Siete Scientologist Indipendenti? Pensate con la vostra testa!
Ieri sera mentre tornavo a casa, un forte temporale si era abbattuto sull’Autostrada .
Uno Scenario fotografico surreale, tanto che il mix di velocita’, luci e riflessi
ha impressionato nel mio veloce scatto con il telefonino,
un effetto ottico di 3 soli sorgenti tra nuvole di guerra e sereno di pace…..
Questa”irrealta’ ” reale mi ha riportato al presente questo scritto di Ingo Swann,
quindi ve lo giro oggi in questa domenica del giorno dopo…….. (:D)
Di Ingo Swann
20 ottobre 99
(Ingo Swann durante una mostra al Celebrity Center LA)
Dal sito BiomindSuperpowers
traduzione: Simon Bolivar
Lo scopo centrale di questo saggio è quello di INIZIARE a portare luce una situazione estremamente subdola e nascosta, che circonda continuamente la natura essenziale dei super poteri in un bozzolo di disinformazione.
Questa situazione è così strana, e così apparentemente improbabile, che a un primo approccio queste considerazioni sembrano scandalosamente inappropriate.
E così mi affretto a fare riferimento a una situazione accessoria che è del tutto credibile, perché generalmente si comprende esista, ed è ampiamente confermata da documenti pertinenti e disponibili.
Si tratta di un fatto ben noto che la ricerca e la scoperta per quanto riguarda la natura dei superpoteri non è né incoraggiata, né finanziata nell’ambito del funzionamento delle correnti principali più potenti della società.
Di conseguenza, le forme organizzate di ricerca psichica e parapsicologica sono state lasciate a penzolare, prive di finanziamento e di necessaria interazione accademica. Sono state in costante difficoltà riguardo a qualsiasi autenticità del loro lavoro accumulato nel corso degli ultimi 120 anni della cosiddetta Età Moderna.
L’esclusione e la condanna del Psi, ecc, dai potenti canali della società è così evidente, che in realtà dovrebbe essere considerato come deliberatamente intenzionale nel suo intento generale.
Ovviamente, i potenti canali della società non vogliono un aumento delle conoscenze parapsicologiche costruttive, forse soprattutto per quanto riguarda la telepatia. Se sviluppato in stati elevati di funzionamento, la telepatia sarebbe considerata come invasiva delle menti. E la maggior parte delle strutture di potere della società dipendono dal potere di decisioni segrete, e dal fatto che vengano TENUTE segrete.
Ci sono altre considerazioni sui motivi, alcuni dei quali sono stati in parte presi in considerazione nel presente saggio dal titolo “Osservazione Remota e i suoi scettici.”
Avendo detto quanto sopra, può essere messo in evidenza che le preoccupazioni della società sulla possibile valorizzazione dei superpoteri Psi hanno una storia che risale molto indietro nel tempo, anteriore agli ultimi 120 anni di età moderna.
In questa storia anti-Psi, durante la quale lo sviluppo cognitivo del sapere Psi non è stato voluto, è ovvio che OGNI conoscenza riguardante i fattori che possono contribuire al suo sviluppo, devono essere essi stessi culturalmente soppressi o definitivamente sospesi in confusioni ambigue.
Ci sono molti sottili vuoti di conoscenza a lungo termine, che sono stati perpetuati a tal fine.
Si usa continuamente il termine CONSAPEVOLEZZA, quindi è difficile credere che l’informazione riguardante la sua natura dinamica e completa sia incapsulata in un vuoto di conoscenza.
Sia come sia, tuttavia, è evidente che i tipi di consapevolezza e i tipi di superpoteri non sono solo accessori, ma sono fondamentalmente interattivi l’uno con l’altro.
Così, se la conoscenza effettiva sui superpoteri deve essere soppressa, o almeno distorta in un qualche modo controproducente, allora una efficace conoscenza riguardo la consapevolezza deve essere trattata in modo analogo.
Per aiutare a comprendere meglio questo punto, il termine IMPEDIRE viene definito come: “Interferire con il progresso di, bloccare, ostacolare”.
In questo modo, non solo possiamo pensare in termini di conoscenza impedita o non impedita riguardante i superpoteri, ma anche in termini di consapevolezza impedita o non impedita.
Soppressione sociale della conoscenza sulle facoltà di consapevolezza.
Esistono due ragioni principali per addentrarci nello strano soggetto di questo saggio.
