Siete Scientologist Indipendenti ? Pensate con la vostra testa !
Ho il piacere di annunciare che il libro di RICHARD “DIARIO DI UN SOGNO” è pubblicato online. Per acquistarlo andare sul sito ilmiolibro.it
(il libro ha la copertina scura con un’opera dell’amico e OT III Paolo Buzi http://www.paolobuzi.com).
Come d’accordo con l’autore e i gestori, lo pubblicheremo anche a puntate su La Reception.
Paolo Facchinetti
Richard ha scritto questo libro in tre giorni, ce lo ha dato come suo personale omaggio.
Lo abbiamo registrato e messo a disposizione per chiunque lo voglia acquistare.
Vi arrivera’ il libro a casa ed il ricavato ( 3 o 4 euro) di ogni copia verra’ usata per la realizzazione di alcuni progetti ed alcuni incontri
che sono nell’aria da tempo.
Quindi vi chiedo, nonostante verra’ interamente pubblicato sul sito a puntate, di acquistarne qualche copia, per voi ed i vostri amici.
Io lo ho letto avidamente dall’inizio alla fine, come se lo vivessi in prima persona, e mi ha lasciato piacevolmente entusiasta.
Buona lettura.
Francesco
DIARIO DI UN SOGNO
di
RICHARD
assisted by Senior C/S Italy
Quest’opera è di pura e spassionata fantasia.
Ogni luogo, fatto, personaggio o qualsiasi avvenimento e coincidenza con fatti realmente accaduti è puramente casuale.
A volte è così casuale da apparire vero.
Gli autori intendono rendere noto che il tutto è tratto solo dalla loro fervida immaginazione.
Poi… che ognuno trovi la propria Verità… più che una minaccia questo è un consiglio!
Un Omaggio a:
Carlos Castaneda
Isaac Asimov
L. Ron Hubbard
Sri Krishna
Sai Baba
Dalai Lama
IL PRIMO GIORNO
Eccomi giunto al Venerdì sera, dopo una giornata terribile, anzi, catastrofica.
Al lavoro sembrava che non me ne andasse una giusta; tutte piccole cose, ma che mi hanno fatto dubitare della mia capacità di avere controllo sull’ambiente circostante.
Per finire, a casa, una discussione con la moglie ed il gatto che mi graffia sulla schiena… ammetto che l’idea di usarlo come cavia per il massaggio cardiaco non sia stata brillante, ma l’esercizio per il “primo soccorso” andava fatto!
Il nonno avrebbe rischiato di restarci secco e poi avrebbe, magari, preteso la respirazione bocca a bocca; non che io sia un tipo schifiltoso, ma trovarsi il proprio nonno che cerca di infilarti la lingua in bocca e che vedendoti arretrare inorridito sputa la dentiera dal gran ridere… non è una cosa che auguro a molti.
Bene, dopo un’insipida cena la mia giornata volgeva al termine.
Era ora di andare a dormire, sì, dormire… come se fosse facile; ultimamente mi ritrovavo a rimuginare sui miei pensieri sino all’alba e le ore di sonno diventavano quasi inutili.
Non riuscivo a capire come mai dopo tutti quegli studi e quelle applicazioni mi ritrovassi ad avere ancora problemi così futili… ahhh come avrei desiderato un bel sonno ristoratore, uno di quelli in cui ti alzi proprio quando sei stanco di dormire.
Mi coricai chiudendo gli occhi, misi l’attenzione in quel particolare punto in cui nel dormiveglia si formano le immagini sperando di scorgere qualcosa di interessante in cui potermi perdere.
Colsi dei frammenti di immagini, ma l’attenzione che vi posi era troppo forte e così facendo riuscii solo a farle svanire.
Sapevo che dovevo avere pazienza ed aspettare che le immagini si accendessero da sole per poi lasciarle scorrere e guardarne il contenuto; a poco a poco avrei potuto cominciare ad interagire… ricominciarono alcuni spezzoni di immagini, le osservai con cautela, sembrava avessero a che fare con un spiaggia.
Attesi che la scena prendesse corpo; poco per volta mi apparve una spiaggia.
