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SCIENTOLOGY: UNA NUOVA OTTICA SULLA VITA
INTEGRITA’ PERSONALE
QUEL CHE E’ VERO PER TE e’ quanto TU STESSO hai osservato.
E quando perdi questo,hai perso ogni cosa
CHE COS’E’ L’INTEGRITA’ PERSONALE?
L’integrita’ personale consiste nel SAPERE CIO’ CHE SAI
– TU sai quel che sai –
e nell’avere il coraggio di sapere e di affermare quello che hai osservato.
L’INTEGRITA’ E’ QUESTA.
E NON VE N’E’ ALTRA.
Certo possiamo parlare di Onore, di verita’ e di tutte queste cose, questi termini esoterici.
Ma penso che sarebbero compresi molto bene se le nostre osservazioni derivassero
davvero da quel che abbiamo osservato,
se ci prendessimo cura di osservare quel che stiamo osservando ,
se OSSERVASSIMO
sempre con l’intento di OSSERVARE.
E senza necessariamente mantenere un atteggiamento scettico,un atteggiamento critico,
oppure una mente aperta
– Senza necessariamente mantenere in alcun modo tali cose –
Ma CERTAMENTE mantenendo un’ INTEGRITA’ PERSONALE SUFFICENTE e un’ADEGUATA
FIDUCIA e FEDE IN NOI STESSI,
con il coraggio di poter osservare quello che stiamo osservando e di POTER DIRE QUELLO CHE ABBIAMO OSSERVATO.
Niente in Scientology e’ vero per te,
a meno che non sia stato tu a OSSERVARLO.
Ed e’ vero in base alla tua osservazione.
Questo e’ tutto.
L.R.H.
TRATTO DA : IL BACKGROUND,IL MINISTERO RELIGIOSO,LE CERIMONIE E I SERMONI DELLA RELIGIONE DI SCIENTOLOGY.
…Cosi’ si vanno i giorni,
gli anni, i millenni.
Cosi’ noi procediamo coi vessilli ripiegati
ed in silenzio
per la nostra strada.
Ora sappiam, pero’,
e ora troverem
la Strada.
Dentro alle tenebre
e’ scesa la luce,
dentro al domani
cala la notte,
in paradiso noi piu’
non andiamo,
e dentro alla vita gli spiriti alziamo,
che eterni conquistano
di Sapienza lo Scrigno.
Noi non tremiamo
davanti alla morte:
Sappiamo che il Vivere
non e’ il Respirare.
Su, Vinci !
Vai UMBERTA
e prenditi
la vita
che ti si offre adesso
e vivi sapendo
che farem la nostra parte.
Vai, UMBERTA
che’ controllar saprai
quello che devi.
La nostra perdita e’ un guadagno
di saggezza e abilita’
per il futuro
e per altri sorrisi.
Per questo noi mandiam
sulla catena del tempo
che a ogni cosa sopravvive
il nostro retaggio…
La nostra speranza…
La nostra amica.
Addio, UMBERTA.
GRAZIE, TI DICE LA TUA GENTE
D’ESSER VISSUTA,
MIGLIORE E’ QUESTA TERRA PERCHE’ HAI VISSUTO,
UOMINI, DONNE E BIMBI
SON OGGI VIVI
PERCHE’ HAI VISSUTO.
Ti ringraziamo d’esser venuta a noi.
Non contestiamo il tuo diritto d’andar via.
I debiti tuoi son qui pagati.
Questo capitolo della vita tua e’ chiuso.
Vai, ora, cara UMBERTA,
e vivi ancora
in un luogo ed in un tempo
piu’ felici.
Grazie, UMBERTA.
…
E questo e’ fatto.
Su, forza, amici,
che’ lei sta bene
e se ne’ andata.
Ci aspettano adesso i nostri compiti.
E cosi’ pure i suoi aspettano lei.
Laddove andra’ sara’ la benvenuta.
…
HCO PL 29 oct 59 SERVICE
“La parola d’ordine é SERVIZIO.
Non importa quante regole infrangete, se vengono infrante per dare servizio altruista, l’uno all’altro ed al pubblico. Viviamo per il servizio non per le regole.
… Dove c’é un gruppo da aiutare, un preclear da audire, o uno studente da addestrare, fate in modo che sia fatto; e se viene fatto, non calcolate quanto é costato in termini di regole infrante.
… Servizio é la parola d’ordine. Un servizio ordinato é preferibile ad un servizio disordinato, ma un servizio qualsiasi é meglio di nessun servizio.
…Essenzialmente siamo dei trasgressori degli “ora dovrei”. Non sprofondare quindi nei nostri nuovi rituali al punto da non essere piú coraggiosi ed efficienti.
..Seguite le nostre regole meglio che potete. Ma una regola puó essere sbagliata, mentre il servizio e la nostra missione non potranno mai essere sbagliati.
Usate le regole finché non v’impediscono di fare il vostro lavoro. Ma se vi bloccano, allora al diavolo le regole! Datevi attivamente da fare.”
HCO PL 29 ottobre 1959 SERVIZIO by L Ron Hubbard
CHE COSA E’ LA GRANDEZZA:
IL COMPITO PIU’ ARDUO che si possa avere e’ continuare ad amare i propri simili, nonostante tutti i motivi di questo mondo per cui non lo si dovrebbe fare.
Il vero indice di sanita’ mentale e di grandezza e’ il continuare a farlo.
Per colui che lo sa realizzare, ci sono grandi speranze.
Per coloro che non lo sanno fare, ci sono soltanto dispiacere, odio e disperazione e queste non sono cose che costituiscono la grandezza, la sanita’ mentale o la felicita’.
Una delle trappole primordiali e’ cedere ad un invito all’odio.
Ci sono persone che ci nominano loro carnefici.
Talvolta, nell’interesse dell’incolumita’ altrui, e’ necessario agire, ma non e’ necessario anche odiarle.
Fare il proprio dovere senza infuriarsi contro quelli che cercano di ostacolarci e’ segno di grandezza… e di sanita’ mentale.
E solo allora si puo’ essere felici.
Cercare di conseguire tutte le qualita’ desiderabili nella vita e’ nobile.
Quella piu’ difficile, ma la piu’ necessaria da conseguire e’ amare i propri simili, nonostante tutti gli inviti a fare altrimenti.
Se mai esiste una virtu’ degna di un santo, non e’ quella del perdono.
Il ” PERDONO” ammette la cattiveria di un atto.
Non c’e’ motivo di ammetterla.
Inoltre, per poter perdonare un’azione, la si deve classificare come cattiva.
Il ” PERDONO ” e’ un’azione di livello molto piu’ basso ed e’ piuttosto critico.
La vera GRANDEZZA rifiuta semplicemente di cambiare il proprio atteggiamento nonostante le cattive azioni di cui si e’ oggetto…e una persona veramente grande ama i suoi simili perche’ li capisce.
Dopo tutto sono tutti nella stessa trappola.
Qualcuno se n’e’ dimenticato, altri ne sono impazziti, altri agiscono come coloro che li hanno traditi.
Ma tutti, tutti sono nella stessa trappola :
Generali, spazzini, presidenti e pazzi.
Si comportano cosi’, perche’ sono tutti soggetti alle stessi crudeli pressioni di questo universo.
Alcuni di noi sono soggetti a tali pressioni, e pure continuano a fare il loro lavoro.
Altri, che si sono da tempo arresi, delirano, torturano e si muovono con fare impettito , da quelle anime dementi che sono.
Noi possiamo almeno capire che la grandezza non deriva da guerre violente o da notorieta’.
Deriva dal fatto di essere fedeli alla propria rispettabilita’, di continuare ad aiutare gli altri, qualsiasi cosa essi facciano, pensino o dicano e malgrado tutte le azioni brutali a cui si e’ soggetti, di perseverare senza cambiare il proprio atteggiamento fondamentale nei confronti dell’ Uomo.
Da questo punto di vista, la vera grandezza dipende dalla saggezza totale.
Le persone si comportano come si comportano solo perche’ sono quel che sono : esseri intrappolati, schiacciati sotto un peso insostenibile.
E se a causa di questo sono impazzite e ordinano la devastazione di intere nazioni per errori di interpretazione, si puo’ sempre capire il motivo, come pure l’entita’ della loro pazzia.
Perche’ si dovrebbe cambiare atteggiamento ed incominciare ad odiare solo perche’ qualcun altro si e’ perso e il suo destino e’ troppo crudele da affrontare ?
La giustizia, la clemenza, il perdono sono tutte cose senza importanza, rispetto alla capacita’ di non cambiare a causa di provocazioni o di pressioni a farlo.
Si deve agire, si devono mantenere ordine e responsabilita’, ma non c’e’ bisogno di odiare o cercare vendetta.
E’ vero che gli esseri umani sono fragili e commettono errori.
L’Uomo e’ fondamentalmente buono, ma puo’ comportarsi male.
Si comporta male solo quando le sue azioni a favore dell’ordine e della sicurezza altrui sono compiute con odio.
O quando le sue misure disciplinari sono basate solo sulla sua incolumita’, senza alcuna preoccupazione per tutti gli altri ; o peggio ancora, quando agisce solo per il gusto della crudelta’.
Non mantenere affatto l’ordine e’ una azione da pazzi.
Basta guardare le cose appartenenti a un malato di mente e l’ambiente intorno a lui, per rendersene conto.
Le persone capaci mantengono le cose in ordine.
Quando una razza e’ dominata dalla crudelta’ compiuta nel nome della disciplina, a quella razza e’ stato insegnato ad odiare.
Ed il suo destino e’ segnato.
La vera lezione e’ imparare ad amare.
Chi vuole arrivare incolume alla fine dei suoi giorni deve imparare questo : non usate maicio’ che vi viene fatto, come motivo per odiare.
Non desiderate MAI la vendetta.
Ci vuole veramente forza per amare l’Uomo ed amarlo nonostante tutti gli inviti a fare diversamente, tutte le provocazioni e tutti i motivi per cui non lo si dovrebbe fare.
La felicita’ e la forza persistono solo in assenza di odio.
Solo l’odio e’ la stada che porta al disastro.
Amare e’ la strada che porta alla forza.
Amare nonostante tutto e’ il segreto della grandezza.
E potrebbe benissimo essere il piu’ grande segreto di questo universo.
L.R.H.
HUBBARD COMMUNICATIONS OFFICE
Saint Hill Manor, East Grinstead, Sussex
HCO POLICY LETTER DEL 13 SETTEMBRE 1978
Remimeo
Ecco una vecchia poesia che è stata di recente adattata a policy:
C’è tanto male nel miglior di noi,
e tanto bene nel peggior di noi,
che mal s’addice a ognun di noi
stare a parlare del resto di noi.
L. RON HUBBARD
Fondatore
“….Questa e’ la scala fondamentale, la semplice rappresentazione grafica della speranza di raggiungere l’eternita’.
Questa e’ la scala fondamentale della Vita.
SA che vivra’ fino in fondo
Completamente certo, di trovarsi sylla strada per conseguirla
Alcune persone sanno di non potercela fare
Sanno di non avercela fatta
E’ ovvio che queste cose sono, fondamentalmente, differenze di considerazioni.
Pero’ rappresentano continuamente il GIOCO continuo della vita, e questo e’ TUTTO CIO’ CHE E’ L’ETERNITA’.
LRH
Ago1956,Conferenza,Scale, Movimento
Scn08 pag.295
San Luca 10:3-9,23-24
” NON RIMPIANGERE MAI IL PASSATO.
LA VITA E’ IN TE OGGI
E TU CREI IL TUO DOMANI. “
La Creazione della Capacita’ Umana
Andate: Ecco,
io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi.
Non portate borsa, ne bisaccia,
ne sandali: e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite :
” Pace a questa Casa ” .
Se vi sara’ un figlio della pace ,
la vostra pace scendera’ su di lui :
altrimenti , ritornera’ su di voi.
Restate in quella casa ,
mangiando e bevendo di quello che vi danno :
perche’ l’operaio e’ degno della sua mercede .
Non passate di casa in casa .
Quando entrerete in una citta’ e vi accoglieranno ,
mangiate quello che vi sara’messo dinnanzi :
Curate i malati che vi si trovano e dite loro:
” Si e’ avvicinato a voi il regno di Dio ” .
—
E volgendosi ai discepoli,
in disparte, disse :
” Beati gli occhi che vedono
cio’ che voi vedete :
Vi dico che molti profeti e re
hanno desiderato vedere cio’ che voi vedete ,
ma non lo videro :
e udite cio’ che voi udite ,
ma non l’udirono ” .
Ciò che costituisce il punto di orientamento in un dato spazio è ciò che concede beingness a quello spazio……
……Bene. Concedere beingness, quindi, è strettamente collegato… non spingiamoci oltre… è strettamente collegato alla creazione di spazio e alla formazione, divulgazione e controllo della vita entro quello spazio. Procurate lo spazio, procurate i simboli che si trovano in quello spazio, ed è fatta.
LRH
Concedere beingness
Una conferenza tenuta
il 1° giugno 1954
“don’t ever think that a monopoly of this subject is a safe thing you have.it’s not safe. it’s not safe for man . it’s not safe for this universe. ”
” Non credere che un monopolio su questo soggetto sia una cosa sicura da avere. non è sicura. non è sicura per l’uomo, non è sicura per questo universo. ”
LRH
RJ 68 Codice di Riforma
Il seguente passaggio è stato estratto della trascrizione audio del Giornale di Ron 68, una discorso di L Ron Hubbard, iniziando dal minuto 26:35 fino a 28:05
“Avete probabilmente letto qualcosa riguardo al Codice di Riforma, il Codice di Riforma di Scientology. Abbiamo spedito, penso, non conosco la cifra totale a livello Internazionale, penso solamente in Inghilterra, erano 100.000 lettere e non abbiamo ricevuto nulla che la gente pensasse dovesse essere corretto.
“E questo ha avuto come risultato il Codice di Riforma, nel quale I sec check sono stati aboliti e tutti I vecchi folder riguardanti questo sono stati bruciati, e la disconnessione è stata cancellata con sollievo di coloro che hanno sofferto delle oppressioni familiari.
Non viene più richiesto negli SP orders, e le persone devono maneggiare. La legge del ‘fair game’ è stata cancellata ed è stata fatta proibizione di scrivere o registrare su materiale professionale. Questa di fatto è una estensione al Codice di Riforma.
“Il grande pubblico nel suo insieme ha pensato che sia stato corretto. Non dovevamo fare nulla di più, ma questi sono solo piccoli obiettivi che loro hanno indicato, cosi li abbiamo rilasciati come un Codice di Riforma.”
Caspita! Questo lo pubblicherei come articolo. Dopodiché sarei molto curioso di leggere i commenti!
REFORM CODE, the Reform Code of Scn. We sent out mailings and we received back anything that people thought that should be corrected. This resulted in reform code in which the see checks were cancelled and all old folders on this have been burned and disconnection is cancelled as a relief to those suffering family oppression. It’s no longer required in SP orders and the person has to handle. The fair game law was can- celled and the prohibition against writing down a recording of professional materials was made and this was actually the extent of the Reform Code. (Ron’s Journal 1968)
il Codice di Riforma di Scientology. Abbiamo spedito lettere e non abbiamo ricevuto nulla che la gente pensasse dovesse essere corretto.
“E questo ha avuto come risultato il Codice di Riforma, nel quale I sec check sono stati aboliti e tutti I vecchi folder riguardanti questo sono stati bruciati, e la disconnessione è stata cancellata con sollievo di coloro che hanno sofferto delle oppressioni familiari.
Non viene più richiesto negli SP orders, e le persone devono maneggiare. La legge del ‘fair game’ è stata cancellata ed è stata fatta proibizione di scrivere o registrare su materiale professionale. Questa di fatto è una estensione al Codice di Riforma.
IL CREDO DELLA CHIESA DI SCIENTOLOGY
Il Credo della Chiesa di Scientology è stato scritto da L. Ron Hubbard, subito dopo la costituzione della Chiesa a Los Angeles il 18 Febbraio 1954.
Dopo la pubblicazione di questo credo fatta da L. Ron. Hubbard nel suo ufficio di Phoenix, Arizona, la Chiesa di Scientology l’ha adottato come suo credo, dato che esso afferma concisamente ciò in cui gli Scientologist credono.