- Primo: si può pensare che i superpoteri e la gamma della consapevolezza siano così fondamentalmente e strettamente interconnessi che è praticamente impossibile considerarli distanti uno dall’altro.
- Secondo, è vero che la parola “consapevolezza” viene usata per tutto il tempo. Ma se si fa uno sforzo determinato a scoprire l’esistenza di un ricerca approfondita e la conoscenza accumulata che la riguardano, si può venire a conoscenza di informazioni piuttosto ampie e vuote di conoscenza in questo senso.
Le facoltà e le capacità di consapevolezza sono estremamente strategiche per il funzionamento superlativo, e anche per la sopravvivenza di base, della nostra intera specie, e, naturalmente, per ciascuno dei suoi individui.
In effetti, senza quella che viene chiamata CONSAPEVOLEZZA, saremmo poco più che oscure, cieche creature stimolo-risposta, che reagiscono solamente agli stimoli, ma che non sono in grado di discriminare nulla.
A causa di questa importanza strategica, i vuoti di conoscenza per quanto riguarda le dinamiche di consapevolezza in realtà non dovrebbe esistere in quanto tali.
Pertanto, l’esistenza di vuoti di conoscenza riguardo le facoltà di consapevolezza si devono inquadrare come, rappresentanti una situazione invisibile e profonda di qualche tipo – una nelle quali la mancanza di conoscenza-consapevolezza sembri essere importante e fatta con uno scopo.
Si è ampiamente compreso che menti scientifiche e filosofiche, per così dire, dovrebbe assumere un ruolo attivo in tutte le questioni che sono di estrema e significativa importanza.
Ma la scienza e la filosofia non sono indipendenti degli ambienti sociali in cui si verificano, tanto che senza il sostegno positivo di quegli ambienti, né la scienza né la filosofia possono esistere in modo adeguato.
Quando si parla di “ambienti sociali”, uno è, naturalmente, nella prima ossatura di riferimento parlando di strutture di potere della società, in cui il potere e la sua prosecuzione rappresentano sempre il primo ordine del giorno.
Parlando per metafora, quindi, alle strutture di potere non piace l’emergere di informazioni e conoscenze che potrebbero indebolire o minacciare la loro assunta autenticità e realtà, di cui le forze di potere della società sono state investite.
Pertanto, la determinazione di ciò di cui la conoscenza dovrebbe consistere, o non consistere, è quasi sempre un problema sociale prima che possa essere immessa in menti scientifiche e filosofiche.
E in effetti, da quando Francis Bacon (1561-1626) pronunciò il suo famoso assioma che “La conoscenza stessa è potere“, collegando così i due, si può comprendere, con una certa sicurezza, che le varie strutture di potere iniziarono molto presto a tenere un occhio vigile sulle conoscenze emergenti che avrebbero potuto sia appoggiarle che distruggerle.
In altre parole, prima le strutture di potere della società, POI la scienza e la filosofia – hanno messo in condizione che questa conoscenza limitasse i suoi sforzi secondo le linee guida di potere della società.
In effetti, la conoscenza è potere, o almeno può contribuire a creare e mantenere il potere di chi ce l’ha. Pertanto, non conoscenza o la mancanza di essa toglie potere a chi già è senza potere, in cui un certo tipo di conoscenze/potere sono assenti volutamente per intenzione e disegno.
E’ quindi abbastanza chiaro che la consapevolezza è molto strettamente legata al potere e allo status di potere. Ciò che non è così chiaro, tuttavia, è che certi tipi di consapevolezza sono più pertinenti al potere rispetto ad altri tipi.
Per sviscerare un po’ la natura di ciò che è coinvolto lungo queste linee, si deve solo prendere in considerazione cosa, a livello individuale, vari INCREMENTI della consapevolezza funzionale potrebbero far presagire a sistemi sociali e le loro strutture di potere stratificate.
Ogni esame competente di tali strutture di potere, rivela rapidamente che la loro esistenza dipende sul mantenere questa o quella misura di fattori di consapevolezza non operativa delle masse.
Naturalmente, ci sono molti modi per raggiungere questo obiettivo, e su molti livelli diversi. Ma un modo davvero efficace è semplicemente quello di sopprimere e rimuovere l’intero argomento della consapevolezza dallo studio costruttivo – in modo che, in poche parole, la conoscenza della consapevolezza attiva non possa giungere giù, nell’intelligenza priva di potere delle masse.
In ogni caso, mentre gran parte delle informazioni in questo sito si possono considerare all’interno di contesti ipotetici, il rapporto diretto tra la consapevolezza e il superpotere è così evidente che ha una base solida come il cemento.
