Siete Scientologist Indipendenti ? Pensate con la vostra Testa !
Altro capitolo del libro di RICHARD “DIARIO DI UN SOGNO” , è pubblicato online. Per acquistarlo andare sul sito ilmiolibro.it
(il libro ha la copertina scura con un’opera dell’amico e OT III Paolo Buzi http://www.paolobuzi.com).
Come d’accordo con l’autore e i gestori, lo pubblicheremo anche a puntate su La Reception.
Richard ha scritto questo libro in tre giorni, ce lo ha dato come suo personale omaggio.
Lo abbiamo registrato e messo a disposizione per chiunque lo voglia acquistare.
Vi arrivera’ il libro a casa ed il ricavato ( 3 o 4 euro) di ogni copia verra’ usata per la realizzazione di alcuni progetti ed alcuni incontri
che sono nell’aria da tempo.
Quindi vi chiedo, nonostante verra’ interamente pubblicato sul sito a puntate, di acquistarne qualche copia, per voi ed i vostri amici.
Io lo ho letto avidamente dall’inizio alla fine, come se lo vivessi in prima persona, e mi ha lasciato piacevolmente entusiasta.
Buona lettura.
Francesco
6
I PRIMI PASSI DI UN NUOVO GIORNO
Nella mia mente turbinavano molteplici domande che volevo porre a Red al nostro prossimo incontro.
Una predominava in maniera prepotente e aveva una stretta relazione con la capacità di esteriorizzarsi.
Decisi di prendere qualche appunto per non dimenticarmi nulla… mi sentii subito ridicolo al pensiero di portare carta e penna in quello strano mondo dei sogni.
Per un paio di volte durante il sonno non successe niente, solo dei piacevoli e normali sogni; in compenso mi svegliavo sempre molto riposato.
Il terzo giorno apparve in tutto il suo splendore; sembrava aver perso qualche chilo e qualche anno:
“Ehi Red hai fatto un po’ di palestra?”
“Eh, mio stupido amico Italiano, la tua abilità nel prendere in giro è rimasta inalterata nel tempo, ma la cosa è di buon auspicio”.
“Ascoltami attentamente caro Red, mi stavo ponendo un problema piuttosto serio e forse tu potresti darmi una mano a risolverlo”.
“Sentiamo questo problema che sicuramente non esiste ancora, ma che ti stai premunendo di creare… avanti!”
Aveva colto nel segno, in effetti il problema era lungi dal poter esistere: “Preferisco cercare di prevenire ogni eventualità, quindi, quello che ti esporrò potrebbe essere visto come un problema futuro”. Intanto che lo dicevo mi stavo anche ascoltando e mi pareva di aver detto una cosa particolarmente intelligente.
“Smettila di lodarti come un allocco e parlami di questo presunto problema”.
“Dunque, scriverò un libro e questo libro avrà tre possibilità.
La prima è che nessuno sarà minimamente interessato ad acquistarlo o a leggerlo.
La seconda è che qualcuno potrebbe voler spendere qualche dollaro e leggerlo.
Ma la terza è quella più catastrofica… il libro potrebbe avere anche successo e la cosa mi spaventa parecchio!”
Red rise di gusto: “L’esatto opposto di ogni normale scrittore. Lo scrittore medio spera di scrivere un best-seller e di farci un sacco di soldi, invece a te la cosa spaventa a morte; saresti così gentile da volermi spiegare il perché?”
“Ehm, nel malaugurato caso in cui abbia successo, come lo supportiamo? Voglio dire… quello che sto scrivendo potrebbe attirare richieste di spiegazioni o di informazioni da altri; come risponderemo ad una cosa del genere?”
“Ogni cosa a suo tempo amico mio, vedrai che troveremo le risposte necessarie anche a questo… sbaglio o c’era qualcosa di cui volevi parlarmi? Non stavi cercando di scrivere degli appunti?”
Abbandonai immediatamente l’idea delle sorti del libro e cercai nelle mie tasche il foglio su cui non avevo scritto proprio nulla; naturalmente non lo trovai. Red rise nel vedermi impacciato.