Noi della Chiesa crediamo
Che tutti gli uomini di qualunque razza, colore o credo siano stati creati con gli stessi diritti;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile di scegliere e professare le proprie pratiche religiose;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile alla propria vita;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile alla propria sanità mentale;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile alla propria difesa;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile di concepire, scegliere, assistere o sostenere le proprie organizzazioni, le proprie chiese e i propri governi;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile di pensare liberamente, di parlare liberamente, di scrivere liberamente le proprie opinioni e di controbattere, scrivere o esprimere il proprio punto di vista sulle opinioni altrui;
Che tutti gli uomini abbiano il diritto inalienabile di creare la propria specie;
Che le anime degli uomini abbiano i diritti degli uomini;
Che lo studio della mente e la guarigione delle malattie di origine mentale non debbano essere separati dalla religione né essere permessi in campi non religiosi.
E che nessuna forza inferiore a Dio abbia il potere d’interrompere o negare questi diritti, apertamente o nascostamente.
E noi della Chiesa crediamo
Che l’Uomo sia fondamentalmente buono;
Che stia cercando di sopravvivere.
Che la sua sopravvivenza dipenda da se stesso e dai suoi simili e dal raggiungimento della sua fratellanza con l’universo.
E noi della Chiesa crediamo che le leggi di Dio proibiscano all’Uomo:
Di distruggere la sua specie;
Di distruggere la sanità mentale di un altro;
Di distruggere o rendere schiava l’anima di un altro;
Di distruggere o ridurre la sopravvivenza dei propri compagni o del proprio gruppo.
E noi della Chiesa crediamo
Che lo spirito possa essere salvato
e che solo lo spirito possa salvare o guarire il corpo.
Tra quegli uomini esisteva un rango chiamato kha-khan. Il kha-khan era come una medaglia che condonava alla persona la pena di morte per dieci volte. La persona poteva incorrere nella pena di morte per dieci volte e farla franca, se era diventata un kha-khan. Beh, quel tipo divenne un kha-khan. Lui, solo soletto, diede la scalata a quella terribile cittadella che per centinaia d’anni era rimasta del tutto inespugnabile da parte di chiunque e spalancò il portone principale. Scalò una rupe che scendeva a picco e scavalcò torri e bastioni che scendevano a picco, intrufolandosi tra i nemici, aprendo il portone e prendendo il castello. Una sola persona.LRH, PDC 26 pag.21
KHA-KHAN, 1. in an ancient army a parti- cularly brave Decd was recognized by an award of the title of Kha-Khan. It was not a rank. The person remained what he was, but he was entitled to be forgiven the death pe- nalty ten times in case in the future he did anything wrong. That was a Kha-Khan. That’s what producing high statistic staff members are Kha-Khans. They can get a- way with murder without a blink from E- thics. (HCO PL 1 Sept 65 VII) 2. Kha-Khan was like a medal. It ten times forgave a person the death penalty. He could ten times incur the death penalty and not get it.
(PDC 26)
def. di engram della 4a dinamica: 1- l’aberrazione fondamentale del pianeta.
(Note di definizione di LRH) 2- l’obiettivo umanitario è di creare un
ambiente sicuro in cui sia possibile cancellare l’ engram della 4a dinamica.
Con engram intendiamo quell’ostacolo mentale che impedisce la pace e la
tolleranza. Con 4a dinamica intendiamo l’impulso a sopravvivere come umanità
invece che solo come individui, (giornale di Ron 68).
” l’ostacolo mentale che impedisce la pace e la
tolleranza. Con 4a dinamica intendiamo l’impulso a sopravvivere come umanità
invece che solo come individui ”
” L’unica cosa che puo’ effettivamente alterare e ridurre l’autodeterminazione E’ l’autodeterminazione stessa.
Una persona PUO’ DECIDERE di essere usata o influenzata dall’ambiente e dalla gente che vi si trova, ma finche’ non decide di esserlo, non viene influenzata in quel senso.
Per ogni aberrazione della mente umana e del corpo umano ESISTE UN POSTULATO INIZIALE DI ESSERE ABERRATI in tal modo. Gli Engram sono effecaci solamente quando l’individio stesso decide che siano efficaci. ”
L.R.H.
Procedure Avanzate e Assiomi
Nel libro “Introduzione all’etica di Scientology”, L. Ron Hubbard ci dice questo:
Possiamo definire l’etica come l’insieme delle azioni che un individuo intraprende su se stesso per assicurarsi la continua sopravvivenza in tutte le dinamiche. Si tratta di qualcosa di personale; essere etici è una scelta autonoma che l’individuo compie di propria iniziativa.
Ref: Introduzione all’Etica di Scientology.
Informarsi onestamente delle effettive intenzioni ed attività di quel gruppo, progetto od organizzazione, ignorando tutti i pregiudizi e le dicerie.
Esaminare le statistiche dell’individuo, gruppo, progetto od organizzazione.
Stabilire in base al “maggior bene per il maggior numero di dinamiche” se dovrebbe o meno essere attaccato, danneggiato, soppresso oppure aiutato.
Valutare se stessi o il proprio gruppo, progetto od organizzazione per quanto riguarda intenzioni ed obiettivi.
Valutare le proprie statistiche o quelle del proprio gruppo, progetto od organizzazione.
Entrare a far parte, restare insieme o dare il proprio aiuto a quello che procede in direzione del maggior bene per il maggior numero di dinamiche ed annunciare pubblicamente il fatto ad entrambe le parti.
Fare tutto il possibile per migliorare le azioni e le statistiche della persona, gruppo, progetto od organizzazione in cui si è rimasti o di cui si è entrati a far parte.
Tener duro risalendo le condizioni nel nuovo gruppo, nel caso si sia passati a un’altra parte, o le condizioni del gruppo in cui si è rimasti, se l’aver esitato nei suoi confronti ha peggiorato il proprio prestigio.
PUOI AVER RAGIONE
La ragione e il torto costituiscono una fonte comune di discussioni e litigi.
Il concetto di ragione raggiunge livelli molto alti e molto bassi sulla Scala del Tono.
E quello di aver ragione è l’ultimo sforzo consapevole di un individuo che sta soccombendo. “Io ho ragione e loro hanno torto” è il concetto più basso che un caso inconsapevole possa esprimere.
Ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non sono necessariamente definibili per tutti allo stesso modo. Variano in funzione dei codici e delle discipline morali esistenti e, prima di Scientology, nonostante il loro uso legale quali parametri di giudizio per la “sanità mentale”, non trovavano fonda- mento sui fatti ma solo sulle opinioni.
Da Dianetics e Scientology emerge una definizione più precisa. E tale definizione è diventata anche la vera definizione di atto overt. Un atto overt non consiste semplicemente nel danneggiare qualcuno o qualcosa; un atto overt è un atto di omissione o commissione che causa il minor bene per il minor numero di dinamiche oppure il maggior danno per il maggior numero di dinamiche. (Vedi “Le dinamiche dell’esistenza”).
Quindi, un’azione sbagliata risulta tale nella misura in cui danneggia il maggior numero di dinamiche. E un’azione giusta risulta tale nella misura in cui giova al maggior numero di dinamiche.
Molta gente pensa che un’azione costituisca un overt solo perché è distruttiva. Per loro, tutte le azioni od omissioni distruttive rappresentano atti overt. Questo non è vero. Perché un atto di commissione o di omissione sia un atto overt, è necessario che danneggi il maggior numero di dinamiche. Per questa ragione il mancare di distruggere può essere un atto overt.
Anche l’aiutare qualcosa che danneggi il maggior numero di dinamiche può essere un atto overt.
Un atto overt è qualcosa che danneggia in modo ampio. Un atto benefico è qualcosa che aiuta in modo ampio. Danneggiare qualcosa che risulterebbe dannoso per il maggior numero di dinamiche, potrebbe costituire un’azione benefica.
Il nuocere a qualsiasi cosa e il contribuire a qualsiasi cosa possono pari- menti rappresentare atti overt. L’aiutare certe cose e il danneggiare certe cose possono parimenti rappresentare atti benefici.
Tanto l’idea del non danneggiare nulla, quanto il concetto del sostenere tutto e tutti sono piuttosto folli. La convinzione che aiutare gli schiavisti sia un’azione benemerita sarebbe discutibile, e altrettanto discutibile sarebbe il considerare la distruzione di una malattia un atto overt.
Riguardo all’aver ragione oppure all’aver torto, può nascere una gran confusione nel pensare. Non esistono cose giuste o sbagliate in assoluto. Avere ragione non consiste nel rifiutarsi di danneggiare, e avere torto non consiste unicamente nel non recar danno.
Nell’“aver ragione” c’è qualcosa d’irrazionale che non solo rende invalidi (privi di valore o efficacia) i test legali sulla sanità mentale, ma spiega anche il motivo per cui certe persone fanno cose molto sbagliate e insistono nell’aver ragione.
La risposta si trova nell’impulso, innato in ciascuno di noi, di cercare di aver ragione. Si tratta di un’ostinatezza che ben presto diventa separata dall’azione corretta ed è accompagnata dal tentativo di mettere gli altri nel torto, come si può notare nei casi ipercritici. Un essere che abbia perso apparentemente conoscenza, sta ancora avendo ragione e mettendo gli altri dalla parte del torto. È l’ultima critica.
Abbiamo visto “persone sulla difensiva” che accampavano scuse persino per i loro torti più flagranti. Anche queste sono “giustificazioni”. La maggior parte delle spiegazioni sul comportamento, non importa quanto siano tirate per i capelli, sembrano perfettamente giuste a chi le dà, visto che sta semplicemente asserendo la propria ragione e il torto degli altri.
Da tempo diciamo che ciò che non è ammirato tende a persistere. Se nessuno ammira una persona per il fatto che abbia ragione, allora il “marchio di chi ha ragione” di quella persona persisterà, per quanto folle questa cosa possa sembrare. Sembra che quegli scienziati che sono aberrati non riescano a partorire molte teorie. Non ci riescono perché sono più interessati a insistere sulla correttezza della loro balzana ragione che a trovare la verità. Perciò ci giungono strane “verità scientifiche” da uomini che dovreb- bero saperne di più, tra cui il defunto Einstein. La verità è creata da coloro che dispongono dell’apertura mentale e dell’equilibrio necessari per riconoscere anche dove hanno torto.
Sicuramente avrete sentito delle discussioni piuttosto assurde tra le persone. Rendetevi conto che chi parlava era più interessato a asserire la propria ragione, che ad aver ragione.
Un thetan cerca di avere ragione e combatte l’aver torto. Questo non ha niente a che vedere col fatto di aver ragione riguardo a qualcosa o di compiere realmente le cose giuste. Si tratta di un’insistenza che non ha niente a che fare con la correttezza della condotta.
Si cerca di aver ragione sempre, fino all’ultimo respiro. Ma allora com’è mai possibile che qualcuno cada nel torto? Accade nel modo seguente:
Si compie un’azione sbagliata, accidentalmente o per una svista. Il torto dell’azione o dell’inazione entra quindi in conflitto con la propria necessità di essere nel giusto. Di conseguenza può succedere che la persona continui a ripetere l’azione sbagliata al fine di provare che è giusta.
Questo è uno dei fondamenti dell’aberrazione. Tutte le azioni sbagliate sono il risultato di un errore, seguito dall’insistenza sul fatto che si aveva ragione. Invece di correggere lo sbaglio commesso (che implicherebbe l’avere torto), si insiste nell’affermare che l’errore era in realtà un’azione giusta, e così lo si ripete.
Più un essere scende verso il basso, più gli risulta difficile ammettere di aver avuto torto. Non solo, ma un’ammissione del genere potrebbe benissimo risultare disastrosa per quel che resta della sua abilità o sanità mentale.
Questo perché l’aver ragione costituisce l’essenza della sopravvivenza. E, man mano che ci si avvicina all’ultimo barlume di sopravvivenza, si può solo insistere di aver avuto ragione, perché credere anche per un istante di aver avuto torto, significherebbe andare incontro all’oblio.
L’ultima difesa di qualsiasi essere è “io avevo ragione”. Questo vale per chiunque. Quando questa difesa crolla, calano le tenebre.
Per cui ci troviamo di fronte alla spiacevole scena di ragione che viene asserita a dispetto di torto flagrante. E qualsiasi successo nel far sì che l’essere riconosca il suo torto ha come risultato un’immediata degradazione, incoscienza o, nel migliore dei casi, una perdita di personalità. Pavlov, Freud, come la psichiatria, non hanno mai afferrato la fragilità di questi dati di fatto e perciò valutavano e punivano i criminali e i pazzi, spingendoli verso ad ulteriore criminalità e pazzia.
Tutta la giustizia oggi contiene un celato errore, l’ultima difesa è credere nella propria ragione, senza tener conto delle accuse e nemmeno delle prove a carico, e lo sforzo di mettere qualcuno nel torto ha come unico risultato la degradazione.
Ma tutto ciò sarebbe un vicolo cieco senza speranza, che porta a condizioni sociali veramente caotiche, se non fosse per un unico fatto positivo.
Tutto l’agire sbagliato, ripetuto e “incurabile” nasce dall’esercizio di quest’ultima difesa: “cercare di essere nel giusto”. Per cui l’agire sbagliato compulsivo può essere curato, per quanto pazzo possa sembrare o per quanto a fondo si insista che sia giusto.
Far sì che il colpevole ammetta di aver torto significa andare incontro ad ulteriore degradazione e perfino incoscienza o la distruzione di un essere. Perciò lo scopo della punizione è vanificato e la punizione ha un’efficacia minima.
Ma facendo sì che il colpevole cessi di sbagliare ripetutamente in modo compulsivo, allora lo si guarisce.
Ma come? Riabilitando l’abilità di avere ragione!
Ciò ha infinite applicazioni: nell’addestramento, nelle abilità inerenti alla vita sociale, nel matrimonio, nella legge, nella vita.
Esempio: una moglie brucia continuamente la cena. Nonostante i rimproveri, le minacce di divorzio, qualsiasi cosa, la compulsione continua. Si può mettere fine a quest’agire sbagliato facendole spiegare che cosa c’è di giusto nel suo modo di cucinare. Questo, in alcuni casi estremi, potrebbe benissimo provocare una furiosa filippica ma, se si rende flat la domanda, tutto ciò si smorzerà e lei allegramente smetterà di bruciare la cena. Quando la cosa assume proporzioni classiche, ma ciò non è veramente necessario per porre fine alla compulsione, si recupererà un momento del passato in cui lei accidentalmente bruciò una cena e non fu in grado di riconoscere di aver fatto qualcosa di sbagliato. Per essere nel giusto, da allora in poi dovette continuare a bruciare la cena.
Va’ in una prigione e trova un carcerato mentalmente sano che dica di aver sbagliato. Non ne troverai. Solo i relitti umani lo diranno, nel terrore di essere danneggiati. Ma neanche loro credono di aver sbagliato.
Un giudice in cattedra, quando emette sentenze contro dei criminali, si soffermerebbe a riflettere se si rendesse conto che nessun malfattore condannato pensa veramente di aver sbagliato e in realtà non lo crederà mai, anche se può darsi che, ammettendolo, stia cercando di evitare l’ira altrui.
Le anime caritatevoli si scontrano continuamente con questo tipo di cose e a ciò sono dovuti i loro fallimenti.
Ma il matrimonio, la legge, il crimine, non sono gli unici settori della vita per cui vale questo principio. Questi dati di fatto abbracciano tutti gli aspetti dell’esistenza.
Lo studente che non riesce a studiare, il lavoratore che non riesce a lavorare, il capo che non riesce a capeggiare, sono tutti presi da uno dei lati della questione “ragione e torto”. Sono completamene unilaterali. Sono quelli che hanno ragione “fino all’ultimo”. E, contrapposti ad essi, quelli che vorrebbero impartire loro un insegnamento, sono fissati sull’altro lato: “ammetti di aver torto”. E da ciò deriva non solo una situazione senza cambiamenti, ma laddove questo “vince”, avviene anche una vera e propria degradazione. Ma non ci sono vittorie in questo squilibrio, ci sono solo fallimenti per entrambe le parti.
I thetan che si trovano sulla via del declino non credono di aver torto perché non osano crederlo. E perciò non hanno cambiamenti.
Più di un preclear, nel processing, sta solo tentando di dimostrare che ha ragione e che l’auditor ha torto, specialmente ai livelli inferiori di caso e così a volte ci ritroviamo con sedute senza cambiamenti.
E quelli che non intendono essere auditi affatto sono così totalmente fissati sull’asserire la propria ragione e sono così vicini ad una condizione disperata, che se si mettessero in discussione le volte in cui in passato hanno avuto ragione, loro pensano che ciò li distruggerebbe.