Se, tuttavia, si desidera individuare pacchetti di informazioni rilevanti per rafforzare questo cemento, alla fine si scoprono tre fatti:
- Tantissime informazioni sono disponibili riguardo all’esistenza dei superpoteri, ma
- le informazioni riguardo alla consapevolezza sono così rare da essere quasi inesistenti, e
- Negli approcci convenzionali della società ai superpoteri, attraverso la parapsicologia stessa, non vi è alcun collegamento tra la consapevolezza e i superpoteri – anche se la chiaroveggenza e la telepatia, per esempio, possono essere viste come diversi tipi specializzati di consapevolezza.
Ma oltre i parametri della parapsicologia, ci sono ragioni più grandi e ben identificabili per questo.
A livello della società, al di là di alcune definizioni del dizionario piuttosto brevi per CONSAPEVOLE e CONSAPEVOLEZZA, e, ovviamente troncate, non ci sono studi approfonditi per quanto riguarda la loro essenza, la natura, il funzionamento e i molteplici fenomeni nella scienza, nella filosofia, nella sociologia e persino in antropologia.
Pertanto, il vuoto di informazione circa la natura della consapevolezza va oltre le sue implicazioni nella parapsicologia. In effetti, il vuoto è universalmente presente in tutti gli approcci modernisti alla conoscenza, e soprattutto per quanto riguarda gli sforzi che hanno qualcosa a che fare con il potere e il potenziamento.
La Consapevolezza e i Superpoteri della biomente
Non vi è dubbio che nel loro primo o primario grado, i vari tipi di superpoteri consistono in vari tipi di “unità” di natura interiore che possono esistere in almeno tre stati identificabili:
(1) attivi
(2) inattivi
(3) bloccati, impediti o desensibilizzati.
Quindi, se si esaminano per esaminare i fenomeni e le funzioni riguardanti i superpoteri, ma non si esaminano gli spettri di consapevolezza che a loro sono intimamente connessi, il prodotto finale può manifestarsi come attivazioni molto piccole riguardo ai superpoteri.
Il totale di questo risulta in due equazioni molto semplici:
(a) La carenza di attivazioni di consapevolezza equivale a nessuna attivazione o riconoscimento di superpoteri.
(b) Conoscenza e consapevolezza organizzata e espansione equivalgono ad un aumento di riconoscimento e attivazione dei superpoteri.
Alla luce di quanto sopra, se si dovesse aprire una scuola o un centro per lo sviluppo dei superpoteri, il suo Corso di base si dovrebbe concentrare sulla natura della consapevolezza, e includere metodi per migliorare e ampliare non solo la sua gamma, ma il suo intero panorama.
Detto questo, quindi, ci sono ragioni precise per introdurre questo soggetto della consapevolezza in questi saggi riguardanti i superpoteri:
- I superpoteri implicano queste facoltà di consapevolezza della biomente, che possono trascendere i limiti conosciuti e i fattori fisici dello Spazio, del Tempo, della Materia e dell’Energia.
- E’ del tutto difficile comprendere come le facoltà della biomente possano raggiungere il superamento SE NON INCORPORANO CONSAPEVOLEZZE ESSENZIALI E SPECIFICHE che comprendono un numero di specie e varietà
- Se si toglie la consapevolezza dai superpoteri, NON SI AVRANNO superpoteri
- Se si discutono e si studiano i superpoteri, come qualcosa di diverso da specifici tipi di moduli di consapevolezza, i superpoteri non diventeranno attivi volontariamente.
- Coloro che possiedono una qualche forma di “superpotere naturale” in funzione, ovviamente hanno una attivazione “naturale” degli appropriati moduli di consapevolezza.
Moduli di consapevolezza impedita vs non impedita.
Una delle funzioni centrali di questo saggio è quello di considerare ipoteticamente possibile l’esistenza, ma molto sottile, di tre fattori. La loro esistenza è di grande importanza per i superpoteri della biomente umana.
I tre fattori sono:
(1) L’esistenza ipotetica di qualcosa che, per mancanza di termini più precisi, si potrebbe chiamare consapevolezza senza impedimenti o silenziosa.
(2) Se si può supporre che la consapevolezza libera possa o potrebbe esistere, allora si può dimostrare che le attuali raccolte sulle conoscenza moderna sono costruite in modo da girarci intorno. Il risultato sarebbe che la conoscenza di questo non solo viene sempre evitata, ma cancellata.
