’impero. Ma una cosa è chiara: l’impero romano affondava le sue radici in un rapporto di fiducia fra culti e religione. Questa lealtà fu gravemente lesa e distrutta in gran parte proprio dall’intolleranza militante del cristianesimo.” (ibidem)

    Ora, dalla penombra della cripta cristiana che tanto ricorda il misterioso mitreum, saliamo i gradini ed entriamo nella chiesa inondata di luce del giorno.
    Poi abbandoniamo pure anche l’edificio sacro e le superstizioni del passato. Lasciamo le guerre di religione alle nostre spalle e con esse il colorato universo degli dèi, la lungimiranza politica della pax romana, l’intransigenza dei primi padri della Chiesa e i tanti martiri, pagani o cristiani che fossero.

    Nel buio di un inverno come tanti altri e che sempre si ripeterà, cerchiamo la luce dentro noi stessi.

    Il divino ci circonda nell’aria che respiriamo, nella bellezza della natura e di tutte le meraviglie intorno a noi.

    Adesso possiamo festeggiare il Natale senza pregiudizi, come si festeggia la notte che precede il ritorno della luce.

  4. Marco

    Tanto per ben cominciare propongo ai condomini di scrivere delle “Good New’s”, qui adesso ad inizio 2020: giusto per buon auspicio e per un minimo di comunicazione positiva (teniamoci in comunicazione: “più comunicazione, non meno, è la risposta”), propongo di scrivere al riguardo di successi e buone notizie.

    Io in auditing sto avendo molti molti successi…
    Potrei scriverne uno per ogni seduta… ma voglio brevemente scrivere al riguardo di un ultimo argomento che sto “seguendo” in questi giorni, per me il più concreto ed interessante delle ultime settimane.
    Ultimamente è quasi eccitante per me vedere/analizzare, in seduta, (argomento ancora in corso) la relazione tra Thetan e Corpo.
    Sto indagando, perchè ultimamente spinto dalla curiosità in quella direzione, la relazione tra corpo e Thetan: quanta è la connessione, in che misura, in che ordine di grandezza e come gestire questa connessione Thetan/Corpo?
    Sto meglio comprendendo la condizione di esistenza del Thetan. E perchè in questo scorso di tempo (da molto tempo) questa esistenza dipenda cosi tanto dal corpo… perchè dipende cosi tanto dal corpo?
    La mia domanda di partenza è questa, e faccio un esempio: “se il corpo mangia un cibo inquinato, per caso senza saperlo, immediatamente il thetan ne risente… e magari non sapendo nemmeno il perchè del suo calo analitico, non sapendo del veleno presente nel cibo, semplicemente non capisce cosa “succede a lui” (mentre invece sta succedendo alle cellule del corpo)… cosi il psicologo di turno gli da altro veleno (farmaci).

    Dunque la mia domanda è: che relazione c’è tra le cellule (per esempio i neuroni) e gli effetti che esse hanno sul Thetan?! Perchè il Thetan è cosi tanto, tanto, tanto connesso con il corpo? Ho realizzato in auditing che: corpo = un’azienda di molti operai.
    Questo ora è per me un argomento moto interessante… ed al riguardo sto avendo molti successi, tra cui (uno per tutti): “il corpo è un’azienda e tu ne sei sicuramente il direttore, ma direi poco, molto poco (per quanto riguarda la conessione comunicativa) consapevole”. E se ci si pensa, la condizione di etica corrispondente è : Tradimento (referimento HCOPL 20/04/’69 “Mancare di indossare l’Hat”)

    Credo che quando arriverò a maggior comprensione della relazione cosi stretta con il corpo (ovvero comprendere/percepire l’esistenza di cosi tante cellule genetiche cosi molto connesse tra loro e con a capo un Thetan), sarà un grande passo avanti verso la consapevolezza della “Condizione di Esistenza”. Con connessa risposta alla domanda: “è possibile ed in che modo posso esistere, in alternativa ad essere connesso con un corpo di carne composto da cellule aggregate?”

    Quanti autori nella storia dell’umanità, sapevano che esiste un Essere che pensa, ma non sapevano come individuarlo e come relazionarsi?

    Di Joseph Wood Krutch, scrittore statunitense (Knoxville, Tennessee, 1893-1970), saggista e naturalista americano, noto soprattutto per i suoi libri come critico della scienza riduzionista*.

    “I fisiologi sono propensi a paragonare la rete nervosa cerebrale ad un sistema comunicativo, ma tralasciano un fattore significativo: un sistema comunicativo entra in funzione soltanto quando qualcuno parla. Il cervello non crea il pensiero, è solo uno strumento che l’Essere sanziente trova utile”.

    *il riduzionismo, riguardo a qualsiasi scienza, sostiene che le metodologie e i concetti di tale scienza debbano essere ridotti al minimo sufficiente a spiegare materialmente (materialismo) i fatti della teoria in questione.