Ho la mia parte in proposito quando un essere, vicino ad estinguersi e di vedute contrarie, afferra per un momento il fatto che Scientology sia nel giusto, poi in un’improvvisa difesa asserisce, a volte quasi terrorizzato, che è lui “nel giusto”.
Sarebbe un grave errore permettere a un individuo di continuare ad oltraggiare Scientology. La giusta strada è fargli spiegare quanto lui sia nel giusto, senza che spieghi quanto Scientology sia sbagliata, perché questa seconda cosa significherebbe lasciargli commettere un serio overt. “Che cosa c’è di giusto riguardo alla tua mente?” produrrebbe più cambiamenti di caso e ti farebbe ottenere più amici di qualsiasi valutazione o punizione allo scopo di metterli dalla parte del torto.
Tu puoi aver ragione. Come? Facendo sì che un altro ti spieghi in che modo lui ha ragione fino a che, essendo ora meno sulle difensive, egli può assumere un punto di vista meno compulsivo. Non devi necessariamente concordare con ciò che pensa. Devi dare solo riconoscimento a quello che dice. E, d’improvviso, ecco che lui può avere ragione.
Si possono fare un sacco di cose con la comprensione e l’uso di questo meccanismo. Tuttavia ci vorrà un po’ di studio di questo articolo prima che tu possa metterlo in pratica agevolmente; perché tutti noi siamo in una certa misura reattivi su questo soggetto.
Come Scientologist, ci troviamo di fronte ad una società impaurita, che pensa che avrebbe torto, se si scoprisse che noi abbiamo ragione. Abbiamo bisogno di un’arma per rimediare a questo. Ce ne abbiamo una qui.
E tu puoi avere ragione, sai. Probabilmente sono stato il primo a crederlo, meccanismo o non meccanismo. La strada verso l’aver ragione è la strada verso la sopravvivenza. E ogni persona si trova in un qualche punto di questa scala.
Puoi metterti dalla parte della ragione, tra altri modi, mettendo gli altri dalla parte della ragione in maniera sufficiente perché si possano permettere di cambiare opinione. A quel punto, un numero ben maggiore di noi ci arriverà.
LRH
Dalle conferenze COMMAND OF THETA. nastro RESPONSABILITA’
“Molto bene. Ora prendiamo in considerazione la scala gradiente della colpa. Ragazzi, non fate mai un errore su questa scala, perché lo sta facendo il vostro preclear. Qui c’è 0 (disegnando sulla lavagna, ndt). Ora, da -8 a 0, questo intero livello è in realtà “gaiezza della follia”, “irresponsabilità”, “apatia”, “spacciato”, “non voglio averci niente a che fare”. Fin qui, su tutta questa banda, non è questione di colpa. Questa è solo irresponsabilità, da -8 a 0.
Ora, da qui cominciamo a salire lungo la Scala, e cosa troviamo come scala gradiente? Per primo, il
primo livello è dove troviamo moltissimi Homo Sapiens, specialmente quelli con una traccia del tempo completamente occlusa. Li troviamo lì che dicono … questa non è una condanna; è solo quello che è successo, ed è: “Non era mio, non l’ho fatto io, quelli da biasimare sono loro”. Questo è quel che suppone. A questo livello tutto quello che cerca è qualcosa che giustifichi veramente questo atteggiamento. Se trova qualcosa che lo giustifichi, andrà in alto sulla Scala del tono, non in basso.
Bene. A questo livello c’è “Sono stati loro”. Ora, stranamente, subito sopra a questo si trova il flusso opposto: “Io sono da incolpare per tutto quel che è successo”. Lui inverte… quando l’ individuo scende di tono, inverte il proprio atteggiamento. Per lui diventa insopportabile incolpare se stesso per tutto, vedete, dato che la colpa implica cattiva causa. È la stessa cosa che dire: “Loro erano tutti cattiva causa, e tutto quel che c’era, era cattiva causa”. Al di sopra di quel livello dice: “Bene. Lo ammetto, sono stato una cattiva causa. È colpa mia. Ho causato tutte quelle cose cattive. Le cose che causo sono cattive. Se causo qualche cosa, sarà cattiva. Ogni volta che faccio qualcosa, pare che finisca sempre male”. È su quella banda.
Bene. Proprio sopra questo livello, abbiamo… naturalmente c’è: “È stata colpa mia”. E subito sopra, abbiamo: “Io sono stato una cattiva causa ma anche loro sono stati una cattiva causa”. Si potrebbe probabilmente precisare ancora meglio la cosa, ma questa è una regola pratica accettabile. Si adatta all’ordine di grandezza per la quale la volete. “Io sono stato una cattiva causa, ma lo sono stati anche loro”. Ma qui abbiamo cattiva causa, perciò ci troviamo ancora al di sotto di 2: non c’è buona causa su niente. Questo è quello che non va nelle persone al di sotto di 2, dicono: “Io non posso provare alcuna gioia, perché… il motivo per cui non posso provare alcuna gioia è” e avanti di questo passo “[il motivo] è che devo essere responsabile”.
Bene, questa è una cosa davvero notevole. Il tipo dice: “In effetti non posso avere alcuna gioia, salvo la gaiezza della follia. Non posso avere altra gioia che la follia”. Questo è quello che dice, perché sta dicendo: “Io sono così preoccupato e ansioso per le cose di cui sono responsabile, che non posso trarne alcuna gioia. Non posso godere delle cose per le quali sono responsabile”. È questo quello che dice.
Ora, saliamo al di sopra di questo livello; la nostra Scala gradiente va come ondeggiando, avanti e indietro: “Io ero colpevole”, e “Io lo ero, ma lo erano anche loro”. Questo è il livello della propiziazione. Di solito è verso 1,1 o qualcosa del genere. “Io lo ero, e lo erano loro… loro più di me”.
Ora, saliamo a Collera. Ragazzi, questa non è per niente generica. È: “Sei tu!” Non importa chi sia “tu” su ogni dinamica, è “Tu sei il colpevole: tu sei la cattiva causa. Non c’è alcuna buona causa, capisci; tutto deve essere fermato perché tutto è cattiva causa, e tu l’hai fatto”. Non importa se “tu” sia lo stipite di una porta, il motore di un’auto, un foglio di carta, una lettera, una persona, un cane: non importa. Dice: “Devo fermare tutto. Il motivo per cui devo fermare tutto è che tutto è la cattiva causa. Quella cattiva causa è ciò a cui mi rivolgo direttamente al momento. Non occorre andare indietro nel tempo a cercare una cattiva causa. Sappiamo che cos’è causa, e tu lo sei!” È proprio adesso.
E questo è… 2, è: “Io sono responsabile, e obbligherò anche te ad esserlo. Sei certo di essere responsabile? Ora, potresti essere una cattiva causa, e se io ti obbligo, potresti essere una buona causa, ma solo se ti obbligo ad esserlo”. Questo è il livello di responsabilità a quel punto.
Ora saliamo ancora, oltre quel livello, e diventiamo un poco più felici… saliamo ancora un po’. “Alcune delle cose che ho fatto erano una buona causa”. Arriviamo a 2,5. A 2,5 è: “Beh, probabilmente qui non c’è alcuna buona causa, ma non c’è neppure alcuna cattiva causa; c’è tolleranza. C’è tolleranza. In effetti, probabilmente, non c’è niente da biasimare. Probabilmente tutto è più o meno da biasimare. Ma non è una cosa molto seria. Non c’è niente di cui preoccuparsi”.
Adesso arriviamo a 3, quassù, arriviamo a 3 che è: “Probabilmente c’è una buona causa, se guardi attentamente per assicurarti che non sia una cattiva causa. Probabilmente è divisa equamente fra altra gente e te, ma devi essere piuttosto cauto, per impegnarti con la cosa. Può andare bene se sei prudente”. Vedete?
Ora siamo a 4 e lui dice: “Guarda: c’è molta cattiva causa in giro, molta cattiva causa. Ma tu ed io, noi siamo buona causa, e se andiamo lì, ci diamo da fare e ci uniamo tutti, possiamo farne venir fuori una buona causa, capisci? Il modo per essere responsabili per l’intera faccenda è proprio di andare lì e darci da fare per promuovere molto movimento, promuovere molto movimento. Se lo faremo, otterremo buona causa da tutto questo”. Avete recepito questo punto di vista? È entusiasmo verso una buona causa per evitare una cattiva causa. Ma è chiaro che un 4 deve presumere che ci sia una cattiva causa, per poter continuare verso una buona causa.
Ora saliamo nelle bande più alte e più esoteriche, e cominciamo a vedere la ragione. La ragione vi fa vedere in modo adeguato che la causa, buona o cattiva che sia, è questione di punto di vista, e che più in alto si sale, più vale il criterio di conseguire un effetto da pura causa, che non è giudicata come buona o cattiva, ma semplicemente: “È funzionale?” È funzionale? Per cui, in alto sulla banda, abbandoniamo il concetto di buono o cattivo. A 20 entriamo nell’azione pura, e se cercate di parlare ad un uomo d’azione riguardo a che cosa è buono e che cosa è cattivo, è probabile che si annoi parecchio. La sola cosa che chiede, è se è funzionale. Il suo criterio è se la cosa è funzionale su… veramente… in base all’equazione della soluzione ottimale: sulle dinamiche è meno distruttiva di quanto è costruttiva? “È più costruttiva che distruttiva? Bene, andiamo avanti”. Basta che lo sia al 51/49 per farlo entrare in azione: 51 per cento costruttiva, 49 per cento distruttiva. Preferirà questo, ma entrerà ugualmente in azione a 50/50.
Tutti gli angeli hanno due facce, e quando arriviamo al di sopra di questo livello, attorno a 8 sulla Scala del tono, dobbiamo cominciare ad esaminarli e scoprire qual’è l’anatomia di un angelo. Perché rispetto a un thetan è di livello piuttosto basso, in quanto un angelo sta sempre volteggiando in giro, si serve dell’energia per fare questo e quello e così via. Quindi scopriamo che tutti gli angeli hanno due facce.
Anticamente, gli dei di solito venivano rappresentati con due facce, questo è il motivo per cui abbiamo tragedia/commedia. In effetti si tratta di un simbolo della duplicità degli dei. Ogni dio è capace di collera, vendetta o cattiva causa, oppure di bontà, generosità o buona causa. È capace di quello che la gente al di sotto di lui sulla Scala del tono considererebbe buono o cattivo. Non considera buona o cattiva nessuna di queste due cose. Non considera queste due qualità. Ma le persone al di sotto di lui sulla Scala del tono lo rappresentano con due facce, perché secondo il loro punto di vista e il loro giudizio, le cose che fa sono buone o cattive. Invece, lui vuole solo sapere se sono funzionali oppure no. Non agiscono sullo stesso canale di comunicazione, nemmeno vagamente. E non è neppure probabile che entrino in comunicazione. Questo è il motivo per cui alle persone sembra tanto normale che non ci sia una linea telefonica diretta col centralino del paradiso, perché loro sanno che non potrebbero comunque capire quel livello di causa.
Quindi abbiamo che gli angeli hanno due facce, una faccia nera e una faccia bianca. Tutto questo si trova sulla traccia così pesantemente che spesso lo trovate negli implant elettronici. Rendono una persona per metà bianca e per metà nera. Se volete sapere che cosa non va qualche volta nel vostro preclear, scoprirete che in qualche punto, molto indietro sulla traccia, ad un alto livello sulla Scala del tono, decise di essere solamente buono. Naturalmente si mise immediatamente al di sotto di 8 sulla Scala del tono. Semplicemente rinunziò a metà della sua forza. E, perbacco, dato che continua a vedere la forza usata per fare cose cattive, deve prima o poi farsi l’opinione che la forza sia cattiva. Nell’istante in cui lo fa, va al di sotto di 2 sulla Scala del tono.
Questo è il crollo della vostra potenza, è un crollo di potenza. Il tipo dice: “Io sarò soltanto buona causa” pigia sull’acceleratore e dà tutto il gas, perché è partito. Voi potete trovare questo momento sulla sua traccia, con grande beneficio per il preclear. Ha deciso di essere soltanto buono. Non si è mai curato di definire che cosa fosse “buono“, però definì che cosa fosse “cattivo“: “cattiva“ era la forza. Infatti, lui guarda alla forza… ogni volta che con lui nominate la “forza” lui la vede in termini di fruste, pistole, palizzate, fermare movimento, trattenere movimento, uccidere, storpiare, forza, colpi, durezza. Questa è la sua idea della forza.
In effetti, la forza non è altro che energia diretta coscientemente. La saggezza, per quel che riguarda la mente umana, sarebbe il livello di causa. Ma il pensare, il cosiddetto pensare, è la valutazione della forza. Una persona è tanto buona quanto è in grado di valutare la forza. Valuta la forza necessaria in futuro. Valuta la forza necessaria nel presente. Esce da questa stanza… voi afferrate la maniglia della porta… che cosa pensereste di uno che di solito per uscire da una stanza andasse fino alla porta, ci sbattesse contro dalla parte sbagliata, rimbalzasse contro il tavolo, annaspasse per poi urtare di nuovo il tavolo e rimbalzare dall’altra parte, frugare in giro, finalmente afferra la maniglia (perfettamente funzionante) e non riesce a girarla, le da un colpo e crunch ! la maniglia se ne viene via. Che cosa pensereste di questa persona? Bene, questa è semplicemente cattiva valutazione della forza. Occorre una valutazione della forza molto precisa per alzarsi, andare diritto alla porta, proprio in quel punto dello spazio, toccare quella maniglia con l’esatta quantità di forza necessaria per aprirla e tirare la porta verso di voi.
Quanto torto potete avere? Quanto avete sbagliato nel valutare la forza? Ecco che l’ “aver torto” ha come definizione fondamentale forza valutata male.”
PERCHÉ NON PIACETE ALLA GENTE
Una conferenza tenuta
il 2 gennaio 1960
Come va?
Beh, ho effettivamente un grosso debito nei vostri confronti per l’applauso e per il fatto che siate rimasti qui, oggi. Ero abbastanza sicuro che oggi non ci sarebbero stati altro che posti vuoti. Ma vedo che ce la state facendo. Vedo che chi di voi non ha overt troppo grossi è ancora qui.
Ecco di che cosa vi parlerò oggi. Ecco di che cosa vi parlerò. Il titolo di questa conferenza è: “Perché non piacete alla gente”.
Paranoici, datevi una pacca sulla spalla perché adesso siete in, mentre gli altri non lo sono.
Oh, credetemi, nell’ambito di Scientology è appena successo qualcosa di veramente, veramente notevole… qualcosa di veramente, veramente notevole. Sapete, lo sapevo che prima o poi mi sarei imbattuto in un bottone di qualche tipo che avrebbe fatto sentire qualcuno a disagio. Avevo solo una vaga ideuzza che alcune persone, prima di diventare Clear, avrebbero avuto, di se stesse, l’impressione di essere in una condizione terribile.
Avevo l’idea che alcune persone sarebbero arrivate al punto di scoprire che non erano Clear e che nel fare questo avrebbero potuto provare un po’ di stress. Ma non avevo assolutamente l’idea che sarebbe stato roboante, così come lo è stato. E lo è stato con violenza.
Quando abbiamo appoggiato il dito sul ben preciso bottone che era necessario per risolvere il caso, per quanto riguarda talune persone è stato come se avessimo premuto la levetta di disinnesto per un missile telecomandato. Là dove si trovava una persona, c’era ora un piccolo vuoto. E, malauguratamente in questo momento, da qualche parte nell’ambito di Scientology ci sono dei piccoli spacchi nell’aria che le persone hanno usato per andarsene.
Ora, voi pensate che io stia scherzando. Pensate che sia solo un’esagerazione, ma non è così. Non è così. Di fatto, d’ora in poi sentirete cose d’ogni genere… voglio dire, da un punto di vista di chiacchiere, di campo ecc. sentirete cose d’ogni genere. Questo è poco ma sicuro, perché io ne ho già sentite. Ho sentito alcune delle cose più interessanti che si siano mai sentite.
In realtà, per quanto ne so, quando la cosa è stata verificata, solo una persona al mondo è stata mandata a spasso. E questo è successo perché non dava alcuna informazione a nessuno e perché lei, commettendo dei veri e propri crimini, aveva messo l’organizzazione in pericolo. E quella persona psciùu! è stata mandata a spasso e le è stato detto: “Scrivi tutti i tuoi overt e ritorna”. Lo ha fatto ed è stato tutto quanto messo a posto. Ma al di là di questo non è successo niente a nessuno, se non che delle persone hanno fatto blow a causa dei loro overt. Loro, però, hanno detto in giro di essere state mandate a spasso.