(3) Che le modalità e gli strumenti devono essere messi in modo da evitare la conoscenza e la sua scoperta, pertanto l’uso e il significato del termine cospirazione non può essere negato – anche se le fonti esatte di tale cospirazione non possano venire scoperte interamente tramite supposizioni convenzionali.
La nostra specie come una forma di vita consapevole vs la nostra specie come meccanismo stimolo risposta
Qui potremmo soffermarci a chiederci ancora una volta ciò che la nostra specie, e i suoi singoli individui, sarebbero se NON possedessero vari tipi e gamme di consapevolezza, ciascuno dei quali può essere molto ampio.
In effetti, senza i suoi vasti insiemi di fattori di consapevolezza, ogni biomente palpitante non sarebbe molto più che un palpitante ammasso di fango. In effetti, si potrebbe eliminare la parte della mente dalla considerazione, finendo con la parte bio che è poco più di un affare stimolo-risposta, a dire molto.
Lungo queste linee di pensiero, gli sforzi per stabilire che l’uomo è solo un affare stimolo-risposta sono fittamente intrecciati in pacchetti di conoscenza modernisti, attraverso i quali sono stati fatti tentativi di codificare ciò che è la conoscenza di noi stessi e ciò che non lo è.
I tentativi di erigere una immagine di esseri umani come esseri solo a stimolo-risposta sono raggruppati sotto al titolo generale di “comportamentismo”, o scienze e filosofie comportamentistiche.
Le definizioni di comportamentismo differiscono leggermente, ma sono comunque coerenti nel concetto.
WEBSTER’S (1967) indica che: il COMPORTAMENTISMO è,
“una dottrina che sostiene che i dati in possesso della psicologia consistono nella prova osservabile di attività orgasmica con l’esclusione dei dati introspettivi o riferimenti alla coscienza e alla mente.”
[Cioè, ad esclusione delle facoltà di consapevolezza.]
L’ENCICLOPEDIA DI FILOSOFIA (1967) ci indica inoltre:
“… il comportamentismo, come teoria filosofica, è vecchia come il materialismo riduttivo [ed è definita come un tentativo] di interpretare tutti gli stati mentali in termini di materia in movimento.”
Inoltre, la quinta edizione (1981) del DIZIONARIO PSICHIATRICO (. RJ Campbell, ndr) indica che:
“Il comportamentismo afferma che ‘la coscienza’ non è né definibile né un concetto utilizzabile, che è semplicemente un’altra parola per “l‘anima” dei tempi più antichi … il comportamentismo classico afferma che tutto il comportamento è da intendersi in termini di stimolo-risposta, l’organismo [cioè, l’essere umano] è dunque essenzialmente passivo e può solo reagire alla stimolazione “.
(NOTA: Nel contesto di quanto sopra, abbiate il piacere di ricordare l’uso delle parole
“Essenzialmente passivo e può solo reagire a stimoli” .)
Nel loro senso collettivo, le tre definizioni di cui sopra possono essere semplificate nel seguente modo.
Sarebbe evidente che la consapevolezza e la coscienza hanno qualcosa a che fare l’uno con l’altra. Se sostituiamo CONSAPEVOLEZZA col termine COSCIENZA, possiamo concludere che la consapevolezza è anche “un concetto non utilizzabile all’interno del modello di comportamentismo”.
È almeno in parte legittimo fare questa leggera sostituzione, dato che la coscienza è spiegata come uno dei sinonimi di consapevolezza, come vedremo poco più avanti.
Al di là del comportamentismo, una immagine generale, e più grande, della storia umana stabilisce chiaramente che i parametri più piccoli e più grandi della consapevolezza spesso hanno avuto un ruolo di sopravvivenza estremamente importante, e continuano a farlo.
Questo è fortemente indicativo della premessa perfettamente logica che, per quanto l’essere umano “organismo” potrebbe essere spiegato o concepito diversamente, sarebbe necessario integrare gli elementi della consapevolezza, piuttosto che abolirli o cestinarli.
Questo per dire, che questi elementi devono necessariamente essere inseriti – se si vuole assumere un quadro di noi stessi come qualcosa al di là degli stati di stimolo-risposta sull’addestramento igienico e sul mangiare terra, perché lo stimolo della fame richiede una risposta.
Come un qualcosa di prettamente delizioso messo a parte, sembra che specifici campioni umani soffrano di cancellazione e sottrazione di consapevolezza – sottrazioni che potrebbero essere insite in non pochi comportamentismi.