Mi ritrovai sulle rive del Tamigi; ancora certo che mi fossi appena coricato a letto, c’era un certo non so che di strano in quella visione.
La spiaggia era pulita e di sabbia dorata, il fiume scorreva alla mia destra e nel bel mezzo di quell’immenso letto d’acqua si ergeva una piccola catena montuosa: L’Himalaya.
Alcune palme abbellivano il paesaggio e non trovai per nulla strano quello scenario, probabilmente perché ero conscio del fatto che si trattasse di un sogno.
Due tizi passeggiavano pochi metri davanti a me; riuscii a riconoscerne vagamente uno: la stazza era inconfondibile ed i capelli rossastri erano confusi con altri di color argento.
I due individui si girarono verso di me e mi attesero, “Ciao Red, è un vero piacere incontrarti qui, ma… cosa ci fai nel mio sogno e, sopratutto, chi è quel tizio con quei lunghi capelli bianchi”?
Red sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi; “Osservalo attentamente e cerca di rispondere tu stesso alla domanda” mi disse sghignazzando.
Esternai le mie osservazioni: “Dunque, lunga barba bianca, lunghi capelli bianchi, lunga veste bianca e lungo bastone…E’ IL LUNGO”! Esclamai con enfasi.
Uno scappellotto mi colpì dietro la testa, Red stava trattenendo le risa e disse: “Idiota, non vedi che è il Padreterno”?
Feci un passo indietro intimorito e chiesi cosa ci facessero due personalità così eminenti nel mio sogno, ma questa volta fu il Padreterno ad intervenire: “E’ una prerogativa di tutti gli esseri umani accampare il diritto di possesso su ogni cosa, ma dimmi, cosa ti fa credere che questo sogno sia tuo”?
Ammetto che la risposta suonò un poco impacciata: “Beh, sono andato a letto ed ho cominciato a sognare, quindi questo dovrebbe essere il MIO sogno, mi sbaglio”?
Red stava facendosi delle grasse risate, quindi era un tantino impossibilitato nel rispondere; attendemmo con pazienza che finisse per ascoltare le sue erudite parole.
“Mio caro amico, sebbene questo sembri un sogno ci sono varie possibilità che non lo sia, quindi, sarebbe lecito domandarti come sei arrivato sino a qui”?
La domanda mi lasciò momentaneamente perplesso, decisi di stare al gioco, quei due loschi figuri non mi stavano convincendo, era molto probabile che i miei amici mi stessero giocando un bello scherzo per ridere alle mie spalle.
Red mi osservò attentamente: “Siamo sicuramente tuoi amici, diversamente non ti troveresti con noi”!
Che mi avesse letto nel pensiero?
Decisi di passare all’azione in maniera molto furbesca, a me non la si faceva tanto facilmente: “Ehi Red, dovresti avere ormai circa 101 anni, ti vedo in ottima forma”!
Lui non si scompose e si limitò a dire che il Tempo non esiste realmente.
Dovevo provare un approccio differente; pensai per un momento e poi mi venne la brillante idea: “Sai Red, sulla Terra aspettano tutti che tu ritorni, sai dirmi quando questo avverrà? C’è veramente bisogno della tua presenza perché ci sono diverse cose da sistemare”!
Ma il Padreterno mi ruppe le uova nel paniere: “Sulla Terra stanno aspettando anche l’ora della mia venuta, ma mi guardo bene dal ritornare in quella gabbia di pazzi”!
I due si guardarono negli occhi e cominciarono a ridere sguaiatamente; non capivo il motivo di tanta ilarità, però mi ritrovai a ridere anch’io per simpatia.
“Conosci la Bhagavad-Gita”? Domandò Red
“Certo che conosco quelle cose, ho partecipato a numerose gite scolastiche… non riuscii a finire la frase che un piccolo fulmine mi incenerì l’orecchio sinistro.
Ridevano come due matti; intanto che io mi tenevo con la mano la parte lesa e che mi contorcevo dal dolore, Red si avvicinò osservandomi. Continuava a ripetere “Interessante”.
“Cosa ci trovi di interessante vecchio pazzo; mi hai appena fulminato un orecchio e ti assicuro che fa un male pazzesco”!