Che cos’è questa cosa e perché ne sto parlando da un punto di vista organizzativo? Ne sto parlando, signore e signori, perché voglio una terza dinamica nell’ambito di Scientology. E sono molto, molto contento di avere scoperto questa cosa. E la randomity che ciò potrebbe causare, non mi fa un baffo. Perché noi dobbiamo avere una terza dinamica nell’ambito di Scientology, punto e basta.
Se non siamo un gruppo intimamente legato, se all’interno di questo gruppo non siamo amici gli uni degli altri, beh, semplicemente continuerà a succedere che in un modo o nell’altro io dovrò affrontare la cosa e voi dovrete stare sulla difensiva; noi tutti nutriremmo delle preoccupazioni, in un modo o nell’altro, e non ci daremmo attivamente da fare. Andremmo solo in qualche modo avanti appena appena. E questo non va bene, non è vero?
D’accordo, vediamo di avere una terza dinamica. Vediamo di unire gli Scientologist in modo che possano guardarsi negli occhi e in modo che… per il fatto che qualcuno sia uno Scientologist, beh, potete immediatamente e istantaneamente aver fiducia in lui.
Ebbene, con i materiali ora in nostro possesso non ci è possibile fare altro. Perché… lasciate che vi dica: nell’antico West, solevano parlare del fatto che una pistola a sei colpi era un’arma pericolosa, in mani inesperte. Ma credetemi, credetemi amici Scientologist, questo piccolo strumento, nelle mani di qualcuno le cui abilità di occuparsi della propria vita o di usare dei dati non è buona, è peggio di qualsiasi pistola a sei colpi mai inventata dal sig. Colt. Dico bene?
Perciò adesso non abbiamo altra scelta all’infuori di avere un’organizzazione molto, molto pulita.
[N.B.: in questo punto il master originale s’interrompe. Ci uniamo ora di nuovo alla classe nel punto in cui la conferenza riprende.]
Sia che abbia l’opportunità di darvi dei procedimenti di gruppo oppure no, devo usare tutto quanto il tempo a mia disposizione in questo congresso per cercare di dirvi tutto quello che so in merito a questo particolare aspetto di Scientology. Non è giusto? Questo è il minimo che possa fare.
Questo non è qualcosa che rendete noto con trascuratezza per poi lasciare la gente al corrente per metà. Giusto, no?
Non può venire reso noto in maniera scadente.
D’accordo. Se abbiamo intenzione che qualcosa sia in un qualche modo collegato con una terza dinamica, occorre che chi si trova nell’ambito di Scientology abbia tanto la tecnologia quanto l’opportunità di essere Clear e dovrebbe arrivare a quello stato. Ma a quanto pare adesso c’è del nuovo per quel che riguarda il Clearing. Nel clearing, nel diventare Clear, c’è uno stadio che consiste nel diventare Clear sulla terza dinamica prima di diventarlo sulla prima.
Ora, per un lungo periodo di tempo vi ho detto che l’auditing era una circostanza di terza dinamica. E di sicuro, dobbiamo fare il clearing di una persona sulla terza dinamica prima di farlo sulla prima. E tutti i fallimenti di caso che abbiamo avuto finora ci sono stati perché abbiamo tentato di fare il clearing delle persone sulla prima dinamica prima di farne il clearing sulla terza. Afferrate?
Una circostanza del tipo auditor-preclear è una circostanza di terza dinamica. Si tratta di una circostanza di terza dinamica. Ed è proprio lì che ha inizio il clearing di una persona: nella seduta di auditing. Qualsiasi HCA può dirvi meglio di me… credo che il punto del Codice dell’auditor sia il 9, dico bene? Non è vero? Quale che sia. È quello che dice: “Va stabilita la comunicazione a due sensi”. Di fatto si tratta di una violazione del Codice dell’auditor. Ci ha accompagnato per degli anni. E questo che cosa vuol dire?
Beh, questo essenzialmente vuol dire che il preclear dev’essere disposto a parlare all’auditor. Ora, occorre garantire varie cose prima che ciò abbia luogo. E una delle cose che occorre garantire è che il preclear, quando parla all’auditor, abbia una certa sicurezza che quell’informazione non sarà usata in modo sleale. Giusto?
Questo dunque ci mette tra le mani una responsabilità organizzativa più pesante e più grande di quelle che abbiamo avuto in passato. Adesso dobbiamo impegnarci senza riserve ed assicurarci che un certificato significhi, ovunque lo si trovi, che si può riporre fiducia in quella persona come confidente. Giusto?
E che, dal punto di vista dell’organizzazione, l’informazione che viaggia lungo i canali organizzativi non venga violata… dobbiamo essere in grado di garantire questa cosa, dico bene?
Beh, il fatto tecnologico che ha dato il via a tutto ciò è “voi l’avete fatto”. E questo è un osso duro da rodere. Mai nessuno al mondo all’infuori di voi, ebbe il potere di aberrarvi. Quando siete riusciti a mandar giù questo fatto, può darsi che la gola vi bruci, ma in generale vi sentirete molto meglio, perché la smetterete di andare alla ricerca di tutte le brutte cose che vi stanno succedendo.
Siamo stati tutti dei “tipi da motivatore”; siamo stati tutti affamati di motivatori: “Guarda che cosa mi è successo!”. Frecce, fori di pallottole, arsenico. E noi povere vittime, in un modo o nell’altro, dobbiamo tirare avanti alla volta del nostro destino indubbiamente degradato che consiste nell’essere resi delle vittime.
Oh, è un peccato che sia una cosa così popolare. È così popolare che mi basterebbe scrivere un libro che dicesse “Siete delle vittime” per ritornare dritto dritto in cima alla classifica dei best-seller del Times. Ma la sola cosa vera in esso sarebbe quest’unico fatto: siete vittime dell’illusione, da voi stessi creata, che potete essere delle vittime.
E questa non è una cosa gradevole. Non è molto gradevole perché dice che voi siete responsabili. Ricordo bene quando venne messo in circolazione Procedura Avanzata e Assiomi… e arriviamo a un altro punto. Procedura Avanzata e Assiomi… effettivamente questo libro venne scritto verso la fine del 1951, fu messo in circolazione, penso, nel ’52 e non appena quel saggio in esso contenuto sull’argomento della piena responsabilità finì tra le mani di molte persone, perdemmo Dianeticist come se li avessimo scaricati a camionate. Partiti.
Si trattava solo della responsabilità. Avevamo soltanto detto a queste persone che per approdare a qualcosa avrebbero dovuto assumersi un po’ di responsabilità! Avrebbero dovuto riconoscere la propria responsabilità! E in tutto il mondo questa gente fecebum! “Dov’è l’uscita più vicina?”
Bene, quant’è peggiorata questa cosa adesso? Abbiamo scoperto un altro di questi fattori terribilmente spiacevoli, ma… ascoltate, se vogliamo che la gente diventi Clear, lo diventerà superando le spine di fattori spiacevoli. Perché la spiacevolezza del fattore è ciò che impedisce alla gente di diventare Clear. Giusto?
Dunque, c’è un fattore che è molto peggio della piena responsabilità. Vi parlerò della responsabilità. La responsabilità non è una cosa molto dura. È troppo facile; davvero. Ma adesso abbiamo un fattore che è molto peggio.
Diciamo: “Tuo marito ti odia? Che cosa gli hai fatto?”.
Sentite, ho un terribile problema. Come farò a tenervi qui tutti quanti e ancora dirvi che dovete far fronte a questo fattore? Onestamente, nel mondo di tutti i giorni, oggi, con tutti gli overt che avete accumulato dai tempi remoti della traccia fino ad ora, potreste essere impallinati.
Dire che vi siete fatti impallinare non rende una pallottola meno dolorosa, vedete. Se un tipo viene investito, viene ferito… quale che sia la spiegazione della cosa. Non si sfugge a questo fatto. Alla fine il suo bank, il suo passato e vari fattori relativi alla beingness e all’aberrazione si sono accumulati a un punto in cui… perdinci se può essere ammazzato! E non gli giova affatto dirgli, mentre giace a terra sanguinante: “Gli overt che hai commesso ti hanno portato al punto di essere impallinato”. Oserei dire che ciò creerebbe un ARC break.
Eppure, purtroppo, questo è essenzialmente quello che vi sto dicendo in questo preciso istante. Vi sto dicendo che ve ne state lì con gli engram sistemati così e cosà, il macchinario che va per così, il somatico dentro la capoccia… e io che vi dico questo fatto orribilmente spiacevole: dico: “Beh, ve lo siete fatto da soli. Congratulazioni”. E questo non vi fa sentire meglio neanche un po’.
Ma se fosse tutto qui, temo che a questo punto saremmo spacciati. Non è tutto lì, però. C’è un altro fatto che accompagna questa cosa: il fatto che si può dimostrare questa cosa ad una persona in modo così veloce che le verranno praticamente le vertigini mentre guarda gli engram scomparire. Abbiamo scoperto del processing veloce… del processing velocissimo!
Basta che facciate questo: un tipo ha un engram grande e grosso. Lui se ne sta lì. Se n’è stato lì per anni. Basta che gli diciate: “D’accordo, che cos’hai fatto all’engram? Che cos’hai trattenuto all’engram?” ed esso farà fuh!
Non molto tempo fa qualcuno mi ha detto: “Comprendevo questa causalità a livello intellettuale, ma non spariva niente. Tutti i miei overt sembravano essere di qua, su di una traccia, completamente staccati da tutti i miei motivatori, che si trovavano di qua, su quest’altra traccia. E io prestavo attenzione solo ai motivatori su questa traccia”.
Così ho fatto percorrere una ridefinizione del Procedimento di responsabilità a questa persona. Fino ad allora il modo in cui quella persona aveva percorso Responsabilità era stato “essere incaricato di”. Niente spariva. Ho fatto ridefinire e percorrere il procedimento “Responsabilità” in maniera appropriata e tutt’a un tratto questa traccia che si trovava di qua si è collegata con quest’altra traccia, di qua, e questa traccia, di qua, ha iniziato a fare bum, thud, bum, gong, bing, zum!
Dopo circa mezz’ora, questa persona ha detto: “C’è… c’è qualche speranza per il mio caso. Sì, ho… ho… ho… ho capito. Possiamo sistemare questa cosa. Basta… basta che… che ammetta della causalità su questi motivatori ed è fatta”. Così abbiamo qualcosa che ci salva. Possiamo effettivamente portare qualcuno ad avere realtà di quel fatto, piuttosto rapidamente.
Se durante una seduta qualcuno è bloccato, ah beh, va benissimo dire che l’auditor ha fatto questo e quest’altro. Alcuni auditor non sono molto bravi; la maggior parte di loro sono piuttosto bravi. Un sacco di loro sono eccellenti. Di sicuro l’auditor ha fatto qualcosa al preclear e il preclear non si sente troppo bene in relazione a ciò. Ora, non è che sia giusto che l’auditor faccia qualcosa al preclear. Non è che sia giusto che un auditor faccia a pezzi un preclear. Eh già, perché farebbe fare key-in al pc.
Ma per liberare il pc da quella seduta, basta scoprire che cosa ha fatto all’auditor e che cosa gli ha trattenuto. Dal punto di vista dell’auditing, non importa un fico secco che cosa è stato fatto al preclear. Quanta più attenzione mettete su ciò che è stato fatto al preclear, tanto meno auditing e tanto meno clearing porterete a termine!
Ora, in un modo o nell’altro eravamo al corrente di questo fatto. Eravamo al corrente di qualcosa in merito a ciò. È da molto tempo che conosco la definizione di Thetan Operante. Abbiamo cercato di operare lungo questa linea. E quel che ho fatto è stato di applicare, nel modo più fondamentale possibile, la definizione di “Thetan Operante” all’auditing diretto ed ho scoperto che era ciò che faceva sparire gli engram, la traccia, il bank, i somatici e tutto quanto il resto. Queste cose saltavano per aria. Il pc è a punto causa. L’avete già sentito, no? Il pc è a punto causa: “Beh, sì, naturalmente. Naturalmente le cose stanno così. È quel che dicevo”.
Ma allo stesso tempo dicevate: “Beh, naturalmente anche: il pc è a punto effetto”. Oh, no! Mollate quella cosa. Non fate gli avvocati di una causa persa, perché quella cosa non approda a nulla!
Gli unici effetti che potete sperimentare sono quelli che voi stessi ideate di sperimentare. Questo è fantastico! Ci dà una visuale nuova di zecca su causa, distanza, effetto. In verità, le cose stanno piuttosto così: causa, distanza, causa. Tutto è causa. I buddisti, sapete, non hanno mai portato a termine questa cosa. La loro soluzione era di non aver niente a che fare con “causa” e di non aver niente a che fare con “effetto” (cioè di lasciar interamente perdere entrambe queste cose), macchiandosi quindi completamente di peccati d’omissione consistenti nel non assumere mai la posizione di causa, il che rappresentava il modo più sicuro al mondo di far dare di volta al cervello a qualcuno.
Sapevano però che qualcosa non andava in “causa, distanza, effetto” e questo è tutto ciò a cui desidero richiamare l’attenzione. Lo sapevano che qualcosa non andava in “causa, distanza, effetto”.
Ma quel che non va è l’“effetto”! Pst. State adulando voi stessi se pensate di poter causare un effetto senza la cooperazione dell’altro tipo. Tutta la vostra abilità e astuzia, devono essere interamente volte a ottenere quella cooperazione.
Quando avete una persona che, evidentemente, è l’effetto di qualcuno e voi la audite dal punto di vista che è stata l’effetto di qualcuno, non succede niente. Quest’unico fatto ci ha fatto segnare enormemente il passo in questi ultimi dieci anni. Abbiamo portato a termine un sacco di cose, una sorprendente quantità di cose senza possedere questo particolare dato. Ma adesso, gente, tutto il tempo sprecato per quello, completamente dedicato a quest’altra cosa… wow! Wow! Gente, dovreste vedere i casi che vanno a pezzi sotto l’azione di questo dato. Zip-bang-thud! Perché voi non prestate attenzione alle falsità; non ci sono bugie nell’auditing.
In altre parole, il vostro auditing non va in direzione di una bugia, cioè che la condizione del preclear è il risultato di un’altrui-determinazione invece che di se stesso. Vedete, avrei potuto arrivarci dieci anni fa se fossi stato quel tanto più scaltro. Di tanto in tanto debbo scusarmi per essere stato stupido a proposito di tutto questo.
Ma ci saremmo potuti arrivare in questo modo: se audendo il pc tal dei tali nel 1959 possiamo ripulire una circostanza verificatasi nel 1699, e la circostanza si ripulisce senza che sia presente nessuna delle persone del 1699, è evidente che è la persona che stiamo audendo nel 1959 ad aver fatto tutto quanto. Se la cosa si ripulisce, deve avere fatto tutto lei. È qualcosa che vale la pena osservare, non è vero?
Ma cercare di tracciare un diagramma dell’universo in base a ciò diventa quasi un… Mi fan pena quelli come i Gesuiti e compagnia bella quando alla fine devono battersi con questa cosa. Sono persone che fanno un gran figure-figure, sapete? Sono grandi filosofi. In effetti sono persone piuttosto scaltre. Da un paio di millenni a questa parte, praticamente tutti gli uomini istruiti vennero fuori dalle scuole dei Gesuiti.
Ma sono molto bravi ad arrivare alle cose, a fare i grafici di tutto quanto, ad arrivarci, a postularlo e a sistemarlo. E quando cercano di fare un grafico che mostra che tutti coloro che si trovano nell’universo sono la causa… In effetti è una bazzecola. È sufficiente dire: “Ciascuna persona che si trova nell’universo è la causa della propria partecipazione” e basta.
E laddove una persona abbia partecipato in maniera indegna, basta che eliminiate questa cosa, eliminando la causa della sua partecipazione, e libererete quella zona di male, guazzabuglio, creazione disonorevole o quel che è, che si trova nell’universo.