    • Marco

      Mi pare che la comunicazione si sia leggermente affievolita… in effetti comunicare, sopratutto quando ci sono realtà differenti (o si pensa che ci siano, d’altronde i thetan sono ogn’uno differente dall’altro) , è molto, molto impegnativo.
      Come volevasi dimostrare (forse anche solo a me stesso) con questi argomenti cosi delicati e “pieni di mistero” è inevitabile che il triangolo si abbassi.

      • Diogene

        Complimenti per le tue realizzazioni in auditing.
        Può aiutarti il concetto di entropia riferito magari alla relazione tra ordine ideale e disordine cosmico?
        Mi permetto di buttare il sasso nel ruscello, ma non chiedere a me spiegazioni complesse.
        La verità lapalissiana che ciascuno di noi capisce quello che può e che riesce a capire.
        I dibattiti portano idee ma non conclusioni. Credo, però, che mettere in discussione le proprie convinzioni, soprattutto con se stessi e per se stessi, non sia mai tempo perso.

        • Marco

          Grazie mille Diogene. Apprezzo molto che tu sei sempre presente.
          Grazie del suggerimento, riguardo a relazione “tra ordine e disordine”.

          Io sto andando in seduta regolarmente e ho già visto dell’altro, al riguardo di ciò che ho scritto qui sopra… Posso dire in più: che pian piano sto risolvendo queste comprensioni di livello avanzato, intendo dire domande del tipo: “come mai sono intrappolato in un corpo di carne”… le sto “vedendo e capendo”.
          Quello che in più posso dirti è che sembrava difficile, invece se ci si impegna (ad andare in seduta regolarmente) si riesce a “risolvere”:
          Ovviamente la faccio cosi facile, solo perchè c’è già la tech e la conoscenza e le esperienze di altri, ci sono percorsi già esplorati e dunque il lavoro duro è già stato fatto. A noi resta solo la fatica di percorrere i sentieri già esplorati (anche se forse non ancora asfaltati 😉

          Un caro saluto

  5. Marco

    Paracelso di Hohenheim (1490-1541) fu il terapista più importante del suo tempo e, forse, il più grande mistico della storia della medicina occidentale. Egli dedicò la vita alla ricerca dell’arte curativa.

    Quanto segue è tratto da “Paracelsus His Mystical and Medical Philosophy” di Manly P. Hall, pubblicato dalla Philosophical Research Society:

    “In armonia con scoperte più recenti, Paracelso notò che gran parte degli “elementari” (entità spirituali) sembrano essere di natura sopraffacente.

    Essi vengono generati, risvegliati, dagli eccessi del pensiero, dagli eccessi delle emozioni umane, dalla corruzione di carattere, dalla degenerazione di facoltà, dalla degenerazione dei poteri che dovrebbero essere utilizzati in altri modi, più costruttivi ed etici.

    Questi “Elementari” (entità) sono come infanti, in particolare all’inizio.
    In seguito, tuttavia, queste forme emotive acquisiscono forza, ottenendo infine una sorta di indipendenza. Potendo poi diventare più forti, queste forme possono arrivare ad agire contro chi le ha risvegliate, inducendo spesso in lui abitudini e compulsioni terribili, che distrugeranno salute e una vita felicità.

    Questa è una conoscenza non facile da comprendere, ma con un pò di studio ed impegno la consapevolezza di ciò può essere raggiunta.

    Sappiamo che la psiche umana può essere tormentata da centri di pressione o modelli di pressione che chiamiamo fissazioni, complessi, fobie e simili.
    Sappiamo che queste formazioni negative vengono nutrite dalla costante ripetizione degli atteggiamenti che le hanno provocate: se gli atteggiamenti negativi diventano abituali, possono prendere gradualmente il sopravvento e distruggere gradualmente l’integrità etica ed emotiva dell’individuo.

    Una fissazione, nutrita da atteggiamenti idonei alla sua perpetrazione, si può intensificare divenendo pian piano realmente risoluta nel voler dominare, nel tentativo di possedere l’intera vita della sua infelice vittima.

    La ricerca moderna ha fatto luce sul concetto di “Elementari”, estendendosi ben oltre la ricerca fondamentale sugli “Elementari” di Paracelso.
    Egli usò il termine ossessione per intendere la possessione da parte di un’entità. Oggi il termine viene usato per intendere possessione da parte di un atteggiamento anormale.

    È possibile che l’atteggiamento anormale diventi gradualmente un’entità?
    Molte persone che vivono un’ossessione psicologica resistono alla cura, come se qualche creatura estranea stesse lottando dentro di esse per la sopravvivenza.
    Partendo dalla filosofia degli “Elementari”, Paracelso giunse alla conclusione che gran parte di ciò che noi consideriamo malattia, deriva da questi “parassiti” risvegliati da pensieri ed emozioni sbagliati.”

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