Sia come sia, l’opportunità di parametri avanzati di consapevolezza non è negato da altri esemplari – per esempio quelli proni ad avere una intelligenza e così via, e quelli intenti a salire scalini aziendali.
La Consapevolezza espansa può tornare utile. Non si può salire una scala aziendale solo con un meccanismo stimolo-risposta.
La relazione tra moduli di consapevolezza e l’intelligenza umana.
L’esistenza della consapevolezza si presume essere uno dei principali criteri per la definizione della nostra specie, che a volte si manifesta con attributi piuttosto impressionanti di intelligenza generica – il cui funzionamento è piuttosto dipendente da alcuni quantum di consapevolezza, per quanto minima o minuscola.
È quasi impossibile tentare di prendere in considerazione l’intelligenza senza considerare anche gli attributi di consapevolezza NECESSARI, su cui ogni sua forma può essere inserita.
Anche le normali routine stimolo risposta di ogni forma igienica richiedono un minimo di intelligenza per rendere attivo il riconoscimento consapevole di certe attività concepite a tale scopo.
Consideratela in questo modo, è chiaro che la consapevolezza e l’intelligenza vanno mano nella mano. È del tutto possibile che una non possa esistere senza l’altra.
È anche eticamente e razionalmente possibile pensare che la Consapevolezza e l’intelligenza siano due facce della stessa medaglia.
In questo senso, quindi, mentre enormi quantità di ricerca culturale, filosofica e scientifica del periodo illuminato moderno sono stati specificamente dedicati a cercare di esaminare la natura dell’intelligenza, quasi nessuna attenzione investigativa è stata rivolta alle concomitanti necessità della consapevolezza (questo, naturalmente, è un altro vuoto di conoscenza per quanto riguarda la consapevolezza.)…
Come la società evita i temi riguardanti la consapevolezza
Per ribadire, c’è un vecchio detto che dice che, occasionalmente si può riconoscere qualcosa per la sua voluminosa o fragorosa assenza. Il tema della consapevolezza rientra chiaramente nella categoria del sottile assenteismo.
Come esempio di assenteismo prolifico, non si trova nessun riferimento alla CONSAPEVOLEZZA in nessun compendio scientifico o in autorevoli risorse scientifiche.
Il tema della CONSAPEVOLEZZA è altrettanto assente da compendi e risorse psicologiche, mentre il termine stesso non compare quasi mai nei loro indici.
Per quanto riguarda gli studi e le teorie filosofiche, l’estremamente inclusiva ENCICLOPEDIA DELLA FILOSOFIA (1967) non ha una voce per la consapevolezza. Tuttavia, il termine è citato cinque volte l’indice cumulativo dell’Enciclopedia di otto volumi.
Ma dal momento che gli otto volumi presi insieme ammontano a circa 4.000 pagine a doppia colonna, cinque menzioni di consapevolezza nell’indice si può assumere siano come una prova di estrema emarginazione o come un buco nell’insieme filosofico.
Detto in un altro puzzolente modo, una possibile ragione per l’assenteismo della consapevolezza nelle intere prospettive filosofiche è che i filosofi, in qualche modo simili ai comportamentisti, potrebbero non averne avuto bisogno in quantità eccessiva.
Tornando brevemente al tema della parapsicologia, ecc, mentre molto si può dire per i molti e vari argomenti che sono emersi in questa ricerca, il filo nascosto che li lega tutti in un’unica bobina, ovviamente, sono le diverse forme di consapevolezza, e i suoi vari stati e condizioni.
E così, si può mettere in evidenza che, sebbene le varie categorie di Psi, ovviamente, sono costituite da una serie di parametri di consapevolezza e poco altro, nessuna voce per la consapevolezza si trova in compendi organizzati di termini psichici o parapsicologici e nemmeno nella loro nomenclatura.
Tutto questo si somma al fatto che i concetti più intimi di CONSPEVOLE e di CONSAPEVOLEZZA sono talmente tabù che non sono neppure menzionati come tabù.
Questo, sembra essere più o meno equiparato a un tabù tabù, il quale significa un ultra tabù.
In questo modo, la storia dei fenomeni di consapevolezza è quasi completamente e costantemente segnata, non solo da uno sforzo di decostruzione del tema stesso, ma anche per condannare, distorcere e torturare o punire, e allo stesso modo per decostruire e cancellare qualsiasi approccio organizzato per il suo studio.
Ingo Swann