Ma fintantoché tiene quella cosa al suo posto, essa continuerà ad essere qualcosa di male. E fintantoché gli uomini terranno quelle cose al loro posto (le partecipazioni disonorevoli), fintantoché terranno quei misfatti al loro posto, fintantoché tutto ciò rimane sepolto e soffocato, questa continuerà ad essere una nazione malvagia, un mondo malvagio, un universo malvagio. Voi volete renderlo libero, beh… “Udite, udite, il regno dei cieli è vicino”. Ma non “pentitevi, pentitevi” o lo farete andare per un bel pezzo nel senso opposto.
L’uomo, tenendo al loro posto le partecipazioni disonorevoli, tenendo al loro posto i propri atti overt, nascondendoli e lasciandoli lì, può effettivamente causare la nascita di un qualche meccanismo di stimolo-risposta che abbraccia le varie dinamiche e che fa apparire la vita malvagia. E il male non è altro che questo. Cosa che – allarmante verità – porterà via il lavoro a un sacco di monaci perché non esiste da nessuna parte alcun bastoncino d’incenso che, bruciando, eliminerà il male di un uomo. Non si possono bruciare dei bastoncini d’incenso e permettere che qualche divinità, da qualche parte, s’addossi tutto quanto: avreste appena dato dell’ulteriore responsabilità a qualcos’altro e avreste, in quella misura, reso più difficile far sparire qualcosa! Vi sembra logico?
D’accordo. Perché non piacete alla gente? Ecco a che cosa ci porta tutto questo. Non piacete alla gente perché vi ha fatto qualcosa, e non c’è nessun’altra ragione.
Permettendo a una persona di fare un overt contro di voi, voi effettivamente – se si guarda questa cosa in un modo parecchio approssimativo e sciatto – commettete, in una certa misura, un overt contro di lei. E permettere a qualcuno di commettere un overt contro di voi senza farci niente è praticamente quanto più potete avvicinarvi alla commissione di un overt. Questo perché egli finirà con l’avere un meccanismo che noi chiameremo “sminuire l’overt”: il meccanismo dello sminuimento dell’overt.
Chi commette un atto overt contro qualcuno o qualcosa, contro una persona o un essere, possiede un meccanismo di base per rendere l’overt meno nocivo per sé. Ricordatevi che sono i suoi atti overt che gli nuoceranno e così, impedendo che questo abbia luogo, lui possiede un meccanismo che consiste nello sminuire l’oggetto, oppure nel ridurre o rendere meno importante l’oggetto contro il quale ha commesso l’overt. E se volete individuare un atto overt, basta che scopriate la critica. La critica è sempre la piccola estremità sporgente di un atto overt che è stato commesso. La persona cerca di sminuire l’overt criticando o riducendo la cosa contro la quale ha commesso l’overt. Afferrate l’idea?
Beh, vi mostrerò un meccanismo. Vengo qua e faccio un graffio su questo leggio. Questo è un esempio molto rozzo. Faccio un graffietto su questo leggio. A dire il vero, l’ho solo macchiato con un po’ di lacrime, di anno in anno. No, ci ho fatto un graffietto, e poi per rendere quell’atto meno “overt” nei confronti del leggio o della direzione, o qualcosa del genere, quel che faccio è di dire: “Si tratta solo di un vecchio leggio e ad ogni modo non vale un gran che”. Quindi questo rende il mio atto overt non così grande, capite?
Ora, io posso vivere con questo atto overt fintantoché credo che questo leggio sia vecchio e che non valga un gran che. Ma se poi scopro che la direzione ha appena comprato questo leggio nuovo di zecca… che lo ha importato dalla Malesia, dall’Honduras o qualcosa del genere, appositamente per questo congresso, e che di fatto al suo interno si trovano un pezzo della Croce e le ossa di San Pietro, a quel punto devo dire: “Oh, sono colpevole di un atto overt” e di conseguenza sperimentare un declino, oppure riconoscere di aver commesso un atto overt e farne as-is. Solo che questo non è mai venuto in mente a nessuno prima di Dianetics e Scientology.
Era vero l’opposto. La persona diceva: “Un vecchio leggio, non vale gran che”.
Diceva: “La Croce, le ossa di San Pietro” e… “Oh, mio Dio, cosa ho fatto!”. È così che è andata finora. Afferrate l’idea?
Allora, ecco qui un… ecco qui un cavallo perfettamente rispettabile. Voi ve ne uscite a cavalcare questo cavallo e poi… purtroppo non siete stati attenti quando l’avete sellato, e sotto la sella c’è un riccio, o qualcosa del genere; questo irrita il cavallo; i vostri speroni sono molto, molto pungenti e voi lo spronate a destra e a manca; e poi continuate a tirare il morso avanti e indietro, irritando ben bene il cavallo che a questo punto diventa cattivo. Esso considera che dovrebbe partecipare esso stesso con un overt e vi fa volare nel fosso più vicino. Voi andate in giro a dire a tutti che era un cavallo cattivo. Questo sistema tutto quanto. Nulla duole. Vi sentite abbastanza bene in proposito. Vi siete ripresi piuttosto bene.
Attenti a non scoprire che questo cavallo è famoso per essere il cavallo più gentile e premuroso di tutta la scuderia, che è riservato di solito ai bambini e che appartiene alla figlia maggiore del proprietario, la quale è paralitica. Se scoprite questa cosa, avete un’unica risposta, naturalmente, e cioè: “Sono colpevole di un overt. Ho fatto qualcosa che non va”.
Beh, d’accordo. No, una critica vi dice sempre dove si trova l’overt.
Ora, diamoci un’occhiata nell’altro senso. Un giovane commediografo dà uno spettacolo a Broadway. La maggior parte dei critici sono così così, sapete, sul tiepido come al solito… finché non scoprono quello che il pubblico pensa: a quel punto possono applaudire o fischiare e potrebbero anche avere un’opinione personale ed essere causa, lo vedete? Eccezion fatta per un critico.
Questo critico dice: “Il dramma L’ultimo arrivato, sarebbe stato meglio non fosse affatto arrivato. Un cane avrebbe saputo scrivere dialoghi migliori”. E ciò va avanti per colonne e colonne, distruggendo la reputazione di questo giovane commediografo. Bisogna a quel punto sospettare che ci sia qualcosa di precedente in quella relazione, della quale lui era a conoscenza, e che essa non sia cominciata con quel dramma. Ha già fatto qualcosa a quel commediografo oppure a un commediografo come quello. E come Scientologist voi risalite lungo la traccia passata e scoprite che nel 1608, o giù di lì, ha ucciso un commediografo biondo. Proviene tutto da un overt. Una cosa tipo “critica onesta” praticamente non esiste.
Di tanto in tanto, ho un improvviso ritardo di comunicazione, perché sono sul punto di fare un commento su di una vita passata o qualcosa del genere. Dovrò semplicemente superare il fatto di trattenere tutto questo, in barba a quel che dicono gli psichiatri. Ma ho letto alcune delle critiche che sono state mosse – a favore e contro – su di una persona che fui una volta e che tuttora sono.
Tutti quelli che criticavano aspramente, a quanto pare erano gli oppositori che ancora continuavano lungo la traccia, perché mai si sono viste così tante opinioni divergenti su di una sola serie di discorsi. Com’è possibile che ci fossero così tante opinioni su quella serie di discorsi? Doverli studiare ogni volta che vado a scuola non è d’aiuto neanche un po’.
Ma queste cose… queste cose… alla fine dite: “Manca per forza della fondatezza in tutto questo criticare”. Si può dire che una cosa è così oppure che è cosà, ma passare da un “Non è malaccio, a parte il fatto che…” a un darsi a critiche personali al vetriolo sulla persona che aveva parlato, o cose del genere, ci comunica che è all’opera una cosa completamente diversa dalla critica di un discorso. Afferrate l’idea?
Beh, posso spingermi molto più a fondo in questo argomento e mostrarvi un sacco di casi relativi a esso. Non è che non abbiamo obblighi. Non è che non meritiamo molto spesso che ci facciano saltare la nostra sciocca testa per alcune delle cose che facciamo, ma lo sapete che non ci tirano quasi mai addosso per i nostri crimini? Vi stupirebbe vedere che cosa viene scelto come “crimine”.
Sapete, si commettono gli atti più disparati e lo si sa, ma tutt’a un tratto qualcuno ci attacca a mitraglia da qualche altra posizione per aver fatto qualcosa di completamente diverso. Dopo un po’ ci si fa l’idea che non si tratta dei crimini; c’è qualcos’altro in ballo.
Ora, ci sono delle cose del tipo “condotta degna di rispetto” e “fare la propria parte” e via dicendo, ma c’è anche una cosa del tipo “vivere in prossimità di una gran quantità di persone che hanno commesso atti overt contro di noi”. E questo è difficile! È difficile. Il nostro overt è permettergli di farlo.
Il manager indulgente, che permette che lo si derubi a destra e manca è uno scellerato perché caccerà nei pasticci un sacco di persone. Rende troppo facile commettere atti overt contro di lui e alla fine degrada l’opinione che loro hanno di se stessi e di lui. Rendo l’idea?
Solevano dire: “Tu non mi piaci dott. Fell. Non sono in grado di dirti perché. Tu non mi piaci dott. Fell”. Questo era in linea con altri modi di pensare del 1879, se così volete chiamarli.
Ma c’era del vero in questo: “Non sono in grado di dirti perché”. Spuntava come un pollice dolorante, fasciato e trattato con il mercurocromo. “Non sono in grado di dirti perché. Tu non mi piaci dottor Fell.”
Beh, che cosa aveva fatto, al dottor Fell, che non era in grado di dire a nessuno? Ed era quello il motivo per cui non gli piaceva il dott. Fell.
Beh, dite voi. Che cos’è il dott. Fell? È solo un personaggio completamente negativo in tutta questa storia? Eh sì, purtroppo. Perché se la gente non gli avesse fatto qualcosa – anche se lui avesse continuato a presentarsi in classe in brache rosa, oppure senza brache, anche se avesse tirato fuori delle spiritosaggini – se nessuno gli avesse fatto qualcosa, la gente avrebbe pensato che il dott. Fell era un tipo a posto.
Devono aver fatto qualcosa al dott. Fell, se lui ora non gli piace. Afferrate l’idea? È una persona a far crollare la propria affinità con l’universo.
Ora, diamo un’occhiata allo sminuimento dell’overt. Quando do un calcio al leggio e dico che il leggio non vale niente, questo sminuisce l’overt, ma diminuisce anche la mia visibilità del leggio. Ciò a cui ci siamo collegati, qui, e con cui siamo entrati in collisione frontale è tutto il meccanismo della not-isness. E si tratta di una scoperta che merita d’essere annunciata.
Questa è la not-isness. Le cose a cui abbiamo fatto qualcosa, dobbiamo poi farne not-is. Tutto qui. Così se ne va la realtà, così se ne vanno i depositi di engram, così se ne va la visio, così se ne va il sonico, così se ne va la confusione delle identità… non si è più in grado di vedere un’identità chiaramente e la si confonde con altre identità perché… che cosa si è fatto? Se ne è fatto not-is. Vuol dire che le si deve aver fatto qualcosa, dopodiché il secondo meccanismo che si usa è quello di sminuire l’overt.
La gente che vi critica cerca di sminuire l’overt. Proprio così. La gente che vi critica cerca di sminuire l’overt. La gente a cui non piacete cerca di sminuire l’overt. La gente che v’impedisce di seguire un percorso perfettamente degno di rispetto sta sminuendo l’overt. Sta dicendo che non esistete.
E se di colpo scoprissero che invece esistete, sarebbero all’improvviso terribilmente colpevoli di una terribile quantità di atti overt. L’ho vista succedere, questa cosa. È una cosa patetica che ho visto succedere in Dianetics e Scientology; l’ho vista con i miei occhi. Ho visto un tipo scendere da una condizione di persona orgogliosa, baldanzosa, anche se un po’ sprezzante, a quella di completo cialtrone – pum! – non appena si rese conto che cos’era ciò a cui stava facendo qualcosa.
Ricordo un reporter… c’era una ragazzina in ufficio, che era appena stata messa a posto ed era ora in grado di camminare. E il reporter a dire gna! gna! gna!… giornalismo standard, sapete. La ragazzina stava uscendo con sua madre, dicendo: “Caspita! Che bello camminare, sai? Urca! È proprio bello camminare. Mi piace”. Era molto cauta in proposito. Al reporter, che se ne stava proprio lì, diede di volta il cervello. Andò a tappeto.
Un paio di anni fa appena, se ricordo bene, uno dei più veementi critici di Dianetics e uno dei tizi che avevano fatto di più contro Dianetics per rallentarla, e che erano stati pagati di più, andò alla clinica Mayo e tirò le cuoia.
Una persona, che forse è qui al congresso (o che forse non c’è), era andata a trovarlo e gli aveva parlato. Ma quel tizio aveva sofferto per degli anni. Non fu il fatto che questa persona del congresso gli avesse parlato, a causare quella cosa: lui sapeva. Quel che aveva fatto era questo: ogni volta che aveva fatto qualcosa a Dianetics, a uno di voi, a me o qualcosa del genere, o che ci aveva rallentato, doveva dire: “Beh, Dianetics non è altro che una fregatura, una truffa e una frode”. Poi faceva qualcos’altro e diceva: “Beh, non è altro che una fregatura, una truffa e una frode”. Rendo l’idea? E un giorno non fu più in grado di dirlo e questo segnò la sua fine. Rendo l’idea? Dovette riconoscere di essere colpevole di overt.
È dura andarsene a quel modo! Non sto portando quella persona come orribile esempio. Sto cercando di mostrarvi questo meccanismo dello sminuimento dell’overt. Perché l’overt viene sminuito, sminuito, sminuito, sminuito e poi non lo si riesce più a tenere, più a tenere e… bum! Semplicemente va in direzione opposta.
Il terminale contro cui l’overt viene commesso va su, mentre, chi lo commette va giù. E così abbiamo l’esatto meccanismo della propiziazione: la not-isness invertita. Afferrate? Fa semplicemente bang! È una cosa orribile da guardare. C’è chi si aspetta che un giorno o l’altro questo succeda nell’ambito di Scientology e Dianetics.
A volte ho menzionato che la teoria di Einstein… mi è stato menzionato che la teoria di Einstein venne considerata il più grande imbroglio matematico dei tardi anni venti. Al Congresso dei matematici tenuto a Berlino, venne annunciato che era la più terribile, la più diabolica, la più orribile, la più scellerata, la più fraudolenta cosa che fosse stata mai perpetrata ai danni dei matematici del mondo intero.
Per tre anni questa teoria venne colpita duramente. La persona stessa che aveva annunciato quella cosa, tutt’a un tratto ne divenne la più grande autorità nell’arco di sei mesi. La gente si è aspettata che qualcosa del genere prima o poi accadesse nell’ambito di Dianetics e Scientology, negli Stati Uniti.
C’è una rivista che si chiama Comm Lag e un giorno vedrete il suo direttore di redazione entrare nell’HGC e dire: “Uccidetemi”, sapete?
Ma chi se ne infischia di un tale meccanismo? Chi lo vuole? Chi vuole che tutti siano al livello di propiziazione? Io no e neppure voi. Quando avete un pc al livello di propiziazione e percorrete… dite: “Di’ A”.
E lui risponde: “Di’ A”.
Voi dite: “Grazie. Di’ B”.
E lui: “Di’ B”.
E voi: “Grazie”.
Lo fate per una o due ore e poi lui dice: “Mi sento meravigliosamente, adesso, sai?”.
Non si sente per nulla diverso. Vi deve propiziare perché sarà magnato se non lo fa. Ecco qualcuno che non è più in grado di sminuire l’overt. L’unico meccanismo di cui è in possesso è quello di sminuire l’overt. Scoprirete che è da millenni e billenni che costui sta facendo a pezzi professionisti e gente tipo auditor. All’improvviso un giorno vi vede e fa duu, sapete? “Sì.” Ehi!, vi ritrovate un automa tra le mani, non un essere umano.
Quindi chi vuole che si verifichi questo meccanismo?
No, vediamo di ingannare tutti quanti e prendere la cosa per l’altro verso. Vediamo semplicemente di prenderli per la collottola, di percorrere, fino a scaricarli, gli overt che hanno commesso nel corso della loro vita, di rimetterli a posto e di far sì che se ne vadano in giro a testa alta.
Gente, questo sarebbe qualcosa di nuovo, vero? Sarebbe davvero qualcosa di nuovo. Effettivamente avete la capacità di farlo.