“Volevo chiederti qualcosa riguardo all’esteriorizzazione, anzi vorrei da te diverse spiegazioni su quel particolare fenomeno, innanzitutto perché…”
“Frena un momento mio giovane Jedi. Facciamo uno strano gioco: io ti faccio le domande e tu rispondi sin dove ti senti sicuro, quando trovi delle difficoltà ti aiuto a completare la risposta.
Credo che tu sappia già quali sono le risposte corrette, ma cercherò di darti una mano indirizzando la tua attenzione nel posto giusto… puoi essere d’accordo?”
La cosa suonava bene; volevo fare un tentativo quindi lo spronai a pormi la prima domanda.
“Ok, ti esteriorizzi?”
Pensai solo un istante, poi diedi la mia risposta: “Sì, a volte mi capita, ma in genere trovo qualche difficoltà”.
“Ok, cosa fai esattamente quando ti stacchi dal Corpo?”
“E’ proprio questo il punto, caro Red; quando mi succede non faccio assolutamente nulla, quando invece provo a staccarmi volontariamente non mi riesce proprio”.
“Bene, prova a considerare la seguente ipotesi: immagina di sollevare una sedia restandoci seduto sopra; cosa pensi che accada”?
La domanda mi sembrava piuttosto infantile, però risposi: “Non capita assolutamente niente; se ci stai seduto sopra non riesci a sollevare la sedia ed il tuo corpo contemporaneamente”.
Gli stavo sorridendo in modo beffardo, così lui fece la domanda seguente: “Quando cerchi di staccarti dal Corpo, per caso, non è che cerchi di sollevare anche il Corpo stesso”?
Santi numi… forse stavo facendo una cosa così stupida senza nemmeno rendermene conto?
Lui proseguì: “Generalmente tutte le persone che hanno difficoltà con l’esteriorizzazione è perché cercano di sollevare il proprio Corpo anziché staccarsi semplicemente da esso.
Questa è la spiegazione più logica che ci possa essere.
Inutile cercare di uscire a tutti i costi; anche in passato abbiamo sviluppato esercizi per ottenere quello stato, ma generalmente davano scarsi risultati e spesso si ottenevano strane restimolazioni.
L’esteriorizzazione deve avvenire senza sforzo e ad un certo livello avviene piuttosto spontaneamente”.
“Ne sei sicuro?” Gli domandai perplesso.
“Certo! Ricordi gli esercizi che Don Juan faceva fare a Carlos? Ebbene in quegli esercizi gli chiedeva di accumulare il nulla.
Doveva creare un vuoto mentale, il non-pensare.
Doveva accumulare silenzio interiore.
Per questo motivo ti ho consigliato di aggiungere una seduta di OT TR0 ogni tanto; facendolo puoi raggranellare parte della tua personale energia dispersa nell’ambiente e concentrarla in un unico punto.
Quel punto è l’esatto punto da cui puoi esercitare la tua forza ed i tuoi poteri e, sempre da quel punto, avverrà l’esteriorizzazione spontaneamente.
Dovresti essere in grado di sperimentare un particolare aumento di questa abilità man mano che ti avvicini alla fine del tuo programma di Tecniche… sbaglio?”
In effetti non stava sbagliando; negli ultimi tempi la cosa si presentava molto più frequentemente che non all’inizio. Mi venne in mente uno strano episodio e glielo raccontai.
“Qualche giorno fa, sospinto da una strana voracità, mi sono avvicinato al frigorifero; in una frazione di secondo mi ci sono trovato all’interno pur non avendone ancora aperto lo sportello.
Subito dopo mi sono sentito letteralmente appiccicato alla maniglia, nel goffo tentativo di aprirla; mentre cercavo di riprendere il pieno controllo del mio Corpo, ho rischiato di sbattermela violentemente sul naso.
Per alcuni istanti il Corpo ha vacillato, probabilmente perché ne ho ripreso il controllo con troppo impeto, ma dopo quel fatto ho mangiato come un vero buzzurro!”