Red mi sorrise e domandò: “Sei entrato in un sogno portando con te un corpo reale, di carne ed ossa”?
“Non credo” gli risposi smarrito.
“Allora puoi spiegarmi come può farti male un orecchio che non esiste”?
Ci pensai su un attimo e decisi che questa potevo anche fargliela passare, dopotutto l’orecchio non mi faceva per niente male, rimaneva solo una bruciacchiatura non molto estetica, ma sapevo che al risveglio sarebbe sparita.
Red mi rivolse una nuova domanda: “Ricordi la Legge della Terza Parte”?
Questa volta non mi avrebbe fregato, sapevo cosa dire e risposi di getto: “Certo, Fede, Speranza e Carità”!
Un altro fulmine colpì il secondo orecchio, ma questa volta a scagliarlo era stato il Padreterno: “Quella è roba mia”! Mi disse in maniera solenne, ma ero certo che stesse ridendo sotto i baffi.
A quel punto avevo finito le orecchie e non mi restava che chiedere spiegazioni: “Allora ragazzi, volete spiegarmi cosa ci faccio qui? Perché mi trovo in questo sogno che non è un sogno”?
Il Padreterno bisbigliò a Red qualcosa a riguardo del fatto che io non fossi troppo sveglio e Red gli rispose con lo stesso tono di complicità dicendo che io ero ancora convinto di stare dormendo.
Quei due si facevano le loro sacrosante battute e ridevano alle mie spalle; era giunto il momento di porre fine a questo scherzo. Mi rizzai sulle punte dei piedi e riempii i polmoni di aria nell’atteggiamento di chi sta per dire qualcosa di prorompente, ma i due mi guardarono con una tale intensità che riuscii solo a proteggermi, con le mani, le orecchie che non avevo più.
Erano due tipi decisamente enigmatici, ancora una volta stavano ridendo beatamente e si stavano salutando. Di sfuggita sentii il Padreterno dire a Red: “Il ragazzo non sa ancora quello che conosce, dovrai avere un po’ di pazienza”.
Salutò e si allontanò.
Red mi si avvicinò e disse che avrei dovuto prendermi l’impegno di studiare la Bhagavad Gita. Gli domandai perché e lui rispose con una domanda: “Sulla Terra esiste una determinata Tecnologia, sai da dove prende spunto? Ovvero, chi o che cosa è il precursore di quella determinata Tecnologia (mi guardò dubbioso e continuò). Conosci quella particolare Tecnologia vero”?
Lo guardai di rimando con aria sospettosa: “Certo che la conosco, dovresti saperlo, sono Auditor e anche C/S, la Tecnologia di Scien…”
Mi interruppe bruscamente: “Non fare troppi nomi, non sarebbe una cosa saggia, te lo dice qualcuno che ha scritto diverse cose su quel soggetto; anzi, molte cose… forse ne ho scritte addirittura troppe”!
E gli scappo un’ulteriore grassa risata.
“Devi quindi conoscere qualcosa riguardo ai Veda e la Bhagavad è uno scritto veramente eccezionale; mi aspetto che per domani tu la studi accuratamente così da poter continuare con quel che ci serve”.
Non capivo molto bene a cosa si stesse riferendo, però gli domandai: “Perché domani”?
“Perché si è fatto tardi ed è ora che tu ti svegli; ci vediamo domani e cerca di essere puntuale”.
A quelle parole le immagini cominciarono a svanire ed io mi ritrovai sdraiato sul letto a contemplare il soffitto. Ancora non riuscivo a capire se mi fossi addormentato o se l’insipida cena della sera prima mi avesse procurato degli effetti allucinatori.
Comunque mi sentivo piacevolmente riposato ed ero pronto per affrontare una nuova giornata di duro lavoro.
Mi alzai dal letto senza fatica, mi diressi in cucina per fare un’abbondante colazione, preparai il caffè con molto zucchero.
Ero ancora immerso nei pensieri di quanto successo poco prima; aggiunsi quindi un po’ d’olio, una decisa spruzzata di aceto ed un pizzico di sale… osservai il tutto e sorridendo lo versai nel lavandino.
Quella mattina presi un tè con dei biscotti.