E fate attenzione: è questo che succederà, è questo che succederà. Perciò una delle prime cose che dovremmo fare è di assicurarci di essere una terza dinamica sufficientemente fidata, sufficientemente sistemata e devota… una terza dinamica che rappresenta così tanto in noi stessi ciò che diciamo e facciamo, da ispirare fiducia.
E da quel momento in avanti non occorrerà che facciate altro. A proposito di programmi di disseminazione, questo è il principale programma di disseminazione che ci sia mai stato. Non è vero?
È molto facile condurre in porto quella cosa. E, in relazione a ciò abbiamo già fatto un primo passo, e che passo!. Quando ho reso noti questi dati dall’Australia (ci sono circa ventidue persone nello staff ad HCO WW), quattro persone han fatto blow – così. Non è interessante?
Poi hanno detto a tutti quanti che erano stati licenziati. Se ne sono andati in giro a dire: “Licenziati. Cioè… Ron è andato fuori di testa. È impazzito. Ci ha licenziati”. Licenziati? Come ha detto Bonnie un po’ di tempo fa: “Non licenzi mai qualcuno così indirettamente, come a ventimila chilometri di distanza. Di solito lo fai di persona”. Ha ragione. È un piacere.
Se, in un modo o nell’altro, qualcuno ci ha fatto a pezzi e ci ha rallentato, di solito mi piace affrontarlo sulla cosa. E assicurarmi che lo sappia.
Beh, mi trovavo giù in Australia quando, tutt’ad un tratto, quattro persone scoppiarono, sotto gli occhi di Suzie. Se la batterono in tutte le direzioni come delle quaglie. L’abbandonarono a battersi sui bastioni da sola, a tenere la contabilità con una mano, a scrivere ai titolari di franchise con l’altra – sapete? – e con i piedi, non so che cosa facesse, ma probabilmente stava pompando la macchina per il ghiaccio o qualcosa del genere.
Arrivo a casa e la poveretta è mezza morta di lavoro. E sento dire da ogni angolo: “Ron ci ha licenziati!”. Io licenziati? No, non li ho licenziati. Non ne avevo neppure sentito parlare. Non ne sapevo neppure niente. Pensavo che tutto stesse andando avanti bene e Suzie semplicemente non voleva turbarmi quand’ero così lontano, e non aveva pensato che me ne sarei andato in giro e che me ne sarei accorto, ecco che cosa è successo.
Ma che cos’era stato, tutto questo? Quattro persone su ventidue che avevano fatto pscct. Oh, ma noi verifichiamo della traccia passata recente. Dopo che ero ritornato, abbiamo rimediato rapidamente delle informazioni su queste persone, e abbiamo scoperto questo, quello e quell’altro e… avevano overt. Avrebbero dovuto essere soprannominate “sig. Sacco Di Overt”. Non era gente cattiva; aveva soltanto degli overt e aveva una gran paura che quegli overt venissero scoperti; quella gente sapeva molto bene, dai bollettini che stavo emettendo dall’Australia, che “una persona non cerca di scoprire per chi suona la campana; la campanella dell’allarme antincendio suona per te”. Ed è ciò che quelle persone avevano immaginato.
Ma in realtà che cosa sarebbe successo? Io sarei ritornato, loro si sarebbero presentati e uno di loro… un altro di loro… si sarebbero presentati e avrebbero detto: “Ron, siamo stati dei bambini molto cattivi. Siamo state delle persone molto cattive. Abbiamo fatto questo, quello e quell’altro”.
Ed io sarei stato cattivissimo! Avrei detto: “Ha! Auditor dello staff, qui davanti. La stanza di auditing è la prima porta a destra. Vediamo di sistemare la questione e metterla a posto”. È questo che sarebbe successo. Ma nessuno aspettò che succedesse. Feceropscct!
Il meccanismo è questo: l’uomo è fondamentalmente buono e quando tutt’ad un tratto scopre di essere colpevole di malvagità, si toglie dalla circolazione così da non potere più fare del male. È in questo che consiste il meccanismo del blow. È in questo che consiste il meccanismo degli allontanamenti improvvisi. È in questo che consistono gli allontanamenti improvvisi da una seduta di auditing. È in questo che consistono gli allontanamenti improvvisi da una seduta di auditing.
Un pc se ne sta a parlare di rotture di ARC, rotture di ARC, rotture di ARC. No, tz tz. Quello che sta succedendo è che il pc sta facendo qualcosa all’auditor. Il pc sta facendo qualcosa all’auditor. La cosa principale che sta facendo all’auditor è, probabilmente, di tenere nascoste delle informazioni vitali su se stesso e sul proprio caso; non stabilisce una comunicazione a due sensi con l’auditor e questo withhold può diventare così violento e così duro che praticamente butta il pc di fuori, spingendolo indietro attraverso il muro! Il pc non sarebbe in grado di rimanere in seduta neanche se avesse tutt’e due le mani su delle grandi maniglie d’acciaio e se vi fosse ammanettato! Farebbe blow! Lo vedete?
Uno studente viene da noi e dice: “Oh, l’istruttore è un incapace. Io me ne vado. Basta”.
Oh, sì, c’era qualcosa che non era del tutto ottimale, ma non era poi così male. Investighiamo quello studente e scopriamo che due giorni prima aveva rubato un E-Meter dalla classe. Già, una cretinata del genere.
Le persone decidono che sono dannose per l’organizzazione, per voi e per noi, e si tolgono dalla circolazione, così da non poter più danneggiare nessuno. E questo è noto col nome di “blow”. Gli overt – e nient’altro – provocano questa cosa, in tutto e per tutto. Prova ne è che le persone ritornano subito, non appena i loro overt vengono rimossi.
Quando un tizio fa blow dalla seduta, pigliatelo per la collottola e chiedete: “Che cosa hai fatto, figliolo?”. Rimuovete gli overt e rimuovete i withhold, scomponetela davvero questa cosa, percorrete della Responsabilità su di essa, e lui ritornerà dritto dritto in seduta, crash! Poco importa quanti stupidi errori facciate con l’auditing. Rendo l’idea? Non sono stati quegli errori a toglierlo dalla circolazione.
Perciò siamo stati continuamente tratti in inganno. Beh, è qualcosa che ha operato in modo molto positivo. Ci ha fatto concentrare sulla scorrevolezza dell’auditing, e ora ce l’abbiamo. Ci ha fatto concentrare su tecniche, tecniche e tecniche. Ci ha fatto sviluppare questo, quello e quell’altro. Ora ce l’abbiamo, tutta questa roba. Ora è quasi come se fosse stato pianificato. Ora possiamo guardare in faccia il fatto che si tratta degli overt di qualcuno. Ma questo era il dato inevitabile.
Non vi sto parlando, adesso, di un dato che è stato immaginato un’ora e mezza prima dell’inizio del congresso; fanno adesso diversi mesi che ci ho vissuto assieme. Ed è stato messo a nudo da un lato e dall’altro perché è un dato così allarmante e così pieno di potenziale, ha un significato così grande per noi come gruppo, che lo si è dovuto esaminare da ogni angolazione e se n’è dovuto eliminare ogni possibile errore prima di emettere un comunicato generale della situazione. Ma perfino i comunicati inter-organizzazionali hanno già iniziato a produrre dei blow. Le persone spariscono prima che siamo in grado di prenderci cura di loro.
Così vedrete alcune cose che vi sembreranno punitive. Per l’amor del cielo, non interpretatele così! Stiamo solo cercando di far sì che chiunque abbia tra le mani un certificato – ovunque egli sia – abbia le mani pulite. È tutto ciò che vogliamo.
Ogni caso che viene da noi per ricevere processing, deve riceverlo da un auditor che ha le mani pulite, altrimenti quell’auditor – detto per inciso – non individuerà i suoi overt! Roba da matti! È il tacito consenso!
L’auditor se ne starà lì seduto, incapace di stare di fronte ai propri overt, e così… gente, eccome se si lascerà meticolosamente sfuggire quelli del pc. E non si otterrà nulla di fatto. Quindi, dal punto di vista tecnico, diventa un dovere. Perciò dobbiamo sistemare questa cosa a livello di auditor. Di sicuro dobbiamo sistemarla a livello di campo, ma non c’è moltissimo da sistemare. Funziona semplicemente così: se qualcuno ha commesso degli overt contro Dianetics, contro i pc, contro Scientology, contro il personale ad essa associato, contro le organizzazioni, qualsiasi cosa del genere… abbiamo or ora istituito un canale e un percorso ben preciso… basta che si metta a scriverli tutti e che li spedisca ad HCO WW, se proprio non riesce a sopportarli. Afferrate l’idea? Basta che li scriva tutti.
Ora, in che modo verrà sbrigata la cosa? Di fatto alla persona sarà detto o di scrivere di quali parti di quegli overt può essere responsabile e di spedire anche questo, oppure verrà spinta in direzione di uno Scientologist che sarà fin troppo contento di aiutarla. Rendo l’idea?
Quindi, a mano a mano che sappiamo di aver sistemato questa persona, quella e quell’altra, possiamo semplicemente contrassegnarle con un “mani pulite”, “mani pulite”, “raccomandato senza riserve”. E in quel modo, noi possiamo, come auditor, sistemare la cosa dal punto di vista di Scientology, ma anche dal punto di vista del campo. Il fatto non è che dobbiamo essere un gruppo pulito; è che da un punto di vista tecnico adesso ci rendiamo conto che l’unico modo in cui tutti raggiungeremo Clear è quello di essere un gruppo pulito. Vedete la differenza?
Beh, è un modo nuovo di zecca di vedere le cose. Contiene un po’ di elementi scioccanti. Ma nessuno al mondo ha intenzione di essere punitivo in merito. Non si è mai punitivi quando si può essere efficienti.
Grazie. Grazie.
Concedere beingness
Una conferenza tenuta
il 1° giugno 1954
Oggi, come stiamo facendo già da un po’, continueremo a parlare dell’auditing della Procedura 30. C’è ancora molto da dire sull’argomento del concedere beingness nell’ambito di questa procedura. Naturalmente ho richiamato la vostra attenzione sul nastro “Concedere beingness” che, a dir la verità, faceva parte delle conferenze dell’Unità 2 di Camden; ve l’ho segnalato all’inizio di queste registrazioni, ed è appunto l’argomento del concedere beingness.
Facciamo conto che conosciate già quel nastro, così non dobbiamo stare a discutere eternamente sul significato di concedere beingness. Partiamo da lì ed esaminiamo l’immediata applicazione del concedere beingness nell’ambito della Procedura 30.
Naturalmente, per prima cosa prendiamo il nome “Procedura 30”. Sappiate che non ha alcun significato, davvero nessuno, ma potreste estrapolarne uno.
Innanzi tutto, 30 è una segnalazione radio. È una sigla radio. “Questo è 30 per ora”, sta ad indicare la fine di una comunicazione, capite? Va bene, molto eloquente, no? Ora, per il vostro miglioramento intellettuale, potremmo continuare a discutere di come mai questa espressione stia ad indicare la chiusura di una comunicazione nell’ambito radiofonico. E magari potremmo soffermarci per le prossime 8 o 9 ore sul significato della radio.
E dopo esserci soffermati per otto o nove ore sul significato della radio, potremmo metterci a parlare della vita di Marconi e scoprire che, quando era molto giovane, aveva avuto una storia d’amore. Questo ci permetterebbe di dimostrare, senza ombra di dubbio, che questa storia d’amore lo ha portato nel campo della comunicazione, eccetera, e ci porterebbe a discutere, poi, dell’amministrazione della Marconi Business Enterprise quale punto chiave a dimostrazione di quanto lontano si fosse spinta quella storia d’amore. Dopo aver parlato della grandezza della Marconi Enterprise, potremmo affrontare il tema dell’attività bancaria, e dopo averlo affrontato potremmo esaminare le ingerenze di Wall Street in tale settore , che attualmente è gestito dal partito comunista, o qualcosa del genere, capite? E potremmo cogliere il profondo significato di tutto questo.
Saltando di palo in frasca, avremmo quella che è comunemente chiamata scienza. Divagando a sufficienza, non avremmo altro che delle autorità. Questa linea, quindi, consisterebbe in tecniche per “parlare e vestire come un’autorità” e si dispenserebbero solo consigli da parrucchiera e sistemi per fare colpo sul pubblico e sui preclear con autorità con la A maiuscola.
Che cos’è successo, però? Abbiamo iniziato a risalire alla causa e all’effetto, tornando alle origini, e man mano ne abbiamo dato un’interpretazione. Esattamente quello di cui vi ho appena parlato.
Il buffo è che potremmo fare la stessa cosa con il concedere beingness. In un certo senso sto cercando di rendere chiaro il concetto ficcandovelo in testa ben bene. Potremmo prendere il concedere beingness, vedete, iniziare a dilungarci sull’argomento e addentrarci così nella significanza come abbiamo fatto per il numero 30 della Procedura 30. Potremmo trovarci subito a discutere della lotta per il controllo ingaggiata dai cosiddetti tori ed orsi di Wall Street e dimostrare che la zoologia è uno dei migliori corsi di addestramento per chi creda di avere un futuro nel settore dell’attività bancaria.
Lo stesso succede con il concedere beingness. Davvero. Iniziare ad affrontare questo argomento (sia questo un serio ammonimento) significa iniziare ad affrontare l’argomento della vita, ed è molto semplice per chi scriva o tenga conferenze su questo tema prendere la stessa cantonata del significato di 30, capite, e trovarsi a parlare della vita nell’emisfero occidentale, poi delle stelle, eccetera, e di tutte le sue complessità. E il risultato? Il risultato sarebbe una lista di tutto ciò che compone l’universo mest: una descrizione minuziosa e un approfondimento di ogni libro, ogni persona, ogni pianta, insetto, filo d’erba e granello di ghiaia presenti nell’universo mest, se solo iniziate ad addentrarvi nei significati un po’ più ampi del concedere beingness. Questa è la prima cosa che succederebbe dopo la cantonata presa dilungandosi eccessivamente sul principio del concedere beingness. Ci si può effettivamente spingere così lontano e così in fretta.
Concedere beingness: se ne può estrapolare praticamente ogni filosofia. Se ne può estrapolare ogni cosa se lo vogliamo. È uno di quegli elementi che fungono da denominatore comune. La gente è viva e concede vita ad altre cose. Un thetan è vivo nella misura in cui concede la vita.
Cosa intendiamo per vita? Beh, potremmo intenderla, in senso moderato, come un leggero mock-up, oppure potremmo intenderla come una forma duratura, oppure come un tempio o un treno, capite? Concedere la vita.
Beh, questo si mostra immediatamente nella vostra curiosità di sapere quale comando di auditing usare con un preclear per audire il concedere beingness. E sarà meglio che sia qualcosa piuttosto vicino al centro. Poteste prendere una cantonata e partire a tutta velocità. È composto di attenzione, di energia, di comunicazione, è composto di cose di ogni sorta… così potreste porre a un preclear, in modo molto ampio, delle domande che mettano in qualche modo il bastone tra le ruote al concedere beingness.
Perché allora, da un punto di vista semantico, usiamo l’espressione concedere beingness? Perché, anche se dal punto di vista semantico magari non è l’espressione migliore che possa essere coniata allo scopo, è però certamente un’espressione semantica che permette la comprensione. Concedere significa: dare, elargire, donare, trasmettere, ecc. ecc. Guardate i sinonimi e i contrari di dare, elargire, ecc., sull’Oxford University, il più grande dizionario in assoluto. Beingness è la condizione di esistere sotto una determinata forma. La si potrebbe definire così, il che ci porterebbe naturalmente alla definizione di simbolo e, attenzione, questo ci porterebbe immediatamente ai punti di orientamento. Zumiamo, zumiamo, zumiamo.
Da qui si passerebbe ai punti di vista, non è vero? La beingness, quindi, è qualcosa di più del punto di orientamento. Il punto di orientamento non è una beingness, ma un punto che crea, fa sopravvivere o distrugge le beingness, o le fa essere. È il punto da cui osservare le cose. È la prima condizione. Appena ci addentriamo nell’energia, potrebbe anche consistere in cose che vengono formate, spostate, mosse, maneggiate, controllate, sballottate di qua e di là.
A questo punto ci saremmo spinti nell’ambito del controllo, non è vero? Appena abbandonato il tema dell’osservare passiamo direttamente al controllo, in un attimo! Eccolo lì il caso da controllo. Ha preso appena una lieve cantonata. Non guarda più. Si concentra sul controllo della massa delle cose, capite? Non le osserva nemmeno, si concentra sul loro controllo. Le inizia, le cambia e le ferma, che equivale ad una delle funzioni del punto di orientamento.