Red stava ridendo intanto che annuiva.
“Ogni volta che perdi il controllo sul Corpo, in modo piuttosto particolare, sembra che il Corpo si senta più libero e che cerchi di dar sfogo ai suoi istinti più animaleschi; normalmente le cose che lo attirano maggiormente sono il mangiare e l’ottenere una buona dose di sesso”.
A quell’affermazione le sue risa aumentarono, però sembrava proprio che avesse ragione… avevo bisogno di un po’ di tempo per riflettere su quello che la mia mente stava ancora cercando di elaborare.
In effetti mi capitava con una certa frequenza di avere una fame vorace, però non l’avevo mai collegata ad un parziale distacco dal Corpo.
Ripensando a quei vari episodi, però, potevo constatare come percepivo un particolare calo di energie dopo che un qualche tipo di esteriorizzazione aveva avuto luogo.
La cosa sembrava essere particolarmente vera anche per la componente sessuale: l’atto stesso era molto più intenso e piacevole.
“Quindi, caro Red, la cosa migliore da fare è continuare con il programma e far sì che il tutto avvenga spontaneamente ed in modo naturale?”
“Certamente, ma c’è ancora qualcosa che devi sapere; seguimi”.
Passeggiammo lungo la riva di quello splendido lago; il paesaggio aveva dei marcati colori autunnali, ma non percepivo nessuna particolare temperatura. Mi sentivo terribilmente a mio agio fisicamente… sarà forse stato perché non avevo con me il mio solito Corpo?
Poco più avanti scorsi una persona seduta sotto un albero nella classica posizione del Loto.
“Non sarà mica Budda quel tizio laggiù?” Domandai incuriosito a Red.
“Ma no, è un semplice viandante che si sta riposando all’ombra!”
Viandante o meno, ci sedemmo di fronte a lui.
Aveva un leggero sorriso e ci guardava con estrema dolcezza. “Ciao mio giovane amico, mi fa piacere trovarti in questo luogo.
Vorrei portare alla tua attenzione qualcosa di importante che riguarda la meditazione, hai voglia di ascoltarmi?”
Quel tizio era particolarmente gentile e quello che mi stava proponendo mi interessava, quindi annuii e lui cominciò a parlare.
“Devi sapere che la meditazione è una pratica molto importante.
Meditare non significa starsene semplicemente seduti in una strana posizione con lo sguardo perso nel vuoto o a occhi chiusi.
E’ qualcosa di molto più semplice e profondo.
Poco per volta ti porta a capire il tuo reale distacco dal Corpo.
Il modo corretto per eseguirla è quello di osservare attentamente ogni cosa che ti circonda, sopratutto le azioni che esegue il tuo Corpo.
Per Osservare intendo in maniera più completa quello che ha scritto un nostro amico comune in una illuminante pubblicazione intitolata Obnosi e la Scala del Tono”.
Dicendo quelle parole strizzò l’occhio a Red.
“Ogni azione che compi attraverso il Corpo fisico va osservata attentamente e con estrema serenità; questo ti porta a capire e a vedere il centro di controllo dal quale stai operando con il Corpo ed in particolar modo ti insegna ad esserne distaccato.
Poco per volta vedrai la vita che ti scorre davanti come se fosse un filmato in cui tu fai recitare una parte al tuo Corpo fisico”.
Fece una piccola pausa per accertarsi che avessi compreso quanto mi stava dicendo poi concluse: “La cosa importante è che tu eviti di utilizzare la mente durante l’azione dell’osservare; devi riuscire a vedere ogni cosa senza immaginarla mentalmente, ma guardandola solo per come ti si presenta davanti.
Scoprirai che una mela non è realmente una mela, ma ben presto questo pensiero si trasformerà e quella mela diverrà veramente quello che vedi… e non potrai far altro che chiamarla mela, ma non sarà più lo stesso oggetto che era all’inizio”.
“Pur sembrando uno strano gioco di parole, capirai che questo modo di osservare o di meditare ti condurrà sempre più vicino alla Verità!”
Ci alzammo e salutai quello strano personaggio.