Se doveste andare in giro a chiedere a qualcuno se la casa della sua infanzia controllava davvero la capitale della nazione, a tutta prima resterebbe un po’ stupito. Voglio dire, vi scontrereste direttamente con uno di quei calcolatori, bum! Il punto è che la capitale della propria nazione, secondo chiunque, è naturalmente un punto di vista esterno alla casa della propria infanzia o della propria città natale. Quindi, la capitale della propria nazione sarebbe iniziata, cambiata e fermata dalla casa della propria infanzia.
Se non ci credete, provate ad individuare questa confusione su un E-Meter quando cercate di procedere a ritroso con questa domanda. Chiedete: Se New York fosse avviata, cambiata e fermata da… la casa dell’infanzia del vostro preclear era a Keokuk, nello Iowa. “New York è completamente controllata, cambiata, gestita eccetera da Keokuk nello Iowa? La sua reazione, la sua risposta lampo è una fiacca confusione. È a metà fra: “Ma che senso ha? Certo che lo è!” e: “Certo che no!”, e così via. Avete colpito dritto alla fascia compresa fra la sua risposta dovuta all’istruzione e quella istintiva. Se volete fare una prova, potete divertirvi un po’. Non vi ho fornito dei mezzi eccellenti per fare questa prova, ma basta che applicate questi principi e scoprirete che i preclear hanno le idee più dannate.
Succede questo: supponiamo che la persona in questione sia disorientata riguardo alla casa della sua infanzia e che, per orientarsi, debba dipendere da un simbolo e non da se stessa. Poniamo che abbia un alleato, suo padre, ad esempio. Un bambino vi risponderebbe molto apertamente: “Beh, sì”, ad una domanda come questa: “Tuo padre…” (poniamo che questo bimbo abbia cambiato spesso città e non abbia più un riferimento geografico)… “Tuo padre controlla l’Europa? Inizia, cambia e ferma ogni cosa che succede in Europa?”. Probabilmente il bambino vi guarderebbe con occhi innocenti e penserebbe che siete degli stupidi… certo che controlla l’Europa! Perché vede tutto attraverso gli occhi del padre.
Dunque, prima ancora di questo, il preclear osserva ogni cosa dal punto di vista di una località geografica, ma dopo un po’ è la località geografica che genera il movimento, e chiunque si trovi in un corpo crede piuttosto che sia la località geografica a controllare le cose, capite, perché lui sa di essere un simbolo. Ha massa, significato e movimento, quindi è un simbolo. Così ci deve essere un punto di orientamento fermo da qualche parte, dato che altrimenti non ci sarebbe tutto questo spazio nell’universo mest.
Quindi, la cosa più elementare che sa è di essere un simbolo, di essere massa, significato e movimento, e che quindi deve esistere un punto di orientamento in qualche luogo. Beh, quando si smarrisce questo punto di orientamento, la persona perde il suo spazio e assegna il ruolo di punto di orientamento ad altri esseri.
Bene, cosa c’entra questo con il concedere beingness? Oh, oh!. Ciò che costituisce il punto di orientamento in una determinata situazione è ciò che concede beingness in quella situazione. Questo ci porta ad una regolina breve breve:
Ciò che costituisce il punto di orientamento in un dato spazio è ciò che concede beingness a quello spazio.
Ovviamente, si può considerare ridicolo che la casa della propria infanzia sia qualcosa, dato che non è viva, o che possa concedere beingness a qualcosa,. Ma questa è solo una parte della confusione di un preclear. Sì, decisamente la casa della sua infanzia concede beingness. Quella casa concede beingness.
Inoltre, se chiedete a certi preclear dove si trova la facciata del palazzo (prima fate loro chiudere gli occhi), e dite di darvi la prima risposta che viene loro in mente – voi volete sapere dove si trova la facciata del palazzo – vi indicano la direzione sbagliata, come prima risposta, ping! A meno che, naturalmente, il palazzo in cui si trovano non sia orientato perfettamente con la casa della loro infanzia. Indicheranno la facciata della casa della loro infanzia … la facciata dell’edificio. È decisamente cronico, voglio dire è un piccolo meccanismo affascinante. Dite: “Velocemente, quando schiocco le dita, dimmi in che direzione si trova la facciata del palazzo”.
Bene. Perché non lo fate? Bene. Quando schiocco le dita, indicate mentalmente la posizione della facciata del palazzo. Vedete, lo sapete, conoscete l’edificio. Per voi è un punto di orientamento in una certa misura. Beh, chi ha avuto qualche dubbio sul fatto che fossimo sicuri che si trattasse proprio della facciata del palazzo? Avete provato niente di simile? C’è un punto in cui… c’è un punto, se avete avuto quel tipo di reazione, o addirittura una leggera sensazione del tipo: “Beh, quella è la facciata del palazzo, ma qual è la reazione a questa cosa?”, abbiamo questo: in qualche luogo abbiamo un punto di orientamento che il preclear ha smarrito o che sta realmente usando. E questa sarebbe la cosa che sta concedendo beingness a tutti quei simboli.
Bene, ci sono tutti questi simboli in giro. Qualcosa concede loro beingness, e qualcuno dice che è Dio.
Beh, questa affermazione in cui si usa Dio come se fosse una sorta di creatura infinita, onnipresente, onnipotente, onnivora, crea molta confusione, perché dicono: “È stato Dio a crearti”. Si dà il caso che questo non sia possibile. Si può quasi vedere il cervello di una persona cedere per lo sforzo quando tenta per la prima volta di farsi entrare in zucca il fatto che “Dio è ovunque, in ogni momento, e vede tutto da tutti i punti di vista, ed è stato lui a creare te”.
Prendete un selvaggio che non ha mai sperimentato niente del genere (tra parentesi, io l’ho fatto: ho cercato di spiegare il cristianesimo ai selvaggi, così, per divertimento) e quest’uomo… probabilmente è troppo educato per dirlo a voce alta in pubblico, ma lui sa che siete matti. Gli avete appena detto che una cosa che non è un punto d’orientamento ha creato qualcosa. Non è possibile. Gli avete appena detto che questa cosa è dappertutto, una cosa che non ha luogo, non ha ubicazione geografica, non vede niente da una posizione centrale, e che quindi non può essere individuata. Dunque avete detto che questa cosa ha creato tutto. Avete appena avanzato un paradosso, un enigma, che sicuramente procurerà confusione e mistero per le epoche a venire.
Beh, possiamo vedere che questo concetto si trova nella traccia di innumerevoli preclear. “Chi ti ha creato?” Gli fate questa domanda. La sua sensazione innata – non la sensazione dovuta all’istruzione, ma quella innata – sarebbe semplicemente questa: è stato creato dal suo punto d’orientamento originale, ovunque esso sia. È stato creato da quel punto, se si è considerato un simbolo. Prima di quello, “Chi mi ha creato? Io ho creato me stesso” è la risposta generale.
Lungo la traccia ci sono facsimili che sono molto interessanti e introducono un sacco di confusione riguardo a “Da dove veniamo?”. Naturalmente, questi sono tutti, più o meno, degli implant religiosi. Perché se si riesce a confondere una persona riguardo a “da dove viene”, il gioco è fatto. Se si riesce a dimostrarle che è stata creata da un agente esterno… e se poi si vuole proprio farla uscire di senno, le si dimostra che l’agente esterno che l’ha creata non ha una posizione nello spazio… insomma si riduce a zero il suo spazio. Se ci credesse veramente, non avrebbe spazio. Le è stato detto che qualcuno l’ha creata e lei lo ha accettato. Adesso le si dice che questa cosa esiste dappertutto e che non ha un punto d’orientamento. Hm-hm, questa è assenza di spazio ed è il caso della maggior parte dei ministri religiosi che potrebbe capitarvi di audire. Assenza di spazio. Ha mischiato la definizione di spazio con il ciclo d’azione dell’universo mest, e si è infilato in un vicolo cieco, in tutta fretta.
Beh, questo potrebbe avere un certo interesse per voi con i casi, come potrebbe non averlo, ma dimostra di nuovo che potremmo uscire di parecchio dal seminato, per quanto riguarda il concedere beingness. Quindi cerchiamo di restare vicino al centro e rendiamoci conto che concedere beingness e creare spazio… in effetti, la creazione della condizione di vedere, le parole e tutto il resto può… sapete, si può creare spazio con le parole, si potrebbe creare spazio con gli escrementi, si può creare spazio con il sesso, abbiamo già trattato questo. In effetti, in tutta la scala da Conoscere a Sesso, da “Guardare” in giù, c’è qualcosa che crea spazio.
Bene, al di sotto di sesso che crea spazio c’è un mistero che crea spazio. E questo mistero, ovviamente, viene inculcato tramite qualcosa che è dappertutto e crea spazio. Beh, niente che sia dappertutto creerà mai spazio, perciò questo diventa un mistero. È un enigma ed è qualcosa che ci ritroviamo davanti.
Bene. Concedere beingness, quindi, è strettamente collegato… non spingiamoci oltre… è strettamente collegato alla creazione di spazio e alla formazione, divulgazione e controllo della vita entro quello spazio. Procurate lo spazio, procurate i simboli che si trovano in quello spazio, ed è fatta.
Perché c’interessano i punti d’orientamento con i preclear? Se c’è una difficoltà che un preclear incontra è questa: ha perduto il suo punto d’orientamento originale in questa vita. Questo punto è occluso, turbato, e il pc ha trasferito il punto d’orientamento a un simbolo mobile a cui poi ha attribuito la qualità di immobilità. Capito? Ha detto: “Qui c’è un simbolo, un simbolo che in realtà rappresenta il punto d’orientamento, che crea tutto e che concede tutta la beingness che esiste”, e questo a dispetto del fatto che un punto d’orientamento sia immobile. Dunque dice: “Questa persona è immobile”, e a quel punto quella persona resta bloccata nella traccia del tempo.
Può darsi che abbia fatto questo con tante persone, e vedrete che ognuna di esse è bloccata nella traccia del tempo. È in questo modo che un alleato resta in sospeso e fluttua nel presente insieme al preclear.
Sono stato chiaro? La persona ha trasferito la funzione della creazione dello spazio e del concedere beingness… ha trasferito la funzione del concedere beingness da un luogo geografico a un individuo. Ma poiché sa che tutto ciò che concede beingness dovrebbe essere più o meno stabile e immobile, cerca di rendere immobile questo individuo. Lo sforzo di cercare di rendere qualcosa immobile sospende nel tempo quella cosa. Ed è praticamente quel che succede qui. Ma ancora più importante è il fatto che, per concedere beingness, deve guardare con gli occhi di quella persona.
Ha scelto la nonna come creatore, come colei che concede beingness. Ma più importante è il fatto che sa che questo è falso. Sa che non può trasferire questa funzione. Sa che se è vivo sta creando spazio. Quindi sta concedendo beingness. Quindi, anche se è la nonna che concede tutta la beingness, è necessario che, per restare vivo, egli impedisca alla nonna di concedere tutta la beingness, così che lui possa concederne un po’. Se la nonna concede beingness, lui non può farlo, ma allora non ha spazio. Ed eccoci sprofondati nell’enigma, immediatamente, in men che non si dica.
Finiamo così nella grande competizione di chi concede beingness qui attorno. “Beh, sono io quello che deve concedere beingness qui attorno. Se lascio che sia qualcun altro a farlo, io non avrò spazio.” Perché? Perché si è già allontanata dal punto centrale che crea spazio. Qual era quel punto? Beh, si potrebbe dire che era il punto d’ingresso nell’universo mest, cioè uno dei primi punti della traccia che ha creato lo spazio, che ha creato l’universo mest in un modo o nell’altro. Quello era il centro delle operazioni, era il punto da cui veniva creato.
Beh, la persona l’ha perduto nel momento stesso in cui l’ha acquisito. E le sono successe tante cose interessanti. È più o meno nel punto in cui ha contattato un accordo. In realtà questo non ha niente a che vedere con lo spazio dell’universo mest. Di nuovo, questa è una specie di beffa. È il punto in cui lui è entrato in contatto con l’accordo secondo cui lui era altrove e non dov’era davvero. Ed era dove pensava di essere. Ma ora le dicono che è in un luogo specifico, e a questo punto la sua traccia si appallottola di brutto.
Va bene. Vediamo di non spingerci, come ho detto all’inizio, troppo in là, di non addentrarci troppo nell’argomento del concedere beingness, semplicemente perché ci ritroveremmo a ruzzolare giù per le scale e finiremmo dritti dritti in cose di ogni genere, e saremmo serviti di barba e capelli. Potremmo tutti diventare delle autorità a quel punto, poiché ci sarebbero troppi dati perché qualcuno potesse riceverli, e con questi dati potremmo tutti fare varie cose. Limitiamoci alla semplicità del concedere beingness. Ciò che concede beingness è un punto d’orientamento. Ciò che concede beingness ha la capacità di creare. Se una persona non è un punto d’orientamento, è priva in quella misura della propria capacità di creare. Se l’ha assegnata a un luogo geografico ecc. poi continua a considerare quello come il punto creativo. E per avere spazio, continuerà a utilizzare quel luogo geografico. Ecco che cos’è il concedere beingness!
Concedere beingness è una funzione diversa dalla semplice creazione di spazio. Capite? Quando parliamo di concedere beingness, intendiamo fare in modo che qualcosa diventi vivo, e questo è ciò che la maggior parte della gente capisce.
Ma lo spazio è morto? Bella domanda, eh? Una macchina è morta? Non lo so. L’altro giorno ho visto un tizio alla guida di un’auto truccata e quando l’ha parcheggiata la macchina poteva praticamente parlare. Lui era così sicuro che fosse viva, che la macchina era praticamente viva. Bene, quello era il grado di concedere beingness.
Bene, ecco ora qualcosa di bizzarro. Passiamo ad un altro esperimento. Non ho più detto molto di questo dopo la prima Unità. Prendiamo un gatto e invece di trasformarlo in un animale domestico tentiamo di renderlo pazzo. Cercheremo di far comparire nel gatto una condizione psicotica. Ma non ne faremo un animale domestico. Semplicemente prenderemo un gatto, senza usare prenatali o altro che potrebbe contaminare l’esperimento. Cioè, dovrebbero essere prenatali pazzeschi. Nessun contatto nell’ambiente, nessun amore, nessun affetto, nessun altro tipo di concessione, o cose del genere. Ci limitiamo a prendere questo gatto e a renderlo psicotico. E in base a esperimenti di cui ho letto i resoconti, è quasi impossibile turbare la sua ragione. Rimane in condizioni discrete.
Adesso proviamo a trasformarlo in un animale domestico e ce lo lavoriamo a tal punto che scardiniamo la sua ragione. A questo punto possiamo renderlo psicotico con la massima facilità.
È un esperimento dal background molto limitato, ma trova conferma in questo modo: se da bambini non aveste avuto nessuna dipendenza da altre persone, oggi non vi preoccupereste delle opinioni altrui, giusto? E si potrebbe ridurre qualcuno, riportandolo verso la sua prima dinamica, in modo che potesse innalzarsi a una terza dinamica più accettabile.
Da dove comincia, questo? Che cos’è? Beh, potreste concedere beingness a un cane a tal punto che sarebbe molto obbediente nei vostri confronti. Credetemi, sarebbe in buone condizioni, ma sarebbe il vostro cane, e tale resterebbe. In realtà lo avete dotato di beingness in grande misura. Lo avete dotato di beingness.
Questo fatto di dotare di vita le cose è di per sé un argomento molto interessante, ed è per questo che ho detto che dovremmo fare riferimento a quella conferenza dell’Unità due, “Concedere Beingness”. Si può concedere beingness tramite il controllo, ecc.
Bene, i ridge e le altre cose che una persona ha e di cui non assume nessuna responsabilità… naturalmente non possono restare in restimolazione se sono completamente suoi e lui ne assume piena responsabilità. Ve ne rendete conto. I ridge che ha e per i quali nega ogni responsabilità, che la tormentano, che le impediscono di esteriorizzarsi… queste manifestazioni di energia e di difficoltà, sono beingness concessa da qualcun altro. Se non lascia che altre persone concedano beingness, ovviamente rifiuta il fatto che esse abbiano potuto dargli questi ridge. Di conseguenza eccoli presentarsi per benino e molto in fretta. Beh, indubbiamente è così che va nel processing.
Percorrendo l’ultima fase della Procedura 30, scoprirete immediatamente che state disturbando, spostando, formando ed eliminando delle masse di energia, come non avete mai fatto prima nella vostra vita di auditor. È veloce. Basta dire al pc: “Chi non sarebbe pericoloso lasciare che conceda beingness?”. La persona comincia a concedere beingness e scopriamo che deve farlo con grande sicurezza, sicurezza, sicurezza, sicurezza, e vogliamo che sia realmente sicura che permetterebbe a questa persona di concedere beingness a varie cose.
Non appena il pc ripulisce bene questo, facciamo la scoperta più sbalorditiva: è in conflitto con la beingness concessagli in passato, ma poiché non esiste il tempo per quanto riguarda le particelle… sono solo particelle, stanno lì ed è solo il loro movimento che crea il tempo. Va bene. Se è così, ci aspetteremmo che questi ridge restino nei paraggi per sempre. Beingness concessa. Nella misura in cui la persona si oppone al diritto altrui di concedere beingness a lei, di concedere beingness alle altre cose, si oppone ai propri ridge.
È una situazione esplosiva. Ritorniamo al ridge. Vi rimando a 8-80, Scientology 8-80, questo è il testo. Che cosa provoca, questo? Fa in modo che ci siano grandi depositi di facsimili accumulati.
Una persona, come thetan, ne avrebbe tanti? Non tanti, come thetan. Ma quando ha un corpo in comune con una società o una famiglia, concedere beingness diventa molto importante. Per lei diventa quasi impossibile esteriorizzarsi se impedisce agli altri membri della sua famiglia di concedere beingness. Questo la inchioda all’istante. Ed è ciò che risolviamo con questo procedimento: “Chi non sarebbe pericoloso lasciare che conceda beingness e a che cosa”. E dovete essere sicuri di quello. Vedrete un movimento di ridge spostarsi dappertutto.
Che cosa sono questi ridge? Che cos’è tutto questo movimento? Beh, in realtà questi ridge sono masse di facsimili. Com’è possibile che siano masse di facsimili tutti stipati insieme? Beh, sono i punti di vista di altre persone sulle cose, ecco tutto. È il modo in cui la persona guarda le cose.
Attenzione, questa è solo una teoria, ma io non sono affatto sicuro che quella parete là esista davvero, se non perché ha concordato di esistere. E penso che se in primo luogo non vi avessero mai detto che esiste, adesso non la vedreste. Indubbiamente, per vedere quella parete, dovete permettere a qualcuno – compresi voi stessi – di concedere un po’ di beingness. A chi permettete di concedere un po’ di beingness? Dovete permettere a qualcuno di concedere un po’ di beingness, altrimenti non vedreste niente. L’intensità della vista, dell’esperienza, dell’energia dipende da quanto si permette a qualcuno di concedere beingness… né più né meno.
Quando una persona sceglie come propria randomity la beingness che le viene concessa, ad esempio da bambino… è come se avesse detto: “La mamma non può concedere beingness”. Ha scelto quella beingness come propria randomity, e ovviamente si è subito allacciato al punto di vista della madre. Sta lottando tra masse di energia, sta incontrando difficoltà a esteriorizzarsi e ha facsimili strani e peculiari che avanzano verso di lui e si allontanano da lui, e tutto perché si sta opponendo a concedere beingness.
Va bene.
DIANETICS 55
FINE CAPITOLO “COMUNICAZIONE”
“Qualcuno potrebbe trarre la conclusione che la soluzione al problema della comunicazione sia non comunicare. Uno può dire che se non avesse cominciato a comunicare, ora non si troverebbe nei pasticci.
Forse in questo c’è qualcosa di vero, ma ancora più vero è il fatto che il processing dato con l’intento di rendere superflua la comu¬nicazione, o di ridurla, non è assolutamente processing, ma omicidio.
Un uomo è morto nella misura in cui non può comunicare. È vivo nella misura in cui può comunicare. “
“Per moltissimi anni mi sono posto questa domanda: «Comunicare o non comunicare?».
Se comunicando ci si cacciava in problemi tanto complessi, allora, ovviamente, bisognava smettere di comunicare, ma non è così.
Se uno si mette nei pasticci comunicando, dovrebbe continuare a comunicare.
Più comunicazioni, non meno, è la risposta, e considero risolto questo dilemma dopo un quarto di secolo di ricerca e riflessione.”
LRH
SCIENTOLOG Y: UNA NUOVA OTTICA SULLA VITA
DUE REGOLE PER VIVERE FELICI
1. Essere in grado di sperimentare qualsiasi cosa.
2. Causare solamente le cose che gli altri sono in grado di sperimentare con facilità.
L’Uomo ha sempre avuto molte regole auree.
La regola buddista del “Fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” è stata ripetuta spesso nelle altre religioni.
Ma queste regole auree, benché siano servite ad innalzare l’Uomo al di sopra dell’animale, non hanno invariabilmente prodotto l’equilibrio mentale, il successo o la felicità.
Una tale regola aurea fornisce soltanto il punto-causa o, al massimo, il punto-effetto riflessivo. Diventa un qualcosa che uno fa a se stesso e tende ad attribuire tutto ad una causa ossessiva.
Non dice cosa si deve fare nei confronti delle cose che ci vengono fatte da chi non ha ricevuto un tale insegnamento.
Come si affrontano le azioni malvagie che ci vengono fatte?
La regola buddista non lo dice.
Da ciò derivarono molte risposte casuali.
Tra di esse vi sono le risposte della Scienza Cristiana (gli effetti su di sé non esistono), le risposte dei primi cristiani (diventare martire), le risposte dei sacerdoti cristiani (condannare tutti i peccati).
Tali risposte agli effetti subiti da una persona, generano uno stato mentale un po’ meno che sano, per non parlare dell’infelicità.
Dopo che la vostra casa è andata a fuoco e la vostra famiglia è stata cremata, non è di grande consolazione (a) fingere che ciò non sia accaduto, (b) paragonarsi a Giobbe oppure (e) condannare tutti i piromani.
Fintanto che si teme o si soffre per gli effetti della violenza, si avrà violenza.
Quando si è in grado di sperimentare esattamente ciò che ci viene fatto, ohh magia, la cosa non avviene!
Come essere felici in questo universo è un problema che pochi profeti o saggi hanno osato contemplare direttamente.
Li vediamo “risolvere” il problema della felicita assicurandoci che l’Uomo è destinato a soffrire. Non cercano di dirci come essere felici, ma come sopportare l’infelicità.
Tale presupposto casuale del fatto che la felicità sia impossibile ci ha portato ad ignorare qualsiasi vero esame dei modi per essere felici.
Perciò abbiamo proceduto a tentoni verso un traguardo negativo: eliminare tutta l’infelicità dalla Terra per poter avere una Terra su cui fosse possibile vivere.
Se si cerca continuamente di eliminare qualcosa, si ammette continuamente di non potervi stare di fronte e così ognuno scende la china.
La vita diventa una spirale discendente composta da sempre più cose a cui non possiamo stare di fronte.
E così, ci siamo incamminati verso cecità e infelicità.
Per essere felici si dovrebbe solo essere capaci di stare di fronte alle cose esistenti (il che significa sperimentarle).
L’infelicità è soltanto questo: l’incapacità di stare di fronte a ciò che esiste.
Da qui:
1. Essere in grado di sperimentare qualsiasi cosa.
Il lato “effetto” della vita merita un’attenta considerazione. Anche il lato “causa auto-determinata” merita attenzione.
Creare soltanto gli effetti che gli altri potrebbero sperimentare con facilità ci fornisce una nuova, chiara regola di vita.
Poiché se una persona agisce in tal modo, che cosa potrebbe mai fare da dover tenere poi nascosto agli altri?
Non vi è alcuna ragione di tener celate le proprie azioni o provarne rimorso (il che è lo stesso) se tali azioni sono sperimentate dagli altri con facilità.
Questo è un test (ed una definizione) a vasto raggio della buona condotta: fare soltanto le cose che gli altri sono in grado di sperimentare.
Se si esamina la vita di una persona, si scoprirà che è ossessionata soltanto dalle azioni compiute nei confronti di altri che altri non erano in grado di ricevere.
Pertanto, la vita di una persona può diventare un guazzabuglio di violenza trattenuta che attira, (quindi, la violenza causata da altri).
Più una persona compie azioni che altri non sono in grado di sperimentare, peggiore diventa la sua vita.
Riconoscendo di essere stata una cattiva causa o che ci sono già state troppe cattive cause, una persona cessa di causare le cose: un infelice stato di esistenza.
Il dolore, la mis-emozione, l’incoscienza, la pazzia derivano tutti dal causare agli altri cose che essi non sono in grado di sperimentare con facilità.
Quindi sono cattive tutte le azioni che non possono essere sperimentate con facilità all’altro capo della linea.
In base a questa definizione riesaminiamo le nostre “cattive azioni”. Quali sono state cattive?
Sono state cattive soltanto quelle che non potevano essere sperimentate con facilità da un altro.
Perciò, quali tra le cattive azioni preferite dalla società, sono cattive? Gli atti di vera violenza che producono dolore, incoscienza, pazzia ed una seria perdita potrebbero venir considerati, a questo punto, cattivi.
Beh, quali altri vostri atti considerate “cattivi”?
Erano cattive le cose che avete fatto e che voi stessi non eravate in grado di sperimentare con facilità.
Ma le cose che avete fatto e che voi stessi avreste potuto sperimentare, se fossero state fatte a voi, non erano cattive.
Questo cambia certamente il punto di vista di una persona!
Non c’è bisogno di condurre una vita violenta solo per provare che si è in grado di fare esperienze.
L’idea non è provare di essere in grado di fare esperienze, ma riconquistare la capacità di fare esperienze (cosa che può essere conseguita con il processing di Scientology).
Perciò, oggi abbiamo due regole auree per la felicità:
1. Essere in grado di sperimentare qualsiasi cosa; e
2. Causare solamente le cose che gli altri sono in grado di sperimentare con facilità.
La vostra reazione a quanto sopra vi suggerisce la distanza che dovete ancora colmare.
Se riuscite ad attuare queste due regole auree sarete una delle persone più felici e di successo di questo universo: perché chi mai vi potrebbe dominare con il male?
LRH
“La via verso OT” Hco Information Letter 10 agosto 1963
“La via verso OT è una via di knowingness che ritorna gradualmente,
un liberarsi graduale dell’amnesia, uno sbarazzarsi graduale dell’irrealtà.
L’irrealtà è il risultato dell’invalidazione tramite forza.
Colpisci un essere con forza sufficiente, arreca una sufficiente rottura di ARC, e tutto diventa irreale.
Ma con il ritorno della knowingness, l’irrealtà svanisce, lasciando una persona con una maggiore conoscenza di chi è, dov’è e perchè.
Ciò che è, è: non è quello che qualcuno altro dice che è.
Posso aiutarti moltissimo e darti la tecnologia ed una mappa; ma è la tua irrealtà che svanirà e la tua knowingness che tornerà.
Ora i cancelli sono aperti, spalancati.
Ma l’unico che potrà attraversare quella via e affrontare il percorso per te, sei tu stesso.”
LRH
HCOB 27/12/’66 “La personalità antisociale/l’anti scientologo”
LRH dice (pag. 5 del bollettino):
“L’uomo in preda alle sue preoccupazioni, è portato a dar la caccia alle streghe.
Per iniziare il massacro della gente che indossa berretti neri , è sufficiente bollare come malvagia la gente che indossa i berretti neri.
Questa caratteristica agevola la personalità antisociale nel creare un ambiente caotico o pericoloso.”
…..
“L’unico modo possibile per individuare sia la personalità antisociale che quella sociale è esaminare la loro condotta nel loro ambiente e verso i loro simili.
I loro obiettivi personali sono simili: istinto di conservazione e sopravvivenza. La differenza sta nel metodo che impiegano per raggiungere tali obiettivi.
Quindi, visto che l’Uomo di natura non è impassibile né tranquillo, tutti in una certa misura tendono a stare all’erta nei confronti delle persone pericolose, così può aver inizio la caccia alle streghe.
Quindi è molto più importante identificare la personalità sociale che quella antisociale. Così si evita di colpire gli innocenti per mero pregiudizio o antipatia o a causa di una condotta temporaneamente scorretta.
È facile distinguerli e non bisognerebbe creare alcun test che isoli solamente l’antisociale. Lo stesso test deve includere sia la fascia superiore delle azioni umane che quella inferiore.
Un test che riveli solo le personalità antisociali senza identificare anche la personalità sociale sarebbe in se stesso un test soppressivo.
Sarebbe come rispondere “Sì” o “No” alla domanda “Picchi ancora tua moglie?”.
Chiunque lo facesse potrebbe risultare colpevole.
Sebbene questo meccanismo poteva andar bene ai tempi dell’Inquisizione, non si adatta alle esigenze attuali.
Dato che la società procede, prospera e vive solamente grazie agli sforzi delle personalità sociali, si deve essere in grado di riconoscerle, giacché loro, non l’antisociale, sono le persone di valore.
Queste sono le persone che devono avere diritti e libertà.
Viene posta l’attenzione sull’antisociale solo per proteggere ed assistere le personalità sociali nella società.”
“Il punto debole del mostrare come le persone pericolose possono essere riconosciute sta nel fatto che poi costoro attribuiscono queste caratteristiche alle persone oneste per scatenare una caccia contro di loro al fine di eliminarle.”
LRH
Da “I FATTORI”
Fattore 14: “… l’ammirazione costituisce il punto più apprezzato, e l’ammirazione è talmente forte che solo in sua assenza può verificarsi qualsiasi persistenza”
Da Life Orientation Course ( Corso di orientamento nella Vita )
“…. Potete prendere in considerazione la vostra vita ed analizzarla in relazione ai 21 dipartimentidell’organigramma.
Voi, personalmente nella vostra vita, svolgete realmente in un momento o in un altro, tutte le funzioni che appaiono nell’organigramma. ”
“… Ogni individuo ha le sue 7 divisioni ed i suoi 21 dipartimenti.
Una persona non ha successo nella misura in cui uno o più di uno vengono a mancare nella sua vita.
L’antitesi( opposto ) di un organigramma e’ la confusione.
Il prodotto finale dell’organizzazione e’ la LIBERTA’.
LRH. “
“LA STORIA DELL’UOMO”
“…Questo universo è un universo duro.
E’ un universo terribile e micidiale.
Un essere che abbia anche solo un punto debole non potrà reggere a lungo,
perchè questo universo glielo scoverà, glielo ingrandirà, glielo infetterà,
glielo esplorerà sino a ridurlo a una ferita purulenta….
Combattendo questa battaglia per la sopravvivenza, battaglia che è costretto a combattere, un essere non può permettersi, nell’universo MEST, di mostrare alcuna decenza, carità o etica.
Non può permettersi nessuna debolezza, nessuna pietà.
Non appena lo fa, è perduto, perchè è circondato da rocce fredde e aspre e da energia rovente che, a prescindere dallo stato di aberrazione della società in cui vive, lo sommergeranno immediatamente non appena cesserà di ubbidire alle leggi, anche le più insignificanti, del MEST.
Questo è un universo dominato dalla forza.
Non è un universo retto dalla ragione.
Brutale, incapace di pensiero, privo di pudore o di clemenza, la forza MEST è in agguato, pronta a punire qualsiasi essere che abbia una debolezza.”
“Possedere un corpo MEST è un handicap.
Infatti attraverso il corpo un essere può ricevere dolore, può essere soggetto al ricatto del bisogno quotidiano di mangiare e di doversi difendere dagli attacchi. Fino a culminare in una semplice marionetta che danza al ritmo rotatorio di qualche ottuso pianeta…”
“Si potrebbe scrivere un intero libro su questa terapia. Uno è stato scritto: il primo libro di Dianetics.
Questa terapia potrebbe essere denominata:
“I tentativi di un essere theta per far convivere la fragilità di un corpo MEST con l’etica di un essere theta”. Queste due cose non si conciliano. “
“Voi pretendete che un composto di MEST e theta sia auto-determinato,
quando la minima brezza di un universo duro è per lui foriera di morte e può farlo girare come una trottola.
Gli state chiedendo di “darsi molto pensiero”, quando la sua unica salvezza è essere spensierato.
Perciò vi vengono forniti questi dati.
Senza di essi l’unica cosa che si poteva fare per l’Uomo era salutarlo
come si salutavano i gladiatori…coloro che stanno per morire.
…sta a voi scegliere: i paradossi o la risposta.”
LRH