Non riuscivo a togliermi dalla mente che fosse Budda, anche se lo trovavo molto più dimagrito rispetto alle statuette che si vedono di solito.
Non avevo capito molto bene quello che mi aveva appena detto.
Sembrava piuttosto semplice, ma avevo qualche difficoltà a metabolizzarlo; devo però ammettere che spesso quello che vedevo mi sembrava far parte di una scenografia cinematografica.
Ultimamente mi capitava con le case o gli edifici in generale… sembravano finti. Se cercavo di estendere le mie percezione sino a quegli oggetti… sembrava che non ci fosse niente.
Non mi accorsi che Red mi stava osservando mentre mi trovavo assorto nei miei grovigli mentali: “Stai cominciando a capire; già da diverso tempo hai cominciato a vedere il luogo in cui dimori con il tuo Corpo fisico esattamente come è.
Ma a volte mi sembra che tu sia poco attento. In realtà, hai già colto la Verità su quel particolare Universo, ma sembra quasi che tu voglia dare poco peso alla cosa.
Vedrai che ben presto quella particolare realizzazione ti colpirà come una folgore e tu riderai come un matto!”
“A volte ho l’impressione che la gente si affanni per cercare la quarta dimensione, mentre in realtà dovrebbe solo capire che di dimensioni ce ne sono solo due”.
Dissi quella frase con noncuranza e mi stupii delle parole che erano uscite dalla mia bocca.
Red rideva sguaiatamente e aveva ripreso a fare anche qualche grugnito. Io lo guardavo divertito; sembrava proprio che avessi detto qualcosa di terribilmente spassoso.
“Aveva proprio ragione quel Sant’uomo del Padreterno.
Non sai esattamente quello che conosci, ma vedrai che a questo porremo rimedio!”
“Non capisco Red, di cosa stai parlando?”
“Lascia perdere amico mio, capirai… capirai”.
“Vorresti spiegarmi come tu sei riuscito ad entrare in quel circo chiamato Pianeta Terra e a fare quello che hai fatto?”
“Te lo racconterò volentieri domani; adesso stai per svegliarti e io esco a mangiarmi una pizza”:
Mi lasciò con quelle parole sibilline e io mi risvegliai con una gran fame.
Cucinai delle uova con della pancetta, spremuta di arancia, una fetta di torta di mele ed un abbondante caffè.
Dopo aver divorato tutto quanto decisi che era tempo di fumarsi una bella sigaretta.
Era molto tempo che non lo facevo, ma ricordavo di aver lasciato un mezzo pacchetto nel cassetto del mobile del soggiorno.
L’accesi e tirai un paio di boccate.
Quasi mi strozzai col fumo ma riuscii a non tossire; la terza e la quarta boccata mi diedero un leggero senso di euforia e la testa cominciò a girarmi leggermente.
Spensi la sigaretta. Ogni tanto mi piaceva concedermi qualche tiro, però odiavo particolarmente il saporaccio di catrame che mi rimaneva in bocca; decisi, quindi, di darmi un’energica lavata ai denti.
Passai l’ora successiva a riordinare i miei appunti, dopodiché mi fiondai sotto una corroborante doccia calda.
Avevo del lavoro arretrato da sbrigare, così per il resto della giornata mi occupai di varie traduzioni.
La giornata passò ad una velocità supersonica; era già ora di cena.
Decisi di invitare mia moglie a mangiare qualcosa fuori; lei ne era contenta. Generalmente ci prendevamo qualche piccola libertà senza avere scomodi ospiti intorno; ci piaceva stare nella nostra intimità godendo ognuno della presenza dell’altro.
Mi dimenticai di quanto era successo sino al momento di andare a dormire; da quel momento in poi uno strano turbinio di pensieri cominciò nuovamente a pervadere la mia mente.
Ero attanagliato dalla strana curiosità riguardo a Red ed alla sua particolare Missione sul Pianeta Terra.
Ormai il momento della giornata che attendevo con più trepidazione era proprio quello dedicato al sonno ed ai sogni.